Discepolato – sotto il segno della croce

Data: 10 Novembre 2024 | Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Mar­co 8:34–38; Luca 9:23
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Segui­re Gesù Cris­to mi cos­ta tut­to, anche la vita. Segui­re Lui ha un prez­zo. Pos­so solo deci­de­re a favore o con­tro, non ci sono vie di mez­zo. Tut­ta­via, ques­ta decis­io­ne è semp­re volon­ta­ria. Il prez­zo del­la seque­la di Gesù signi­fi­ca che Gesù Cris­to deve esse­re la cosa più importan­te per me. L’o­bi­et­tivo del­la chi­ama­ta di Gesù al dis­ce­po­la­to non è l’ab­ne­ga­zio­ne o il port­are la cro­ce, ma la volon­tà di seguirlo.


La successione mi costa tutto

I segu­aci di Gesù dico­no che lui è la cosa più importan­te che han­no. Tut­to il res­to deve pas­sa­re in secon­do pia­no. Per­ché lo seguo­no. Ma ques­ta seque­la ha un prez­zo. Può varia­re. Può cos­ta­re la mia repu­ta­zio­ne con i miei amici. Può com­port­are un uso diver­so e meno ego­i­sti­co del­le mie risor­se. Potrei incon­tra­re osti­li­tà da più par­ti o addi­rit­tu­ra cos­ta­re la vita. Ques­to sol­le­va una doman­da fon­da­men­ta­le: «Sono pron­to ad affi­da­re tut­to a Gesù?». Un gior­no Gesù era in viag­gio e invi­ta le per­so­ne a seguir­lo. Tut­ta­via, ques­to invi­to è cer­ta­men­te diver­so da come noi invi­te­rem­mo qual­cu­no a diven­ta­re un segu­ace cris­tia­no. Dopo tut­to, non voglia­mo scorag­gia­re nes­su­no. Gesù dis­se: «Ma non veni­re pri­ma di aver cal­co­la­to i cos­ti. Per­ché chiünon ini­zie­reb­be a cos­trui­re una casa sen­za aver pri­ma ana­liz­za­to i cos­ti. üNon sareb­be meglio rom­pe­re la ban­ca e con­troll­a­re se ci sono abbastan­za sol­di per paga­re tut­te le bol­let­te? Altri­men­ti potreb­be fini­re la fon­da­zio­ne e poi rima­ne­re sen­za sol­di. ComeüTut­ti avreb­be­ro riso di lui! Avreb­be­roürden dire: «È quello che ha ini­zia­to a cos­trui­re una casa e poi non ha avu­to abbastan­za sol­di per finir­la!» […] Allo stes­so modo, nes­su­no può pren­de­re il mio Jüesse­re di più sen­za tut­toüdi rin­un­cia­re a me». (Luca 14:28–33 NLB). Se vuoi segui­re Gesù, devi rin­un­cia­re a tut­to. Alla sua fami­glia (Matteo 10:35–40), alla sua casa sicu­ra, agli obblighi socia­li e alle rela­zio­ni più stret­te (Luca 9:57–62) e per­si­no alla sua stes­sa vita (Mar­co 8:34). Le per­so­ne spes­so si scon­tra­no pro­prio con ques­ti pass­ag­gi bibli­ci per­ché devo­no rin­un­cia­re a qual­co­sa per segui­re Gesù. Cio­no­no­stan­te, mol­ti desi­de­r­ano par­te­cipa­re, ma sen­za dover­ne sos­tene­re i cos­ti. Per così dire «dr Füü­fer und z’Weggli». Segui­re Gesù è volon­ta­rio. Nes­su­no è obbli­ga­to a segui­re Gesù. Si spe­ra che nes­su­no ti obblighi a far­lo. Quin­di nes­su­no può tir­ar­si indie­tro e dire: «Voglio segui­re, ma non voglio paga­re il prez­zo». Per­ché il prez­zo è fis­so. È quin­di importan­te valu­t­a­re atten­ta­men­te le cose in anticipo.

Segui­re Gesù mi cos­ta tut­to. «Poi dis­se alla fol­la: «Se uno di voi vuo­le cammi­na­re con me, rin­neghi se stes­so, pren­da la sua cro­ce ogni gior­no e mi segua» ». (Luca 9:23 NLB). Le per­so­ne del­la civil­tà occi­den­ta­le desi­de­r­ano fon­da­men­tal­men­te tras­cor­re­re un’e­ter­ni­tà alla pre­sen­za di Dio. In alt­re paro­le, vor­reb­be­ro fini­re in paradi­so. Ma nes­su­no vuo­le paga­re nulla per ques­to. Ma segui­re Gesù mi cos­ta tut­to per poter gua­d­ag­na­re tut­to. «Per­ché chi­unque cer­chi di sal­va­re la pro­pria vita, la per­derà. Ma chi per­derà la sua vita per cau­sa mia e per cau­sa del­la buo­na novel­la, la sal­verà». Cosa nüÈ uti­le a una per­so­na gua­d­ag­na­re il mon­do inte­ro ma per­de­re la pro­pria ani­ma? C’è qual­co­sa di più pre­zio­so del­l’­ani­ma? Se un uomo si ver­go­gna di me o del mio mess­ag­gio in ques­to tem­po infede­le e pec­ca­mi­no­so, anche il Figlio del­l’uo­mo si ver­go­gnerà di lui quan­do ver­rà con gli ange­li san­ti nella glo­ria del Pad­re suo». (Mar­co 8:35–38 NLB). Tut­to è col­le­ga­to al per­do­no che arri­va ai segu­aci di Gesù. Ogni per­so­na ha un debi­to di mili­ar­di nei con­fron­ti di Dio che non potrà mai paga­re da sola. Ma Gesù Cris­to vie­ne a paga­re ques­to debi­to per me. Ques­to debi­to mi port­er­eb­be all’e­ter­na lon­tanan­za da Dio. Ma Gesù ha paga­to! Di con­se­guen­za, ho acces­so alla vicinan­za eter­na con Dio. Il para­do­s­so è che devo mor­i­re per poter vive­re. Ci pia­ce evi­t­are ques­ti pass­ag­gi bibli­ci. Anche a me per­so­nal­men­te. Ave­vo fini­to il ser­mo­ne di oggi, tan­to che non mi resta­va che scri­verlo. Ma non ave­vo una buo­na sen­sa­zio­ne. Così ho ris­critto tut­to. Per­ché da un lato non vole­vo annac­quar­lo e dal­l’al­t­ro non vole­vo dipin­g­e­re un qua­dro cupo. Tor­nia­mo di nuo­vo al pas­so del­la Bibbia. La paro­la gre­ca che indi­ca l’ani­ma è «psi­che». La paro­la tede­s­ca Psy­che indi­ca l’in­sie­me di tut­te le carat­teristi­che men­ta­li e i trat­ti del­la per­so­na­li­tà di una per­so­na. La paro­la gre­ca «psi­che» signi­fi­ca mol­to di più. Signi­fi­ca l’in­te­ra per­so­na. Una per­so­na non ha, ma è «psi­che». La decis­io­ne a favore o con­tro Gesù vie­ne pre­sa qui sul­la ter­ra e vie­ne decisa nella mia vita. Non è una teo­lo­gia, né una buo­na azio­ne, ma il mio impeg­no nei con­fron­ti di Gesù Cris­to con paro­le e azioni.

Qual è il prezzo della successione?

All­o­ra, qual è esat­ta­men­te il prez­zo del dis­ce­po­la­to? Nel Van­ge­lo di Mar­co, la chi­ama­ta al dis­ce­po­la­to è for­mu­la­ta come segue. «Poi chi­amò a sé i suoi dis­ce­po­li e la fol­la: «Se qual­cu­no vuo­le seguir­mi», dis­se, «rin­neghi se stes­so, pren­da la sua cro­ce e mi segua» ». (Mar­co 8:34 NLB). Il prez­zo com­pren­de tre cose. In pri­mo luo­go, come già det­to, si trat­ta di qual­co­sa di volon­ta­rio, che abbia­mo già toc­ca­to nella con­side­ra­zio­ne del cos­to. Il dis­ce­po­la­to è asso­lu­t­amen­te volon­ta­rio, ma se qual­cu­no vuo­le seguir­lo, il cos­to è rappre­sen­ta­to dai due pun­ti successivi.

Il secon­do prez­zo del dis­ce­po­la­to è l’ab­ne­ga­zio­ne. Sono chi­ama­to a far mor­i­re i miei desi­de­ri e i miei biso­gni, e non si trat­ta di un’­ab­ne­ga­zio­ne pato­lo­gi­ca. Ques­to sareb­be, ad esem­pio, se vive­s­si in modo asce­ti­co per cos­tri­zio­ne e non ti con­ce­des­si più nulla per­ché Gesù dov­reb­be esse­re la cosa più importan­te. In ques­to caso si trat­ter­eb­be di nuo­vo di ego­is­mo e la mia pres­ta­zio­ne o non pres­ta­zio­ne sareb­be al cen­tro del­la sce­na. Rin­ne­ga­re se stes­si signi­fi­ca anche met­te­re da par­te le pro­prie idee su Gesù. Una vol­ta Gesù ebbe la seguen­te con­ver­sa­zio­ne con i suoi dis­ce­po­li: «Gesù e i suoi dis­ce­po­li lascia­ro­no la Gali­lea e si reca­ro­no nei villag­gi intor­no a Ces­area di Filip­po. Lungo la stra­da chie­se loro: «Chi pen­sa la gen­te che io sia?ür John il Tärivahan­no ris­pos­to, «altri füElia, e altri anco­ra dico­no che sei uno degli altri pro­f­e­ti.» All­o­ra Gesù chie­se: «E füChi pen­si che io sia?» Peter ris­po­se: «Tu sei il Cris­to. Ma Gesù dis­se loro di non parl­a­re di lui a nes­su­no.äsce­glie­re» (Mar­co 8:27–30 NLB). Pie­tro fa una con­fes­sio­ne qui. La gen­te ave­va idee diver­se su chi fos­se esat­ta­men­te Gesù. Ma Pie­tro fece la dichia­ra­zio­ne gius­ta. Dis­se che Gesù è il Cris­to, l’Un­to. In alt­re paro­le, il Sal­va­to­re che gli israe­li­ti sta­va­no aspett­an­do con tan­ta ansia.

Il ter­zo pre­mio è pren­de­re la cro­ce. La con­fes­sio­ne di Pie­tro ave­va l’e­ti­chet­ta gius­ta, ma il con­ten­uto era sba­gli­a­to. Egli sup­po­ne­va che Gesù, in quan­to Cris­to, avreb­be sta­bi­li­to un reg­no ter­re­no attra­ver­so il pote­re e la supe­rio­ri­tà. Ma Gesù ha cor­ret­to ques­ta visio­ne. Gesù è colui che può paga­re il debi­to di mili­ar­di di per­so­ne. È il Sal­va­to­re dal­la col­pa. Ma in un modo diver­so da quello che poteva­no imma­gi­na­re. «All­o­ra Gesù par­lò loro per la pri­ma vol­ta di come il Figlio del­l’uo­mo avreb­be dovu­to soffri­re mol­te cose brut­te e sareb­be sta­to rifi­uta­to dai capi del popo­lo, dai som­mi sacer­do­ti e dag­li scri­bi; sareb­be sta­to ucciso e sareb­be risor­to tre gior­ni dopo. Tut­ta­via, quan­do fu così aper­to con la sua JüI neri rappre­sen­ta­noüPie­tro lo pre­se in dis­par­te e gli dis­seäLo esor­tò a non parl­a­re in quel modo. Gesù si vol­tò, guar­dò i suoi dis­ce­po­li eüLo attac­cò e rim­pro­verò aspra­men­te Pie­tro: «Allon­tana­ti da me, Sata­na! Tu guar­di tut­to solo dal­la pro­s­pet­ti­va uma­na e non da quella di Dio». (Mar­co 8:31–33 NLB). Gesù stes­so por­tò la cro­ce. Ques­to era inim­ma­gi­na­bi­le per i suoi segu­aci. Ave­va­no una men­ta­li­tà diver­sa. Così Pie­tro rim­pro­verò Gesù. Ma poi Gesù lo rim­pro­verò. Il det­to non signi­fi­ca che Pie­tro sia Sata­na, ma che lo è il pen­sie­ro. Ques­to rim­pro­vero è imme­dia­ta­men­te segui­to dal­la chi­ama­ta a rin­ne­ga­re se stes­so e a port­are la cro­ce. Gesù lo dice chia­ra­men­te: l’io deve mor­i­re. Per­ché solo Gesù è in gra­do di paga­re il debi­to mili­ar­da­rio di ogni sin­go­la per­so­na. La cro­ce è un’im­ma­gi­ne di umi­lia­zio­ne e sof­fe­ren­za che un segu­ace pren­de su di sé. Nel far­lo, però, sta solo seguen­do l’es­em­pio di Gesù Cris­to. Port­are la mia cro­ce signi­fi­ca dover abban­do­na­re le fal­se idee su Gesù. Egli non è colui che esau­dis­ce i miei desi­de­ri, ma colui che paga il mio debito!

Tut­ta­via, l’o­bi­et­tivo del­la chi­ama­ta al dis­ce­po­la­to non è l’ab­ne­ga­zio­ne o il port­are la cro­ce. L’o­bi­et­tivo è la volon­tà di segui­re Gesù. E di far­lo semp­re e cos­tan­te­men­te. Nel Van­ge­lo di Luca, la chi­ama­ta vie­ne ripe­tu­ta con l’ag­gi­unta «ogni gior­no di nuo­vo» (Luca 9:23). Si trat­ta di una decis­io­ne quo­ti­dia­na di met­te­re Gesù al pri­mo posto.

Vita sotto il segno della croce – vita in dipendenza da Dio

Una vita sot­to il seg­no del­la cro­ce è una vita di dipen­den­za da Dio. Il prez­zo del dis­ce­po­la­to può esse­re schi­ac­ci­an­te. Ma il prez­zo del­la man­ca­ta seque­la è mol­to più alto. Come si pre­sen­ta il dis­ce­po­la­to sot­to il seg­no del­la cro­ce? Lasciar­si anda­re por­ta a una cre­s­cen­te dipen­den­za da Gesù Cris­to e dal­la sua volon­tà. Non si trat­ta di una per­di­ta di per­so­na­li­tà. Io riman­go me stes­so. Ma si trat­ta di un cam­bia­men­to di domi­nio che pas­sa dal­l’­au­to­de­ter­mi­na­zio­ne alla dipen­den­za da Gesù. Il per­i­co­lo di ques­ta chi­ama­ta è che le per­so­ne cer­chi­no di paga­re il debi­to da sole, rin­ne­gan­do se stesse e portan­do la cro­ce. «O non sape­te che sia­mo mor­ti con Gesù Cris­to quan­do sia­mo sta­ti bat­tez­za­ti nel suo nome? Per­ché attra­ver­so il bat­te­si­mo sia­mo mor­ti e sia­mo sta­ti sepol­ti con Cris­to. E come Cris­to è sta­to risu­s­ci­ta­to dai mor­ti per la glo­rio­sa poten­za del Pad­re, così anche noi pos­sia­mo vive­re una nuo­va vita». (Roma­ni 6:3–4 NLB). Il bat­te­si­mo chia­ris­ce che non è l’uo­mo stes­so. La mor­te avvie­ne con Gesù e la resurre­zio­ne avvie­ne gra­zie alla poten­za di Dio. Ques­ta stes­sa poten­za ci per­met­te di con­dur­re una vita che segue semp­re e cos­tan­te­men­te Dio. Ci sono vari modi per met­te­re Gesù al pri­mo pos­to. Vor­rei illus­tra­re bre­ve­men­te due aree in cui noi, come fami­glia, cer­chi­amo di met­te­re «Gesù al pri­mo pos­to». Sono due aree in cui voglio semp­re esse­re me stes­so. Cer­co con­s­ape­vol­men­te di affi­dar­li a Dio. Da una par­te le finan­ze e dal­l’al­tra il rap­por­to con la Bibbia.

Il mess­ag­gio del­la Bibbia ha il seguen­te sco­po: «I dis­ce­po­li vide­ro Gesù com­pie­re mol­ti altri mira­co­li che non sono regis­tra­ti in ques­to libro. Ma ques­ti sono sta­ti scrit­ti per­ché cre­dia­te che Gesù è il Cris­to, il Figlio di Dio, e per­ché cre­den­do in lui abbia­te vita eter­na nel suo nome». (Gio­van­ni 20:30–31 NLB). Ciò che è sta­to scritto nella Bibbia ci ser­ve per credere.

Possibili domande per il piccolo gruppo

Leg­gi il tes­to bibli­co: Mar­co 8:34–38

  1. Qual è la tua rea­zio­ne spon­ta­nea a Mar­co 8:34? Cosa sca­te­na in te ques­to versetto?
  2. In qua­le ambi­to tro­vi par­ti­co­lar­men­te dif­fi­ci­le met­te­re Dio al pri­mo posto?
  3. Chi è Gesù per te? Gesù è più il Sal­va­to­re o l’e­sau­di­to­re di desi­de­ri per te? Per­ché sei arri­va­to a ques­ta conclusione?
  4. Vivi la tua vita «sot­to il seg­no del­la croce»?
  5. Come potres­ti pra­ti­ca­re con­cre­ta­men­te la tua dipen­den­za da Gesù nella tua vita attua­le e nella vita di tut­ti i giorni?