Il modo in cui si è scelto di uscire dalla zona di comfort

Data: 11 feb­braio 2024 Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: 2 Corin­zi 12:10
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Tut­ti vogli­o­no esse­re feli­ci nella vita. Ma come si fa? Mi ren­do feli­ce da solo, seguo qual­cu­no o qual­co­sa? Se leg­gi il rac­con­to di Pao­lo, il suo dis­ce­po­la­to non sem­bra mol­to pro­met­ten­te a pri­ma vis­ta: debo­lez­za, abu­si, dif­fi­col­tà, per­se­cu­zi­o­ni e pau­re accom­pa­gna­no il suo cammi­no. Ma tut­to ciò non lo scorag­gia per due moti­vi. Al con­tra­rio, sce­g­lie un per­cor­so fuo­ri dal­la sua zona di com­fort per­ché, da un lato, spe­ri­men­ta Cris­to stes­so nella sua debo­lez­za e, dal­l’al­t­ro, diven­ta amba­scia­to­re del­la buo­na novel­la, del­la sal­vez­za, del­la pace e del­la gioia.


Una vol­ta mi è sta­to per­mes­so di fare un’es­cur­sio­ne sul ghi­ac­ciaio Mon­te­r­atsch. Si trat­ta­va di un’im­pre­sa per­i­co­losa per­ché c’er­ano cre­pac­ci nas­cos­ti ovun­que. Ave­va­mo una gui­da alpi­na che ho segui­to da vici­no. Non mi sono mai sen­ti­ta in per­i­co­lo, nono­stan­te il pericolo…

Il dis­ce­po­la­to richie­de la con­s­ape­vo­lez­za del­la mia incom­ple­tez­za, che ho biso­g­no di qual­cu­no che mi pre­ce­da. Se non capis­co ques­to, non lo seguirò. 

Tut­ti voglia­mo esse­re feli­ci. Come fac­cia­mo a tro­va­re la feli­ci­tà? Seguen­do la nos­t­ra bus­so­la? Cre­den­do alle ten­den­ze del­la socie­tà? Sarò feli­ce se sto facen­do il meglio pos­si­bi­le? Sarò feli­ce se gli altri stan­no bene?

Pie­tro rispon­de alla doman­da di Gesù se anche loro se ne andran­no e segui­ran­no le loro stra­de: «Cre­dia­mo e abbia­mo rico­no­sci­uto che tu sei il San­to di Dio»(Gio­van­ni 6:69 NLB).

Pie­tro dice: «Ho fidu­cia che tu con­os­ca la stra­da. Tu cono­sci la fon­te e l’o­bi­et­tivo del­la vita. Ho pre­so la stes­sa decis­io­ne 45 anni fa. Voglio esse­re un segu­ace di Gesù per tro­va­re la feli­ci­tà con lui e con lui.

Quale strada ha intrapreso Cristo per trovare la felicità?

«Pur essen­do Dio, non insi­stet­te sui suoi dirit­ti divi­ni. Rin­un­ciò a tut­to; assun­se l’u­mi­le posi­zio­ne di un ser­vo, nac­que come uomo e fu rico­no­sci­uto come tale. Umi­liò se stes­so e fu obbe­dien­te fino alla mor­te, moren­do come un cri­mi­na­le su una cro­ce». (Filip­pe­si 2:6–8 NLB).

Gesù ha rin­un­cia­to a tut­to ciò che si pote­va ave­re ed è diven­ta­to un ser­vi­to­re del Pad­re per apri­re la stra­da alle per­so­ne che vogli­o­no ent­ra­re in comu­nio­ne con il Pad­re e quin­di apri­re la stra­da alla loro feli­ci­tà. Ha scel­to di abban­do­na­re la sua zona di com­fort, sot­to ogni pun­to di vis­ta, affin­ché gli obi­et­ti­vi del Pad­re pot­esse­ro esse­re raggiunti.

Cris­to è diven­ta­to un segu­ace ser­vi­to­re. Ora ci chi­ama a diven­ta­re segu­aci ser­vi­to­ri, con la stes­sa volon­tà di usci­re dal­la nos­t­ra zona di com­fort per rag­gi­unge­re le persone.

Cosa significa discepolato del servitore?

«In veri­tà, in veri­tà vi dico: Se il chic­co di gra­no non cade in ter­ra e non muo­re, rima­ne solo; ma se muo­re, por­ta mol­to frut­to. Chi ama la pro­pria vita la per­derà, e chi odia la pro­pria vita in ques­to mon­do la con­ser­verà per la vita eter­na. Se uno vuo­le ser­vir­mi, mi segua; e dove sono io, là sarà anche il mio ser­vo. E chi mi ser­ve, il Pad­re mio lo ono­rerà». (Gio­van­ni 12:24–26 NLB).

Segui­re (in gre­co «ako­lou­theo») signi­fi­ca esse­re in cammi­no insie­me. Ser­vi­re qui (gre­co «dia­ko­neo») signi­fi­ca, tra le alt­re cose, «pre­para­re la tavola».

Cris­to è super tras­pa­ren­te: il dis­ce­po­la­to non è una pas­seg­gia­ta. Il dis­ce­po­la­to è usci­re dal­la nos­t­ra zona di com­fort. Se seguia­mo Cris­to, per­cor­re­remo i sen­tie­ri che lui per­cor­re – insie­me alle per­so­ne. Ques­to cammi­no, il cammi­no del­l’a­mo­re, è impeg­na­tivo. Dia­mo più di quan­to rice­via­mo. L’a­mo­re e la devo­zio­ne non sono un inve­s­ti­men­to. L’a­mo­re è una dona­zio­ne a sen­so unico.

Qual è il com­pi­to di ques­to cammi­no? È un cammi­no di «pre­pa­ra­zio­ne del­la tavo­la» ed è un cammi­no di «pre­sa del­la mia croce».

Cosa rappre­sen­ta ques­ta tavo­la? È la tavo­la del­la comu­nio­ne con il nos­tro Crea­to­re e Pad­re e con suo Figlio, nos­tro fratel­lo, imban­di­ta di tut­to punto.

Dob­bia­mo aiut­a­re a pre­para­re ques­ta tavo­la di feli­ci­tà per gli altri, in modo che poss­a­no tro­var­la. Ecco per­ché il Pad­re ci ono­rerà anche quan­do svol­gi­a­mo ques­to ser­vi­zio. Mostria­mo alle per­so­ne il modo in cui posso­no tornare in comu­nio­ne con LUI. Esau­dia­mo il Suo più gran­de desi­de­rio di cele­bra­re una fes­ta con i fig­li che sono tor­na­ti, come il pad­re del figli­ol pro­di­go dopo il suo ritor­no. Non sia­mo come suo fratel­lo, che si arrab­biò al ritor­no del figli­ol pro­di­go. Sia­mo i pio­nie­ri del ritorno.

Se voglia­mo esse­re dei pio­nie­ri, dob­bia­mo anche anda­re nei por­ci­li di ques­to mon­do, il che signi­fi­ca usci­re dal­la nos­t­ra zona di comfort.

La via del­la cro­ce è la volon­tà di paga­re qual­si­a­si prez­zo affin­ché gli altri poss­a­no tro­va­re sal­vez­za e reden­zio­ne. Ques­to era l’o­bi­et­tivo di Gesù Cristo.

Affin­ché pos­sia­mo per­cor­re­re lo stes­so cammi­no, abbia­mo biso­g­no di Gesù Cris­to come gui­da per diver­si motivi:

  1. Lui è l’es­em­pio: Chi sa meglio di lui come usci­re dal­la zona di com­fort sen­za fal­li­re? Chi ha un cuo­re più gran­de di lui per le per­so­ne? Ci ha dato l’es­em­pio di come fun­zio­na il dis­ce­po­la­to, di come ha vis­suto il dis­ce­po­la­to nei con­fron­ti di suo padre.
  2. Abbia­mo biso­g­no del­la sua sag­gez­za e del­la sua for­za per ques­to dis­ce­po­la­to ser­vi­le, per ques­to pren­de­re la cro­ce, per ques­to «rin­ne­ga­re se stesso».

«Poi dis­se a tut­ti loro: Chi­unque voglia seguir­mi rin­ne­ga­re se stes­si e pren­de­re la sua cro­ce stes­so ogni gior­no e segu­i­mi» (Luca 9:23 LUT).

  1. Le per­so­ne devo­no ripor­re la loro fidu­cia in Cris­to e in suo Pad­re, in modo da affi­darg­li la pro­pria vita. Ques­to è pos­si­bi­le solo se incon­tra­no la sua glo­ria. La sua glo­ria deve esse­re mostra­ta in noi.

 

Sei felice di uscire dalla tua zona di comfort?

Pao­lo ora fa di meglio. Scri­ve: «Per­ciò mi com­piac­cio del­le debo­lez­ze, dei malt­rat­ta­men­ti, del­le dif­fi­col­tà, del­le per­se­cu­zi­o­ni, del­le pau­re per amo­re di Cris­to, per­ché quan­do sono debo­le, sono for­te».(2 Corin­zi 12:10 ELB)

La tra­du­zi­o­ne ing­le­se di King James par­la addi­rit­tu­ra di «Per­ciò mi compiaccio».

Non solo dob­bia­mo lascia­re la nos­t­ra zona di com­fort, ma ora dob­bia­mo anche diver­tir­ci! Qual è il punto?

Ma c’è una ris­pos­ta: Pao­lo ha rico­no­sci­uto ciò che è importan­te affin­ché le per­so­ne rico­n­os­ca­no il Pad­re e apra­no i loro cuo­ri a Gesù Cris­to. Non è la for­za dei suoi segu­aci, ma la for­za di Dio che si mani­fes­ta nei suoi segu­aci..

Pao­lo rico­no­sce­va che è il «ful­go­re del­la glo­ria di Dio», che si è reso visi­bi­le in Gesù Cris­to, a toc­ca­re i cuori.

Quan­do l’as­pet­to di Cris­to diven­ta visi­bi­le, le per­so­ne posso­no fidarsi.

Non è det­to che Cris­to tras­for­mi noi, che sia­mo invia­ti come amba­scia­to­ri, in eroi che non han­no più alcu­na debo­lez­za. Piut­tosto, mos­tra la sua glo­ria dimostran­do la sua for­za, la sua capa­ci­tà di crea­re un cam­bia­men­to, nel­le per­so­ne debo­li. Le per­so­ne non han­no biso­g­no di noi, ma di Cristo.

Pao­lo «si ralle­gra» del­la sfi­da per­ché Cris­to si mos­tra in tut­to il suo amo­re e la sua poten­za – ques­te qua­li­tà di «amo­re» e la capa­ci­tà di «spez­za­re le cate­ne», di liber­a­re le per­so­ne e port­ar­le alla comu­nio­ne con il Padre.

La chia­ve del­le capa­ci­tà minis­te­ria­li di Pao­lo era la sua fidu­cia in Cris­to. Ques­to è anche il nos­tro modo di diven­ta­re capa­ci di cammi­na­re al di fuo­ri del­la nos­t­ra zona di com­fort: una rela­zio­ne stret­ta e non offus­ca­ta con il nos­tro Signo­re Gesù Cristo.

La debo­lez­za di Pao­lo mostra­va la for­za di Cris­to. Le per­so­ne non ave­va­no biso­g­no di Pao­lo, ma di Cris­to. Ma Pao­lo era il ser­vo che pre­pa­ra­va la tavo­la del­la comu­nio­ne con Cris­to e il Pad­re, ed era pron­to a tut­to. Noi pos­sia­mo fare ed esse­re lo stesso.

Ques­to ren­de signi­fi­ca­tivo il per­cor­so per usci­re dal­la zona di com­fort. In ques­to per­cor­so, la glo­ria di Cris­to diven­ta visi­bi­le. O come dis­se una vol­ta qual­cu­no: «Quan­do Dio vuo­le fare qual­co­sa di gran­de, ini­zia con una dif­fi­col­tà. Quan­do Dio vuo­le fare qual­co­sa di ver­a­men­te gran­de, ini­zia con un’impossibilità».

Pao­lo rias­su­me l’in­te­ro con­tes­to nel capi­to­lo 4 di 2 Corin­zi come segue:

«Per­ché Dio, che ha det­to: «Sia fat­ta luce nel­le ten­eb­re», ci ha fat­to capi­re nel nos­tro cuo­re che ques­ta luce è il ful­go­re del­la glo­ria di Dio, che diven­ta visi­bi­le a noi nel vol­to di Gesù Cris­to. Ma por­ti­amo ques­to pre­zio­so tesoro in vasi fra­gi­li, cioè nei nos­tri debo­li cor­pi. Così tut­ti posso­no vede­re che la nos­t­ra for­za vie­ne inter­amen­te da Dio e non è nos­t­ra. Sia­mo assa­li­ti da ogni par­te da dif­fi­col­tà, ma non sia­mo schi­ac­cia­ti. Sia­mo per­ples­si, ma non dispe­ria­mo. Sia­mo per­se­gui­ta­ti, ma Dio non ci abban­do­na mai. Sia­mo gett­a­ti a ter­ra, ma ci rial­zia­mo e andia­mo avan­ti. Attra­ver­so la sof­fe­ren­za, spe­ri­men­ti­amo cos­tan­te­men­te la mor­te di Cris­to nel nos­tro cor­po, in modo che la sua vita sia visi­bi­le anche nel nos­tro cor­po. È vero: poi­ché ser­via­mo Gesù, vivia­mo in cos­tan­te per­i­co­lo di mor­te affin­ché la sua vita sia visi­bi­le nei nos­tri cor­pi mor­ta­li. Così vivia­mo di fron­te alla mor­te, e ques­to vi ha por­tato la vita». (2 Corin­zi 4:7–12 NLB).

 

Possibili domande per il piccolo gruppo 

  1. Qua­li con­di­zio­ni devo­no esse­re sod­dis­fat­te per­ché tu pos­sa usci­re dal­la tua zona di comfort?
  2. La tua fidu­cia in Cris­to è così gran­de da per­met­ter­ti di fare cose impeg­na­ti­ve, ma sai che sono la volon­tà di Dio?
  3. Cosa può raf­forz­a­re la tua fidu­cia in Cris­to in modo che tu pos­sa osa­re usci­re dal­la tua zona di comfort?
  4. Rie­sci a capi­re la gioia di Pao­lo nel­le sfide?
  5. Capi­sci per­ché Pao­lo dice ques­to? Che sen­so ha accet­ta­re le sfi­de nel tuo discepolato?