Successione: lasciar andare il passato

Data: 17 mar­zo 2024 Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: 1 Re 19:19–21; Luca 9:57–62
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Quan­do Eli­seo fu chi­ama­to a suc­ce­de­re a Elia, sacri­ficò il suo bes­tiame e le squad­re che for­ni­va­no il red­di­to per la sua «vec­chia vita». Abbat­té il pon­te die­tro di sé e guar­dò avan­ti. Qual­che cen­ti­naio di anni dopo, Gesù avreb­be descritto ques­to stes­so com­por­ta­men­to come con­di­zio­ne per segui­re Gesù.


Eli­sa sta aran­do con dodi­ci col­pi. L’arat­ro leg­ge­ro vie­ne gui­da­to con una sola mano. Ques­ta mano, di soli­to la sinis­tra, deve con­tem­po­ra­nea­men­te rego­la­re la posi­zio­ne ver­ti­cale, la pro­fon­di­tà con la pres­sio­ne e sol­le­var­lo dal­le roc­ce e dai sas­si che si tro­va­no sul per­cor­so. Eli­sa ha biso­g­no del­l’al­tra mano per gui­da­re il bes­tiame con il bas­tone lungo cir­ca 2 metri, dota­to di una pun­ta di fer­ro. Allo stes­so tem­po, deve tene­re d’oc­chio il sol­co, guar­dan­do tra gli ani­ma­li. Quan­do Eli­sa si guar­da intor­no, il nuo­vo sol­co diven­ta stor­to. Nel bel mez­zo di ques­ta atten­zio­ne, il gran­de pro­fe­ta Elia arri­va e gli get­ta addos­so il suo man­tel­lo, chi­aman­do Eli­seo dal mez­zo del­la sua vita pro­fes­sio­na­le per esse­re il suo suc­ces­so­re come pro­fe­ta di Israe­le. «Egli lasciò i buoi e cor­se die­tro a Elia, dicen­do: «Lascia­mi bacia­re mio pad­re e mia mad­re e ti seguirò». Ed egli gli dis­se: «Tor­na indie­tro! Con­side­ra ciò che ti ho fat­to!»(1 Re 19:20 LUT). Eli­seo sacri­ficò una squa­dra dei suoi buoi. Poi arros­tì la car­ne sul fuo­co dei gioghi e orga­niz­zò un ban­chet­to d’addio.

Gesù farà rif­e­ri­men­to a ques­ta sto­ria cir­ca 900 anni dopo quan­do dirà: «Chi­unque met­ta mano all’arat­ro e poi si guar­di indie­tro non è adat­to al reg­no di Dio.»(Luca 9:62 NLB).

Mettere mano all’aratro

Met­te­re mano all’arat­ro è un’im­ma­gi­ne del momen­to in cui una per­so­na vie­ne chi­ama­ta da Dio a segui­re Gesù. Pri­ma di ini­zia­re una rela­zio­ne con Gesù, c’è semp­re la chi­ama­ta del Pad­re Cele­s­te (Gio­van­ni 17:24; Matteo 11:27). Tut­ta­via, quan­do una per­so­na rispon­de a ques­ta chi­ama­ta, spe­ri­men­ta il migli­or tras­fe­ri­men­to pos­si­bi­le. «Per­ché ci ha sal­va­ti dal pote­re del­le ten­eb­re e ci ha tras­fe­ri­ti nel reg­no del suo ama­to Figlio. Dio ha com­pra­to la nos­t­ra liber­tà con il suo san­gue e ci ha per­do­na­to tut­ti i nos­tri debi­ti» (Colos­se­si 1:13f NLB).

Chi met­te mano all’arat­ro sta espri­men­do che sta per ini­zia­re a lavora­re. Il fat­to è che segui­re Gesù può signi­fi­ca­re un lavoro fati­co­so. Ma – e ques­to è asso­lu­t­amen­te cru­cia­le – il fon­da­men­to nella Reg­no del figlio pre­di­let­to è un alt­ro. La cul­tu­ra di ques­to reg­no è l’a­mo­re. Ecco per­ché Gesù pre­ga: «Ho rivela­to loro il tuo nome e con­tin­uerò a rive­lar­lo. Lo fac­cio per­ché il tuo amo­re per me riman­ga in loro e io in loro».»(Gio­van­ni 17:26 NLB). Chi­unque met­ta mano all’arat­ro vie­ne coin­vol­to nella rela­zio­ne d’a­mo­re tra Gesù e suo Pad­re. Ques­to amo­re divi­no incon­di­zio­na­to è ora la base del dis­ce­po­la­to e di tut­to il lavoro.

Mar­tin Lloyd Jones (1899–1981) è sta­to un importan­te pre­di­ca­to­re di Lon­dra. Fu mes­so da par­te da una gra­ve malat­tia. La gen­te gli chie­se se non gli des­se fas­tidio esse­re mes­so da par­te in quel modo. Lui li guar­dò e dis­se: «Non ralle­gra­te­vi se gli spi­ri­ti mali­g­ni vi obbe­dis­co­no, ma ralle­gra­te­vi per­ché i vos­tri nomi sono scrit­ti nei cie­li».»(Luca 10:20 NLB).

Nel­l’An­ti­co Pat­to, quan­do il som­mo sacer­do­te ent­ra­va nel San­to dei San­ti una vol­ta all’an­no, por­ta­va due piet­re pre­zio­se incas­to­na­te nel­l’o­ro sul­le spal­le del suo grem­biu­le, sul­le qua­li erano incisi i nomi del­le dodi­ci tri­bù di Israe­le (Esodo 28). Il Nuo­vo Tes­ta­men­to pre­sen­ta Gesù come il som­mo sacer­do­te che sta davan­ti al tro­no di Dio. Non appe­na una per­so­na met­te mano all’arat­ro, il suo nome vie­ne inciso sul cuo­re di Gesù Cris­to e por­tato davan­ti a Dio. Quan­do il Pad­re guar­da ques­to nome, vede una bel­lez­za asso­lu­ta. Gli occhi del­l’u­ni­ca per­so­na la cui opi­ni­one con­ta in tut­to l’uni­ver­so ti tro­ver­an­no più pre­zio­so di tut­ti i gioiel­li del­la nos­t­ra ter­ra.. Il Deu­te­ro­no­mio 7 descri­ve che Dio non scel­se il popo­lo d’Is­rae­le per­ché era gran­de o importan­te, «.ma per­ché ti ama […]»(Deu­te­ro­no­mio 7:8 NLB). Il motivo del­la chi­ama­ta di Dio è l’a­mo­re. Dio ti ama per­ché ti ama.

Su ques­ta piat­ta­for­ma, i nos­tri cuo­ri sono incorag­gia­ti a ricam­bia­re ques­to amo­re. Non c’è nien­te di più bel­lo, nien­te di più reden­to­re che esse­re sem­pli­ce­men­te inna­mo­ra­ti del nos­tro Sal­va­to­re. È la fine di ogni mora­lis­mo e la ram­pa di lan­cio ver­so un dis­ce­po­la­to carat­te­riz­za­to dal­la gra­zia di Dio. Pri­ma che Gesù affron­ti Pie­tro con le paro­le «Segu­i­mi!», Egli ha fat­to in modo che ciò avven­ga sul­la base del­l’a­mo­re. Vuoi cre­sce­re di più in ques­ta rela­zio­ne d’a­mo­re? Con­cen­tra­ti sul­l’a­mo­re di Dio per noi esse­ri uma­ni fin­ché il tuo cuo­re, la tua ani­ma e la tua men­te non saran­no tra­boc­can­ti di amo­re. «Voglia­mo ama­re per­ché lui ci ha ama­ti per pri­mo»(1 Gio­van­ni 4:19 NLB).

Non guardare indietro

«Chi­unque met­ta mano all’arat­ro e poi si guar­di indie­tro non è adat­to al reg­no di Dio.»(Luca 9:62 NLB). Ques­ta frase è sta­ta pre­ce­du­ta da un epi­so­dio che ci ricorda mol­to la sto­ria di Eli­seo. Gesù sfi­dò un uomo a seguir­lo. La ris­pos­ta: «Sì, Signo­re, voglio veni­re con te, ma pri­ma lascia­mi dire addio alla mia fami­glia.»(Luca 9:61 NLB). Ciò che Elia per­mi­se, Gesù non lo per­met­te. Non c’è nes­sun «pri­mo» che pos­sa veni­re pri­ma di Gesù. O Gesù ha il «pri­mo» per sé o non c’è alcun discepolato.

Per­ché Gesù «sape­va come si pre­sen­ta real­men­te all’in­ter­no del­le per­so­ne»(Gio­van­ni 2:24 NLB), rifi­utò di per­met­te­re all’uo­mo di tornare a casa per un salu­to. For­se Gesù sape­va che quel­l’uo­mo non sareb­be tor­na­to. Elia ricor­dò a Eli­seo: «Con­side­ra ciò che ti ho fat­to.«In alt­re paro­le, lo esor­tò a tene­re la sua voca­zio­ne davan­ti agli occhi e a seguir­la. Eli­sa ha quin­di bru­cia­to i pon­ti con la sua vita pre­ce­den­te. Sacri­ficò il suo bes­tiame, arros­tì la car­ne sui gioghi arden­ti e orga­niz­zò una cena d’ad­dio. Ques­to ritua­le lo ha aiuta­to a lasciar­si anda­re com­ple­ta­men­te e a non guar­dar­si indie­tro..

Come segu­aci di Gesù, sia­mo altrett­an­to sfi­da­ti a bru­cia­re i pon­ti con il pas­sa­to. Nien­te ci ost­aco­le­rà, Gesù».con tut­to il tuo cuo­re, con tut­ta la tua ani­ma e con tut­ti i tuoi pen­sie­ri»(Matteo 22:37 NLB) e di seguir­lo. For­se il divie­to di dire addio suo­na come anti-fami­lia­re. Ma non è così. Per­ché quan­do qual­cu­no segue Gesù sen­za com­pro­mes­si, le per­so­ne più vici­ne ne trag­go­no sicu­ra­men­te i mag­gio­ri benefici.

Un uomo ven­det­te la sua casa all’ac­qui­ren­te a con­di­zio­ne che un sin­go­lo chio­do vici­no alla por­ta d’in­gresso rima­nes­se in suo pos­ses­so. L’ac­qui­ren­te accet­tò e com­prò la casa con l’ec­ce­zio­ne di ques­to chio­do. Pie­no di gioia, si mise como­do nella sua nuo­va casa. Ma un gior­no, al chio­do fu appe­so un vec­chio cap­pel­lo, segui­to poco dopo da un cap­pot­to logo­ro e malan­da­to. Non gli pia­ce­va affat­to. Ma poi­ché il chio­do non era di sua pro­prie­tà, non gli fu per­mes­so di toglie­re gli ogget­ti. Un gior­no, quan­do un ani­ma­le mor­to era appe­so al chio­do, la situa­zio­ne diven­ne trop­po pesan­te per l’uo­mo e se ne andò.

Quan­do qual­cu­no met­te mano all’arat­ro, nella Reg­no del figlio pre­di­let­to vie­ne spost­a­to, tut­ti i pon­ti ver­so il Il pote­re del­l’os­cu­ri­tà esse­re annull­a­to. I chio­di stra­ni posso­no esse­re vec­chi sche­mi nella ges­tio­ne del den­a­ro o del­la dichia­ra­zio­ne dei red­di­ti, nella rela­zio­ne di cop­pia o nella ses­sua­li­tà, modi sgra­de­vo­li di vive­re il pote­re, attac­ca­men­ti al pad­re o alla mad­re, per­do­no, attac­ca­men­ti o ogget­ti occul­ti, ecc..

Recen­te­men­te ho sen­ti­to la sto­ria di una don­na che ha lascia­to la stan­za urlan­do a squar­cia­go­la duran­te un even­to del­la chie­sa. Le con­ver­sa­zio­ni suc­ces­si­ve han­no rivela­to che suo pad­re era coin­vol­to in pra­ti­che occul­te. Si è sco­per­to che la don­na ave­va anco­ra in casa vec­chi ogget­ti del padre.

Fac­cia­mo come Eli­sa e dia­mo un taglio net­to al pas­sa­to. Pos­sia­mo get­ta­re ques­ti chio­di sul­la cro­ce di Gesù e poi segui­re Gesù, sen­za inutili zavor­re. Get­ti­amo via i far­del­li del pas­sa­to e guar­dia­mo al futuro.

Adatto al regno di Dio

Duran­te l’a­ra­tura, l’ag­ri­col­to­re deve guar­da­re avan­ti con cos­tan­za e con­cen­tra­zio­ne in modo che il sol­co sia dritto. Mol­ti sol­chi drit­ti e par­al­le­li sono la base per un buon rac­col­to. Ai segu­aci di Gesù è con­ces­so di col­la­bora­re al reg­no di Dio, di sca­va­re uno o due sol­chi e poi di esse­re tes­ti­mo­ni di come il seme, che è la paro­la di Dio, ger­mog­li e si mol­ti­pli­chi mira­co­lo­sa­men­te..

Chi ha lascia­to anda­re il pro­prio pas­sa­to è in gra­do di guar­da­re avan­ti con con­cen­tra­zio­ne. Pao­lo lo chi­ama «Cer­ca le cose che sono in alto, non le cose che sono sul­la ter­ra» (Colos­se­si 3:2 LUT). La nos­t­ra atten­zio­ne deve esse­re foca­liz­za­ta su Dio e sul­le sue pos­si­bi­li­tà e non sul­la tem­poran­ei­tà ter­re­na. Il gre­co. paro­la per cos­tu­mi può esse­re tra­dot­to come «fis­sa­re la men­te», «pen­sare» o «con­cen­trar­si sul­l’­es­sen­zia­le». Pren­dia­mo quin­di par­te al gran­de pro­get­to «Reg­no di Dio» quan­do con­cen­tria­mo i nos­tri sen­si sul divi­no, è un eser­ci­zio del­la men­te. L’u­ni­co pun­to di rif­e­ri­men­to per un segu­ace è Gesù Cris­to. «[…] Voglia­mo cor­re­re la gara fino alla fine a cui sia­mo desti­na­ti. Lo fac­cia­mo ten­en­do gli occhi fis­si su Gesù, da cui dipen­de la nos­t­ra fede dal­l’i­ni­zio alla fine […]»(Ebrei 12:1f NLB). Ques­ta con­cen­tra­zio­ne inces­san­te su Gesù Cris­to ci ren­de umi­li e corag­gio­si allo stes­so tem­po. Chi è umi­le sa di dipen­de­re da Dio e non da se stes­so. Il corag­gio cre­sce in ques­ta dipendenza.

Segui­re Gesù signi­fi­ca con­cen­trar­si cos­tan­te­men­te su di lui. Come si può fare sen­za che ques­to sia un eser­ci­zio fati­co­so? Il poe­ta ing­le­se Tho­mas Wat­son scris­se: «Il pri­mo frut­to del­l’a­mo­re è pen­sare a Dio. Chi è inna­mo­ra­to si sof­fer­ma semp­re sul­l’al­tra per­so­na. Chi ama Dio è deli­zia­to e rapi­to dal pen­sie­ro di Lui. Il Signo­re è il tesoro e dove c’è il tesoro c’è il cuo­re.»

E anco­ra una vol­ta ci ritro­via­mo con l’a­mo­re. Per svi­luppa­re e man­te­nere uno sti­le di vita di ques­to tipo, è neces­sa­rio un pia­no gene­ra­le. Ques­to include atti­vi­tà rego­la­ri che nut­ro­no il nos­tro esse­re inte­rio­re, come la soli­tu­di­ne, il silen­zio, la preg­hie­ra, il digi­u­no, il ser­vi­zio, lo stu­dio del­la Bibbia, la comu­nio­ne, ecc.

Il Van­ge­lo del­la Bibbia è un invi­to a met­te­re mano all’arat­ro e, inve­ce di guar­da­re indie­tro, a guar­da­re a Gesù. Così facen­do, diven­ti par­te del gran­de pro­get­to del Reg­no di Dio e la tua vita assu­me un signi­fi­ca­to profondo.

 

Possibili domande per il piccolo gruppo 

Leg­gi il tes­to bibli­co: 1 Re 19:19–21; Luca 9:57–62

  1. Cosa inten­de Gesù con «met­te­re mano all’arat­ro»? Cosa signi­fi­ca esse­re tras­fe­ri­ti nel «reg­no del Figlio prediletto»?
  2. Che ruo­lo ha l’a­mo­re nel dis­ce­po­la­to? Come può cre­sce­re il nos­tro amo­re per Gesù?
  3. Dove sono le per­so­ne in per­i­co­lo guar­da­re indie­tro? Dove sono i per­i­co­li nella tua vita pri­vata? Dove il pas­sa­to ti rag­gi­unge di tan­to in tanto?
  4. Dov­rem­mo impegn­ar­ci per otte­ne­re ciò che è al di sopra di noi. Come fun­zio­na in pratica?
  5. Dove Gesù ti ha sfi­da­to per­so­nal­men­te oggi?