Data: 23 Feb­braio 2020 | Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: 1 Samue­le 15:22
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Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Samue­le era un sacer­do­te, pro­fe­ta e cen­tu­rio­ne in Israe­le cir­ca 3000 anni fa. Nei suoi anni più gio­va­ni ha impa­ra­to ad ascol­ta­re e obbed­ire a Dio. Ha espres­so la sua espe­ri­en­za con le seguen­ti paro­le al re Saul: «Obbed­ire a lui è mol­to meglio che offri­re un sacri­fi­cio, ascol­tar­lo è meglio del gras­so degli arie­ti» (1 Samue­le 15:22). Cos’è una vita di ascol­to e di obbe­dien­za ris­pet­to a una vita di sacrificio?


 

L’ec­ce­zio­na­le import­an­za del­l’u­di­to è già un mira­co­lo in ter­mi­ni pur­a­men­te bio­lo­gi­ci: quan­do il pic­co­lo fascio di cel­lu­le di un esse­re uma­no ha set­te o otto gior­ni, appai­o­no già i pri­mi ini­zi del­le orec­chie – micro­sco­pi­ca­men­te pic­co­le. A quat­tro mesi e mez­zo, a metà del­la gra­vi­dan­za, l’u­di­to è già com­ple­ta­men­te svi­lupp­a­to. È l’u­ni­ca par­te del nos­tro cor­po che rag­gi­unge le sue dimen­sio­ni defi­ni­ti­ve pri­ma del­la nas­ci­ta. L’os­so che cir­con­da l’or­ga­no del­l’u­di­to – chi­ama­to osso petro­so – è di gran lun­ga la strut­tu­ra ossea più dura del cor­po uma­no. E quan­do una per­so­na muo­re, l’u­di­to è uno degli ulti­mi sis­te­mi fun­zio­n­an­ti del cor­po. Quan­to deve esse­re pre­zio­so l’u­di­to! Quat­t­or­di­ci vol­te (!) la Bibbia con­tiene la frase: «Chi ha orec­chie per sen­ti­re, ascol­ti.» L’as­col­to è fon­da­men­ta­le per la fede cris­tia­na. È la pri­ma por­ta sul­la stra­da ver­so poten­ti sco­per­te nella vita. Samu­el ha affron­ta­to ques­to nella sua vita. Due prot­ago­nis­ti del suo tem­po ci off­ro­no lezio­ni visive.

Saul porta sacrifici

Attra­ver­so il pro­fe­ta Samue­le, Saul fu inca­ri­ca­to da Dio di ese­gui­re il ban­do con­tro gli Ama­le­ci­ti. Saul ese­guì effet­ti­va­men­te ques­t’or­di­ne abbastan­za bene, for­se trop­po 99%, ma rispar­miò il re degli Ama­le­ci­ti e le miglio­ri peco­re e il bes­tiame. Non lo fece per gua­d­a­g­no per­so­na­le, ma per sacri­fi­ca­re con loro al Signo­re a Gil­gal (1Samuele 15:21). Moti­va­zio­ni piut­tosto pie! Il motivo di ques­ta azio­ne è spie­ga­to da Saul stes­so: «[…] Non ho segui­to le tue istru­zi­o­ni e il coman­do del Signo­re, per­ché ave­vo pau­ra del popo­lo e ho fat­to quello che mi han­no chies­to» (1 Samue­le 15:24 NL). Saul vole­va com­pia­ce­re il popolo.

Poi­ché vedia­mo la fine del­la sto­ria dal­la Bibbia e otte­nia­mo una visio­ne più pro­fon­da, sap­pia­mo che Saul non era obbe­dien­te qui e lo tro­via­mo cat­tivo. Dal­la pro­s­pet­ti­va di un con­tem­po­ra­neo che non pote­va vede­re die­tro le quin­te, le azio­ni di Saul sem­bra­va­no abbastan­za buo­ne e divi­ne. Cer­to, non era com­ple­ta­men­te obbe­dien­te – ma solo in una per­cen­tua­le. Almeno ha dato alla sua dis­ob­be­dien­za del­l’u­no per cen­to una pati­na di pie­tà. Le peco­re e i buoi miglio­ri devo­no esse­re sacri­fi­ca­ti all’E­ter­no. Sareb­be come eva­de­re le tas­se per sos­tene­re un pro­get­to cristiano.

Dio la vede­va diver­sa­men­te. Per lui, ques­ta dis­ob­be­dien­za fu l’ul­ti­ma goc­cia ed egli res­pin­se Saul come re sul popo­lo d’Is­rae­le (1 Samue­le 15:26). Samu­el giu­sti­fi­ca ques­ta dura decis­io­ne: «Obbed­ire a Lui è mol­to meglio che offri­re un sacri­fi­cio, Ascol­tar­lo è meglio del gras­so degli arie­ti» (1 Samue­le 15:22 NL).

Saul ridus­se la sua rela­zio­ne con Dio all’os­ser­van­za di ritua­li, come il sacri­fi­cio. Inolt­re, non pren­de­va l’ob­be­dien­za così seria­men­te nella sua vita quo­ti­dia­na. Per lui, era almeno altrett­an­to importan­te appa­ri­re bene davan­ti alla gen­te quan­to lo era davan­ti a Dio. La rela­zio­ne con Dio e la vita quo­ti­dia­na erano due cose diver­se per Saul. Il sacri­fi­cio ave­va un valo­re più alto del­l’ob­be­dien­za. Non era quello che Dio voleva.

Davide è obbediente

Mol­to tem­po dopo che Davi­de fu unto re da Samue­le, final­men­te rice­vet­te uffi­ci­al­men­te la coro­na rea­le. I Filis­tei ven­ne­ro a saper­lo e si mise­ro subi­to a com­bat­te­re nella pia­nura di Refa­im. Davi­de chie­se al Signo­re se dove­va anda­re con­tro i Filis­tei e sareb­be sta­to vitto­rio­so. Al «Via» di Dio, Davi­de andò con­tro i Filis­tei e li scon­fis­se. Ha chi­ama­to il luo­go del­la vitto­ria Baal-Pera­zim (= Signo­re del­le svol­te), per­ché era il Signo­re che ave­va dato la svolta.

I Filis­tei non ne ave­va­no anco­ra avu­to abbastan­za e quin­di si schier­a­ro­no di nuo­vo sul­la stes­sa pia­nura poco tem­po dopo. Stes­so pos­to, stes­sa situa­zio­ne, stes­si par­ti­ti – lo stes­so in ver­de… Ma non per Davi­de: chie­se di nuo­vo al Signo­re cosa fare. E ques­ta vol­ta il Signo­re ave­va esco­gi­ta­to una tat­ti­ca diver­sa. Anche David si è atten­uto a ques­to ordi­ne non con­ven­zio­na­le. Con tut­to il suo eser­ci­to si mise alla lar­ga dai Filis­tei, aspet­tò il fru­scio degli albe­ri Baka e poi attac­cò da die­tro. «Fu all­o­ra che David lo fece, come l’E­ter­no gli ave­va coman­da­to. E scon­fis­se i Filis­tei da Ghib­son fino a Gezer.»(2Samuele 5:25; Elb).

Per­ché Davi­de era un uomo secon­do il cuo­re di Dio? Ha ascolt­a­to Dio e ha obbe­dito. La paro­la gre­ca per ascol­ta è akouo, per obbed­ire a sta in ogni caso hypa­kouo. Hypa­kouo signi­fi­ca let­teral­men­te ver­so l’al­to ascol­ta. Davi­de era uno che ascol­ta­va ver­so l’al­to, nel­lo spi­ri­to di Samue­le, che qual­che anno pri­ma ave­va ris­pos­to a Dio: «Di», il tuo ser­vo sen­te» (1 Samue­le 3:10 NL). L’ha fat­to David, come il Signo­re gli ave­va coman­da­to. Gius­to; non solo cosama anche come il Signo­re ha coman­da­to! L’ob­be­dien­za al cen­to per cen­to di Davi­de scor­re come un filo rosso nella sua sto­ria. Il rap­por­to con Dio per­me­ava la sua vita quo­ti­dia­na, non era qual­co­sa di aggiun­tivo. Ha ascolt­a­to e obbe­dito. Per lui l’ob­be­dien­za era più importan­te del sacri­fi­cio. La rive­ren­za di Davi­de per Dio era più gran­de del suo timore del­l’uo­mo (cfr. 2 Samue­le 6,20 e seguen­ti). La con­di­zio­ne per ques­ta vita di obbe­dien­za era che lo Spi­ri­to di Dio fos­se ven­uto su Davi­de (1 Samue­le 16:13). Saul, tut­ta­via, ave­va gli stes­si requi­si­ti (1 Samue­le 10:10). Ovvia­men­te non c’è nes­sun auto­ma­tis­mo. Ma una cosa è cer­ta, se voglia­mo sen­ti­re Dio e spe­ri­men­ta­re sco­per­te, lo Spi­ri­to San­to è urgen­te­men­te neces­sa­rio. Una per­so­na rice­ve ques­to quan­do apre la por­ta del suo cuo­re quan­do Gesù bus­sa. Stai già viven­do ques­ta rela­zio­ne di fidu­cia con Dio?

Sei tu Saul o David?

Vivi la tua vita da cris­tia­no secon­do il con­cet­to di Saul o Davi­de? Dal­l’es­ter­no, ent­ram­bi i con­cet­ti di fede sem­bra­no abbastan­za simi­li – for­se anche con leg­ge­ri van­tag­gi per il tipo Saul. Egli impres­sio­na con mol­te atti­vi­tà pie. La sua agen­da ne è pie­na. Ecco per­ché è dif­fi­ci­le da smascherare.

Cer­cherò ora di descri­ve­re la vita di un cris­tia­no – lo chi­amerò Saulche vive in ques­to sis­te­ma: Per un Saul Il sacri­fi­cio vie­ne pri­ma del­l’ob­be­dien­za. Sacri­fi­cio signi­fi­ca com­met­te­re un atto reli­gio­so per otte­ne­re il favore di Dio. Ques­to atto reli­gio­so può esse­re la par­te­ci­pa­zio­ne alla con­gre­ga­zio­ne, assis­te­re alle fun­zio­ni reli­gio­se, dona­re, leg­ge­re la Bibbia, la preg­hie­ra, la dia­co­nia – pro­prio tut­to ciò che si fa come cris­tia­ni. Anche voler pro­vo­ca­re mira­co­li, per esem­pio pre­gan­do per i mala­ti, può esse­re un sacri­fi­cio. Si cre­de all­o­ra che bas­ti sup­pli­ca­re cor­rett­amen­te e con suf­fi­ci­en­te fer­vore. Alla fine, però, si vogli­o­no otte­ne­re del­le sco­per­te solo per con­to proprio.

L’im­pul­so al sacri­fi­cio non vie­ne da Dio, ma nas­ce dal­l’a­bi­tu­di­ne, dal­la socia­liz­za­zio­ne reli­gio­sa (si sa cosa si fa o non si fa da cris­tia­ni), dal­la cosci­en­za spor­ca o dal desi­de­rio di Dio. Così l’uo­mo pren­de l’i­ni­zia­ti­va e vuo­le otte­ne­re qual­co­sa con Dio con cose fon­da­men­tal­men­te buo­ne. In ques­to modo, però, la fede in Gesù Cris­to diven­ta una religione.

Nella vita di un Sauls c’è una scis­sio­ne tra la fede e la vita quo­ti­dia­na. La rela­zio­ne con Dio è un pro­gram­ma sup­ple­men­ta­re alle alt­re aree del­la vita. Può esse­re cos­tan­te­men­te che ques­to pro­gram­ma sia abbastan­za inten­so e che richie­da mol­to tem­po, Saul ha quin­di un’al­ta repu­ta­zio­ne nella comu­ni­tà. Il pro­ble­ma è che la fede si ridu­ce all’os­ser­van­za dei riti (sacri­fi­ci) e ha poco o nien­te a che fare con la vita quo­ti­dia­na. Come, per esem­pio, la visi­ta set­tim­ana­le alla sau­na il saba­to sera. Eppu­re le vite Saul la sua vita quo­ti­dia­na abbastan­za cris­tia­na in gene­ra­le. È mol­to pro­ba­bi­le che non sarà così pre­ciso nel­le ulti­me per­cen­tua­li e tol­le­rerà cose nella vita che sa benis­si­mo non esse­re secon­do la volon­tà di Dio. Poi­ché vuo­le pia­ce­re alla gen­te, l’in­flu­en­za del­la loro voce sul­la sua vita è più for­te del­la voce di Dio.

Saul dif­fi­ci­lm­en­te noterà quan­do Dio si riti­ra dal­la sua vita, per­ché non dipen­de affat­to dal­la paro­la di Dio. Il suo pro­gram­ma fun­zio­na bene anche sen­za Dio. Egli spe­ri­men­ta la fede in Gesù Cris­to come piut­tosto noio­sa, ben edu­ca­ta, piut­tosto fati­co­sa e non mol­to vitto­rio­sa. Nel pro­fon­do del suo cuo­re sen­te un desi­de­rio ines­t­in­gui­bi­le di avven­tura, sfi­da, gioia, pace e vittoria.

 

Mol­to diver­so il tipo David: Il tema del­la sua vita è hypa­kouo. È un Sul­l’u­di­to. A David sa che l’ob­be­dien­za è mol­to meglio del sacri­fi­cio. Gesù si è sacri­fi­ca­to per noi sul­la cro­ce – vica­ria­men­te, sia­mo sta­ti libe­ra­ti dal sacri­fi­cio una vol­ta per tut­te! Non è più pos­si­bi­le gua­d­ag­na­re anche solo qual­co­sa da Dio con le pro­prie azio­ni. Alla luce di ques­to fat­to, c’è ora un solo vero e pro­prio cul­to che è gra­di­to a Dio, cioè «impegna­re tut­ta la tua vita a Dio. Dov­reb­be esse­re un sacri­fi­cio vivo e san­to – un sacri­fi­cio in cui Dio si com­pia­ce.» (Roma­ni 12:1 NL). Non ci sono atti di sacri­fi­cio, ma è richies­ta la devo­zio­ne. Ques­to signi­fi­ca dare tut­ti i pro­pri desi­de­ri, obi­et­ti­vi e idee a Dio e obbe­dirg­li con tut­to il cuore.

Al con­tra­rio del sacri­fi­cio, l’im­pul­so all’ob­be­dien­za vie­ne semp­re da Dio. Lui è l’a­gen­te, il sog­get­to. L’uo­mo è l’og­get­to. David può esse­re obbe­dien­te solo per­ché Dio agis­ce o par­la. Quin­di l’ob­be­dien­za non è una con­trad­di­zio­ne alla gra­zia, ma una com­po­nen­te di essa. Quin­di tut­to vie­ne da Dio; gli ordi­ni, le istru­zi­o­ni di lavoro con­cre­te e anche il pote­re di far­le. L’ob­be­dien­za è la por­ta per una vita nel flusso del­la gra­zia! «All­o­ra Davi­de fece come l’E­ter­no gli ave­va ordi­na­to.…» (2Samuele 5:25 Elb). Per Dio, come fac­cia­mo qual­co­sa è più importan­te di quello che facciamo.

Nella vita di un David’s non c’è scis­sio­ne tra la vita quo­ti­dia­na e la fede. La vita quo­ti­dia­na è per­me­a­ta e inglo­ba­ta dal­la rela­zio­ne con Dio. Il re Davi­de per­se­gui­va un obi­et­tivo duran­te il suo reg­no: vole­va port­are l’Ar­ca del­l’Al­le­an­za nella capi­ta­le e cos­truir­vi una casa per Dio. Dio è al cen­tro, la rela­zio­ne con lui dov­reb­be esse­re il pun­to di par­ten­za e la meta di tut­ta la nos­t­ra vita. Se Dio si riti­ras­se dal­la sua vita anche solo per un gior­no, non pas­sereb­be inos­ser­va­to. Per­ché sen­za Dio, un Davi­de non è capace di agi­re; non sapreb­be quan­do, come e cosa fare. La rela­zio­ne con Dio è come l’os­si­ge­no del­la vita per lui. Davi­de non era per­fet­to, a vol­te fal­li­va e Dio dove­va inter­ve­ni­re (2Samuele 11+12; 24). Lì abbia­mo un gran­de van­tag­gio, ci è per­mes­so di fare erro­ri e non dob­bia­mo nem­meno sop­port­are la puni­zio­ne da soli! Gesù ha fat­to ques­to per noi.

Solo colo­ro che ris­pet­ta­no Dio e han­no rive­ren­za per Lui ascol­teran­no ver­so l’al­to. Qual­cu­no una vol­ta ha det­to: «Ser­vi­re­te ciò che teme­te. Se temi Dio, lo ser­vi­rai. Se teme­te la gen­te, ser­vi­re­te la gen­te. Dove­te deci­de­re voi.«Davi­de ha scel­to il timore di Dio.

Per un David la vita con Dio è un’av­ven­tura, non ci sono due gior­ni ugua­li, per­ché non ci sono auto­ma­tis­mi (stes­so luo­go, stes­sa situa­zio­ne, stesse par­ti ≠ stesse tat­ti­che!!!). A vol­te un Davi­de dovrà anche segui­re stra­de non con­ven­zio­na­li che non sono com­pre­se dai com­pa­gni cris­tia­ni, e spes­so i Davi­de non sono rico­no­sci­uti nel­le loro con­gre­ga­zio­ni come per­so­ne secon­do il cuo­re di Dio. La sua vita quo­ti­dia­na è pie­na di sco­per­te che il Signo­re crea (Baal-Pera­zim). Nel­l’ob­be­dien­za, vive una vita mol­to più gran­de di lui.

Il per­no del vive­re in obbe­dien­za e quin­di nella gra­zia di Dio è l’as­col­to. Davi­de non solo ascol­ta, ma obbe­dis­ce anche. Ascol­ta ver­so l’al­to per­ché si con­side­ra un ser­vo di Dio. Un ascolt­a­to­re può esse­re solo uno che ha l’a­bi­tu­di­ne di pas­sa­re del tem­po non fun­zio­na­le con Dio. Ques­to signi­fi­ca sem­pli­ce­men­te seder­si sul­le ginoc­chia del Pad­re cele­s­te e diven­ta­re silen­zio­si, sen­za impres­sio­na­re Dio e aspet­ta­re un risult­a­to. (Altri­men­ti sareb­be un alt­ro sacri­fi­cio!) I Sal­mi tes­ti­mo­nia­no come Davi­de abbia sem­pli­ce­men­te con­di­vi­so con Dio la sua vita quo­ti­dia­na, le sue vitto­rie e le sue scon­fit­te, le sue esal­ta­zio­ni e le sue depressioni.

 

Vale la pena diven­ta­re semp­re più David diven­ta­re. All’­ap­pa­ren­za è il cammi­no più dif­fi­ci­le, ma è quello su cui si tro­va Dio. È il cammi­no del­la gra­zia e quin­di, alla fine, il cammi­no mol­to più faci­le; e, per di più, è cos­tel­la­to di avven­ture emo­zio­n­an­ti e di mol­te sco­per­te spirituali.

 

 

 

Possibili domande per i piccoli gruppi

  1. Qua­li azio­ni nella tua vita potreb­be­ro esse­re dei sacri­fi­ci per fare la dif­fe­ren­za con Dio?
  2. Ci sono cose nella tua vita che tol­le­ri anche se sai che non sono gius­te davan­ti a Dio?
  3. «Se teme­te Dio, lo ser­vi­re­te. Se teme­te l’uo­mo, ser­vi­re­te l’uo­mo». Come lo spe­ri­men­ta­te nella vos­tra vita?
  4. Imma­gi­na­te che Dio si riti­ri dal­la vos­tra vita. Quan­to tem­po ti ci vor­reb­be per realizzarlo?
  5. Cosa signi­fi­ca per voi Ascol­ta­te? Cosa signi­fi­ca ques­to in pratica?