Enoch, un uomo che camminava con Dio

Data: 26 Gen­naio 2020 | Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Gen. 5:21–24; Ebr. 11:5
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Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

«Ed Enoch cammi­na­va con Dio» (Gene­si 5:22). È vita­le cammi­na­re con Dio. Ques­to signi­fi­ca che cammi­nia­mo nella vita cre­den­do e in unio­ne con Dio. La cosa miglio­re che pos­sia­mo fare nella vita è accet­ta­re Gesù nella nos­t­ra vita e chie­de­re e cer­ca­re la Sua volon­tà. Quin­di cammi­nia­mo con Dio.


Enoch è una del­le per­so­ne più cono­sci­ute del­l’An­ti­co Tes­ta­men­to. Ques­to per­ché, insie­me a Elia, era l’u­ni­co che non dove­va mor­i­re. Fu pre­so in cie­lo all’e­tà di 365 anni. Enoch non occu­pa un gran­de spa­zio nella Bibbia. Ma ciò che vie­ne ripor­tato su di lui è del mas­si­mo inter­es­se! Per­tan­to, è pre­zio­so dare un’oc­chia­ta più da vici­no alla bre­ve descri­zio­ne del­la vita di Enoch dal­la pen­na di Dio. «Enoch ave­va 65 anni e generò Metus­he­lah. Ed Enoch cammi­na­va con Dio. E dopo aver gene­ra­to Metus­he­lah, vis­se 300 anni e generò fig­li e fig­lie, tan­to che la sua età tota­le fu di 365 anni. E poi­ché cammi­na­va con Dio, Dio lo por­tò via e non fu più vis­to» (Gene­si 5:21–24 Lut.). Ecco cosa sap­pia­mo di Enoch: Enoch era spo­sa­to. Sap­pia­mo anche che ques­ta unio­ne generò Metus­he­lah e altri fig­li e fig­lie (Gen 5:21/22). In qua­le epo­ca vis­se Enoch? Leg­gi­a­mo in Gen 6:5–6 Lut. «L’E­ter­no vide che la mal­va­gi­tà degli uomi­ni era gran­de sul­la ter­ra e che tut­ti i pen­sie­ri e le azio­ni dei loro cuo­ri erano mal­va­gi per semp­re. All­o­ra l’E­ter­no si pen­tì di aver fat­to l’uo­mo sul­la ter­ra, e ciò lo addo­lo­ra­va nel suo cuo­re.. Ques­to fu segui­to dal Diluvio. Solo Noè e la sua fami­glia soprav­vis­se­ro. Ment­re di gene­ra­zio­ne in gene­ra­zio­ne gli uomi­ni si allon­tana­va­no semp­re di più da Dio, la Bibbia indi­vi­dua Enoch con le seguen­ti paro­le: «Ed Enoch cammi­na­va con Dio. E poi­ché cammi­na­va con Dio, Dio lo por­tò via e non fu più vis­to». Poi­ché Enoch ha cammi­na­to con Dio, ha tro­va­to una posi­zio­ne spe­cia­le con Dio. Cosa signi­fi­ca «cammi­na­re con Dio»? Guar­dia­mo un po» più da vici­no ques­ta mat­ti­na. Come pos­sia­mo cammi­na­re con Dio e cosa signi­fi­ca ques­to per la nos­t­ra vita?

La paro­la ebraica per «cammi­na­re» signi­fi­ca let­teral­men­te «cammi­na­re o pas­seg­gia­re o anche vive­re». Così Enoch cammi­na­va o pas­seg­gi­a­va nella vita con Dio. Ha vis­suto con Dio. Ques­to indi­ca una rela­zio­ne! Ma la paro­la ha un signi­fi­ca­to spe­cia­le in ebraico. Di soli­to ques­ta paro­la è usa­ta per un cer­to sti­le di vita. Halak = cammi­na­re o anche vive­re in un cer­to sti­le di vita. Esem­pio: Halak como­do, Halak feli­ce, Halak ric­co, Halak vega­no, Halak sport ecc. Così Enoch vis­se uno sti­le di vita secon­do Dio, secon­do la volon­tà di Dio. In un’epo­ca in cui la gen­te chie­de­va semp­re meno di Dio e il male sta­va pren­den­do il soprav­ven­to, Enoch vis­se appa­ren­te­men­te uno sti­le di vita mol­to diver­so. Sono fer­ma­men­te con­vin­to che ci sia biso­g­no di mol­ti Enoch oggi, e vor­rei che anche noi pot­essi­mo par­ti­re oggi in un nuo­vo Halak, in un nuo­vo sti­le di vita, in un cammi­no con Dio.

Come possiamo allora camminare con Dio? 

Nel Sal­mo 1 leg­gi­a­mo anche di un halak. «Bea­to colui che non cammi­na nel con­siglio degli empi, che non cal­pes­ta la via dei pec­ca­to­ri, che non sie­de nella sede degli scher­ni­to­ri, ma si dilet­ta nella leg­ge del­l’E­ter­no e medi­ta la sua leg­ge gior­no e not­te». (Sal 1,1–2 Lut.) Qui diven­ta chia­ro che il cammi­na­re ha mol­to a che fare con il nos­tro sti­le di vita. Non dob­bia­mo sem­pli­ce­men­te vive­re come le per­so­ne intor­no a noi che non cono­sco­no Dio. Non dob­bia­mo imit­are il loro sti­le di vita, ma dob­bia­mo gioire nella leg­ge del Signo­re. Ques­to è per modella­re il nos­tro sti­le di vita. La paro­la per leg­ge qui è Torah e sta per la Sacra Scrit­tu­ra di quel tem­po, la Bibbia. Oggi capis­co ques­ta paro­la come tut­ta la Bibbia. In essa impa­ria­mo mol­to sul­l’a­mo­re di Dio, ma anche sul­la sua volon­tà e le sue inten­zio­ni per la nos­t­ra vita. Solo con ques­ta cono­scen­za pos­sia­mo cammi­na­re come Enoch. Ques­to mi por­ta al pri­mo pun­to di come pos­sia­mo cammi­na­re con Dio:

1. leggere la bibbia

Per i cris­tia­ni, la Bibbia è la Paro­la di Dio. Può dar­ci istru­zi­o­ni pre­cise per la dire­zio­ne del­la nos­t­ra vita. Pos­sia­mo ave­re un buon qua­dro di ciò che Dio desi­de­ra e si aspet­ta dal­l’u­ma­ni­tà sul­la base del­la Bibbia. Leg­gen­do la Bibbia, pos­sia­mo pra­ti­ca­re uno sti­le di vita secon­do la volon­tà di Dio! Una com­pren­sio­ne appro­fon­di­ta del­la Bibbia ci aiuterà a sape­re cosa è gius­to e cosa è sba­gli­a­to e ad evi­t­are decis­io­ni sba­glia­te (esem­pio dichia­ra­zio­ne dei red­di­ti). Per­ciò è importan­te leg­ge­re la Bibbia ogni gior­no e lasciar­si gui­da­re dal­la Paro­la di Dio. E ques­to ci por­ta al secon­do pun­to che sono sicu­ro che Enoch ha pre­so a cuore:

2. non distrarsi

Quan­do andia­mo a pas­seg­gia­re con qual­cu­no, andia­mo ent­ram­bi nella stes­sa dire­zio­ne. Man­te­nia­mo un rit­mo simi­le. Par­lia­mo tra di noi e con­cen­tria­mo la nos­t­ra atten­zio­ne l’u­no sul­l’al­t­ro. In bre­ve, c’è armo­nia tra di noi e sia­mo un’u­ni­tà e una comu­ni­tà duran­te il cammi­no. Così spes­so, però, ci dis­trai­amo. Per pra­ti­ca­re uno sti­le di vita secon­do la volon­tà di Dio, potrem­mo aver biso­g­no di lascia­re anda­re le cose che ci dis­trag­go­no dal­la nos­t­ra rela­zio­ne con Dio. Ques­te dis­tra­zio­ni posso­no esse­re pec­ca­ti, o cose che con­s­ape­vol­men­te o incon­s­ape­vol­men­te mett­i­amo al di sopra di Dio. Ricorda: mol­te cose, anche mol­te, modell­ano il nos­tro sti­le di vita! «Per chi ha il cuo­re pie­no, la boc­ca tra­boc­ca» (Mat. 12, 34). Imma­gi­nia­mo una pas­seg­gia­ta con un ami­co. Se lui è preoc­cu­p­a­to con il suo cel­lu­la­re tut­to il tem­po inve­ce di parl­a­re con me, la pas­seg­gia­ta non sareb­be mol­to pia­ce­vo­le al pun­to di esse­re dis­cordan­te. Quin­di se ci con­cen­tria­mo sul­le dis­tra­zio­ni inve­ce che su Dio, ques­to ci impe­dirà di cammi­na­re ver­a­men­te con Dio e di impara­re da Lui! E anche le cose che sono bene­fi­che posso­no diven­ta­re dis­tra­zio­ni dan­no­se se non sti­amo atten­ti. Per esem­pio, è una buo­na cosa lavora­re e gua­d­ag­na­re sol­di per nut­ri­re la nos­t­ra fami­glia. Tut­ta­via, se diven­ti­amo osses­sio­na­ti dal lavoro e dal fare sol­di, e tras­cu­ria­mo la nos­t­ra fami­glia e la nos­t­ra rela­zio­ne con Dio, abbia­mo per­mes­so che ques­to diven­ti una dis­tra­zio­ne pec­ca­mi­no­sa. Matteo 6:33 dice: «Cer­ca­te pri­ma il reg­no di Dio e la sua giu­s­ti­zia, e tut­te ques­te cose vi saran­no aggi­unte». Al cen­to per cen­to, il prossi­mo pun­to era altrett­an­to importan­te per Enoch quan­to lo era per noi:

3. pregare e stare tranquilli

La preg­hie­ra ci per­met­te di esse­re in con­ne­s­sio­ne per­so­na­le con Dio. Le preg­hie­re di ringra­zia­men­to, di lode e di sup­pli­ca han­no tut­te il loro pos­to. La cosa più importan­te è pre­ga­re dal pro­fon­do del cuo­re. Pen­sia­mo al nos­tro com­por­ta­men­to quan­do sia­mo fuo­ri nella natu­ra con qual­cu­no. Par­lia­mo, ridia­mo e pian­gi­a­mo insie­me. A vol­te cammi­nia­mo anche in silen­zio uno accan­to all’al­t­ro. Ascol­ta­re e rispon­de­re all’al­t­ro appro­fon­dis­ce la rela­zio­ne o la con­ne­s­sio­ne con l’al­tra per­so­na. È lo stes­so con la preg­hie­ra: Pos­sia­mo parl­a­re, ride­re e pian­ge­re con Dio in qual­si­a­si momen­to e in qual­si­a­si luo­go. Sta­re sem­pli­ce­men­te in silen­zio e veni­re davan­ti a Dio in ques­to modo è anche preg­hie­ra. Pren­diam­o­ci mol­to tem­po per la preg­hie­ra e per chie­de­re a Dio la sua via per la nos­t­ra vita. Come in Sal­mo 46:11: «Sii tran­quil­lo e sap­pi che io sono Dio». Pra­ti­ca­re ques­to sti­le di vita è spes­so una sfi­da nei nos­tri tem­pi fre­ne­ti­ci. Venen­do dal silen­zio e dal­la preg­hie­ra, il 4° pun­to fu anche più faci­le per Enoch:

4. essere un esecutore della parola

Gia­co­mo 1:22 «Ma sia­te faci­to­ri del­la paro­la e non solo udi­to­ri». Quin­di, per cammi­na­re con Dio, dob­bia­mo diven­ta­re faci­to­ri. In ter­mi­ni pra­ti­ci, ques­to signi­fi­ca che dob­bia­mo segui­re le istru­zi­o­ni bibli­che, i coman­da­men­ti di Dio, che Dio ha mes­so a dis­po­si­zio­ne di tut­ta l’u­ma­ni­tà. Solo all­o­ra il nos­tro cammi­no può rif­let­ter­si in un buon com­por­ta­men­to mora­le. Anche se alcu­ni di ques­ti coman­da­men­ti com­porta­no del­le restri­zio­ni per noi uma­ni nella nos­t­ra vita quo­ti­dia­na, essi han­no lo sco­po di pro­t­eg­ge­re l’u­ma­ni­tà e di rima­ne­re spi­ri­tu­al­men­te con­ne­s­si a Dio. Ono­ria­mo Dio anche con la nos­t­ra obbe­dien­za. Enoch ovvia­men­te ono­ra­va Dio con il suo sti­le di vita. Cosa signi­fi­ca ques­to per noi? Spes­so il ver­set­to di Matteo 26,41 si rivela vero nella nos­t­ra vita «Lo spi­ri­to è dis­pos­to ma la car­ne è debo­le!!!» Anche se voglia­mo – non pos­sia­mo. Pri­ma che Gesù and­as­se in cie­lo, pro­mi­se a colo­ro che erano rimasti che avreb­be man­da­to loro un aiutan­te e un con­so­la­to­re – lo Spi­ri­to San­to. Lasciam­o­ci gui­da­re da ques­to dono – lo Spi­ri­to San­to. Vuo­le guid­ar­ci sui buo­ni sen­tie­ri in modo che noi, come bea­ti, sia­mo una bene­di­zio­ne per il nos­tro prossi­mo. Anche il pun­to 5 diven­ne un arric­chi­men­to per Enoch:

5. Camminare con altri che sono sulla stessa strada

È mol­to importan­te la comu­nio­ne con i com­pa­gni cris­tia­ni den­tro e fuo­ri la chie­sa. I cris­tia­ni soli­ta­ri vivo­no cer­ta­men­te in modo per­i­co­lo­so. Da soli, si è piut­tosto indi­fe­si con­tro le dis­tra­zio­ni. Ma insie­me pos­sia­mo esse­re pre­sen­ti l’u­no per l’al­t­ro, incorag­gi­ar­ci a vicen­da e anda­re avan­ti nella fede insie­me. Insie­me sia­mo for­ti. I pic­co­li grup­pi nella nos­t­ra con­gre­ga­zio­ne ser­vo­no anche per aiut­ar­ci a pra­ti­ca­re la comu­nio­ne. Nono­stan­te tut­to, anche Enoch era stanco e ave­va un dispe­ra­to biso­g­no di un pun­to 6:

6. Non si arrenda! 

Non impor­ta quan­te vol­te inci­am­pia­mo o cadia­mo, dob­bia­mo rialz­ar­ci e anda­re avan­ti. Dio non ci allon­ta­nerà, anche se ci allon­ta­nia­mo dal sen­tie­ro per un bre­ve peri­odo. Cade­re, alz­ar­si, rad­driz­za­re la coro­na, con­ti­nu­are a cammi­na­re. La Bibbia è pie­na di ques­te per­so­ne. Per esem­pio, Davi­de nel­l’An­ti­co Tes­ta­men­to cad­de com­met­ten­do adul­te­rio, Pie­tro rin­ne­gò Gesù tre vol­te, tut­ti i dis­ce­po­li lascia­ro­no Gesù quan­do fu cat­tu­ra­to, ecc. Ma ques­ti uomi­ni, per gra­zia di Dio, han­no potu­to alz­ar­si, rad­driz­za­re le loro coro­ne e con­ti­nu­are a cammi­na­re. Non c’è nulla che pos­sa separ­ar­ci dal­l’a­mo­re di Dio e quin­di non c’è motivo di arren­der­si mai.

Cosa significa «camminare con Dio» per la nostra vita? 

Tor­nia­mo a Enoch. «E poi­ché cammi­na­va con Dio, Dio lo por­tò via e non fu più vis­to». Ques­ta descri­zio­ne è fan­ta­sti­ca. Di tut­te le per­so­ne nella Bibbia è scritto che sono mor­te. Di Enoch si dice che non c’era più, sem­pli­ce­men­te non fu tro­va­to per­ché Dio lo por­tò via. Il tes­to non dice espli­ci­ta­men­te che Enoch non morì, ma è inter­pre­ta­to in ques­to modo da mol­ti. E ques­ta inter­pre­ta­zio­ne è con­fer­ma­ta nel NT: «Per fede Enoch fu cat­tu­ra­to, per non vede­re la mor­te, e non fu più tro­va­to, per­ché Dio lo ave­va cat­tu­ra­to; per­ché pri­ma che fos­se cat­tu­ra­to gli fu tes­ti­mo­ni­a­to che era pia­ci­uto a Dio».

(Ebrei 11:5). Non è bel­la e roman­ti­ca l’im­ma­gi­ne di Enoch? Quin­di vale la pena di cammi­na­re con Dio. Nel frat­tem­po, pos­sia­mo imma­gi­na­re una rela­zio­ne mol­to stret­ta tra Dio ed Enoch. Cer­ta­men­te Enoch non desi­der­ava alt­ro che cammi­na­re con Dio e pia­cerg­li. Enoch era inter­es­sa­to solo a fare la volon­tà di Dio. È giu­sti­fi­ca­bi­le chie­de­re se Enoch era sen­za pec­ca­to? Giu­sti­fi­ca­to, sì, ma Enoch era anche un pec­ca­to­re come voi e me. Ma ha vis­suto inter­amen­te per la gra­zia di Dio e ha man­ten­uto la fede in Dio. Ave­va fidu­cia che Dio lo per­do­nas­se. Enoch ha vis­suto un rap­por­to con Dio che desi­de­ro per la mia vita! Cammi­na­re con Dio vale la pena. Fare­mo espe­ri­en­za di Dio e cre­sce­re­mo nella nos­t­ra rela­zio­ne con Lui, ora e per tut­ta l’e­ter­ni­tà! Ma cammi­na­re con Dio non signi­fi­ca che tut­to andrà mera­vigli­osa­men­te. Ora voglio ridur­re un po» il roman­ti­cis­mo del­la vita di Enoch. Il tes­to stes­so ci dà indi­zi importan­ti che ten­dia­mo a tras­cura­re per­ché non si adat­ta­no al qua­dro roman­ti­co che voglia­mo. Guar­dia­mo un po» più da vici­no le età del­le die­ci gene­ra­zio­ni da Ada­mo a Noè. Ada­mo, 930 anni, Set 912, Eno­sh 905, Ken­an 910, Maha­la­lel 895, Jered 962, Enoch 365, Metus­he­lach 969, Lamech 777, e Noè 950 anni. Aspet­ta un atti­mo. Enoch vis­se poco più di un ter­zo del­la vita di suo figlio Metus­he­lach. Enoch ha vis­suto di gran lun­ga il più bre­ve. Ques­to è con­tra­rio a ciò che pen­sia­mo. Per­ché pen­sia­mo che se qual­cu­no vive con Dio, e Dio è con­ten­to di lui, all­o­ra sicu­ra­men­te vivrà a lungo. All­o­ra Dio farà sicu­ra­men­te in modo che abbia den­a­ro, suc­ces­so e una lun­ga vita (van­ge­lo del­la pro­spe­ri­tà). La vita di Enoch mos­tra che cammi­na­re con Dio è libe­ro da ogni cal­co­lo. Ha vis­suto mol­to meno di tut­ti gli altri. Come si può spie­ga­re ques­to? Di tut­ti gli altri è scritto che sono vis­su­ti, e poi che sono mor­ti dopo tan­ti e tan­ti anni. Enoch ave­va un ori­en­ta­men­to com­ple­ta­men­te diver­so. Egli è l’u­ni­co, è scritto, che non solo ha vis­suto ma ha anche cammi­na­to con Dio. Di nuo­vo: Enoch cammi­na­va con Dio. Per lui, la vita non era un mez­zo per sod­dis­fa­re i pro­pri desi­de­ri, o per fare a modo suo, o per ave­re suc­ces­so. Enoch cammi­na­va con Dio, ave­va alli­nea­to il suo sti­le di vita secon­do le nor­me di Dio. Vole­va solo fare la volon­tà di Dio. E noi, a ques­to pro­po­si­to? Abbia­mo fame di cer­ca­re la volon­tà di Dio e di far­la? Fino a che pun­to sono dis­pos­to a paga­re un prez­zo? Ques­te sono doman­de che dov­reb­be­ro dav­vero preoc­cu­p­ar­ci. E come men­zio­na­to all’i­ni­zio, il tes­to ci sug­ge­ris­ce che Enoch era l’u­ni­co che cammi­na­va con Dio, che era gra­di­to a Dio e vole­va fare la volon­tà di Dio. Imma­gi­nia­mo l’op­po­si­zio­ne. Dopo tut­to, è vis­suto poco pri­ma del Diluvio, in un’epo­ca di ingi­u­s­ti­zia, cat­ti­ver­ia, sfrut­ta­men­to, fal­sa tes­ti­mo­ni­anza, men­zo­gna, vio­len­za e omic­i­dio. Non mol­to diver­so da oggi! Ed è pro­prio lì che Enoch si tro­va con una fer­ma fede in Dio. Cer­ta­men­te non si è lascia­to abbat­te­re dal rid­ico­lo, dag­li insul­ti e dal­l’u­mi­lia­zio­ne. Sap­pia­mo tut­ti quan­to pos­sa esse­re sco­mo­do pen­sare o esse­re diver­si dal­la mas­sa. Enoch si preoc­cu­p­a­va più di quello che Dio pen­sa­va di lui che di quello che la gen­te pen­sa­va di lui.

Cara con­gre­ga­zio­ne, vor­rei incorag­gia­re tut­ti noi. Vivia­mo in un mon­do insi­cu­ro. La vio­len­za e l’in­gi­u­s­ti­zia pre­val­go­no sia sul­la gran­de che sul­la pic­co­la sca­la. Cammi­na­re con Dio, oggi come all­o­ra, non è un alle­va­men­to di pony. Altri, anzi mol­ti altri, han­no per­cor­so ques­to cammi­no di fede pri­ma di noi. E abbia­mo Gesù Cris­to che ci raf­for­za e ci aiu­ta, che è mor­to per noi. Ogni tan­to arri­va­no cose che ci costrin­go­no a sce­glie­re la fede. For­se quan­do dicia­mo nella nos­t­ra cer­chia di amici che cre­dia­mo in Dio, pos­sia­mo esse­re deri­si o ost­ra­ciz­za­ti. For­se, se dicia­mo di esse­re cris­tia­ni sul pos­to di lavoro, pos­sia­mo spe­ri­men­ta­re degli svan­tag­gi. O for­se, se voglia­mo esse­re ones­ti e sin­ce­ri, ment­re tut­ti gli altri bara­no, otte­nia­mo rea­zio­ni for­ti. Cosa con­ta di più, quello che gli altri pens­a­no di noi o quello che Dio pen­sa di noi? La cosa miglio­re che pos­sia­mo fare nella vita è accet­ta­re Gesù nella nos­t­ra vita e chie­de­re e cer­ca­re la Sua volon­tà. Quin­di cammi­nia­mo con Dio.