La carità – più che le parole

Data: 30 Aprile 2023 | Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Luca 10:25–37
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Attra­ver­so la sto­ria del Buon Sama­ri­ta­no pos­sia­mo impara­re mol­to su come dov­reb­be esse­re appli­ca­ta la nos­t­ra fede. Esse­re vici­ni a Dio non signi­fi­ca esse­re come Dio. Solo per­ché pas­sia­mo mol­to tem­po in prossi­mi­tà di Dio, non signi­fi­ca neces­sa­ria­men­te che ques­to influ­en­zi i nos­tri pen­sie­ri e le nost­re azio­ni. Per ques­to motivo, a vol­te l’ai­uto può arri­va­re pro­prio dal­le per­so­ne da cui meno ce lo si aspet­ta. I segu­aci di Gesù devo­no emu­la­re l’es­em­pio del Buon Sama­ri­ta­no. Ma Gesù Cris­to stes­so è anco­ra più miser­i­cor­dio­so del Sama­ri­ta­no. Ha dato se stes­so affin­ché noi pot­essi­mo ave­re la vita.


Il buon samaritano

Ho chies­to agli ado­le­s­cen­ti su qua­le argo­men­to avreb­be­ro volu­to ascol­ta­re un ser­mo­ne ques­ta mat­ti­na. Tra gli altri, è sta­to sug­ge­ri­to il tema del­l’a­mo­re per il prossi­mo. Vor­rei quin­di con­di­vi­de­re alcu­ni pen­sie­ri su ques­to argo­men­to basan­do­mi su un epi­so­dio di Gesù Cris­to. Un gior­no arri­vò uno scri­ba che vole­va intrap­po­la­re Gesù. Gli chie­se come avreb­be potu­to otte­ne­re la vita eter­na. Ma Gesù ris­po­se con una con­tro-doman­da: «Che cosa signi­fi­ca la leg­ge? «L’uo­mo ris­po­se: «Ame­rai il Signo­re tuo Dio con tut­to il tuo cuo­re, con tut­ta la tua ani­ma, con tut­ta la tua for­za e con tut­ta la tua men­te. E: «Ama il tuo prossi­mo come te stes­so» ». (Luca 10:27 NLB). Gesù non poté che esse­re d’ac­cordo con ques­ta ris­pos­ta e sfi­dò lo scri­ba a fare ques­to e così vivrà. Ma lo scri­ba non era anco­ra sod­dis­fat­to e chie­se: «Chi è il mio prossi­mo?». A ques­ta doman­da Gesù rispon­de con la para­bo­la del Buon Sama­ri­ta­no (Luca 10:30–37). La descri­verò qui e includerò anche alcu­ne inter­pre­ta­zio­ni e infor­ma­zio­ni di base.

Un uomo sta­va per­cor­ren­do la stra­da da Geru­sa­lem­me a Ger­i­co. Ques­ta stra­da era famo­sa per il suo ter­re­no inac­ces­si­bi­le, attra­ver­so il qua­le si sno­da­va un per­cor­so lungo 27 km. Ques­ta stra­da era cono­sci­u­ta come la «via del san­gue». Duran­te il tra­git­to, l’uo­mo vie­ne attac­ca­to dai bri­gan­ti, deru­ba­to del den­a­ro e dei ves­ti­ti e poi lascia­to mez­zo mor­to sul ciglio del­la stra­da. Ma è for­t­u­na­to. Infat­ti, seb­be­ne sia una stra­da per­i­co­losa, ce ne sono alt­re lungo il cammi­no. Un sacer­do­te sta arri­van­do da Geru­sa­lem­me. Ha appe­na ter­mi­na­to il suo ser­vi­zio sacer­do­ta­le di un mese e sta tornan­do a casa. Quan­do vede l’uo­mo che giace lì, cam­bia lato del­la stra­da. Non vuo­le rima­ne­re qui trop­po a lungo, non vuo­le esse­re deru­ba­to e non vuo­le nem­meno toc­ca­re un cada­ve­re che lo ren­der­eb­be ritu­al­men­te impuro. Quin­di si spos­ta. Dopo di lui arri­va un ser­vi­to­re del tem­pio. Ques­to aiutò il sacer­do­te a svol­ge­re il suo ser­vi­zio. Anche lui ave­va fret­ta e non si fer­mò. Come il suo supe­rio­re, cam­biò lato del­la stra­da e pas­sò velo­ce­men­te. Ma di nuo­vo si sen­to­no dei pas­si. Un uomo con la sua caval­ca­tu­ra sta già giran­do l’an­go­lo. Ma ques­ta vol­ta non è un ebreo, bensì un sama­ri­ta­no. I Giudei odia­no i Sama­ri­ta­ni. Anche loro dis­cen­de­va­no in qual­che modo dag­li Israe­li­ti, ma non ama­va­no il cul­to vero e pro­prio. Qual­che decen­nio pri­ma, ave­va­no pro­fa­na­to la piaz­za del tem­pio di Geru­sa­lem­me e i Giudei non poteva­no dimen­ti­car­lo così in fret­ta. Non c’era da aspet­tar­si alcun aiuto da ques­to sama­ri­ta­no, per­ché nem­meno un ebreo lo avreb­be aiuta­to. Ma quan­do il sama­ri­ta­no vide l’uo­mo mez­zo mor­to, accad­de qual­co­sa: ebbe com­pas­sio­ne. La sua rea­zio­ne non tar­da ad arri­va­re. «Si ingi­noc­chiò accan­to a lui, curò le sue feri­te con olio e vino e le fasciò. Poi fece sali­re l’uo­mo sul suo asi­no e lo por­tò in una locan­da dove lo curò». (Luca 10:34 NLB). Il gior­no dopo, il sama­ri­ta­no si assi­cu­ra che l’os­te con­ti­nui a pren­der­si cura di lui. Lascia una capar­ra e pro­met­te di paga­re il res­to se le cose dove­s­se­ro diven­ta­re più cos­to­se. Dopo che tut­to è sta­to sis­te­ma­to, con­ti­nua per la sua stra­da e se ne va. Cer­chi­amo ora di capi­re meglio ques­ta para­bo­la con l’ai­uto di tre punti.

Prossimità a Dio vs. Somiglianza a Dio

I pri­mi due uomi­ni che incon­tra­ro­no l’uo­mo a ter­ra erano un sacer­do­te e un levi­ta. Ques­ti erano desti­na­ti per dis­cen­den­za a ser­vi­re Dio. Ave­va­no una gran­de vicinan­za a Dio. I sacer­do­ti poteva­no avvicinar­si a Dio più di chi­unque alt­ro. Il levi­ta aiuta­va il sacer­do­te a svol­ge­re i suoi com­pi­ti. Ent­ram­bi cono­sce­va­no bene la Leg­ge. Si occu­p­a­va­no di pas­si bibli­ci qua­li «Non ven­dicar­ti di un mem­bro del tuo popo­lo e non ser­barg­li ran­co­re, ma ama il tuo prossi­mo come te stes­so. Io sono il Signo­re!». (Esodo 19:18 NLB). Ques­to pas­so è sta­to ripro­dot­to anche dal­lo scri­ba che ha pos­to la doman­da a Gesù. Cre­do che anche lo scri­ba appar­ten­es­se a uno dei due grup­pi. Pur­trop­po, la preoc­cu­p­a­zio­ne per i tes­ti reli­gio­si non si tra­du­ce­va in azio­ne. Ad esem­pio, un tes­to del pro­fe­ta Osea. «Voglio che sia­te miser­i­cor­dio­si; non voglio i vos­tri sacri­fi­ci. La mia preoc­cu­p­a­zio­ne è che cono­scia­te la mia volon­tà, non che mi por­tia­te degli olo­causti». (Osea 6:6 NLB).

In un’­uni­ver­si­tà, gli stu­den­ti di teo­lo­gia ave­va­no come tema la cari­tà e anche ques­ta para­bo­la è sta­ta trat­ta­ta. Il gior­no del­l’e­sa­me è sta­ta ripro­pos­ta una situa­zio­ne di emer­gen­za sul sen­tie­ro che tut­ti gli stu­den­ti dove­va­no per­cor­re­re. L’o­bi­et­tivo era quello di sco­pri­re in che misu­ra la trat­ta­zio­ne di un argo­men­to aves­se un effet­to sul­l’a­zio­ne con­cre­ta. Cosa è emer­so? Colo­ro che ave­va­no poco tem­po a dis­po­si­zio­ne sono pas­sa­ti olt­re e non han­no aiuta­to. Quel­li che ave­va­no abbastan­za tem­po han­no aiuta­to volen­tie­ri. Ent­ram­bi i grup­pi han­no affron­ta­to l’ar­go­men­to nel­lo stes­so modo, ma l’ef­fet­to è sta­to solo su un grup­po. Il solo fat­to di affronta­re un argo­men­to non por­ta a un’ap­pli­ca­zio­ne con­cre­ta nella vita di tut­ti i giorni.

I due reli­gio­si del­la para­bo­la ave­va­no cer­ta­men­te del­le buo­ne ragio­ni per pas­sa­re olt­re. Uno dei più com­pren­si­bi­li per l’epo­ca era l’im­pu­ri­tà ritua­le che li avreb­be col­pi­ti se aves­se­ro toc­ca­to una per­so­na mor­ta. Ques­to li avreb­be esclu­si dal ser­vi­zio nel tem­pio per un cer­to peri­odo. Tut­ta­via, erano appe­na arri­va­ti da lì. Anche noi abbia­mo semp­re abbastan­za scu­se per non fare qual­co­sa. Che si trat­ti di man­can­za di tem­po o che qual­cun alt­ro pos­sa fare qual­co­sa. Il pre­di­ca­to­re ing­le­se C.H. Spur­ge­on rias­su­me il com­por­ta­men­to del­le per­so­ne. «Non ho mai vis­to un uomo rifi­ut­a­re di aiut­a­re i poveri che non abbia offer­to almeno una scu­sa ammi­re­vo­le». (Charles Had­don Spur­ge­on). Qual è il tuo? Qual­che tem­po fa, un ven­er­dì sera alle 22, sta­vo viag­gi­an­do in tre­no con un caro ami­co da Ber­na a Thun. A Thun, insie­me ad alt­re per­so­ne, sia­mo sce­si dal tre­no. All’im­prov­vi­so, per qual­che motivo inspie­ga­bile, il mio col­le­ga è sven­uto ed è cadu­to a ter­ra. Non ho mai vis­to un bina­rio svuo­tar­si così rapi­da­men­te come in quel momen­to. Solo quan­do ho chies­to aiuto ai pas­san­ti qual­cu­no mi ha aiuta­to. Alla fine, il col­le­ga se n’è anda­to solo per poco tem­po, così come tut­te le alt­re per­so­ne se ne sono anda­te per poco tempo.

Alla fine del­la para­bo­la, Gesù affron­ta lo scri­ba. « «Ora, qua­le dei tre pen­si sia sta­to più vici­no all’uo­mo assa­li­to dai bri­gan­ti?» chie­se Gesù. L’uo­mo ris­po­se: «Quello che ha avu­to com­pas­sio­ne e lo ha aiuta­to». Gesù ris­po­se: «Sì. Ora vai e fai altrett­an­to» ». (Luca 10:36–37 NLB). La cono­scen­za da sola non aiu­ta. La cari­tà va olt­re le parole.

Un aiuto dove meno ce lo si aspetta.

Cosa ha fat­to la dif­fe­ren­za nel Buon Sama­ri­ta­no? Tan­to che oggi è pro­ver­bi­al­men­te sino­ni­mo di cari­tà? «Infi­ne, si avvicinò un sama­ri­ta­no. Quan­do vide l’uo­mo, pro­vò pro­fon­da com­pas­sio­ne per lui». (Luca 10:33 NLB). Altri tra­du­co­no anche «si addo­lorò». Il sama­ri­ta­no si lasciò toc­ca­re dal­la sor­te di quel­l’uo­mo. Miser­i­cor­dio­so ha il signi­fi­ca­to ori­gi­na­le di «ave­re il cuo­re con i poveri». Ques­to fece la dif­fe­ren­za. Si lasciò scal­da­re il cuo­re. È piut­tosto carat­teristi­co che Gesù Cris­to inclu­da un sama­ri­ta­no nella sua para­bo­la, per­ché un israe­li­ta non si sareb­be aspett­a­to alcun aiuto da lui. For­se è lo stes­so per voi ado­le­s­cen­ti. Ci sono per­so­ne che non pens­a­no mol­to ai gio­va­ni di oggi. For­se anche loro non si aspet­ta­no alcun aiuto da te. Vor­rei usa­re due sto­rie del­la mia vita per mostrar­ti per­ché sono con­vin­to che spes­so l’ai­uto non arri­va da chi ci si aspet­ta che lo fac­cia. Piut­tosto, arri­va dag­li altri.

Quan­do si par­la di cari­tà, il mio desi­de­rio per voi ado­le­s­cen­ti è che non agia­te in modo così pre­ven­uto. Che voi stes­si non abbia­te pre­giudi­zi, ma che i vos­tri cuo­ri sia­no toc­ca­ti e pro­vi­no com­pas­sio­ne. Quan­do ci chie­dia­mo chi sia il nos­tro prossi­mo, l’in­vi­to di Gesù è rivol­to anche a noi. «[…] Ora vai e fallo allo stes­so modo». (Luca 10:37 NLB). Sia­mo pron­ti ad anda­re e a fare? Ciò che mi pia­ce mol­to di ques­ta sto­ria è il fat­to che il Sama­ri­ta­no era in cammi­no. Non sta­va cer­can­do atti­va­men­te, ma si è lascia­to inter­rom­pe­re per un momen­to. Ha fat­to la cosa cosci­en­zio­sa­men­te, ma poi è tor­na­to al suo lavoro. Ma non ha risparm­ia­to spe­se o sfor­zi per il momen­to in cui c’era biso­g­no di lui. Ha sem­pli­ce­men­te aiuta­to dove si tro­va­va. Non ha sal­va­to il mon­do inte­ro, ma era pron­to ad inter­rom­pe­re la sua visio­ne del mondo.

Abbia­mo biso­g­no di un dupli­ce cam­bia­men­to. Oggi è comu­ne l’att­eg­gi­a­men­to secon­do cui tut­to ciò che ho, den­a­ro, suc­ces­so, amici, fami­glia, ecc. me bene­fi­ci. Ma ques­ta para­bo­la sfi­da i segu­aci di Gesù a cam­bia­re att­eg­gi­a­men­to. Tut­to ciò che ho, den­a­ro, suc­ces­so, amici, fami­glia, ecc. alt­ro uti­le con esso. Dob­bia­mo anche ripen­sare al modo in cui aiuti­amo gli altri. Gesù Cris­to non ci ha dato il coman­da­men­to «trat­ta gli altri come gli altri trat­ter­eb­be­ro te», ma piut­tosto «Trat­ta gli altri come vor­res­ti che gli altri trat­tas­se­ro te». (Luca 6:31 NLB). Le cose che ci sono sta­te affi­da­te ci sono sta­te date per agi­re con miser­i­cor­dia, non per usar­le in modo ipo­te­ti­co. Per­tan­to, vor­rei con­si­gli­ar­ti di usa­re la tua inge­nui­tà gio­va­ni­le e di non lascia­re che noi adul­ti ti sor­ri­dia­mo trop­po velo­ce­men­te. Per­ché alla fine, la doman­da a cui cre­do che il sacer­do­te e il levi­ta non abbia­no ris­pos­to è la seguen­te. Voglia­mo pra­ti­ca­re solo la vicinan­za a Dio o non piut­tosto la somi­gli­anza con Dio?

Gesù – più misericordioso del Samaritano!

La dis­cus­sio­ne con lo scri­ba si con­clude con l’in­vi­to ad agi­re come fece il buon sama­ri­ta­no. Ma Gesù Cris­to è anda­to olt­re. Il sama­ri­ta­no è sta­to estre­ma­men­te genero­so, ma non è nulla in con­fron­to a ciò che Gesù ha dato per noi.

Il Sama­ri­ta­no diede vino e olio per cura­re la feri­ta – Gesù stes­so ver­sò il suo san­gue per gua­ri­re le nost­re feri­te. Il Sama­ri­ta­no si preoc­cupò e mostrò gran­de miser­i­cor­dia – Gesù diede la sua vita. Non badò a spe­se e spe­se per l’al­log­gio e le cure – Gesù stes­so si fece povero. A cau­sa nos­t­ra. «Cono­sce­te il gran­de amo­re e la gra­zia di Gesù Cris­to nos­tro Signo­re. Pur essen­do ric­co, si è fat­to povero per voi, per arric­chir­vi con la sua pover­tà.» (2 Corin­zi 8:9 NLB). Gesù Cris­to stes­so è mol­to miser­i­cor­dio­so e com­pas­sio­ne­vo­le nei nos­tri con­fron­ti. Ma non solo lui è miser­i­cor­dio­so, anche Dio Pad­re nei cie­li. Per ques­to motivo, Gesù invi­ta i suoi segu­aci. «Sia­te miser­i­cor­dio­si come il Pad­re vos­tro è miser­i­cor­dio­so» (Luca 6:36 NGÜ).

Con la Bene­di­zio­ne degli ado­le­s­cen­ti, arri­via­mo a un momen­to del­la tua vita in cui ti è per­mes­so di deci­de­re la tua appar­te­n­en­za reli­gio­sa. Oggi ti ven­go­no pos­te due doman­de. Gesù Cris­to può esse­re il tuo per­so­na­le Buon Sama­ri­ta­no? Se sì, sei pron­to non solo a parl­a­re ma anche ad agire?

Possibili domande per il piccolo gruppo 

Leg­gi il tes­to bibli­co: Luca 10:25–37

  1. Cosa ti attrae del­la para­bo­la? Dove ci sono anco­ra del­le ambiguità?
  2. Cosa ne pen­si del­la vicinan­za a Dio e del­la somi­gli­anza con Dio? Hai nota­to come il tuo incon­tro con Dio influis­ce sul­la tua vita? Dove lo noti? Dove desi­de­ri un mag­gio­re cambiamento?
  3. Cosa signi­fi­ca la chi­ama­ta di Gesù «Ora vai e fai lo stes­so» con te?
  4. Sei sta­to sor­pre­so da qual­cu­no che meno ti aspettavi?
  5. Ti fidi degli ado­le­s­cen­ti per quan­to riguar­da la cari­tà? Dove potres­ti aiut­a­re te stes­so o dare il buon esempio?
  6. Come con­side­ri i tuoi beni? Qual­co­sa che va a tuo van­tag­gio o qual­co­sa che va a van­tag­gio degli altri?
  7. Come rispon­di alle due doman­de pos­te agli ado­le­s­cen­ti? Gesù Cris­to può esse­re il tuo per­so­na­le Buon Sama­ri­ta­no? Se sì, sei pron­to non solo a parl­a­re ma anche ad agire?