Data: 26 Mag­gio 2024 | Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Matteo 26, 36–46
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Anche se spes­so sap­pia­mo qual è la cosa gius­ta da fare, fal­lia­mo semp­re. Per super­a­re e resis­te­re alla ten­ta­zio­ne in ques­te situa­zio­ni, dob­bia­mo pre­par­ar­ci a pre­ga­re e deci­de­re di met­te­re la volon­tà di Dio al di sopra del­la nos­t­ra. Dipen­dia­mo dal­la poten­za di Dio per vin­ce­re e abbia­mo semp­re biso­g­no del­la sua grazia.


Duran­te i miei stu­di di teo­lo­gia, ho avu­to il pri­vi­le­gio di fare espe­ri­en­za nella pre­di­ca­zio­ne. Era un ambi­en­te di app­ren­di­men­to per­fet­to. Le per­so­ne erano gene­ral­men­te ben dis­pos­te nei miei con­fron­ti e c’era semp­re un nume­ro mol­to ges­ti­bi­le di ascolt­a­to­ri. Quan­do ero in pie­di davan­ti, pote­vo guar­da­re le per­so­ne negli occhi e rice­ve­re un sor­ri­so favorevo­le dal­la mag­gi­or par­te di loro. Non da tut­ti, per­ché uno o due di loro chiude­va­no gli occhi di tan­to in tan­to duran­te il ser­mo­ne. Una cara signo­ra anzia­na, chi­ami­amo­la Rös­li, è venu­ta fedel­men­te alla fun­zio­ne per dorm­ire duran­te ogni ser­mo­ne. Dopo ogni ser­mo­ne, rice­ve­vo un feed­back dal nos­tro pas­to­re. Così, dopo uno di ques­ti ser­mo­ni, mi sono sedu­to nel­l’uf­fi­cio con il nos­tro pas­to­re per ave­re ques­to feed­back. Per comin­cia­re, il pas­to­re mi ha chies­to la mia aut­ova­lu­ta­zio­ne. Ho pen­sa­to che non fos­se anda­ta male, era diver­ten­te come semp­re. Inolt­re, anche le per­so­ne non devo­no aver pen­sa­to male. Per­si­no Rös­li era rimasto sve­glio duran­te l’in­te­ro ser­mo­ne. Il mio pas­to­re mi guar­dò stu­pi­to e dis­se che non ave­va mai pre­di­ca­to con tan­ta auto­ri­tà. Beh, chis­sà se Rös­li ha avu­to una buo­na gior­na­ta o se io ho fat­to un buon sermone.

Resta sveglio e prega

Oggi voglio ana­liz­za­re con te una sto­ria del­la vita di Gesù che in real­tà riguar­da anche il rima­ne­re svegli nel momen­to cru­cia­le. È una sto­ria che pos­sia­mo leg­ge­re in tre dei quat­tro Van­ge­li. Si svol­ge poco pri­ma del­l’ar­res­to, del­la cond­an­na e del­la cro­ci­fis­sio­ne di Gesù. Gesù annun­cia che uno dei suoi dodi­ci dis­ce­po­li, uno dei suoi com­pa­gni più stret­ti, lo tra­dirà. Segue una con­ver­sa­zio­ne con Pie­tro. Pie­tro assi­cu­ra a Gesù che non lo tra­dirà mai. Ma Gesù lo fre­na. Pre­ve­de che Pie­tro neg­herà di cono­scer­lo tre vol­te pri­ma del mat­ti­no. Se giria­mo una sola pagi­na del­la Bibbia, leg­gi­a­mo che Gesù ha dimostra­to di ave­re ragio­ne. Pie­tro sape­va qua­le sareb­be sta­ta la cosa gius­ta da fare, ma ha fal­li­to. Lo sap­pia­mo dal­la nos­t­ra stes­sa vita. Sap­pia­mo esat­ta­men­te qua­le sareb­be sta­ta la cosa gius­ta da fare, ma fal­lia­mo e non riuscia­mo a super­ar­la. Ogni vol­ta man­chi­amo il ber­saglio e pec­chi­amo. For­se sei come me e a vol­te pen­si di vive­re abbastan­za bene. Stai lon­ta­no dai «gran­di» pec­ca­ti e ti com­por­ti in modo decen­te. Vor­rei fare un pic­co­lo para­go­ne, per­ché cre­do che quan­do si viag­gia nella fede, può suc­ce­de­re che a un cer­to pun­to si con­side­ri il pec­ca­to come una vio­la­zio­ne del­le rego­le e non più come una man­can­za del ber­saglio. Mio mari­to ha gio­ca­to mol­to bene a flo­or­ball in gio­ven­tù. Per mol­ti anni ha gio­ca­to per un club for­te e con gran­di ambi­zio­ni. Per poter gio­ca­re lì, ovvia­men­te non gli basta­va atten­er­si alle rego­le del flo­or­ball. Dove­va par­te­cipa­re alle ses­sio­ni di allena­men­to e lavora­re sul­la sua for­ma fisi­ca anche al di fuo­ri di esse, anche se nes­su­no lo con­troll­a­va. Si eser­ci­ta­va volon­ta­ria­men­te a casa e duran­te gli allena­men­ti dove­va ese­gui­re le eser­ci­ta­zio­ni pre­pa­ra­te dal­l’al­len­ato­re. Duran­te la par­ti­ta, dove­va presta­re atten­zio­ne ai mem­bri del­la sua squa­dra e alle istru­zi­o­ni del­l’al­len­ato­re per poter vin­ce­re le par­ti­te. Lui e i suoi com­pa­gni di squa­dra dove­va­no lavora­re insie­me per segui­re la stra­te­gia che l’al­len­ato­re ave­va sta­bi­li­to in anti­ci­po. Ciò che sem­bra così logi­co nel­lo sport, a vol­te è più dif­fi­ci­le da capi­re nella fede. Si trat­ta di una vita oli­sti­ca secon­do la volon­tà di Dio e non di ader­i­re a deter­mi­na­te rego­le. Ma ora tor­nia­mo alla sto­ria di cui voglio parl­a­re oggi. La pos­sia­mo leg­ge­re in Matteo 26:36–46. Dopo il pas­to pas­qua­le e la già cita­ta con­ver­sa­zio­ne con i suoi dis­ce­po­li, Gesù si reca nel Giar­di­no del Get­se­ma­ni. Lì pren­de in dis­par­te tre dei suoi dis­ce­po­li affin­ché res­ti­no svegli con lui e preghi­no per il tem­po a veni­re. Leg­gi­a­mo dal ver­set­to 39 in poi: Gesù fece qual­che pas­so in più, si pro­strò e pre­gò: «Pad­re mio, se è pos­si­bi­le, allon­ta­na da me ques­to cali­ce e rispar­mi­ami ques­ta sof­fe­ren­za! Non quello che voglio io, ma quello che vuoi tu sia fat­to». Poi tornò dai tre dis­ce­po­li e vide che si erano addor­men­ta­ti. Sve­gliò Pie­tro e lo chi­amò: «Non potres­ti resta­re sve­glio con me per una sola ora? Rima­ni sve­glio e pre­ga, così potrai resis­te­re alle ten­ta­zio­ni». (Matteo 26:39–41a HFA). Gesù si riti­ra poi alt­re due vol­te e pre­ga la stes­sa preg­hie­ra per un tota­le di tre vol­te. Ogni vol­ta tro­va i dis­ce­po­li addor­men­ta­ti. Dopo aver pre­ga­to per la ter­za vol­ta «non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi, sia fat­to», Gesù sve­glia i tre dis­ce­po­li. Segue il tra­di­men­to di Giu­da e Gesù ini­zia il suo cal­va­rio fino alla cro­ce. Gesù non si ritirò a pre­ga­re per­ché pen­sa­va che sareb­be sta­to bel­lo ave­re un po» di tem­po di preg­hie­ra con i suoi amici più cari. Sono con­vin­to che ques­to momen­to di preg­hie­ra sia sta­to essen­zia­le per ciò che accad­de in segui­to. Gesù era pie­na­men­te Dio, ma era anche pie­na­men­te uomo e come tale, pro­prio come ognu­no di noi, fu espos­to alle ten­ta­zio­ni e costret­to a super­ar­le. Il fat­to che Gesù sia rius­ci­to a met­te­re la volon­tà di Dio al di sopra dei pro­pri biso­gni in ogni cosa richie­de­va una sua decis­io­ne pre­ce­den­te. Gesù pre­se ques­ta decis­io­ne in preg­hie­ra quella not­te nel Get­se­ma­ni. Vor­rei rileg­ge­re l’ul­ti­ma par­te del bra­no. Gesù stes­so spie­ga lo sco­po di ques­ta preg­hie­ra. « «Rima­ni sve­glio e pre­ga per poter resis­te­re alle ten­ta­zio­ni» ». (Matteo 26:41a, HFA). Ques­to è il motivo del­la preg­hie­ra di Gesù, così come dov­reb­be esse­re il motivo per i dis­ce­po­li di rima­ne­re svegli e pre­ga­re. In quel­le ore nel giar­di­no in cui Gesù pre­gò pie­no di pau­ra e dispe­ra­zio­ne, pre­se la fer­ma decis­io­ne di arren­der­si a tut­to il dolo­re che sareb­be arri­va­to. Lì, in ginoc­chio, decise di met­te­re la volon­tà di suo Pad­re al di sopra di ogni desi­de­rio uma­no. Gesù non vole­va esse­re umi­li­a­to e giu­s­ti­zia­to nel modo più dolo­ro­so. Nella sua preg­hie­ra affer­ma così chia­ra­men­te che desi­der­ava pro­fon­da­men­te che ci fos­se un alt­ro modo. Anche Gesù, il nos­tro gran­de model­lo di fede, ha dovu­to vin­ce­re. Gesù ha vin­to non per­ché, in quan­to Figlio di Dio, aves­se una for­za sopr­an­na­tu­ra­le per super­a­re le situa­zio­ni dif­fi­ci­li, ma gra­zie alla sua devo­zio­ne uma­na nella preg­hie­ra. Anche lui dove­va esse­re equi­paggi­a­to con la poten­za di Dio nei momen­ti di preg­hie­ra. Non sap­pia­mo cosa sareb­be suc­ces­so se Pie­tro fos­se rimasto sve­glio a pre­ga­re. Tut­ta­via, se sup­po­nia­mo che Gesù fos­se serio e aves­se ragio­ne nel dire che avreb­be­ro dovu­to pre­ga­re per resis­te­re alle ten­ta­zio­ni, pen­so che la logi­ca con­se­guen­za sareb­be sta­ta che anche Pie­tro avreb­be vin­to e non avreb­be nega­to di cono­sce­re Gesù. Per me ques­to è un prin­ci­pio di dis­ce­po­la­to. Ci sono semp­re ten­ta­zio­ni nella nos­t­ra vita. For­se sai, come me, che ci sono alcu­ne ten­ta­zio­ni a cui cedia­mo di con­ti­nuo. Anche se sap­pia­mo qua­le sareb­be la cosa gius­ta da fare e anche se desi­de­ria­mo tan­to super­a­re ques­ta ten­ta­zio­ne una vol­ta per tut­te. Dis­ce­po­la­to signi­fi­ca anche super­a­re ques­te ten­ta­zio­ni e vive­re una vita semp­re più san­ta. Tut­ta­via, non super­e­re­mo la situa­zio­ne in sé. Il super­a­men­to avvie­ne attra­ver­so la decis­io­ne in preg­hie­ra di met­te­re la volon­tà di Dio al di sopra del­la nos­t­ra volon­tà in ques­te aree del­la vita. Non vin­cerai la ten­ta­zio­ne di anda­re a let­to con il tuo part­ner pri­ma del matri­mo­nio se sie­te a casa da soli e sta­te guar­dan­do un bel film insie­me. Non vin­cerai la ten­ta­zio­ne di parl­a­re male degli altri quan­do qual­cu­no ver­rà da te e par­lerà male di qual­cun alt­ro. O anche in modo mol­to più sot­ti­le: Non superi la ten­ta­zio­ne di con­fi­da­re solo nel­le tue capa­ci­tà, nel­le tue prov­vis­te e nel­le tue abili­tà alla fine del mese, quan­do guar­di il tuo sal­do ban­ca­rio e pen­si a cosa vuoi fare del tuo tem­po e del tuo den­a­ro. Qualun­que sia la ten­ta­zio­ne nella tua vita, la superi nella preghiera.

Non con le nostre forze

Infat­ti, quan­do ini­zia­mo a otte­ne­re ques­te vitto­rie in preg­hie­ra, rico­no­scia­mo che non pos­sia­mo vin­ce­re con le nost­re for­ze. Ti ho ten­uto nas­cos­ta la secon­da par­te del ver­set­to 41 fino ad ora. Dice: «Res­ta sve­glio e pre­ga per poter resis­te­re alle ten­ta­zio­ni. So che vuoi il meglio, ma non puoi otten­er­lo con le tue for­ze»..» (Matteo 26:41b, HFA). Soprat­tut­to se dici di non esse­re il tipo di per­so­na che pre­ga per ore e ore. Se pen­si che non sia di tuo gra­di­men­to tras­cor­re­re 15 minu­ti in un pic­co­lo grup­po in silen­zio davan­ti a Dio. Se dici di esse­re più un ado­ra­to­re, un pra­ti­can­te o un dona­to­re. Se tro­vi incre­di­bilm­en­te dif­fi­ci­le dare spa­zio al tuo tem­po di silen­zio nella vita di tut­ti i gior­ni, è pro­prio in ques­to caso che cre­do che Gesù ti stia par­lan­do con tan­to amo­re ques­ta mat­ti­na: «So che vuoi il meglio, ma non puoi far­lo con le tue for­ze». Non è lui che ha biso­g­no del­la tua preg­hie­ra, sei tu che ne hai biso­g­no. Mi dis­pia­ce mol­to dover­lo dire così chia­ra­men­te: la preg­hie­ra non ha come sco­po prin­ci­pa­le la tua edi­fi­ca­zio­ne. Non si trat­ta nem­meno di sape­re se ti pia­ce immensa­men­te o se ti dà qual­co­sa. La preg­hie­ra con­sis­te nel rico­no­sce­re che non puoi far­ce­la da solo. Si trat­ta di con­fes­sa­re che Dio è in gra­do di fare nella tua vita più di quan­to tu pos­sa mai fare da solo. San Fran­ces­co di Sales dice­va: «Pren­di­ti mez­z’o­ra al gior­no per la preg­hie­ra, a meno che tu non abbia mol­to da fare, all­o­ra pren­di­ti un’o­ra». Dio può cam­bia­re la tua vita attra­ver­so mez­z’o­ra di ones­ta preg­hie­ra più di quan­to tu pos­sa fare da solo con tut­ti i tuoi sfor­zi. Se per­si­no Gesù ave­va biso­g­no di att­rez­zar­si in preg­hie­ra, quan­to più ne abbia­mo biso­g­no noi? Gesù avreb­be potu­to tran­quil­la­men­te dire che avreb­be dovu­to dorm­ire per affronta­re quel­le ore este­nu­an­ti, ma a quan­to pare sape­va che Dio è in gra­do di dare più for­za di qual­che ora di son­no. Può anche cos­t­ar­ci qual­co­sa ingi­noc­chiar­ci e pre­ga­re con deter­mi­na­zio­ne. Ma ciò che ci aspet­ta in cam­bio è pura liber­tà. La liber­tà dal pec­ca­to e la liber­tà di sape­re che il cam­bia­men­to, il super­a­men­to, non vie­ne dal­la nos­t­ra for­za. È la poten­za di Dio che ope­ra in noi attra­ver­so la preg­hie­ra pri­ma di ope­ra­re attra­ver­so di noi nella ten­ta­zio­ne. Voglio pren­de­re l’a­bi­tu­di­ne di non auto­cond­an­n­ar­mi quan­do cado di nuo­vo e cedo alla ten­ta­zio­ne, per­ché Dio non mi cond­an­na nem­meno per ques­to. Piut­tosto, voglio met­ter­mi in ginoc­chio e lot­ta­re in preg­hie­ra per deci­de­re di segui­re la volon­tà di Dio la prossi­ma vol­ta in quella situa­zio­ne e resis­te­re alla ten­ta­zio­ne. Dopo che Pie­tro ha fal­li­to, dopo che ha nega­to di cono­sce­re Gesù per tre vol­te, Gesù gli vie­ne incon­tro pie­no di gra­zia. Rist­abi­lis­ce l’i­den­ti­tà di Pie­tro e gli dà un nuo­vo inca­ri­co per cos­trui­re la chie­sa di Gesù su di lui come roc­cia. Cre­do che Pie­tro abbia impa­ra­to la lezio­ne. La not­te in cui Gesù fu tra­di­to, non ebbe la for­za di con­fes­sa­re Gesù. Qual­che anno dopo riuscì a super­ar­la. Pie­tro muo­re da mar­ti­re. Rima­ne al fian­co di Gesù e di con­se­guen­za vie­ne giu­s­ti­zia­to. So che non sem­bra pro­prio una cosa aus­pi­ca­bi­le, ma sono sicu­ro che il gua­d­a­g­no che ne tras­se fu supe­rio­re al dolo­re che dovet­te subire.

Confidati con qualcuno

Pen­so che la sce­na del Giar­di­no del Get­se­ma­ni e gli even­ti che la cir­cond­a­no riveli­no la natu­ra di Dio come Pad­re amo­re­vo­le. Desi­de­ra arden­te­men­te che obbe­dia­mo alla sua volon­tà per­ché vuo­le far emer­ge­re il meglio di noi. Ma sa che non pos­sia­mo far­lo con le nost­re for­ze ed è per ques­to che ci dà gli stru­men­ti neces­sa­ri per far­lo con la sua for­za. E anche se fal­lia­mo anco­ra, Lui ci aspet­ta a brac­cia aper­te e pie­no di gra­zia e ci risol­le­va. Oggi voglio incorag­gi­ar­ti a pre­ga­re duran­te il cul­to, dopo la fun­zio­ne o duran­te la sera­ta del tuo pic­co­lo grup­po. Quan­do Gesù si riti­ra in preg­hie­ra, leg­gi­a­mo quan­to segue:  «Pre­se con sé Pie­tro e i due fig­li di Zebe­deo, Gia­co­mo e Gio­van­ni. Gesù fu sopra­ffat­to dal­la pau­ra e da una pro­fon­da tris­tez­za e dis­se loro: «Sto qua­si per crol­la­re per il peso che devo port­are. Rimane­te qui e veglia­te con me» ». (Matteo 26: 37–38, HFA). Come insegnan­te, lea­der e gran­de model­lo, Gesù si mos­tra ai suoi dis­ce­po­li nella sua stes­sa debo­lez­za e vul­nerabi­li­tà. Così facen­do, dà l’es­em­pio una vol­ta per tut­te che ognu­no di noi, per quan­to for­te pos­sa appa­ri­re all’es­ter­no, è pro­fon­da­men­te biso­gno­so e neces­si­ta del­l’in­ter­ven­to di Dio e del soste­g­no degli altri.

 

Possibili domande per il piccolo gruppo 

Leg­ge­te insie­me il pas­so di Matteo 26, 36–46

  1. C’è qual­co­sa che ti è ven­uto in men­te duran­te il ser­mo­ne o nel tem­po suc­ces­si­vo, un’area del­la vita in cui con­ti­nui a fal­li­re o in cui dis­at­ten­di la volon­tà di Dio o che ti met­te alla pro­va e che vuoi affronta­re in preghiera?
  2. Come vivi il tuo tem­po di preg­hie­ra per­so­na­le? Tro­vi che sia faci­le rima­ne­re in preg­hie­ra? Qua­li sono le sfi­de che incon­tri (e come potres­ti contrastarle)?
  3. Sei gene­ral­men­te sod­dis­fat­to del tuo sti­le di vita e tro­vi dif­fi­ci­le rico­no­sce­re le aree di miglio­ra­men­to o, al con­tra­rio, tro­vi dif­fi­ci­le esse­re gen­ti­le con te stes­so e non spro­fon­da­re nel dubbio?
  4. In qua­li aree del­la tua vita stai cer­can­do di otte­ne­re un cam­bia­men­to attra­ver­so le tue pres­ta­zio­ni e i tuoi sfor­zi inve­ce di con­fi­da­re nella poten­za tras­for­ma­tri­ce di Dio?
  5. Hai qual­cu­no con cui con­fid­ar­ti quan­do sei più debo­le e vulnerabile?