Data: 26 Mag­gio 2019 | Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Matteo 18:2–4
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Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Gesù sfi­da i suoi com­pa­gni a pen­tir­si e a diven­ta­re come i bam­bi­ni (Matteo 18:3). Diven­ta­re ver­a­men­te a casa con il Pad­re cele­s­te richie­de una fede infan­ti­le. Qual­cu­no tro­va tale fede quan­do si è lascia­to alle spal­le le fasi pre­ce­den­ti di «fede inge­nua» e «fede complessa».


 

Quat­tro set­ti­ma­ne fa, una don­na qui al ser­vi­zio ha rac­con­ta­to come ha tro­va­to una fede infan­ti­le attra­ver­so gra­vi aff­li­zio­ni. La fede infan­ti­le è un seg­no di matu­ri­tà nella rela­zio­ne con il Pad­re cele­s­te. «All­o­ra Gesù chi­amò a sé un bam­bi­no e lo pose davan­ti a loro. Poi dis­se: vi assi­cu­ro: Se non vi pen­ti­te e non diven­ta­te come i bam­bi­ni, non ent­re­re­te mai nel reg­no dei cie­li. Per­ciò, chi diven­ta pic­co­lo come ques­to bam­bi­no è il più gran­de nel reg­no dei cie­li.» (Matteo 18:2–4).

Recen­te­men­te ho let­to di un pas­to­re evan­ge­li­co chi­ama­to Andre­as che pre­di­ca ser­mo­ni viva­ci ed è un buon pas­to­re. È in ginoc­chio ed è mol­to ris­pett­a­to nella sua con­gre­ga­zio­ne. Ma nes­su­no ha idea di come si sen­ta den­tro. Che è total­men­te dispe­ra­to. Che una ter­ri­bi­le bat­ta­glia infu­ria den­tro di lui e che man­tiene la sua vita quo­ti­dia­na solo con l’al­col. Semp­re così poco che nes­su­no se ne accor­ge, ma così tan­to che non deve pen­sare oltre.

Come si è arri­va­ti a tut­to ques­to? Tut­to è ini­zia­to con una fami­glia feli­ce. Ma quan­do sua figlia Lisa ave­va tre anni, si ammalò di leuce­mia. La sua vita è sta­ta com­ple­ta­men­te stra­vol­ta, è sta­to l’i­ni­zio di un peri­odo di mesi di sof­fe­ren­za – per il bam­bi­no e per i geni­to­ri. Segui­ro­no che­mio­ter­a­pie e un lungo e duro cammi­no. E infat­ti: dopo due anni, la figlia pote­va esse­re con­side­ra­ta gua­ri­ta. A set­te anni ha ini­zia­to la scuo­la e avreb­be dovu­to con­dur­re una vita nor­ma­le. Ma poi la malat­tia è scop­pia­ta di nuo­vo. Nove mesi dopo, i geni­to­ri han­no dovu­to sep­pel­li­re la loro figlia – non ce l’a­ve­va fat­ta. La per­di­ta di un figlio è una feri­ta enor­me che gua­ris­ce solo mol­to len­ta­men­te. Andre­as non vole­va parl­a­re del dolo­re, si è riti­ra­to. Nean­che lui vole­va pre­ga­re – cer­ta­men­te non con sua mog­lie. Ave­va per­so la sua inge­nua fede infan­ti­le. Al bat­te­si­mo, i geni­to­ri a vol­te scel­go­no il ver­set­to del Sal­mo 91:11: «Per­ché egli coman­da ai suoi ange­li di pro­t­eg­ger­ti ovun­que tu vada.«Per lui, ques­ta paro­la suona­va come una pura pre­sa in giro.

Ma poi ci fu una svol­ta decisi­va nella sua vita. Sul­la stra­da per una con­fe­ren­za del­la chie­sa, ha visi­ta­to una chie­sa autostra­da­le in un’area di sos­ta. Non era mai sta­to in una chie­sa autostra­da­le e vole­va veder­la. Ha vis­to le can­de­le, la luce, i qua­dri nel­le fine­st­re. È diven­ta­to mol­to cal­mo. I suoi occhi cad­de­ro su una car­to­li­na: «Colui che sie­de sot­to il ripa­ro del­l’Al­tis­si­mo e che dimo­ra all’om­bra del­l’On­ni­po­ten­te, dice all’E­ter­no: «La mia sicu­rez­za e la mia for­tez­za, il mio Dio nel qua­le spe­ro».»(Lut). E subi­to sape­va da qua­le sal­mo era trat­ta ques­ta cita­zio­ne: il Sal­mo 91! Pre­se la Bibbia e les­se il sal­mo. In lacrime les­se il ver­set­to 10: «Nes­sun male ti col­pirà e nessuna pia­ga si avvici­nerà alla tua casa.»(Lut). «Signo­re, per­ché ci sono ques­te paro­le? Ques­to non è sem­pli­ce­men­te vero!«Non biso­gna­va esse­re com­ple­ta­men­te inge­nui per pre­ga­re così? Sì, quan­do era bam­bi­no, la sua fede era sem­pli­ce e sen­za com­pli­ca­zio­ni. Dio era superuo­mo e nel mon­do c’era solo il bene e il male, bian­co e nero. Ci si pote­va fida­re cie­ca­men­te del­la Bibbia, era la paro­la di Dio – e se era quello che dice­va, all­o­ra era così!

Fu solo da ado­le­s­cen­te che la fede diven­ne com­pli­ca­ta per lui. Mol­to, mol­to più com­pli­ca­to. E nei suoi stu­di di teo­lo­gia è sta­to com­ple­ta­men­te scos­so. E poi: Lisa, la figlia. La sua malat­tia, il suo dolo­re, la sua sof­fe­ren­za e la sua morte.

Si è ricorda­to di un momen­to al capez­za­le di sua figlia. Era sedu­to al suo capez­za­le e non riusci­va a smet­te­re di pian­ge­re. All­o­ra sua figlia gli pre­se la mano, la strin­se e dis­se: «Papà, non devi preoc­cu­p­ar­ti per me. So che Gesù mi tiene in brac­cio. E ci incon­tre­re­mo di nuo­vo in cie­lo!«Sua figlia ave­va quello che lui ave­va per­so: una fede infan­ti­le. Si è sedu­ta sot­to l’om­brel­lo del­l’Al­tis­si­mo, ed è rimas­ta all’om­bra di Dio Onni­po­ten­te nella sua malat­tia. Fu lei che dis­se al Pad­re cele­s­te: «La mia fidu­cia e la mia for­tez­za, il mio Dio in cui spe­ro»!

È sta­to anni fa, ormai. La fede di Andre­as è cam­bia­ta. Cono­sce le preoc­cu­p­a­zio­ni e i biso­gni del­la gen­te e non li igno­ra. Anche le sue stesse feri­te non sono anco­ra com­ple­ta­men­te gua­ri­te, ma in tut­to ques­to e con tut­to ques­to ha impa­ra­to a fidar­si come un bam­bi­no e a rifu­gi­ar­si con Dio.

Fede ingenua

Quan­do comin­cia­mo con Gesù e la fede in lui, la nos­t­ra fede è per lo più inge­nua. Se ci sono pro­ble­mi, bas­ta pre­ga­re: Dio se ne occup­erà. Non si met­te in dis­cus­sio­ne. Il mon­do è sem­pli­ce. La vita è sem­pli­ce. Dice così – all­o­ra sarà così! In mol­ti modi si è inge­nui all’i­ni­zio. Par­li alla gen­te di Gesù e sei sor­pre­so e stu­pi­to che non si con­ver­ta­no subi­to. Dio sen­te, Dio inter­vie­ne! Da bam­bi­no, cre­di che tuo pad­re sap­pia tut­to e pos­sa fare tut­to. Quan­do il vaso cade ment­re si gio­ca e si fran­tu­ma in mil­le pez­zi, si è con­vin­ti al cen­to per cen­to che papà può aggi­u­star­lo. Allo stes­so modo, si è con­vin­ti che il Pad­re cele­s­te può fare tut­to e fa tutto.

La fede in ques­ta fase è come un’e­qua­zio­ne mate­ma­ti­ca che sem­bra esse­re faci­le da risol­vere a pri­ma vis­ta. Ma poi, a poco a poco, sor­go­no doman­de e pro­ble­mi. Cose che non capia­mo. Ho pre­ga­to… Per­ché Dio non è intervenuto?

Fede complessa

Pre­su­mi­bilm­en­te, ques­te fasi devo­no esse­re così: Dal­la fede inge­nua alla fede comp­les­sa. Inge­nuo signi­fi­ca anche igno­ra­re la real­tà. Inge­nuo è qual­cu­no che non pren­de nota dei fat­ti. Qual­cu­no che sem­pli­ce­men­te cammi­na nel mon­do. All­o­ra deve veni­re o: Ini­zia la fede dif­fi­ci­le e comp­les­sa. Ques­to acca­de spes­so intor­no al momen­to del­la matu­ri­tà reli­gio­sa all’e­tà di 16 anni. Lì, sfi­dia­mo i gio­va­ni a tro­va­re una fede indi­pen­den­te e matu­ra. Ora si dice: «Non si può vede­re così sem­pli­ce­men­te!» Mol­ti cris­tia­ni adul­ti vivo­no nella fase due – con una fede dif­fi­ci­le, com­pli­ca­ta e comp­les­sa. Chia­ri­to. Alcu­ni sono diven­ta­ti da tem­po cini­ci o addi­rit­tu­ra un po» altez­zo­si: «Pri­ma fate le mie espe­ri­en­ze, poi ved­re­te anche che la cosa con la con­ser­va­zio­ne di Dio non è così sem­pli­ce!«Si sor­ri­de agli altri. Tut­to è com­pli­ca­to. E se poi si va a fare un’e­du­ca­zio­ne sci­en­ti­fi­ca, «il bol­li­to­re è ripa­ra­to anco­ra di più». In una socie­tà illu­mi­na­ta, non si può cre­de­re così inge­nu­a­men­te. Dopo tut­to, il mot­to del­l’­Il­lu­mi­nis­mo non è per nien­te: «Abbia­te il corag­gio di usa­re la vos­tra men­te!»

I sin­to­mi di accom­pag­na­men­to in ques­ta fase includo­no anche vari tipi di dub­bi. Come si può com­bi­na­re la cono­scen­za sci­en­ti­fi­ca con la dottri­na del­la crea­zio­ne? Come può un Dio buo­no per­met­te­re tan­ta sof­fe­ren­za nel mon­do? Da tes­ti­mo­ni di bam­bi­ni che muo­io­no sen­za col­pa, la gen­te ha pre­so la decis­io­ne di diven­ta­re atea. Dio è solo oppio per il popo­lo? Dio è solo un’i­dea per le per­so­ne che non posso­no affronta­re la vita? Per­ché spe­ri­men­ti­amo così poche gua­ri­gio­ni quan­do Gesù ha vin­to la malat­tia e la mor­te sul­la croce?

In ques­ta fase, si comin­cia a risol­vere l’e­qua­zio­ne mate­ma­ti­ca e ci si ren­de con­to che segue una scom­po­si­zio­ne dei ter­mi­ni lun­ga una pagi­na e diven­ta dav­vero dif­fi­ci­le tene­re il con­to. Ci vuo­le la mas­si­ma con­cen­tra­zio­ne per non fare un errore. Anch’io pen­sa­vo in ter­mi­ni mol­to com­pli­ca­ti. A quel tem­po, pre­fe­ri­vo il tipo di libri che in qual­che modo vole­va­no dimostra­re che la Bibbia ave­va ragio­ne dopo tut­to e che Dio esis­t­e­va dav­vero. Le seguen­ti doman­de mi preoc­cu­p­a­va­no: per­ché è così – e per­ché Dio non ha agi­to lì – e come è potu­to suc­ce­de­re – e cosa fac­cio se …?

Una fede semplice

Sono pro­prio ques­te per­so­ne del­la secon­da fase che Gesù sfi­da: «Poi dis­se: vi assi­cu­ro: Se non vi pen­ti­te e non diven­ta­te come i bam­bi­ni, non ent­re­re­te mai nel reg­no dei cie­li.» Gesù esi­ge una decis­io­ne chia­ra: pen­tir­si e diven­ta­re come i bam­bi­ni. A quan­to pare ha biso­g­no di una decis­io­ne da par­te nos­t­ra. A mol­ti pia­ce rima­ne­re bloc­ca­ti in cre­den­ze comp­les­se e per­si­no cro­gio­lar­si in esse. Sono solo intel­let­tua­li e han­no cer­vel­lo. Ci vuo­le la con­s­ape­vo­lez­za che il mio inter­ro­ga­re e rimu­gi­na­re non mi por­ta da nessuna par­te. Dob­bia­mo pren­de­re un alt­ro pos­to. Non mi sie­do più sot­to la gran­di­ne di pen­sie­ri com­pli­ca­ti, dub­bi eter­ni e doman­de cos­tan­ti. Mi sie­do sot­to l’om­brel­lo del­l’Al­tis­si­mo. E lì res­terò, all’om­bra di Dio Onnipotente.

La fede sem­pli­ce cono­sce le preoc­cu­p­a­zio­ni e i biso­gni di ques­to mon­do. Non li igno­ra come una fede inge­nua. Spes­so li ha anche spe­ri­men­ta­ti lui stes­so – eppu­re deci­de di fidar­si di Dio in tut­to ques­to come un bam­bi­no. Ques­ta è una fede che può sposta­re le mon­tagne. È ques­ta fede sem­pli­ce, infan­ti­le, sem­pli­ce che por­ta le per­so­ne e le trat­tiene. Li trat­tiene anche nel­le situa­zio­ni peg­gio­ri del­la loro vita.

Nel nos­tro com­pi­to mate­ma­ti­co arri­via­mo ora al momen­to glo­rio­so in cui improv­vi­sa­men­te c’è una solu­zi­o­ne mol­to sem­pli­ce alla fine. La sem­pli­ci­tà stes­sa del­la solu­zi­o­ne mi dimos­tra che ho cal­co­la­to cor­rett­amen­te! Ma il per­cor­so era neces­sa­rio. Avrei potu­to copi­a­re la solu­zi­o­ne dal mio vici­no, ma poi non avrei mai sapu­to per­ché era gius­ta. Avrei anche potu­to indo­vi­na­re una solu­zi­o­ne, ma all­o­ra non sarei mai sta­to sicuro.

Il Signo­re Dio dice: «Per­ché come i cie­li sono più alti del­la ter­ra, così le mie vie sono più alte del­le vost­re vie e i miei pen­sie­ri più alti dei vos­tri pen­sie­ri.» (Isa­ia 55:9). Nella fase comp­les­sa, sia­mo offe­si da tali affer­ma­zio­ni. Ma quan­do poi tro­via­mo una fede umi­le e infan­ti­le, ci mera­vi­glia­mo: «Quan­to è mera­vigli­oso Dio! Come sono incom­men­su­ra­bi­li le sue ric­chez­ze, come sono pro­fon­de la sua sag­gez­za e la sua cono­scen­za! Impos­si­bi­le per noi com­pren­de­re le sue decis­io­ni e i suoi modi! […] Poi­ché tut­te le cose ven­go­no da lui; tut­te le cose esis­to­no per la sua poten­za e sono desti­na­te alla sua glo­ria. A Lui appar­tiene la glo­ria nei seco­li dei seco­li! Amen» (Roma­ni 11:33–36). È la più alta for­ma di ado­ra­zio­ne quan­do ci aggrap­pia­mo alla con­vin­zio­ne che Dio è buo­no – anche quan­do non sem­bra così.

Dove ti sie­di? Ti sie­di sot­to i rag­gi cocen­ti del dub­bio e del­l’e­ter­no rimu­gi­na­re? O ti stai nas­con­den­do all’om­bra di Dio Onni­po­ten­te? Vi invi­to a lasciar­vi anda­re davan­ti a Dio. Lascia­re mor­i­re il rimu­gi­na­re, l’in­ter­ro­ga­re, il dubi­t­are, il pesa­re. Rico­no­scer­lo come un vico­lo cie­co e l’or­go­glio e lasciar­lo anda­re. Affi­d­armi a Dio come un bam­bi­no. Chie­de­re allo Spi­ri­to San­to di darmi una fede sem­pli­ce che dice: «Papà – caro pad­re!».

 

Ieri, al pas­to del dolo­re, ho par­la­to con una don­na che ha per­so il mari­to cir­ca set­te anni fa, quan­do ave­va 44 anni. Mi ha rac­con­ta­to il suo dif­fi­ci­le viag­gio. Ma mi ha anche det­to che nella sua vita quo­ti­dia­na la gen­te le dice spes­so che ha un caris­ma spe­cia­le. Per lei è chia­ro che ques­to è una con­se­guen­za del suo dif­fi­ci­le desti­no. Una fede infan­ti­le e sem­pli­ce è spes­so dif­fi­ci­le da con­quis­ta­re. Ma ha un caris­ma che mi toc­ca. Ques­te per­so­ne spe­ri­men­ta­no una sicu­rez­za nella pre­sen­za di Dio che mi com­muo­ve pro­fon­da­men­te e da cui voglio esse­re contagiato.

 

Possibili domande per i piccoli gruppi

Leg­ge­re il tes­to bibli­co: Matteo 18:2–4

  1. Come si pre­sen­ta­no le diver­se fasi del­la fede nella sto­ria di Andrew?
  2. La mag­gi­or par­te dei cris­tia­ni rima­ne nel­l’area del­la fede comp­les­sa. Dove vedi par­ti comp­les­se o com­pli­ca­te in te stes­so? Come li affronta?
  3. Cosa distin­gue la fede inge­nua dal­la fede semplice?
  4. Per­ché è aus­pi­ca­bi­le tro­va­re una fede infan­ti­le? Cosa signi­fi­ca esse­re sot­to l’om­brel­lo dell’Altissimo?
  5. Hai già pre­so la decis­io­ne di diven­ta­re come un bam­bi­no? Pre­ga­te gli uni per gli altri per una fede da bambini!