Il timore del Signore – ancora oggi?

Data: 16 Aprile 2023 | Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Pro­ver­bi 9:10; 15:33
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Il timore del Signo­re è uno scal­da­vi­van­de con una data di sca­den­za o è anco­ra attua­le? La rea­zio­ne nor­ma­le di una per­so­na che incon­tra Dio nella Sua san­ti­tà è di timore e ris­pet­to. Quan­do man­ca ques­to timore di Dio, Dio diven­ta un mez­zo inve­ce che il cen­tro del­la vita. Una fede di ques­to tipo, tut­ta­via, non è a pro­va di cri­si e non por­ta a una vita sod­dis­fa­cen­te. Per­tan­to, il nos­tro gran­de sfor­zo dov­reb­be esse­re quello di incon­tra­re ques­to Dio nella Sua maes­tà, gran­dez­za e gloria.


 

Nel­l’ul­ti­mo Ado­ra­zio­ne ser­a­le ci è sta­ta data una visio­ne del­l’in­di­ci­bi­le sto­ria di sof­fe­ren­za di Andre­as H. Per me, alcu­ne affer­ma­zio­ni sono sta­te mol­to impres­sio­n­an­ti: «La gua­ri­gio­ne è pos­si­bi­le. Per me non è avve­nu­ta. Dio sa per­ché.» Oppu­re: «Sono la sua crea­tu­ra. Lamen­tar­mi del mio Crea­to­re è lon­ta­no dal­la mia men­te.» Una per­so­na può parl­a­re così nella sof­fe­ren­za solo se Dio non è un mez­zo ma il cen­tro del­la sua vita..

Una reazione normale

Nel Libro del­l’A­po­ca­lis­se, Gio­van­ni descri­ve come vie­ne traspor­tato in cie­lo da un momen­to all’al­t­ro. In una visio­ne vede i 24 anzia­ni, i rappre­sen­tan­ti di tut­te le per­so­ne che seguo­no Gesù, cade­re davan­ti al Dio san­to, ado­r­ar­lo, depor­re le loro coro­ne e dire: «Tu sei deg­no, nos­tro Signo­re e Dio, di rice­ve­re glo­ria, ono­re e poten­za. Per­ché tu hai crea­to tut­te le cose; per­ché tu l’hai volu­to, esse sono qui e sono sta­te crea­te.»(Apo­ca­lis­se 4:11 NLB). Osser­via­mo qual­co­sa di simi­le in altri incon­tri con Dio descrit­ti nella Bibbia. Dio è trop­po bel­lo, trop­po ter­ri­bi­le, trop­po esalt­a­to sul Suo tro­no per­ché qual­cu­no pos­sa rima­ne­re sere­no e non pro­strar­si davan­ti a Lui. «[…] intor­no a Dio c’è una glo­ria gran­dio­sa.» (Giob­be 37:22 EU). La ris­pos­ta alla san­ti­tà, alla maes­tà e alla bel­lez­za di Dio non può che esse­re il timore del Signo­re. La sog­ge­zio­ne, il ris­pet­to, il silen­zio, lo stu­po­re, la cadu­ta sono espres­sio­ni di ques­ta pau­ra. È anco­ra richies­to oggi o è solo uno scal­da­vi­van­de con una data di scadenza?

Che imma­gi­ne abbia­mo in men­te quan­do pen­sia­mo al tro­no di Dio? Il Dio san­to è anco­ra sedu­to lì? Quan­do per­dia­mo la san­ti­tà, per­dia­mo la rive­ren­za. È affa­scinan­te che ci sia per­mes­so di avvicin­ar­ci a Dio nono­stan­te la sua san­ti­tà, anche se in real­tà dov­reb­be esse­re impos­si­bi­le. Lui è trop­po san­to, l’uo­mo è trop­po empio.

Ricordo che una don­na olan­de­se, duran­te il mio stage a Prat­teln 25 anni fa, mi dis­se che si rivol­ge­va anco­ra ai suoi geni­to­ri con il Sie. Anche in Svi­z­zera, qual­che decen­nio fa, i bam­bi­ni usa­va­no anco­ra il «tuo» (secon­da per­so­na plu­ra­le). I bam­bi­ni erano in sog­ge­zio­ne nei con­fron­ti dei loro geni­to­ri e dif­fi­ci­lm­en­te osa­va­no emet­te­re un suo­no a tavo­la. Ques­to att­eg­gi­a­men­to mals­a­no si è tal­vol­ta tras­for­ma­to in un att­eg­gi­a­men­to di qua­si ecces­si­va fami­lia­ri­tà. Un movi­men­to pen­do­la­re simi­le si è veri­fi­ca­to nel­le nost­re chie­se. Un Dio severo, giudi­can­te e distac­ca­to è diven­ta­to il Pad­re amo­re­vo­le che non vie­ne qua­si più delineato.

Un nuovo atteggiamento di base

Il timore di Dio, a dif­fe­ren­za del­la pau­ra, non è un sen­ti­men­to ma un att­eg­gi­a­men­to. La pau­ra è fuo­ri luo­go nel­l’in­con­tro con Dio. Lo stu­po­re e la mera­vi­glia nei suoi con­fron­ti, inve­ce, non lo sono. Dio è l’u­ni­co esse­re che ha il pote­re di crea­re un mon­do pie­no di bel­lez­za e di vita. LUI è per­fet­to, la fon­te di ogni vita. LUI è il Crea­to­re, noi sia­mo le sue ama­te crea­tu­re. LUI è il cen­tro e non il mezzo.

Per rive­ren­za depo­nia­mo le nost­re coro­ne davan­ti a Dio. LUI è il Signo­re, noi sia­mo i suoi ser­vi­to­ri. Il timore del Signo­re rif­let­te un att­eg­gi­a­men­to di ser­vi­zio e umil­tà. Ques­to legame è descritto da Salo­mo­ne: «Il ris­pet­to per l’E­ter­no insegna agli uomi­ni la sag­gez­za; l’o­no­re è pre­ce­du­to dal­l’u­mil­tà.» (Pro­ver­bi 15:33 NLB). Con il model­lo Dio è un mez­zo il nos­tro ego sie­de sul tro­no, lo ado­ria­mo. L’at­ten­zio­ne si con­cen­tra sul­l’es­se­re uma­no e sul fat­to che stia facen­do il meglio pos­si­bi­le. Gesù è responsa­bi­le che io non abbia più pro­ble­mi. LUI diven­ta l’as­si­cu­ra­zio­ne sul­la vita che entra in vigo­re imme­dia­ta­men­te in caso di dan­ni. Il sis­te­ma del­l’e­go non por­ta alla vita e, al più tar­di nel­le espe­ri­en­ze dif­fi­ci­li di infe­li­ci­tà, al nauf­ra­gio. Una del­le cau­se di ques­to model­lo è la ridu­zi­o­ne di Dio al suo amo­re e la degra­d­a­zio­ne di Dio a un super-buo­no avven­to­re. La Bibbia chi­ama ques­to model­lo fol­lia. Fol­lia signi­fi­ca non esse­re in con­tat­to con la realtà.

Nel più pro­fon­do dolo­re di Giob­be, sua mog­lie gli con­sig­liò di rin­un­cia­re a Dio. Poi­ché Giob­be vive­va con Dio come cen­tro, ris­po­se alla mog­lie: «Lei par­la come una don­na stu­pi­da e sen­za Dio. Voglia­mo pren­de­re il bene dal­la mano di Dio, ma rifi­ut­a­re il male?» (Giob­be 2:10 NLB). Una frase del gene­re può esse­re pro­nun­cia­ta solo da chi teme Dio. La defi­ni­zio­ne di Timore del Signo­re è sape­re con chi si ha a che fare. Espri­mi­amo ques­to att­eg­gi­a­men­to nel­l’a­do­ra­zio­ne, per­ché ado­ria­mo ciò che è sul nos­tro tro­no. Il timore di Dio è un’es­pres­sio­ne di Dio che sie­de sul tro­no del­la mia vita.

Una vita appagante

Pro­ver­bi 9:10 dice: «Il timore del Signo­re è l’i­ni­zio del­la sag­gez­za e cono­sce­re il San­to è com­pren­sio­ne.»(LUT). Il timore di Dio è quin­di chi­ama­to l’i­ni­zio del­la sag­gez­za. La sag­gez­za non ha nulla a che fare con la cono­scen­za e l’in­tel­li­gen­za, ma con la com­pe­tenza di vive­re la vita appi­e­no. Tut­te le alt­re veri­tà sul­la vita si bas­a­no ine­vi­ta­bilm­en­te su ques­to fon­da­men­to. Per­tan­to, il coman­da­men­to «Non avrai altri dei all’in­fuo­ri di me»(Esodo 20:3 NLB) al pri­mo pos­to del­le Die­ci Paro­le per­ché è il qua­dro di rif­e­ri­men­to per tut­to il res­to del­la vita? Se cer­chi una vita sag­gia, Dio deve esse­re al cen­tro. Ques­to non signi­fi­ca neces­sa­ria­men­te abbastan­za, sano, di suc­ces­so. Ma signi­fi­ca: ama­to, scel­to, chi­ama­to. Ques­to è indi­ci­bilm­en­te di più!

I nos­tri ante­na­ti chi­ama­va­no la par­te­ci­pa­zio­ne alle fun­zio­ni reli­gio­se «anda­re sot­to la Paro­la di Dio». Sen­za la rive­ren­za di Dio, non lo fac­cia­mo, ma andia­mo al di sopra del­la Paro­la. Noi sia­mo lo stan­dard e la Paro­la deve ser­vi­re la nos­t­ra sen­si­bi­li­tà e il nos­tro ego. Le diret­ti­ve di Dio ven­go­no con­side­ra­te vin­co­lan­ti solo se non van­no con­tro le mie aspi­ra­zio­ni e i miei sen­ti­men­ti. Se voglia­mo com­pren­de­re la Paro­la di Dio per la nos­t­ra vita, non è pos­si­bi­le sen­za la rive­ren­za per Dio. Il timore del Signo­re ci spin­ge a non cer­ca­re i nos­tri inter­es­si e le nost­re como­di­tà, ma a segui­re uno sco­po più gran­de..

Il re Davi­de inse­ris­ce due ver­bi in un con­tes­to inter­es­san­te in uno dei suoi Sal­mi: «Il Suo pat­to è di colo­ro che Lo temo­no (jare), il Suo pat­to è di far­li cono­sce­re (jada).» (Sal­mo 25:14 Buber-Rosen­zweig). Nel par­al­le­lis­mo ebraico, due ver­si espri­mo­no la stes­sa cosa con paro­le diver­se. Tem­e­re Dio e cono­sce­re Dio sono due cose inse­pa­ra­bi­li. Jada è la paro­la che indi­ca la for­ma più inti­ma di comu­nio­ne. Dal­l’in­ti­mi­tà con Dio nas­ce il timore ver­so di Lui, e nella rive­ren­za ver­so Dio lo cono­scia­mo più pro­fon­da­men­te. New Life tra­du­ce: «L’a­mici­zia con il Signo­re è dovu­ta a colo­ro che lo pren­do­no sul serio. […].» Una vita san­ta deri­va dal­l’in­ti­mi­tà con Dio, ma dob­bia­mo sce­glier­la e cer­car­la, pro­prio come fece Gesù. Non è il rico­no­sci­men­to del­la nos­t­ra imma­gi­ne di Dio fat­ta da noi stes­si che por­ta allo stu­po­re, ma l’in­con­tro diret­to con l’Al­t­ro..

Colo­ro che temo­no Dio pre­ga­no in modo diver­so. Nel film «Shadow­land», i col­leghi del pro­fes­so­re dico­no a C.S. Lewis: «Ora, final­men­te, Dio ha ascolt­a­to le loro preg­hie­re.«Al che Lewis rispon­de: «Ma non è per ques­to che pre­go. Pre­go per­ché non so cosa fare. Pre­go per­ché sono impo­ten­te. Pre­go per­ché il biso­g­no mi sov­ras­ta, sia che io sia sve­glio o addor­men­ta­to. Ques­to non cam­bia Dio, cam­bia solo me.» Chi teme Dio non pre­ga più per rag­gi­unge­re i pro­pri obi­et­ti­vi, ma per immer­ger­si semp­re di più nel mis­te­ro di Dio. Tra l’al­t­ro, Lewis fece ques­ta dichia­ra­zio­ne in una situa­zio­ne in cui la mog­lie appe­na spo­sa­ta ave­va un can­cro che min­ac­cia­va la sua vita. Chi ha mes­so Dio al cen­tro del­la pro­pria vita diven­ta resis­ten­te alle crisi.

Il flusso di vita che por­ta la pie­nez­za del­la vita sca­tu­ris­ce dal San­to dei San­ti del tem­pio. La chi­ama­ta alla san­ti­tà è la chi­ama­ta alla pie­nez­za del­la vita. In nes­sun alt­ro luo­go puoi tro­va­re una tale vita­li­tà, un tale appa­ga­men­to, una tale feli­ci­tà, una tale mera­vi­glia per la bel­lez­za di Dio. Stai cer­can­do una vita appa­ga­ta? La tro­ver­ai solo se cer­chi la san­ti­tà di Dio!

Una serie tele­vi­si­va si chi­ama «Bares für Rares». Vec­chia spaz­z­a­tu­ra o nobi­le rari­tà? Il Timore del Signo­re non è una mano da nego­zio, ma una rari­tà di incre­di­bi­le valore. 

Come può cre­sce­re il timore del Signo­re tra noi? Quan­do pren­dia­mo sul serio la san­ti­tà di Dio e lo rico­no­scia­mo in essa! Voglia­mo mera­vi­gli­ar­ci di ques­to mis­te­ro indis­po­ni­bi­le nei nos­tri ser­vi­zi di cul­to e ren­de­re così visi­bi­le la Sua san­ti­tà ogni set­ti­ma­na. Il cul­to è un incon­tro con l’al­t­ro. Ques­to deve esse­re con­side­ra­to e cele­bra­to e distin­gue un ser­vi­zio di ado­ra­zio­ne da una qual­si­a­si sera­ta di intrattenimento.

 

In Apo­ca­lis­se 5, Gio­van­ni vede in una visio­ne due ani­ma­li: un agnel­lo e un leo­ne. Ent­ram­bi gli ani­ma­li sono sim­bo­li di Gesù Cris­to. L’agnel­lo ci ricorda i mol­ti agnel­li che veni­va­no sacri­fi­ca­ti al tem­pio solo per non dover mor­i­re in vis­ta del­la san­ti­tà di Dio. Gesù ha dato la sua vita per noi una vol­ta per tut­te a ques­to sco­po. Chi cre­de in Gesù Cris­to e ne fa il cen­tro del­la pro­pria vita non deve per­i­re alla pre­sen­za di Dio, ma può con­ta­re sul­la Sua gra­zia. Ma Gesù è anche il leo­ne. La con­s­ape­vo­lez­za del­la Sua san­ti­tà ci fa mera­vi­glia­re anco­ra di più del­la Sua reden­zio­ne e la ren­de enor­me­men­te preziosa.

 

 

Possibili domande per il piccolo gruppo 

Leg­gi il tes­to bibli­co: Pro­ver­bi 9:10

  1. Qua­li asso­cia­zio­ni fai con il ter­mi­ne Timore del Signo­re spento?
  2. Il timore di Dio appar­tiene ai tem­pi del Medioevo, quan­do la Chie­sa ave­va biso­g­no di un giudi­ce severo per le sue pre­te­se di pote­re, o ha anco­ra un signi­fi­ca­to oggi?
  3. Qual è la dif­fe­ren­za tra la pau­ra e il timore del Signo­re? Descri­vi il timore del Signore.
  4. Dio: mez­zo o cen­tro? Cosa c’en­tra ques­to slo­gan con il timore di Dio?
  5. Qua­li sono i frut­ti del timore del Signore?
  6. Cosa suc­ce­de nella vita di un cris­tia­no quan­do man­ca il timore di Dio?