Data: 24 novembre 2024 Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Gio­van­ni 8:30–36
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Vivia­mo in una cul­tu­ra eccle­si­a­sti­ca in cui una per­so­na può diven­ta­re cris­tia­na, ma non deve neces­sa­ria­men­te esse­re un segu­ace di Gesù. Nel­le quat­tro bio­gra­fie su Gesù, c’è solo una distin­zio­ne Per­so­ne e Suc­ces­so­re. La cate­go­ria Cris­toNon esis­t­e­va una «preg­hie­ra di resa» in cui si reci­ta una preg­hie­ra di resa, si cre­de a una serie di inseg­na­men­ti su Dio e si va in chie­sa per assi­cur­ar­si di anda­re in paradi­so dopo la mor­te. Un segu­ace di Gesù è come un app­ren­dista che impa­ra in manie­ra oli­sti­ca dal suo maes­tro e può osser­var­lo 24 ore su 24, 7 gior­ni su 7. Ques­to por­ta a buo­ni frut­ti come il rico­no­sci­men­to del­la veri­tà, la liber­tà e la figliolanza.


Nel con­tes­to del­le ele­zio­ni pre­si­denzia­li sta­tuni­ten­si, sui social media si è dis­cus­so se Donald Trump sia o meno un cris­tia­no. Per rispon­de­re a ques­ta doman­da, dob­bia­mo defi­ni­re cosa sia effet­ti­va­men­te un cris­tia­no. Un comu­ne deno­mi­na­to­re rico­no­sci­uto sono i quat­tro pun­ti: 1. Dio ti ama. 2. Sei un pec­ca­to­re che si è per­so. 3. Gesù è mor­to sul­la cro­ce per i tuoi pec­ca­ti. 4. se cre­di in Lui, andrai in paradi­so dopo la mor­te. In mol­te chie­se occi­den­ta­li, chi­unque dica «sì» a ques­ti pun­ti pas­sa per cris­tia­no e poi va in paradi­so. È mol­to pro­ba­bi­le che una vol­ta Trump si sia alz­a­to in pie­di duran­te una chi­ama­ta alla con­ver­sio­ne in una chiesa.

Nel Nuo­vo Tes­ta­men­to, la paro­la «cris­tia­no» compa­re tre vol­te negli Atti degli Apos­to­li. Lì vie­ne usa­ta come insul­to reli­gio­so per der­i­de­re i segu­aci di Cris­to. Ma nel cor­so del tem­po, i nos­tri ante­na­ti spi­ri­tua­li han­no adotta­to ques­to insul­to e lo han­no uti­liz­za­to per iden­ti­fi­car­si come colo­ro che si dedi­ca­no all’i­mi­ta­zio­ne di Cris­to. Fin qui tut­to bene. Il pro­ble­ma è che il signi­fi­ca­to del­la paro­la è cam­bia­to in segui­to alla cris­tia­niz­za­zio­ne del IV seco­lo. Da quel momen­to in poi, un cris­tia­no era una per­so­na che appar­ten­e­va all’Im­pe­ro Roma­no, sot­to­scri­ve­va i prin­ci­pi fon­da­men­ta­li del cris­tia­ne­si­mo e anda­va in chiesa.

Nei quat­tro Van­ge­li, le bio­gra­fie di Gesù, la cate­go­ria Cris­to sco­no­sci­uto. In ques­to caso, vie­ne fat­ta una distin­zio­ne tra il Per­so­ne e il Suc­ces­so­ri (app­ren­dis­ti, dis­ce­po­li) di Gesù. Il pro­ble­ma di noi occi­den­ta­li è che abbia­mo crea­to un ambi­en­te cul­tu­ra­le in cui pos­sia­mo esse­re cris­tia­ni ma non seguaci.

Rimani nella parola

In Svi­z­zera abbia­mo un sis­te­ma di for­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le dua­le uni­co nel suo gene­re. Ciò signi­fi­ca che i gio­va­ni posso­no com­bi­na­re lavoro e scuo­la. A scuo­la ven­go­no inseg­na­te sia le mate­rie sco­la­s­ti­che tra­di­zio­na­li che le com­pe­ten­ze pro­fes­sio­na­li. Posso­no appli­ca­re imme­dia­ta­men­te ciò che han­no impa­ra­to nel­l’a­zi­en­da di for­ma­zio­ne e quin­di han­no una gran­de cur­va di app­ren­di­men­to. Qual­che decen­nio fa esis­t­e­va anche un model­lo in cui l’app­ren­dista vive­va con la fami­glia del suo padro­ne. In ques­to modo pote­va spe­ri­men­ta­re il pro­prio capo in ogni situa­zio­ne. Dis­ce­po­la­to signi­fi­ca esse­re un app­ren­dista di Gesù, sta­re con Gesù 24 ore su 24, 7 gior­ni su 7..

Per chia­ri­re ques­to con­cet­to, Gio­van­ni, il quar­to bio­gra­fo di Gesù, usa la paro­la meno (rima­ne­re, dimora­re, indu­gia­re). È la paro­la che meglio carat­te­riz­za un segu­ace di Gesù. Scri­ve: «Quan­do Gesù dis­se ques­to, mol­ti cre­det­te­ro in lui. Ai Giudei che ora cre­de­va­no in lui, Gesù dis­se: «Se rimane­te (meno) nella mia paro­la, sie­te ver­a­men­te miei dis­ce­po­li e cono­sce­re­te la veri­tà e la veri­tà vi farà libe­ri».» (Gio­van­ni 8:30–32 Nuo­vo Tes­ta­men­to). Un segu­ace di Gesù si carat­te­riz­za per rima­ne­re nella Sua Paro­la (meno). Meno è la radi­ce del sostan­tivo gre­co moneche Resi­den­za o Abi­ta­zio­ne signi­fi­ca (Gio­van­ni 14:2.23). A qua­le indi­riz­zo risie­de un app­ren­dista di Gesù? Ris­pos­ta: nella Sua Paro­la. Per sco­pri­re dove si tro­va esat­ta­men­te, dob­bia­mo con­sul­t­a­re le prime frasi del Van­ge­lo di Gio­van­ni: «In prin­ci­pio era il Ver­bo. Il Ver­bo era con Dio e il Ver­bo era Dio. Egli era con Dio nel prin­ci­pio […]»(Gio­van­ni 1:1f NLB). Gio­van­ni iden­ti­fi­ca Gesù stes­so con la paro­la.

Nella sua paro­la sog­gior­nonon signi­fi­ca prin­ci­pal­men­te leg­ge­re la Bibbia tut­to il tem­po. Tut­ta­via, poi­ché Gesù si rivela nel­le Sacre Scrit­tu­re, leg­ge­re, medi­t­are e stu­dia­re la Bibbia è un modo eccel­len­te per rima­ne­re in Gesù. Il più noto menola posi­zio­ne reci­ta: «Io sono la vite e voi sie­te i tral­ci. Se qual­cu­no in me res­ti e io in lui sog­gior­nopor­ta frut­ti in abbond­an­za; sen­za di me non pote­te fare nulla» (Gio­van­ni 15:5 NGÜ). Gesù si diri­ge ver­so un uni­co pun­to: sta­bi­lir­si alla mia pre­sen­za nel­lo spi­ri­to e non lasciar­mi mai..

Esse­re un app­ren­dista di Gesù signi­fi­ca con­cen­tra­re tut­ta la tua vita su tre obi­et­ti­vi: Sta­re con Gesù, diven­ta­re più simi­le a Lui e fare ciò che Lui ha fat­to. La seque­la di Gesù ini­zia con l’av­vicinar­si a Gesù e con il rima­ne­re con Lui. Poi diven­te­remo gra­du­al­men­te più simi­li a Lui e alla fine ini­zie­re­mo a fare le cose che Gesù ha fat­to in ques­to mon­do. Il dis­ce­po­la­to ini­zia semp­re con il pun­to 1: sta­re con Gesù.

Come sareb­be per te se trov­as­si la tua casa in Dio? Non si trat­ta di ritir­ar­si in un monas­te­ro, ma di impara­re a esse­re semp­re in due pos­ti allo stes­so tem­po. Fare cola­zio­ne e sta­re con Gesù, sta­re con Gesù duran­te il tra­git­to mat­tu­ti­no ver­so il lavoro, cam­bia­re un alt­ro pan­no­li­no e sta­re con Gesù, con­troll­a­re la pos­ta e sta­re con Gesù, pre­para­re la cena per la fami­glia o gli amici e lascia­re che il tuo cuo­re ripo­si in Gesù. Ques­to è ciò che inten­de Pao­lo quan­do dice: «Non smet­te­re di pre­ga­re»(1 Tes­sa­lo­nice­si 5:17 NLB). L’in­seg­na­men­to di Gesù riguar­da la tras­for­ma­zio­ne del nos­tro cor­po in un tem­pio, un luo­go di inter­se­zio­ne tra cie­lo e ter­ra.un seg­no di ciò che Gesù farà un gior­no per l’in­te­ro cos­mo quan­do il cie­lo e la ter­ra saran­no final­men­te riuni­ti. Ogni gior­no abbia­mo l’op­por­tu­ni­tà di lascia­re che il nos­tro cor­po diven­ti la casa di Dio.

Appello a meriti e azioni esterne

Le seguen­ti affer­ma­zio­ni pro­ven­go­no da ebrei, «che ora cre­de­va­no in lui»: «Ma noi sia­mo dis­cen­den­ti di Abra­mo», dis­se­ro, «non sia­mo mai sta­ti schia­vi di nes­su­no. All­o­ra per­ché par­li di «ren­der­ci libe­ri»? Cosa inten­di dire?»(Gio­van­ni 8:33 NLB).

L’i­den­ti­tà di ques­ti ebrei che sono diven­ta­ti cre­den­ti in Gesù è pro­fon­da­men­te radi­ca­ta nel­le loro ori­gi­ni. Affer­ma­no di appar­tene­re al popo­lo di Dio, di cui Abra­mo era il capos­ti­pi­te. Così facen­do, sem­bra­no dimen­ti­ca­re di esse­re sta­ti imp­ri­gio­na­ti nel­l’e­si­lio babi­lo­ne­se per 70 anni o di aver sof­fer­to per mol­ti anni sot­to la poten­za occu­p­an­te roma­na. Imma­gi­nano di esse­re libe­ri gra­zie a even­ti ester­ni. Ques­te per­so­ne mi ricord­a­no i cris­tia­ni che una vol­ta han­no alz­a­to la mano di fron­te a un invi­to alla con­ver­sio­ne, han­no reci­ta­to una preg­hie­ra di resa, fre­quen­ta­no rego­lar­men­te la chie­sa e nut­ro­no la spe­ran­za di anda­re un gior­no in paradi­so. Gesù non cer­ca per­so­ne che vogli­o­no diven­ta­re cris­tia­ne, ma app­ren­dis­ti per il reg­no di Dio..

Si trat­ta di un nuo­vo sti­le di vita: «Gesù ris­po­se: «Ti assi­cu­ro che chi­unque pec­chi è schia­vo del pec­ca­to».»(Gio­van­ni 8:34 NLB). Qui Gesù con­trap­po­ne due sti­li di vita: Le per­so­ne che si atten­go­no alla Sua paro­la e quel­le che pec­ca­no. La dif­fe­ren­za non potreb­be esse­re mag­gio­re: il pri­mo grup­po ha lo sta­tus di mem­bri del­la fami­glia di Dio, ment­re il secon­do è schia­vo del pec­ca­to. Cosa inten­de Gesù per pec­ca­to? Pen­sia­mo subi­to al fal­li­men­to mora­le o alla vio­la­zio­ne dei coman­da­men­ti bibli­ci. Ques­ta cate­go­ria di pec­ca­to è com­mes­sa da ogni per­so­na, sia essa un segu­ace o un mem­bro del popo­lo. Il gre­co. paro­la per Sin (ham­ar­tia) pen­sa di man­ca­re il ber­saglio. Secon­do Gesù, l’o­bi­et­tivo è l’u­nio­ne con Dio, rima­ne­re in Lui e Lui in noi. L’o­bi­et­tivo è diven­ta­re un app­ren­dista nel reg­no di Dio. A dif­fe­ren­za del­le per­so­ne che si rife­ris­co­no ad azio­ni o meri­ti ester­ni, ques­ta è una ques­tio­ne di cuo­re. Se una per­so­na nega a se stes­sa ques­to obi­et­tivo, rima­ne schia­va del peccato.

Esperienza di riscatto

Per cosa ci ha sal­va­to Gesù Cris­to? No, non è un bigli­et­to per il paradi­so! Per Gesù, si trat­ta del paradi­so che vie­ne a noi pro­prio adesso. Non si trat­ta solo del fat­to che Lui è diven­ta­to come noi, ma anche che noi diven­ti­amo come Lui. Non si trat­ta solo di ciò che Lui ha fat­to per noi, ma anche di ciò che sta facen­do o farà attra­ver­so di noi quan­do sare­mo app­ren­dis­ti. Si trat­ta di esse­re una per­so­na non solo ama­ta da Dio, ma anche per­me­a­ta dal­l’a­mo­re di Dio. Non si trat­ta solo di accet­ta­re i meri­ti del­la Sua mor­te, ma anche di rice­ve­re la poten­za del­la Sua risurre­zio­ne. Non spe­ri­men­ti­amo ques­te cose come cris­tia­ni, ma come Suoi segu­aci che dimo­rano in Lui.

Nel nos­tro tes­to, Gesù descri­ve tre aspet­ti che fan­no par­te del­la sua sal­vez­za: rico­no­sce­re la veri­tà, esse­re libe­ri e appar­tene­re alla sua famiglia.

«Tro­ver­ai il Rico­no­sce­re la veri­tàe la veri­tà ti dirà libe­ra­ti»(Gio­van­ni 8:32 NLB). «Uno schia­vo non è un mem­bro del­la fami­glia; uno schia­vo è un mem­bro del­la fami­glia. Il figlio, inve­ce, appar­tiene alla fami­glia per semp­re.. Solo all­o­ra, quan­do il Figlio ti ren­derà libe­ro, sarai libe­ro di vive­re. ver­a­men­te libe­ro»(Gio­van­ni 8:35f NLB).

  • Rico­no­sce­re la veri­tàLa con­di­zio­ne per rico­no­sce­re la Sua veri­tà non è il nos­tro intel­let­to, ma segui­re Lui. Gesù dice di sé che è la via, la veri­tà e la vita. Euge­ne Peter­son: «La via di Gesù unita alla veri­tà di Gesù por­ta alla vita di Gesù.«La paro­la gre­ca per Vita è zoe. Ques­to si rife­ris­ce alla vita divina che ogni segu­ace può già ass­a­pora­re e che non ter­mi­na con la morte.
  • Sii libe­roQuan­do vivia­mo con Gesù e Lui vive in noi, spe­ri­men­ti­amo la mas­si­ma liber­tà pos­si­bi­le. Il suo inseg­na­men­to e La sua per­so­na ci libe­rerà gra­du­al­men­te da pec­ca­ti, pau­re, preoc­cu­p­a­zio­ni, attac­ca­men­ti, impron­te e pen­sie­ri negativi.
  • La sua fami­glia com­pren­deQues­to è il cul­mi­ne incom­pren­si­bi­le del­la reden­zio­ne. Il dis­ce­po­la­to ci ren­de mem­bri del­la fami­glia di Gesù con il diritto di appar­tener­vi semp­re. Un segu­ace diven­ta un ere­de di Gesù. Recen­te­men­te, un gio­va­ne pad­re mi ha det­to che con­fes­sa rego­lar­men­te ques­to fat­to alla figlia appe­na nata. L’er­edi­tà di Dio è una real­tà supe­rio­re all’er­edi­tà fami­lia­re. Le impron­te, le male­di­zio­ni e le clau­so­le fami­lia­ri non sono più valide.

Trump è un segu­ace di Gesù o no? Non lo so. Se una per­so­na, come il tral­cio del­la vite, rima­ne in Gesù, por­ta mol­to frut­to. Se ques­to è il caso di Trump, lo lascio fidu­cio­sa­men­te al giudi­zio di Dio.

Ti pia­ce­reb­be esse­re un app­ren­dista di Gesù? Non tut­ti lo vogli­o­no. La mag­gi­or par­te del­le per­so­ne dice no a ques­to invi­to. Gesù non ha implo­ra­to, mani­po­la­to o inti­mi­di­to. La coer­ci­zio­ne non si adat­ta alla cul­tu­ra del reg­no di Dio. Non ha fat­to pres­sio­ne su nes­su­no né ha fat­to offer­te spe­cia­li. Li invi­tò sol­tan­to. E se le per­so­ne esi­ta­va­no o accam­pa­va­no scu­se, le lascia­va anda­re via. Cosa ne pen­si del­l’in­vi­to di Gesù a diven­ta­re il suo apprendista?

 

Possibili domande per i piccoli gruppi

Leg­gi il tes­to bibli­co: Matteo 4:18–22; Gio­van­ni 8:30–36

  1. In Gio­van­ni 8:30, Gesù par­la alle per­so­ne che han­no cre­du­to in Lui. Per­ché fa nota­re a un grup­po che chi­unque pec­chi è schia­vo del pec­ca­to? In che modo ques­te per­so­ne man­ca­no il ber­saglio? È pos­si­bi­le cre­de­re in Gesù e man­ca­re comun­que il bersaglio?
  2. Cosa carat­te­riz­za un segu­ace? Cosa signi­fi­ca rima­ne­re nella sua paro­la o nella vite (Gio­van­ni 15:5)?
  3. Come dov­res­ti strut­tura­re la tua gior­na­ta per rima­ne­re meglio nella Sua Paro­la (in LUI)?
  4. Qual è il frut­to che una per­so­na spe­ri­men­ta quan­do rima­ne in Gesù?
  5. A cosa ti ha indi­riz­za­to il ser­mo­ne? Qua­le (pic­co­lo) pas­so vuoi fare nel­le prossi­me due settimane?