Pasqua – più di un pensiero spirituale

Data: 17 Aprile 2022 | Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Gio­van­ni 20:1–29
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

La Pas­qua signi­fi­ca che Gesù è il vin­ci­to­re del­la mor­te, che è venu­ta come risult­a­to del­la cadu­ta del­l’u­ma­ni­tà nel giar­di­no del­l’E­den. Gesù non è solo spi­ri­tu­al­men­te, ide­al­men­te risor­to, ma anche fisi­ca­men­te, mate­ri­al­men­te. Di con­se­guen­za, la sua reden­zio­ne offer­ta non è solo per l’ani­ma uma­na, ma anche per il cor­po, anzi per tut­ta la crea­zio­ne. Ques­to è il Van­ge­lo mol­to buo­no, che è la ris­pos­ta alla crea­zio­ne mol­to buona.


 

Due set­ti­ma­ne fa ci sia­mo tras­fe­ri­ti nella nos­t­ra nuo­va casa. Abbia­mo sen­ti­to che la gen­te di Seon ha com­men­ta­to che sono stu­pi­ti di ciò che ques­ta casa è diven­ta­ta. Pri­ma del­la rist­rut­tu­ra­zio­ne, era una casa di 35 anni. È chia­ro che le devas­ta­zio­ni del­l’e­tà han­no pre­so il loro pedag­gio. Oggi è mol­to più lumi­no­so, più moder­no e più spa­zio­so. Se si guar­da un po» più da vici­no, però, si sco­pro­no vec­chie trac­ce. Per esem­pio, sul sof­fit­to si può vede­re il cor­so del vec­chio muro tra la cuci­na e il sog­gior­no. Ques­te trac­ce ci rac­con­ta­no la sto­ria del­la casa. Qual­co­sa di simi­le è suc­ces­so al cor­po di Gesù alla risurre­zio­ne. Anche lui por­ta­va trac­ce del­la vita precedente.

Non ci sono tes­ti­mo­ni ocu­la­ri del­la resurre­zio­ne di Gesù, ma ci sono cen­ti­na­ia di per­so­ne che han­no vis­to il Cris­to risor­to, lo han­no toc­ca­to o han­no man­gi­a­to con lui. Dal­l’i­ni­zio, il mess­ag­gio era che Gesù era risor­to cor­por­al­men­te. Fin dal­l’i­ni­zio, però, c’er­ano anche dub­bi sul­la resurre­zio­ne. Anco­ra oggi è inim­ma­gi­na­bi­le e stra­no per mol­te per­so­ne che Gesù sia dav­vero tor­na­to dai mor­ti con il suo corpo.

Più presto che tardi

Il Cre­do degli Apos­to­li affer­ma «Risor­to dai mor­ti il ter­zo gior­no.«Nel rac­con­to di Gio­van­ni, impa­ria­mo una deter­mi­na­zio­ne più pre­cisa del tem­po: «All’i­ni­zio del pri­mo gior­no del­la set­ti­ma­na, ment­re era anco­ra buio, Maria Mad­da­le­na ven­ne al sepol­cro e tro­vò la pie­tra roto­la­ta via dal­l’in­gresso» (Gio­van­ni 20:1 NLB; cfr. Mar­co 16:2). La resurre­zio­ne di Gesù è avve­nu­ta all’i­ni­zio di ques­to ter­zo gior­no. Gesù non lascia che la mor­te lo trat­ten­ga più a lungo di quan­to sia asso­lu­t­amen­te neces­sa­rio. Il più pres­to pos­si­bi­le, tor­na in vita. A cau­sa del­le pro­fe­zie che lo guid­a­no, la resurre­zio­ne non pote­va avve­ni­re pri­ma del ter­zo gior­no. Inolt­re, ques­to era un peri­odo di tem­po rea­li­sti­co che nes­sun uomo pote­va affer­ma­re che Gesù non fos­se affat­to mor­to. Per Gesù, la vita è così pre­zio­sa che non vuo­le rin­un­cia­re a un momen­to di essa.

La resurre­zio­ne di Gesù por­ta avan­ti quella stes­sa qua­li­tà di vita che l’uo­mo ha per­so alla cadu­ta in Gene­si 3. È la vita impe­ri­tu­ra, eter­na, ricon­ci­lia­ta con Dio, con se stes­si, con i pro­pri simi­li, con l’al­t­ro ses­so, con la crea­zio­ne, ecc. È la vita abbond­an­te che Ebrei descri­ve con la paro­la Shalom parafrasi.

La Pas­qua signi­fi­ca che Gesù è il vin­ci­to­re del­la mor­te, che è venu­ta come con­se­guen­za del­la cadu­ta del­l’u­ma­ni­tà nel giar­di­no del­l’E­den. «[…] La mor­te è sta­ta inghiot­ti­ta dal­la vitto­ria. Mor­te, dov’è la tua vitto­ria? Mor­te, dov’è il tuo pung­igli­o­ne?» (1Corinzi 15:54f NLB). Chi accet­ta ques­ta vita di risurre­zio­ne di Gesù rice­ve subi­to shalom e più tar­di anche un cor­po impe­ri­turo, cele­s­te (v.54a). Chi si fida di Gesù Cris­to ha la vita eter­na! Dove non c’è Cris­to con la sua vita, non c’è nem­meno la vita nell’eternità.

Con pelle e capelli

Alcu­ne per­so­ne cre­do­no che non sia importan­te se Gesù sia risor­to fisi­ca­men­te. Essi sos­ten­go­no che il cor­po di Gesù si è decom­pos­to nella tom­ba e solo il suo nucleo per­so­na­le è sta­to rapi­to alla pre­sen­za di Dio. È mol­to rile­van­te che Gesù sia risor­to cor­por­al­men­te. «Ma se Cris­to non è risor­to, all­o­ra la tua fede è inu­tile e sei anco­ra imp­ri­gio­na­to nei tuoi pec­ca­ti.» (1 Corin­zi 15:17 NLB).

Dopo la sua resurre­zio­ne, Gesù appa­re del tut­to inas­pett­a­ta­men­te nella cer­chia dei suoi amici. Gesù, come vin­ci­to­re del­la mor­te, lo spin­ge di nuo­vo nella vita con­cre­ta­men­te e mol­to rapi­da­men­te per­ché ci sono per­so­ne che han­no biso­g­no del­la sua vicinan­za e del suo incorag­gi­a­men­to in modo spe­cia­le. I suoi dis­ce­po­li erano pie­no di dub­bi, pani­co e man­can­za di spe­ran­za. Ave­va­no man­da­to in mal­ora la loro vita. Per peg­giora­re le cose, non si erano coper­ti di glo­ria nella sto­ria pas­sa­ta, ma ave­va­no com­ple­ta­men­te delu­so il loro maes­tro. Tu si sen­ti­va col­pe­vo­le.

In una tale situa­zio­ne, una per­so­na ha biso­g­no del con­for­to cor­po­ra­le, del­l’in­corag­gi­a­men­to e del per­do­no del­la per­so­na che è il ful­cro di tut­ta la situa­zio­ne. Una sem­pli­ce idea spi­ri­tua­le non è suf­fi­ci­en­te! L’in­con­tro fisi­co con Gesù Cris­to si tras­for­ma nel grup­po di dis­ce­po­li timo­ro­si e sen­za spe­ran­za che poco dopo si alza­no e pre­di­ca­no il Cris­to cro­ci­fis­so e risor­to con­tro ogni resis­ten­za. Per ques­to mess­ag­gio sono pron­ti a dare la vita.

Quan­do ci tro­via­mo in situa­zio­ni sen­za spe­ran­za, dispe­ra­te e in pre­da al pani­co, Cris­to vuo­le incon­trar­ci anche nella car­ne come il Risor­to e non solo nel­l’im­ma­gi­na­zio­ne, non sem­pli­ce­men­te meta­fi­si­ca­men­te inim­ma­gi­na­bi­le, ma mol­to concretamente.

Facen­do ques­to, Gesù pro­nun­cia quat­tro paro­le memo­ra­bi­li: «La pace sia con voi» (Gio­van­ni 20:19 NLB). Una set­ti­ma­na dopo con­fer­ma ques­te paro­le (v. 26). Gesù non ha por­tato la pace in modo gene­ra­le e dif­fu­so, ma in un modo mol­to tan­gi­bi­le, mol­to con­cre­to, fisi­ca­men­te tan­gi­bi­le e com­pren­si­bi­le. In suo­no ori­gi­na­le: Shalom ale­chem! Shalom – Ecco di nuo­vo ques­to con­cet­to del­l’E­den. Attra­ver­so la sua risurre­zio­ne, Gesù met­te il Shalom dal­la sto­ria del­la crea­zio­ne. «Per mez­zo di lui (Gesù) egli (Dio) ha ricon­ci­li­a­to a sé tut­te le cose. Attra­ver­so il suo san­gue sul­la cro­ce, ha fat­to pace con tut­to ciò che è in cie­lo e in ter­ra. In ques­to sie­te inclu­si anche voi, anche se pri­ma erava­te così lon­ta­ni da Dio.» (Colos­se­si 1:20f NLB). Mol­ti cris­tia­ni cre­do­no che Gesù abbia ricon­ci­li­a­to le per­so­ne con Dio attra­ver­so la sua mor­te e risurre­zio­ne. È vero, anche noi sia­mo inclu­si. L’ef­fet­to del­la resurre­zio­ne, tut­ta­via, è mol­to più gigan­tes­co! Nien­te meno che lo shalom di tut­ta la crea­zio­ne sarà restau­ra­to. Tut­ti i livel­li di rela­zio­ne dis­trut­ti posso­no diven­ta­re nuo­vi. Diet­rich Bon­hoef­fer: «Nella resurre­zio­ne rico­no­scia­mo che Dio non ha abban­do­na­to la ter­ra ma l’ha boni­fi­ca­ta.»

I filoso­fi del­l’an­ti­chi­tà sepa­ra­va­no la real­tà in mate­ria­le infe­rio­re e spi­ri­tua­le supe­rio­re. Per Pla­to­ne, la sal­vez­za signi­fi­ca­va abban­do­na­re il fisi­co e vive­re inter­amen­te nel­lo spi­ri­to. Per lui, il mon­do del­le idee spi­ri­tua­li è la cosa rea­le, il cor­po solo la pri­gio­ne da super­a­re. Ques­ta visio­ne del mon­do «mate­ria-è-fat­ta» model­la anco­ra oggi il pen­sie­ro cris­tia­no. È diven­ta­to il ter­re­no di col­tu­ra di una mals­a­na spi­ri­tua­li­tà di pass­ag­gio. Non ci si aspet­ta più una nuo­va crea­zio­ne, ma ci si con­cen­tra sul Rapi­men­to come una libe­ra­zio­ne reden­tri­ce da tut­to ciò che è cor­po­reo-ter­re­no. Colo­ro che cre­do­no in ques­to modo non si preoc­cu­p­a­no del futu­ro del­la crea­zio­ne. «Lascia sta­re. Più velo­ce­men­te pas­sa la ter­ra, meglio è!«La spe­ran­za cris­tia­na per il futu­ro non è un’e­li­mi­na­zio­ne spi­ri­tua­le. Al con­tra­rio: i cris­tia­ni sper­ano e pre­ga­no che Dio Ven­ga il reg­no, come in cie­lo così in ter­ra.

La reden­zio­ne di Gesù non è una dis­so­lu­zi­o­ne del cor­po in una meta­fi­si­ca spi­ri­tua­le, ma un ritor­no del­la mate­ria nella real­tà ricon­ci­lia­ta di Dio. Ques­ta è la base per pen­sare all’am­bi­en­te e alla giu­s­ti­zia in ques­to mon­do nel cor­so Just People.

Il vecchio diventa nuovo

Dopo la sua resurre­zio­ne, Gesù può cammi­na­re attra­ver­so i muri con il suo cor­po. Improv­vi­sa­men­te era lì in pie­di. Altrett­an­to improv­vi­sa­men­te, è scom­par­so. Ment­re Maria Mad­da­le­na pian­ge e guar­da la tom­ba vuo­ta, si gira e vede una figu­ra. È Gesù, ma lei pen­sa che sia il giar­di­nie­re (Gio­van­ni 20:15). Un’al­tra vol­ta, Gesù si unis­ce a due dis­ce­po­li sul­la stra­da per Emma­us. Non si ren­do­no con­to che è Gesù. Solo quan­do spez­za il pane a Emma­us lo rico­no­sco­no. Ma poi se n’è già anda­to di nuo­vo. Non è del tut­to rico­no­sci­bi­le, eppu­re è lo stesso.

Quan­do Gesù ha pro­mes­so lo shalom al suo popo­lo, dice: «E dopo ques­te paro­le mostrò loro le sue mani e il suo fian­co. La gioia riempì i dis­ce­po­li quan­do vide­ro il loro Signo­re» (Gio­van­ni 20:20 NLB). Gesù por­ta anche le feri­te del­la cro­ci­fis­sio­ne sul suo cor­po di risor­to. Tom­ma­so fa del toc­ca­re le feri­te una con­di­zio­ne per cre­de­re nel Cris­to risor­to. A cau­sa di ques­to toc­co, cade davan­ti a Lui e gri­da: «Mio Signo­re e mio Dio!» (Gio­van­ni 20:28 NLB).

La nuo­va vita di risurre­zio­ne non è la rot­tu­ra di ciò che è sta­to pri­ma, ma ha un rif­e­ri­men­to indie­tro e una con­ti­nu­a­zio­ne di ele­men­ti mol­to importan­ti di ciò che era suc­ces­so pri­ma. Il vec­chio si tras­for­ma in nuo­vo – come la nos­t­ra casa in Mos­te­rei­weg. Per Gesù, il suo cor­po ter­re­no non era un cos­tu­me che indos­sa­va per il tem­po sul­la ter­ra ed era poi feli­ce quan­do pote­va final­men­te liber­ar­sene. Con ques­to, Gesù, come risor­to, affer­ma la sua pre­ce­den­te fisi­ci­tà. Non solo la nos­t­ra ani­ma, ma anche il nos­tro cor­po è importan­te. I pri­mi teo­lo­gi dice­va­no: «Ciò che non è sta­to accett­a­to non sarà ris­cat­ta­to.» Chi rifi­u­ta la sua fisi­ci­tà come esse­re uma­no non può aspet­tar­si che tut­to l’es­se­re uma­no con il suo cor­po pos­sa anche esse­re reden­to.

È come la nos­t­ra casa: seb­be­ne sia nuo­va, por­ta anco­ra le trac­ce del pas­sa­to. Alcu­ni cris­tia­ni fan­no rif­e­ri­men­to a 2 Corin­zi 5:17: «Se uno è in Cris­to, è una nuo­va crea­tu­ra; le cose vec­chie sono pas­sa­te, ecco, ne sono nate di nuo­ve«LUT». E poi pens­a­no che per le per­so­ne che cre­do­no ver­a­men­te in Gesù, la malat­tia, i cat­ti­vi pen­sie­ri, la depres­sio­ne o la pover­tà non con­ta­no più. Vivia­mo nella nuo­va vita e tut­to è nuo­vo. Cris­to dimos­tra con il suo stes­so cor­po che ques­to non è vero. Ci sono le stig­ma­te, ma non caus­a­no più dolo­re, ma sono i seg­ni del­la sua vittoria.

For­se anche noi por­ti­amo feri­te che sono anco­ra lì. Eppu­re han­no per­so il loro pote­re oppres­si­vo e schi­ac­ci­an­te nella vita. Sono seg­ni di vitto­ria per­ché ci rif­e­ria­mo alla risurre­zio­ne cor­po­ra­le. Cro­ce e resurre­zio­ne, il tran­si­to­rio e l’im­pe­ri­turo si appar­ten­go­no per noi. Pro­prio come Gesù nel suo nuo­vo cor­po era ugual­men­te cele­s­te-rin­no­va­to e visi­bilm­en­te seg­na­to da cica­tri­ci, così anche la nuo­va crea­zio­ne del mon­do è da pen­sare: rin­no­vata con l’in­clu­sio­ne di tut­to ciò che è ven­uto pri­ma. Ques­ta cono­scen­za ci pone in una gran­de responsa­bi­li­tà ver­so la crea­zio­ne di Dio.

 

Infi­ne, tras­met­to lo stes­so con­siglio che Pao­lo diede alla sua pro­le Timo­teo: «Pen­sa­te a Gesù Cris­to, che come uomo pro­ve­ni­va dal­la stir­pe di Davi­de ed è risor­to dai mor­ti. Ques­to è il mess­ag­gio che pred­ico» (2 Timo­teo 2:8 NLB). Cris­to è risor­to cor­por­al­men­te, è ver­a­men­te risorto!

 

 

Domande per i piccoli gruppi

Leg­gi il tes­to del­la Bibbia: Gio­van­ni 20:1–29

  1. Che dif­fe­ren­za c’è se Gesù è risor­to cor­por­al­men­te o solo imma­te­ri­al­men­te in spirito?
  2. Per­ché si è alz­a­to pres­to la mattina?
  3. Cosa com­pren­de la ricon­ci­lia­zio­ne crea­ta dal­la mor­te e risurre­zio­ne di Gesù?
  4. Cosa appar­tiene alla sfera di responsa­bi­li­tà di noi uomi­ni nella nuo­va creazione?
  5. Gesù era ugual­men­te cele­s­te rin­no­va­to nel suo nuo­vo cor­po e visi­bilm­en­te seg­na­to da cica­tri­ci. Cosa potreb­be signi­fi­ca­re ques­to per noi stes­si e per la nuo­va creazione?