Comunicazione e gestione dei conflitti

Data: 18 Aprile 2021 Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Efe­si­ni 4:25–27, Colos­se­si 3:13–14
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Som­ma­rio: Mol­ti cris­tia­ni han­no sen­ti­to cen­ti­na­ia di ser­mo­ni, ma sono stu­pi­ti ed ecci­ta­ti quan­do impa­ra­no mol­to su se stes­si, sul­la buo­na comu­ni­ca­zio­ne e sul­la ges­tio­ne dei con­flit­ti in un semi­na­rio per il per­so­na­le azi­end­a­le. Eppu­re la Bibbia ha mol­to da dire che è adat­to alla vita quo­ti­dia­na. Ques­to ser­mo­ne met­te in rela­zio­ne i tes­ti bibli­ci con gli argo­men­ti menzionati.


Una vol­ta una don­na ave­va spar­so voci sui suoi vici­ni e li ave­va calun­nia­ti. Ques­to ha cau­sa­to mol­ti dan­ni. Mol­to tem­po dopo si pen­tì e chie­se per­do­no al suo vici­no. Lui la per­donò volen­tie­ri, ma le chie­se un favore: «Vai a casa, macel­la un pol­lo e strap­pagli tut­te le piume, anche le più pic­co­le, mett­i­le in un ces­to e poi cammi­na len­ta­men­te per il villag­gio, spar­gen­do un po» di piume ogni tre pas­si. Poi sali sul cam­pa­ni­le del­la chie­sa e ver­sa il res­to da las­sù. All­o­ra tor­na da me!» La don­na fece come le fu det­to. «Bene», dis­se il vici­no gen­tilm­en­te, «ora vai per le stra­de e rac­co­g­li tut­te le piume che sono sta­te spar­se». La don­na era spa­ven­ta­ta e dis­se: «Ma è impos­si­bi­le! Il ven­to li ha spar­si in tut­te le dire­zio­ni». Leg­ge­re come una piuma, le nost­re chi­ac­chie­re si dif­fon­do­no. Quan­ta vicinan­za viven­te e quan­ta vera comu­ni­tà vie­ne dis­trut­ta per­ché par­te­ci­pia­mo ai pet­te­go­lez­zi sug­li altri. Parl­a­re male degli altri fa sem­bra­re che noi stes­si cre­scia­mo. La con­ver­sa­zio­ne è un «pro­ces­so gene­ra­to­re» che può esse­re vivi­fi­can­te o dis­trut­tivo, che può far­ci cre­sce­re o tener­ci pic­co­li. «Chi ama parl­a­re deve sop­port­ar­ne le con­se­guen­ze, per­ché la lin­gua può ucci­de­re o dare la vita» (Pro­ver­bi 18:21 NLB). Spe­ro che nessuna piuma appun­ti­ta ven­ga sof­fi­a­ta nel nos­tro villaggio!

A vol­te le azi­en­de off­ro­no semi­na­ri sul­la comu­ni­ca­zio­ne e la ges­tio­ne dei con­flit­ti. Dopo, la gen­te par­la con entus­i­as­mo dei nuo­vi oriz­zon­ti che si sono aper­ti. Tra loro ci sono per­so­ne che han­no già sen­ti­to cen­ti­na­ia di ser­mo­ni. Nella Bibbia c’è mol­to aiuto rile­van­te e sag­gio per la vita, spe­cial­men­te su ques­to argo­men­to. È nos­tro com­pi­to met­te­re in rela­zio­ne ques­ti tes­ti con la real­tà del­la nos­t­ra vita. Cosa dice la Bibbia sul­le inte­r­azio­ni utili?

Discorso…

«Per­ciò, met­te­te via la fal­si­tà e dite la veri­tà, cias­cu­no con il suo prossi­mo! Per­ché sia­mo mem­bri l’u­no del­l’al­t­ro» (Efe­si­ni 4:25 ELB).

Met­te­te via i fal­si e i men­zo­gne­ri e dite la veri­tà! Signi­fi­ca­to: non ingan­na­re te stes­so e l’al­tra per­so­na. Se le paro­le o il com­por­ta­men­to di qual­cu­no ti han­no feri­to o tur­ba­to, non pass­ar­ci sopra. Non far fin­ta che l’in­te­ra fac­cen­da non ti abbia dato fas­tidio e non met­ter­ci sopra un man­tel­lo d’a­mo­re. Nella mag­gi­or par­te dei casi ques­to non è un man­tel­lo d’a­mo­re, ma piut­tosto un man­tel­lo per evi­t­are i con­flit­ti. Inolt­re, dire la veri­tà signi­fi­ca: Non fare una mon­tagna da un muli­no, non inven­ta­re cose e non inter­pre­ta­re cose che sono sta­te det­te o fat­te in un modo che non è mai suc­ces­so. Ma soprat­tut­to: parl­a­re! Non tene­re le cose imbot­tig­lia­te, non chiuder­ti e non bar­ri­car­ti die­tro un muro di silen­zio e negazione.

Per­ché? Per­ché sia­mo col­le­ga­ti gli uni agli altri come mem­bri di un uni­co cor­po. Ogni fal­si­tà che seguia­mo o dif­fon­dia­mo, ma anche ogni non parl­a­re e «solo anda­re in riti­ra­ta», dann­eg­gia ques­ta con­ne­s­sio­ne. E poi c’è il per­i­co­lo che il dia­vo­lo usi ques­to luo­go sot­ti­le per dis­trug­ge­re la comu­ni­tà. Il mio com­por­ta­men­to ver­so le alt­re per­so­ne si riper­cuo­te su tut­ta la comu­ni­tà. Pur­trop­po, ques­ta com­pren­sio­ne si è per­sa nel cor­so del­l’­in­di­vi­dua­liz­za­zio­ne. Sia­mo mem­bri di un uni­co cor­po e sia­mo lega­ti insie­me nel bene e nel male. Per­tan­to, i pro­ble­mi inter­per­so­na­li non sono solo ques­tio­ni private.

Se voglia­mo pre­ve­ni­re i con­flit­ti, dob­bia­mo inves­ti­re nel­le rela­zio­ni. Quan­do vivia­mo in buo­ne rela­zio­ni sta­bi­li, pos­sia­mo sop­port­are situa­zio­ni di stress e qual­che con­tro­ver­sia tra di noi sen­za che ques­to ci por­ti fuo­ri stra­da. Ecco per­ché Pao­lo non ha solo pre­di­ca­to, ma ha con­di­vi­so la vita. «Vi abbia­mo ama­to così tan­to che non solo vi abbia­mo por­tato la buo­na noti­zia di Dio, ma abbia­mo anche con­di­vi­so le nost­re stesse vite con voi» (1Tessalonicesi 2:8 NLB). Spe­cial­men­te in una chie­sa come la nos­t­ra, è così importan­te sape­re di più l’u­no del­l’al­t­ro olt­re al nome e alla pro­fes­sio­ne. Se sia­mo con­s­ape­vo­li dei crol­li nella nos­t­ra bio­gra­fia, del­lo stress sul lavoro o dei liti­gi nel matri­mo­nio, ci capia­mo meglio e pos­sia­mo clas­si­fi­ca­re il com­por­ta­men­to in modo diverso.

…ancora oggi

Una fine­s­tra tem­po­ra­le per ques­to pro­ces­so di chia­ri­fi­ca­zio­ne è for­ni­ta dirett­amen­te qui: Dov­rem­mo risol­vere le cose il gior­no stes­so: «Non pec­ca­re quan­do sei arrab­bia­to e non lascia­re che il sole tra­mon­ti sul­la tua rab­bia. Non dare al dia­vo­lo l’op­por­tu­ni­tà di otte­ne­re pote­re su di te attra­ver­so la rab­bia!» (Efe­si­ni 4:26f NLB). Non lascia­te bru­cia­re nulla. Più riman­dia­mo il dibat­ti­to, mag­gio­re è il rischio diche ques­to sen­ti­men­to ini­zi­al­men­te neu­tro di rab­bia o fas­tidio ci por­ta ad azio­ni e pen­sie­ri pec­ca­mi­no­si, così che il dia­vo­lo met­ta un pie­de nella por­ta. So da me stes­so che non rispon­de­re spes­so por­ta al mio inter­no per ren­de­re le cose semp­re più. Ciò che l’al­tra per­so­na può aver fat­to scon­side­ra­ta­men­te e sen­za così ha det­to o fat­to al mio, sia­mo volen­tie­ri esat­ta­men­te così inter­pre­ta­to. «Vuo­le che io sia…» «Lui sa esat­ta­men­te…» «L’ha fat­to di nuo­vo, lo sta facen­do appos­ta…«ecc. Dopo ques­ti pen­sie­ri, il dia­vo­lo non solo ha un pie­de nella por­ta, ma si è già mes­so in casa con me.

Un’al­tra por­ta per il dia­vo­lo è parl­a­re con gli altri del­la situa­zio­ne – qual­co­sa da evi­t­are a tut­ti i cos­ti. Il con­flit­to che hai con qual­cun alt­ro è tra te e quella per­so­na. Il ter­zo, il quar­to o anche il quin­to par­ti­to non han­no pos­to in ques­to con­flit­to. Se tut­ta­via coin­vol­gi­a­mo gli altri nella ques­tio­ne, essi saran­no con­ta­gia­ti dal­la vos­tra rab­bia e comin­ceran­no anche a svi­luppa­re avver­sio­ni con­tro la per­so­na in ques­tio­ne. Come un can­cro, ora si for­ma­no metasta­si che col­pis­co­no altri arti, così che tut­to il cor­po si amma­la – mala­to terminale.

La mia espe­ri­en­za dei con­flit­ti nella con­gre­ga­zio­ne: quan­do final­men­te ven­go­no alla luce, spes­so han­no già una sto­ria che va indie­tro di mesi, for­se anche di anni. Spes­so, tut­to è ini­zia­to con un’os­ser­va­zio­ne scon­side­ra­ta o un com­por­ta­men­to scon­side­ra­to. Pre­su­mi­bilm­en­te, il pic­co­lo dis­tur­bo avreb­be potu­to esse­re rime­dia­to abbastan­za facilm­en­te – se uno aves­se già deciso a ques­to pun­to di segui­re il con­siglio del­la Bibbia, di chia­ri­re le cose one­s­ta­men­te e, soprat­tut­to, rapi­da­men­te con la per­so­na inter­es­sa­ta e quin­di di non dare spa­zio al diavolo.

Raccogliere e perdonare

Venia­mo da un’epo­ca – e ques­to è par­ti­co­lar­men­te vero per la gene­ra­zio­ne degli over 70 – in cui la gen­te si ade­gua­va prin­ci­pal­men­te. Era un tem­po di sot­to­mis­sio­ne e obbe­dien­za: ai geni­to­ri, al supe­rio­re, all’in­segnan­te, agli anzia­ni del­la chie­sa o al pas­to­re. Da quel­l’epo­ca deri­va il det­to: «I bam­bi­ni che vogli­o­no qual­co­sa ven­go­no pre­si a cal­ci nel sede­re!«Signi­fi­ca: non hai nien­te da vole­re, ma devi fare quello che ti vie­ne det­to! Biso­gna obbed­ire, sot­to­met­ter­si e sottomettersi.

Nel frat­tem­po, sia­mo sta­ti edu­ca­ti ad esse­re cri­ti­ci e ad ave­re le nost­re opi­ni­oni. Per tut­ti gli svi­lup­pi posi­ti­vi, oggi si ten­de a cade­re da cavallo dal­l’al­tra par­te: la capa­ci­tà di sot­to­met­ter­si e sop­port­are una situa­zio­ne dif­fi­ci­le va ver­so lo zero. Quan­do le cose non ci van­no più bene, quan­do sen­ti­amo che sti­amo andan­do con­tro­cor­ren­te, quan­do le cose non van­no come ave­va­mo imma­gi­na­to, all­o­ra non riuscia­mo a sop­port­ar­lo e scop­pia­mo. Una paro­la di Pao­lo par­la di ques­ta situa­zio­ne: «Sop­por­ta­te­vi a vicen­da e per­do­na­te­vi l’un l’al­t­ro quan­do uno ha del­le lamen­te­le nei con­fron­ti del­l’al­t­ro; come il Signo­re vi ha per­do­na­to, così anche voi! Ma a tut­to ques­to met­te­te l’a­mo­re, che è il legame del­la per­fe­zio­ne!» (Colos­se­si 3:13f ELB).

Sop­por­ta­te­vi a vicen­da! Anche quan­do abbia­mo inves­ti­to nella rela­zio­ne e affron­ta­to il con­flit­to dirett­amen­te, l’al­tra per­so­na non diven­ta improv­vi­sa­men­te una per­so­na diver­sa. Dopo l’ul­ti­mo ser­mo­ne, qual­cu­no mi ha rac­con­ta­to in una con­ver­sa­zio­ne pas­to­ra­le di una rela­zio­ne dif­fi­ci­le e di come è sfi­da­ta a per­do­na­re l’al­tra per­so­na. E poi ha det­to: «Ma è comun­que ugual­men­te pater­na­li­sti­co.«Non pos­sia­mo cam­bia­re l’al­t­ro, rimar­rà lo stes­so stra­no uccel­lo che è semp­re sta­to – e anche noi rimar­re­mo stra­ni uccel­li. Quin­di dov­re­mo veni­re a pat­ti con il fat­to che Dio ha mes­so ques­ta per­so­na con ques­te vedu­te par­ti­co­la­ri e com­por­ta­men­ti impos­si­bi­li nella nos­t­ra vita. In effet­ti, è così: Solo quan­do por­ti­amo con noi anche la capa­ci­tà di sop­port­are e di sot­to­met­ter­ci sia­mo ver­a­men­te capa­ci di fare comunità.

Recen­te­men­te uno dei nos­tri fig­li ha det­to: Il tema Con­di­men­to per l’in­sa­la­ta pro­ba­bilm­en­te vi accom­pa­gnerà per il res­to del­la vos­tra vita. L’an­tef­at­to del­la sto­ria è che mia mog­lie ha l’a­bi­tu­di­ne di dilui­re il con­di­men­to del­l’in­sa­la­ta che com­pra. Per me, il gus­to e la vis­co­si­tà non sono più giu­s­ti. Fino ad ora, ques­to ha por­tato a dis­cus­sio­ni. Ora voglio resis­te­re ;-). Cer­to, ci sono ques­tio­ni più essen­zia­li dove non abbia­mo anco­ra tro­va­to il deno­mi­na­to­re comu­ne anche dopo 29 anni di matrimonio.

Sop­port­are non deri­va da un att­eg­gi­a­men­to di vitti­ma impo­ten­te, ma pre­sup­po­ne una deter­mi­na­zio­ne spi­ri­tua­le. Mi sot­to­met­to. Scel­go atti­va­men­te di sop­port­are ques­to Alt­ro-Alt­ro. Ma pos­sia­mo sop­port­are atti­va­men­te solo se sia­mo dis­pos­ti e capa­ci di per­do­na­re. Con il per­do­no, ci pro­t­eg­gi­a­mo dal­l’­ac­cu­mu­la­re rab­bia e risen­ti­men­to den­tro di noi e alla fine cor­ria­mo come pen­to­le a pres­sio­ne che min­ac­cia­no di esplo­de­re in qual­si­a­si momen­to. A par­te ques­to: Vivia­mo ogni gior­no del fat­to che Gesù ci per­do­na. Riven­dichi­amo cos­tan­te­men­te qual­co­sa che non dob­bia­mo asso­lu­t­amen­te nega­re all’altro.

 

Si dice che qual­cu­no abbia det­to una vol­ta a un sag­gio: «Ascol­ta, ho qual­co­sa di importan­te da dir­ti sul tuo ami­co.» «Aspet­ta un po», il sag­gio lo inter­rup­pe. «Hai già fat­to pas­sa­re quello che vuoi dir­mi attra­ver­so i tre seta­c­ci?» «Qua­li tre seta­c­ci?» «Quin­di ascol­ta­te bene! Il pri­mo seta­c­cio è il seta­c­cio del­la veri­tà. Sei con­vin­to che tut­to quello che vuoi dir­mi sia vero?» «Non ques­to, l’ho sen­ti­to solo da altri.» «Ma all­o­ra deve aver­la fat­ta pas­sa­re attra­ver­so l’al­t­ro seta­c­cio? È il seta­c­cio del­la bon­tà.«L’uo­mo arros­sì e ris­po­se: «Devo con­fes­sa­re di no.» «E hai pen­sa­to al ter­zo seta­c­cio e ti sei chies­to se sareb­be sta­to uti­le parl­ar­mi del mio ami­co?» «Uti­le – in real­tà no!» «Vede­te», il sag­gio dis­se: «Se quello che vuoi dir­mi non è né vero né buo­no né uti­le, all­o­ra è meglio che te lo tieni per te.»

 

 

Possibili domande per i piccoli gruppi

Leg­ge­re il tes­to del­la Bibbia: Efe­si­ni 4:25–27; Colos­se­si 3:13–14

  1. Fino a che pun­to la ges­tio­ne del­le rela­zio­ni può esse­re una pro­fi­las­si del­le crisi?
  2. Dopo ques­to ser­mo­ne, qual è il tuo pia­no d’a­zio­ne per­so­na­le per gesti­re i conflitti?
  3. Ci sono esem­pi in cui sop­por­ti le cose degli altri? Lo fai atti­va­men­te o ti sen­ti una vittima?
  4. Per­ché il per­do­no è asso­lu­t­amen­te par­te del tema Ges­tio­ne dei con­flit­ti (Colos­se­si 3:13)? Cosa suc­ce­de quan­do sop­por­ti­amo ma non perdoniamo?
  5. Parl­a­re è un «pro­ces­so di pro­crea­zio­ne» che può esse­re vivi­fi­can­te o dis­trut­tivo. Come e dove potres­ti esse­re un dis­pen­sa­to­re di vita nella prossi­ma settimana?