Natale: parola e luce per il mondo!

Data: 24 Dicembre 2023 | Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Gio­van­ni 1:1–14,
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Gesù Cris­to è la Paro­la. Come tale, era pre­sen­te fin dal­l’i­ni­zio. Ha dato al mon­do la sua luce e quin­di anche la vita. La sua luce bril­la nel­le ten­eb­re e non può esse­re supera­ta da esse. A Nata­le cele­bria­mo il dono più gran­de. Cele­bria­mo il fat­to che il Ver­bo si è fat­to uomo e ha vis­suto tra noi. Se ora cre­dia­mo nella paro­la di Gesù Cris­to, cioè lo accet­ti­amo come dono di Dio, diven­ti­amo fig­li di Dio.


Anche il mio pri­mo figlioc­cio Bueb ha ormai lascia­to la scuo­la. Ma ricordo anco­ra il nos­tro pri­mo giro di shop­ping per il suo rega­lo di Nata­le. Erava­mo in giro per la pri­ma vol­ta a Thun e vole­va­mo tro­va­re un rega­lo per lui. La mia idea: pas­sa­re la mat­ti­na­ta insie­me, fare shop­ping per un rega­lo, pas­seg­gia­re per la cit­tà, pren­de­re una cioc­co­la­ta cal­da da qual­che par­te per ris­cald­ar­ci. La sua idea: «Evvi­va, mi fac­cio un rega­lo!». Ma a quel pun­to non ero anco­ra con­s­ape­vo­le del­le diver­se idee. In real­tà, le cose anda­ro­no così. Ent­ram­mo ent­ram­bi nel pri­mo nego­zio di gio­cat­to­li e lui vide qual­co­sa che vole­va. Non pote­va­mo usci­re dal nego­zio fin­ché non glie­lo aves­si com­pra­to. A ques­to pun­to mi sono stres­sa­ta, per­ché non era affat­to cos­to­so, ma ora ave­vo poco meno di tre ore con il bam­bi­no e nes­sun pia­no per quello che avrem­mo fat­to in quel las­so di tempo.

Come stai viven­do il Nata­le? È sta­to stres­san­te per te? Qual­cu­no di recen­te ha det­to a mia mog­lie che non dov­rem­mo sor­pren­der­ci se il Nata­le è stres­san­te, per­ché il Nata­le è semp­re sta­to stres­san­te. O come se l’è cava­ta Maria inc­in­ta duran­te il lungo viaggio?

In principio era la parola

Vor­rei tornare con te in ques­to nego­zio. Imma­gi­na ques­ti scaf­fa­li pie­ni di rega­li. Ma se non han­no alcun legame con gli occhi bril­lan­ti dei bam­bi­ni, non sono una fon­te di gioia in sé. Ma il Nata­le è pro­prio la fes­ta dei regali.

Ques­ta mat­ti­na ci immer­gi­a­mo insie­me in un tes­to bibli­co che vie­ne let­to mol­to spes­so a Nata­le, ma che in real­tà non ha mol­to a che fare con il Nata­le. «In prin­ci­pio era il Ver­bo. Il Ver­bo era con Dio e il Ver­bo era Dio». (Gio­van­ni 1:1 NLB). Qui ci ven­go­no comu­ni­ca­te tre cose. In pri­mo luo­go, che la Paro­la era pre­sen­te fin dal­l’i­ni­zio. Non è astrat­ta, come altri­men­ti imma­gi­nia­mo le paro­le, ma è un ogget­to. In secon­do luo­go, la Paro­la è con Dio. È loca­liz­za­ta. In ter­zo luo­go, ques­ta paro­la è Dio. E ques­ta paro­la è Gesù Cris­to, di cui cele­bria­mo il com­p­le­an­no a Nata­le. L’e­van­ge­lis­ta Gio­van­ni, che ha scritto ques­to tes­to, usa ques­ta for­mu­la­zio­ne per rif­er­ir­si a Gene­si 1:1, cioè al pri­mo ver­set­to del­la paro­la scrit­ta di Dio. Altri evan­ge­lis­ti, quan­do par­la­no di Gesù, par­to­no dal­la nas­ci­ta o da Abra­mo. Gio­van­ni, inve­ce, ha un approc­cio diver­so. Ini­zia pro­prio dal­l’i­ni­zio. In ques­to pri­mo ver­set­to del Van­ge­lo di Gio­van­ni, fa due rif­e­ri­men­ti all’An­ti­co Tes­ta­men­to. In pri­mo luo­go, alla crea­zio­ne: «In prin­ci­pio Dio creò i cie­li e la ter­ra». (Gene­si 1:1 NLB). In secon­do luo­go, attra­ver­so l’u­so del­la paro­la gre­ca «logos». Ques­ta paro­la signi­fi­ca «paro­la». In gene­ra­le, ma quan­do Gio­van­ni la usa, la pone allo stes­so livel­lo e con­tes­to di signi­fi­ca­to del­la sag­gez­za del­l’An­ti­co Tes­ta­men­to (Pro­ver­bi 8).

Gio­van­ni crea un col­le­gamen­to e mos­tra che l’uo­mo che appa­re come Gesù Cris­to è Dio. È iden­ti­co a lui (Gio­van­ni 1:1). È pre­sen­te fin dal­l’i­ni­zio. «Egli era con Dio in prin­ci­pio» (Gio­van­ni 1:2 NLB). Così facen­do, si unis­ce all’An­ti­co Tes­ta­men­to. «Per la paro­la del Signo­re i cie­li furo­no fat­ti e le stel­le furo­no crea­te per suo ordi­ne». (Sal­mo 33:6 NLB). A dif­fe­ren­za degli altri evan­ge­lis­ti, Gio­van­ni ini­zia la sua descri­zio­ne di Gesù Cris­to dal­lo sta­to ori­gi­na­le pri­ma del­la crea­zio­ne. Gesù Cris­to è semp­re sta­to Dio e lo è sta­to fin dall’inizio.

Il Van­ge­lo di Gio­van­ni ha un modo tut­to suo di parl­a­re di Gesù Cris­to. Il teo­lo­go ing­le­se N.T. Wright dice di ques­to libro. «Ques­to libro è come uno sta­g­no in cui un bam­bi­no può sguaz­z­are in tut­ta sicu­rez­za, ma che è anche abbastan­za pro­fon­do da per­met­te­re a un ele­fan­te di nuot­ar­ci den­tro». (N.T. Wright). Ques­to è esat­ta­men­te il modo in cui incon­tria­mo Gesù Cris­to a Nata­le e din­tor­ni. Da un lato, amo­re­vol­men­te come un bam­bi­no, deve esse­re pro­tet­to, ripa­ra­to e ben cura­to. Dal­l’al­t­ro lato, è pree­sis­ten­te per­si­no alle prime per­so­ne sul­la ter­ra. Vie­ne addi­rit­tu­ra pre­sen­ta­to come l’o­ri­gi­ne del mon­do! Tut­to sta in ques­ta pree­sis­ten­za. «Per mez­zo di lui sono sta­te crea­te tut­te le cose che esis­to­no. Non c’è nulla che egli, il Ver­bo, non abbia crea­to». (Gio­van­ni 1:3 NLB). L’in­te­ra crea­zio­ne è nata gra­zie alla Paro­la. Dio ha par­la­to – ed è suc­ces­so. Ques­ta paro­la, che vie­ne descrit­ta qui, è poten­te. Così come una paro­la mal­va­gia può dis­trug­ge­re mol­to. Sì, spes­so le per­so­ne si lascia­no pren­de­re dal­le paro­le e non dai fat­ti. «Così è per la mia paro­la che esce dal­la mia boc­ca. Essa non tor­nerà sen­za frut­to, ma farà ciò che voglio e com­pirà ciò per cui l’ho man­da­ta». (Isa­ia 55:11 NLB).

Vita dalla luce

Anco­ra una vol­ta, a pro­po­si­to dei rega­li in nego­zio. Quan­do un rega­lo incon­tra un desti­na­ta­rio, por­ta con sé un rag­gio di gioia. Io e mia mog­lie abbia­mo una fami­glia in cui sia­mo pad­ri­ni di tut­ti e tre i bam­bi­ni. L’an­no scor­so abbia­mo fat­to un rega­lo al più gran­de e la sua rea­zio­ne è sta­ta: «Che bel­lo! L’ho semp­re volu­to!». Ave­va­mo fat­to cen­tro con ques­to rega­lo. Non sareb­be ser­vi­to a nulla sul­lo scaf­fa­le, ma quan­do l’ha rice­vu­to ha pro­va­to gioia. È la stes­sa cosa con Gesù Cris­to: se la paro­la vie­ne sem­pli­ce­men­te por­ta­ta nel mon­do ma non è asso­cia­ta alle per­so­ne, all­o­ra non c’è gioia.

Ma Gesù Cris­to è più di una sem­pli­ce Paro­la, non è vuo­ta, è una Paro­la che crea vita. Alla crea­zio­ne, ques­ta Paro­la ha crea­to la vita. «La vita stes­sa era in lui e ques­ta vita dà luce a tut­ti gli uomi­ni». (Gio­van­ni 1:4 NLB). La paro­la di Dio non tor­na indie­tro vuo­ta. Al con­tra­rio, crea vita. Ques­ta vita dà luce alle per­so­ne. I seg­ni del­la luce sono la spe­ran­za, la gui­da e il net­to con­trasto con le ten­eb­re. La vita che crea tut­to ques­to è in Gesù Cris­to.  «Era da prin­ci­pio, l’ab­bia­mo udi­ta e vis­ta con i nos­tri occhi, l’ab­bia­mo guar­da­ta e toc­ca­ta con le nost­re mani: la paro­la del­la vita. La vita ci è sta­ta rivela­ta e noi l’ab­bia­mo vis­ta. E ora vi tes­ti­mo­nia­mo e vi annun­cia­mo la vita eter­na. Essa era pres­so il Pad­re e poi è sta­ta rivela­ta a noi». (1 Gio­van­ni 1:1–2 NLB). Gesù Cris­to non solo era pre­sen­te fin dal­l’i­ni­zio dei tem­pi, ma è anche pre­sen­te per l’e­ter­ni­tà. Gesù è la Paro­la, la luce e la vita.

La vita è in Gesù Cris­to e da ques­ta vita vie­ne la luce (Gio­van­ni 1:4). Al con­tra­rio, si può anche dire che non c’è vita al di fuo­ri del­la luce. «La luce sple­nde nel­le ten­eb­re e le ten­eb­re non posso­no speg­ner­la». (Gio­van­ni 1:5 NLB). Da un lato, le ten­eb­re sono come una man­can­za di luce: non pos­so speg­ne­re le ten­eb­re, ma non pos­so nem­meno est­in­guerle. Per­ché l’av­ver­sa­rio di Dio è rea­le e non è solo un’as­sen­za di qual­co­sa. La luce di Gesù Cris­to bril­la in tut­te le ten­eb­re. Ques­ta luce è speranza.

Intor­no al 1815 ci furo­no gran­di scon­vol­gi­men­ti in Euro­pa. Nel Salis­burg­he­se ci furo­no gran­di cam­bia­men­ti. Il pae­se era emacia­to dopo la guer­ra con Napo­leo­ne. Un nuo­vo con­fi­ne divi­de­va Bavie­ra e Aus­tria. I bar­cai­o­li, che pri­ma ave­va­no il pri­vi­le­gio di trasport­are il sale, lo perse­ro e rima­se­ro sen­za nulla. Mol­te per­so­ne si ritro­va­ro­no nel­l’in­di­gen­za. Duran­te ques­to peri­odo trau­ma­ti­co, il pas­to­re assis­ten­te Franz Mohr scris­se una poe­sia che fu musi­ca­ta nel 1818. Esat­ta­men­te 205 anni fa, ques­ta can­zo­ne fu can­ta­ta per la pri­ma vol­ta e la gen­te ne fu entus­i­as­ta. Si chi­ama «Not­te silen­zio­sa, not­te san­ta». Ques­ta can­zo­ne ha ispi­ra­to le per­so­ne. È la sto­ria del­la luce che risple­nde in un mon­do oscu­ro. L’os­cu­ri­tà non era scompar­sa nel Salis­burg­he­se, ma dove­va lascia­re il pos­to alla speranza.

Quan­do Gesù Cris­to ven­ne nel mon­do e fu qui, non fu accett­a­to. Bril­la­va come una luce nel­le ten­eb­re, ma la gen­te non lo rico­no­sce­va e non lo accet­ta­va. «Ma seb­be­ne il mon­do sia sta­to crea­to per mez­zo di lui, il mon­do non lo ha rico­no­sci­uto quan­do è ven­uto. Egli è ven­uto nel mon­do che gli appar­tiene, ma i suoi non lo han­no accol­to». (Gio­van­ni 1:10–11 NLB).

Credere in Gesù significa accettarlo come dono di Dio.

Come già accen­n­a­to, l’an­no scor­so il nos­tro rega­lo per Bueb, il padri­no e la madri­na più anzia­ni, ha fat­to dav­vero cen­tro. Era così feli­ce. Suo fratel­lo mino­re ave­va poco meno di due anni e mez­zo e ha scar­tato il suo rega­lo. Quan­do l’ha scar­tato e l’ha guar­da­to, la rea­zio­ne del fratel­lo mag­gio­re è sta­ta imme­dia­ta: «Wow. Hai un rega­lo dav­vero fan­ta­sti­co!». Abbia­mo dovu­to ride­re un po». «Wow. Hai rice­vu­to un rega­lo dav­vero fan­ta­sti­co!». È pro­prio ques­to il sen­so del Nata­le, nel vero sen­so del­la paro­la. A Nata­le, tut­ti noi abbia­mo rice­vu­to un rega­lo fan­ta­sti­co che non abbia­mo scel­to noi stes­si, ma di cui ave­va­mo dispe­ra­ta­men­te biso­g­no. Ques­to è ciò che potrem­mo augur­ar­ci a vicen­da a Nata­le. Non «un Nata­le bene­det­to», ma «Gesù Cris­to è ven­uto nel mon­do! Hai rice­vu­to ques­to dono in modo stra­or­di­na­rio!». For­se un po» gof­fo, ma non per ques­to meno vero.

Ver­so la fine del bra­no, nel ver­set­to 14, tro­via­mo il rias­sun­to. «Egli, che è il Ver­bo, si fece uomo e vis­se in mez­zo a noi. Era pie­no di gra­zia e di veri­tà e noi sia­mo diven­ta­ti tes­ti­mo­ni del­la sua glo­ria, la glo­ria che il Pad­re ha dato a lui, il suo uni­co Figlio». (Gio­van­ni 1:14 NLB). Ques­to ver­set­to è mol­to com­ple­to e con­tiene diver­si punti.

Il Ver­bo si è fat­to uomo. La tra­du­zi­o­ne di Lute­ro dice «E il Ver­bo si fece car­ne […]». (Gio­van­ni 1:14 LUT). Gesù Cris­to diven­ne un uomo in car­ne e ossa, in atto e in veri­tà. Con noi, spes­so tut­to è mol­to cere­bra­le. Ciò che pen­so e sen­to è importan­te. Ma la fede non è solo qual­co­sa di spi­ri­tua­le, è un fat­to. Ad esem­pio, può non esse­re un cri­te­rio con­vin­cen­te il fat­to che io sia mai sta­to in Israe­le. Ma quan­do cammi­no per le stra­de dove ha cammi­na­to Gesù, quan­do mi tro­vo nei luoghi dove è sta­to lui, acqui­sis­co un approc­cio nuo­vo e diver­so. Inolt­re, non è un caso che mol­ti esem­pi di Gesù abbia­no a che fare con ogget­ti di uso quotidiano.

Gesù Cris­to ha vis­suto in mez­zo a noi. Nel­l’An­ti­co Tes­ta­men­to, Dio si accampò tra gli israe­li­ti nel taber­na­co­lo mobi­le e, quan­do ques­ti rag­gi­unse­ro la loro ter­ra e si sta­bi­li­ro­no, dopo qual­che tem­po vis­se nel tem­pio. Nel Nuo­vo Tes­ta­men­to, Dio vive ora tra gli uomi­ni in Gesù. E Dio con­tin­uerà a dimora­re tra le per­so­ne anche in futu­ro. «Udii una voce for­te che chi­ama­va dal tro­no: Ecco, la dimo­ra di Dio è ora pres­so gli uomi­ni! Egli abiterà con loro ed essi saran­no il suo popo­lo e Dio stes­so sarà con loro». (Apo­ca­lis­se 21:3 NLB).

Gesù Cris­to era pie­no di gra­zia e veri­tà. Gra­zia signi­fi­ca con­ce­de­re qual­co­sa a qual­cu­no sen­za aspet­tar­si una ricom­pen­sa o una recipro­ci­tà. È imme­ri­ta­ta. La veri­tà del Nuo­vo Tes­ta­men­to è strett­amen­te lega­ta alla com­pren­sio­ne del­la fedel­tà nel­l’An­ti­co Tes­ta­men­to. In ques­to caso, per fedel­tà si inten­de una veri­tà che è rea­le e che quin­di si dimos­tra affi­da­bile, coe­ren­te e sostenibile.

Gesù Cris­to era pie­no di glo­ria in ques­to mon­do. Per glo­ria si inten­de l’o­no­re di Dio in ques­to mon­do. Nel­l’An­ti­co Tes­ta­men­to, è ciò che diven­ta visi­bi­le del­la maes­tà e del­la glo­ria di Dio nella sua rivela­zio­ne alle per­so­ne. Nel­l’An­ti­co Tes­ta­men­to, il luo­go in cui la glo­ria di Dio diven­ta visi­bi­le alle per­so­ne è il tem­pio. Nel Nuo­vo Tes­ta­men­to, Gesù Cris­to diven­ta ques­to luogo.

Tor­nia­mo al rega­lo che tut­ti abbia­mo rice­vu­to. La doman­da è se ci sono dei requi­si­ti di acces­so. «Ma a tut­ti colo­ro che lo accol­se­ro e cre­det­te­ro nel suo nome, egli diede il diritto di diven­ta­re fig­li di Dio. Non lo sono diven­ta­ti né per dis­cen­den­za né per sfor­zo o inten­zio­ne uma­na, ma ques­ta nuo­va vita vie­ne da Dio». (Gio­van­ni 1:12–13 NLB). Cre­de­re in Gesù signi­fi­ca accet­tar­lo come dono di Dio. Cosa biso­gna fare per rice­ve­re ques­to dono? Non è neces­sa­rio un cer­to lignag­gio. Non è neces­sa­rio alcu­no sfor­zo uma­no e nem­meno la buo­na volon­tà dimostra­ta. Il dono del­la vita vie­ne inve­ce da Dio stes­so. Pos­sia­mo solo rice­ver­lo alla gran­de. Tut­to ciò che pos­sia­mo fare è dire sì e cre­de­re in Gesù Cris­to. In alt­re paro­le, accet­tar­lo come dono di Dio.

Possibili domande per il piccolo gruppo 

Leg­gi il tes­to bibli­co: Gio­van­ni 1:1–14

  1. Quan­to è sta­to stres­san­te per te il peri­odo nata­li­zio? Sei rius­ci­to a guar­da­re al Nata­le con serenità?
  2. Hai capi­to le affer­ma­zio­ni di Gio­van­ni 1:1? Pro­va a ripro­dur­re le tre affer­ma­zio­ni con paro­le tue.
  3. Cosa signi­fi­ca quan­do il Ver­bo, che ha crea­to tut­to nel mon­do, ti incon­tra per­so­nal­men­te in Gesù Cristo?
  4. La luce di Dio bril­la in tut­te le ten­eb­re. Dove vuoi più luce nella tua vita?
  5. Da cosa puoi trar­re spe­ran­za nel tuo attua­le buio?
  6. Quan­do leg­gi Gio­van­ni 1:14. Qua­le pun­to ti atti­ra di più (il Ver­bo si è fat­to uomo, ha vis­suto tra noi, è pie­no di gra­zia e di sag­gez­za, è glo­rio­so)? Perché?
  7. A Nata­le abbia­mo rice­vu­to Gesù Cris­to in un modo mega gran­dio­so: qual è la tua risposta?