Data: 12 Dicembre 2021 Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Matteo 7:24–29
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Il diva­rio tra il sen­ti­re e il fare è un fen­ome­no uma­no gene­ra­le. Quan­do Dio si è fat­to uomo nella per­so­na di Gesù Cris­to, ha super­a­to in modo impres­sio­n­an­te ques­to diva­rio. Gio­van­ni lo descri­ve con le paro­le: «E il Ver­bo si è fat­to car­ne e ha abita­to in mez­zo a noi». Anche nella vita di un segu­ace di Gesù, la Paro­la deve diven­ta­re car­ne e pren­de­re for­ma. Una per­so­na del gene­re è come una per­so­na che cos­truis­ce la sua casa del­la vita su una roc­cia. Le tem­pes­te del­la vita quo­ti­dia­na non posso­no danneggiarlo.


Qual­che tem­po fa, c’è sta­to un inci­den­te nella metro­po­li­ta­na di Colo­nia. In pie­no gior­no, una gio­va­ne ragaz­za è sta­ta mole­sta­ta ses­sual­men­te da diver­si uomi­ni. La sua ango­s­cia non pote­va esse­re tras­cu­ra­ta, la metro­po­li­ta­na era pie­na. Ma nes­su­no dei pas­seg­ge­ri è inter­ven­uto in aiuto del­la ragaz­za. A par­te la metro­po­li­ta­na come sce­na del cri­mi­ne, una cosa del gene­re potreb­be acca­de­re in qual­si­a­si cit­tà svi­z­zera. Cre­do che se aves­te chies­to ai pas­seg­ge­ri del­la metro­po­li­ta­na, nes­su­no di loro avreb­be det­to: «Pen­so che sia gius­to che le ragaz­ze ven­ga­no mole­sta­te sui mez­zi pubbli­ci.«Ma nes­su­no ha agi­to in base a ques­ta visio­ne. Inve­ce, con la loro pas­si­vi­tà, tut­ti con­dona­va­no gli ecces­si degli uomini.

Il diva­rio tra il sen­ti­re o il pen­sare e il fare è un fen­ome­no uma­no gene­ra­le. Se la vio­len­za è semp­re più dif­fu­sa in mez­zo a noi, all­o­ra è anche una con­se­guen­za del fat­to che il pen­sare e il fare diver­go­no per trop­pi di noi. Che pos­sia­mo chi­ama­re l’in­gi­u­s­ti­zia con il suo nome – ma non fare nulla al riguar­do. La gran­de preoc­cu­p­a­zio­ne del Dis­cor­so del­la Mon­tagna è quella di uni­re paro­la e azione.

Il Verbo si fa carne

Gio­van­ni descri­ve l’e­ven­to nata­li­zio in modo sin­te­ti­co: «E il Ver­bo si fece car­ne e ven­ne ad abit­are in mez­zo a noi, e noi vedem­mo la sua glo­ria, una glo­ria come quella del Figlio uni­ge­ni­to dal Pad­re, pie­no di gra­zia e di veri­tà.» (Gio­van­ni 1:14 LUT).

Con Dio non c’è diver­gen­za tra paro­la e azio­ne. Gesù, il Ver­bo di Dio, si è fat­to car­ne. Il Nata­le è l’in­car­na­zio­ne (diven­ta­re car­ne) di Dio. Mol­ti impian­ti di lavo­r­a­zio­ne del­la car­ne han­no il nome di car­na: Deli­car­na, Micar­na, Car­na Cen­ter. Ques­ti aiuta­no a far sì che la gri­glia­ta non riman­ga un gio­co men­ta­le teo­ri­co, ma che la deli­zio­sa entre­côte pro­vochi effet­ti­va­men­te un’e­s­plo­sio­ne di gus­to al palato.

Il Ver­bo si è fat­to car­ne. Ques­to dimos­tra che Gesù non è solo un inter­pre­te del­le Sacre Scrit­tu­re, ma in lui Dio stes­so vie­ne al popo­lo. Dio è pre­sen­te in Gesù, ed è per ques­to che ci sono impres­sio­n­an­ti «esplo­sio­ni di gus­to». Con Gesù è sor­to il nuo­vo mon­do, il mon­do 2.0, la cit­tà sul mon­te. La sua vita è un mera­vigli­oso ass­ag­gio del Reg­no di Dio. Non cono­sco nes­su­no in cui la paro­la e l’ope­ra, il pen­sie­ro e l’a­zio­ne si cor­rispond­a­no così tan­to come in Gesù Cris­to. Nel Dis­cor­so del­la Mon­tagna ha chies­to: «Ama­te i vos­tri nemici e pre­ga­te per quel­li che vi per­se­gui­ta­no» (Matteo 5:44 NLB). In segui­to, Gesù si com­por­ta pro­prio come ave­va pre­di­ca­to in pre­ce­den­za. Non reagis­ce quan­do vie­ne fat­to pri­gio­nie­ro. Gua­ris­ce il ser­vo del som­mo sacer­do­te a cui uno dei suoi dis­ce­po­li ha stac­ca­to l’o­rec­chio. Pre­ga per i suoi nemici. La sua vita è un cam­pio­ne uni­co per il nuo­vo mondo.

Per inciso, l’es­pres­sio­ne «la paro­la del Signo­re si rea­liz­zò» si tro­va più di cen­to vol­te nel­l’An­ti­co Tes­ta­men­to. Il ver­bo del­la paro­la di Dio non è pen­sare, parl­a­re o sen­ti­re, ma accadere.

Molti aiutanti per un «non

«Per­ciò chi ascol­ta ques­te mie paro­le e le met­te in pra­ti­ca è come un uomo sag­gio che ha cos­trui­to la sua casa sul­la roc­cia. E quan­do cad­de la piog­gia, ven­ne­ro le acque, sof­fia­ro­no i ven­ti e si abbat­te­ro­no su quella casa, essa non cad­de, per­ché era fon­da­ta sul­la roc­cia. E chi ascol­ta ques­ti miei det­ti e non li met­te in pra­ti­ca, è simi­le a un uomo stol­to che ha cos­trui­to la sua casa sul­la sab­bia. E quan­do cad­de la piog­gia, ven­ne­ro le acque, sof­fia­ro­no i ven­ti e si abbat­te­ro­no sul­la casa, ques­ta cad­de, e gran­de fu la sua cadu­ta.» (Matteo 7:24–27 NLB).

Nella sua para­bo­la, Gesù descri­ve due tipi di per­so­ne: quel­li che ascol­ta­no la sua paro­la e la met­to­no in pra­ti­ca, e quel­li che ascol­ta­no le sue paro­le e non le met­to­no in pra­ti­ca. La paro­la sen­za pre­te­se non fa la dif­fe­ren­za tra una casa sul­la sab­bia e una casa sul­la roccia.

Ques­to male­det­to «non» ha mol­ti aiutan­ti. Gesù è elen­ca­to di seguito:

  • Gli altri dov­reb­be­ro far­lo una vol­ta. Vedo nel­l’al­tra per­so­na il defi­cit che in real­tà per­ce­pis­co in me stes­so ma che non ries­co ad ammet­te­re a me stes­so (Matteo 7:1–5).
  • Non pos­so veni­re. Colo­ro che vogli­o­no che le vir­tù del Reg­no dei cie­li prend­a­no for­ma nella loro vita non si ripie­ga­no sul­le loro capa­ci­tà o inca­pa­ci­tà, ma sono incorag­gia­ti a chie­de­re la poten­za tras­for­ma­tri­ce di Dio (Matteo 7:7–11).
  • È tut­to trop­po comp­les­so e com­pli­ca­to. Non ries­co più a vede­re la fores­ta per gli albe­ri. In ques­to caso, Gesù ci off­re una sem­pli­ce doman­da gui­da: trat­to gli altri come vor­rei esse­re trat­ta­to io? (Matteo 7:12).
  • Ma ques­to mi met­te in dif­fi­col­tà. Fare la paro­la di Dio può met­ter­ci nei guai. Sia­mo dis­pos­ti a paga­re il prez­zo del dis­ce­po­la­to? (Matteo 7:13–14).
  • Sì, ma ques­to dice… e quello dice.… In tut­ti i tem­pi ci sono sta­te per­so­ne che sono appar­se in nome di Dio. Dai frut­ti pos­sia­mo sma­scher­a­re i fal­si pro­f­e­ti, i lupi tra­ves­ti­ti da peco­re (Matteo 7:15–20).
  • Cris­to è il Signo­re. Cris­to è il Signo­re. Non lascia­te­vi ingan­na­re dal­le paro­le pie nei can­ti e nel­le preg­hie­re, nel­le con­fes­sio­ni e nei dis­cor­si. Ciò che con­ta non sono le con­fes­sio­ni ripi­de, ma il fare (Matteo 7:21–23).
  • Ma leg­go la Bibbia e ascol­to il ser­mo­ne ogni dome­ni­ca.. Ques­to ci por­ta al mess­ag­gio fon­da­men­ta­le del ser­mo­ne di oggi. Ini­zia­te a fare ciò che ave­te sentito!

Il pro­ble­ma di ques­to non è che la nos­t­ra casa del­la vita non può resis­te­re alle tem­pes­te del­la vita quo­ti­dia­na. Non appe­na sor­go­no i pro­ble­mi, la nos­t­ra vita si sfal­da. L’esta­te scor­sa sia­mo sta­ti tes­ti­mo­ni ocu­la­ri di un’e­nor­me allu­vio­ne in Ren­ania-Pala­ti­na­to. Inte­re case sono sta­te sem­pli­ce­men­te spaz­z­a­te via. Recen­te­men­te, la stes­sa cosa è acca­du­ta nella Colum­bia Bri­tan­ni­ca, in Cana­da. For­se anche in ques­te cata­stro­fi allu­vio­na­li il pro­ble­ma è il diva­rio tra le paro­le e i fat­ti. La Paro­la di Dio ci impo­ne di pren­der­ci cura del crea­to, ma per moti­vi ego­i­sti­ci lo sfruttiamo.

La parola diventa roccia

Duran­te la tras­for­ma­zio­ne del­la nos­t­ra casa, i muri portan­ti saran­no demo­li­ti. In ques­to con­tes­to, abbia­mo otten­uto cal­co­li e sug­ge­ri­men­ti da un ingeg­ne­re strut­tu­ra­le. Voglia­mo assi­cur­ar­ci che la casa pos­sa resis­te­re alle tem­pes­te e ai cari­chi di neve. Il sug­ge­ri­men­to del supre­mo ingeg­ne­re strut­tu­ra­le in mate­ria di sta­ti­ca del­la nos­t­ra vita è: se fac­cia­mo la Paro­la di Dio, essa diven­terà una roc­cia per noi.. Si dice che Wil­ly Brandt abbia det­to nel 1989, in occa­sio­ne del­l’­uni­fi­ca­zio­ne del­la Ger­ma­nia Est e Ove­st: «Ciò che appar­tiene all’in­sie­me cre­sce insie­me.«Allo stes­so modo, secon­do Gesù, la paro­la e l’a­zio­ne appar­ten­go­no allo stes­so modo. Ques­ta è la quint­essen­za del­l’in­te­ro Dis­cor­so del­la Mon­tagna. Quan­do sia­mo in cammi­no con Gesù, non dob­bia­mo ferm­ar­ci ad ascol­ta­re, teo­lo­giz­za­re e dis­cu­te­re, ma agire.

  • Gesù ci chie­de di non arrab­biar­ci e di non ven­dic­ar­ci quan­do qual­cu­no mi fa del male. Devo cer­ca­re l’e­qui­li­brio e la pace, anche se ques­to mi dann­eg­gia. Sì, dov­rei ama­re anche i miei nemici.
  • Gesù ci chie­de di non lascia­re che i nos­tri occhi vaghi­no bra­mo­si ver­so la mog­lie (o addi­rit­tu­ra il mari­to) di un alt­ro. Dob­bia­mo esse­re fede­li al nos­tro coniuge e non scio­glie­re le pro­mes­se matrimoniali.
  • Gesù ci chie­de di non met­te­re al sicu­ro la nos­t­ra vita cer­can­do il den­a­ro e il bene e di non preoc­cu­p­ar­ci del nos­tro futuro.
  • Gesù ci chi­ama a sot­to­met­ter­ci inn­an­zi­tutto alla sua signo­ria e a fare ciò che è secon­do lui.

È il fare che è decisi­vo e non il sape­re o il dis­cu­te­re. Anche Gia­co­mo ne è con­vin­to: «Ma non bas­ta ascol­ta­re il mess­ag­gio: biso­gna anche agi­re di con­se­guen­za! Altri­men­ti ingan­ne­re­te solo voi stes­si» (Gia­co­mo 1:22 NLB). Per uni­re l’as­col­to e l’a­zio­ne, l’seetal chi­le dis­po­ne di pic­co­li grup­pi. L’i­dea è che l’ul­ti­mo ter­zo di ogni incon­tro affron­ti la doman­da: «Che cosa Dio mi ha mes­so nel cuo­re da attua­re nel­le prossi­me due set­ti­ma­ne?«Non pos­sia­mo solo man­gia­re, ma dob­bia­mo uti­liz­za­re il cibo, altri­men­ti ci amma­lia­mo di autoinganno.

In un alt­ro luo­go Gesù ha det­to: «Chi fa la volon­tà di Dio vuo­le farerico­no­scerà se il mio inseg­na­men­to vie­ne da Dio o se par­lo da me stes­so.» (Gio­van­ni 7:17 NLB). Nel momen­to in cui diven­ti­amo faci­to­ri del­la Paro­la, cono­sce­re­mo Gesù. For­se vi tro­va­te di fron­te alla decis­io­ne di affi­da­re com­ple­ta­men­te la vos­tra vita a Gesù. Secon­do ques­ta affer­ma­zio­ne di Gesù, dove­te fare il pas­so corag­gio­so di ini­zia­re a vive­re secon­do le sue paro­le. Solo all­o­ra avre­te la cer­tez­za e la cono­scen­za che Gesù è asso­lu­t­amen­te affi­da­bile..

Il nos­tro cer­vel­lo ha la capa­ci­tà di assuefar­si. Sia­mo cos­tan­te­men­te espos­ti a una molti­tu­di­ne di sti­mo­li. Se prest­as­si­mo atten­zio­ne a tut­ti, sarem­mo irri­me­dia­bilm­en­te sopra­ffat­ti e alla fine inca­pa­ci di agi­re. Così il nos­tro cer­vel­lo impa­ra a sin­to­niz­za­re gli sti­mo­li debo­li che si rivela­no insi­gni­fi­can­ti. L’as­suefa­zio­ne esis­te anche nella nos­t­ra vita spi­ri­tua­le. Ascol­ti­amo i ser­mo­ni, ma non mett­i­amo in pra­ti­ca ciò che abbia­mo sen­ti­to, o non riuscia­mo a met­ter­lo in pra­ti­ca e a pra­ti­car­lo, per­ché ci vie­ne cos­tan­te­men­te ser­vi­to un cari­co cumu­la­tivo di cose nuo­ve che è impos­si­bi­le met­te­re in pra­ti­ca. Ora il nos­tro cer­vel­lo si ren­de con­to che non suc­ce­de nulla di con­cre­to quan­do igno­ria­mo ciò che abbia­mo sen­ti­to. Il nos­tro cer­vel­lo impa­ra a clas­si­fi­ca­re un ser­mo­ne come ines­sen­zia­le, diven­ti­amo semp­re più stanchi e mett­i­amo in pra­ti­ca semp­re meno quan­to più abbia­mo sen­ti­to che è rimasto irri­le­van­te e alla fine non sia­mo più acces­si­bi­li a tut­ti. La Bibbia usa l’es­pres­sio­ne «orec­chie tapp­a­te» per questo.

Quan­do fac­cia­mo nos­t­ra la Paro­la di Dio, essa diven­ta la roc­cia del­la nos­t­ra casa di vita. David ha scritto: «Egli è la mia roc­cia e il mio aiuto, il mio cas­tel­lo in cui non mi può acca­de­re nulla.» (Sal­mo 62:7 NLB). Quan­do diven­ti­amo esecu­to­ri del­la Paro­la, la resi­li­en­za (resis­ten­za psi­co­lo­gi­ca) entra nella nos­t­ra vita. Anche le tem­pes­te più for­ti non posso­no dann­eg­gi­ar­ci. Per­tan­to, il migli­or con­siglio per la vos­tra vita è: Cos­truite la vos­tra casa del­la vita sul­la roc­cia. Met­te­te in pra­ti­ca ciò che sape­te su Dio attra­ver­so la Bibbia.

Oggi chiudia­mo l’ar­go­men­to Meta­mor­fo­si da. «Lascia che il tuo esse­re sia tras­for­ma­to!» (Roma­ni 12:2 SLT). Dob­bia­mo voler cam­bia­re, ma non pos­sia­mo far­lo da soli. Il nos­tro cam­bia­men­to per­so­na­le nel­l’im­ma­gi­ne di Gesù ini­zia con la mes­sa in pra­ti­ca di ciò che abbia­mo rico­no­sci­uto da Dio. Quan­do fac­cia­mo la Paro­la di Dio, la roc­cia entra nella nos­t­ra vita, ed è Gesù Cris­to stes­so. Quan­do Gesù diven­ta la nos­t­ra roc­cia, tut­to diven­ta mol­to più faci­le e la tras­for­ma­zio­ne del nos­tro carat­te­re avvie­ne attra­ver­so di lui e per noi come se fos­se automatica.

 

 

Possibili domande per i piccoli gruppi

Leg­ge­re il tes­to bibli­co: Matteo 7:24–29

  1. Qual è la dif­fe­ren­za tra una reli­gio­ne teo­ri­ca e Dio che si fa car­ne nella per­so­na di Gesù Cristo?
  2. Come può la Paro­la di Dio diven­ta­re car­ne nella vos­tra vita? Che cosa signi­fi­ca ques­to detto?
  3. Il «non» ha mol­ti aiutan­ti. Qua­le di ques­ti ele­men­ti è all’­ope­ra in modo più for­te con voi?
  4. Cosa signi­fi­ca quan­do il fare del­la Paro­la diven­ta la roc­cia sot­to la nos­t­ra casa di vita? In qua­li con­di­zio­ni atmos­fe­ri­che è rilevante?
  5. Il tema del­la meta­mor­fo­si sta per con­cluder­si. Che cosa ne rica­va? Che cosa è cam­bia­to nella vos­tra vita?