Venerdì Santo – Gesù celebra la Pasqua ebraica

Data: 29 mar­zo 2024 Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Luca 22:19–20; Esodo 6:6–7
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Gesù Cris­to cele­brò la Pas­qua con i suoi dis­ce­po­li il gior­no pri­ma del­la sua cro­ci­fis­sio­ne. Nel far­lo, indicò alcu­ni ele­men­ti a se stes­so. In ques­to modo, dimostrò di esse­re l’agnel­lo che dove­va esse­re sacri­fi­ca­to affin­ché le per­so­ne pot­esse­ro esse­re libe­ra­te. Pro­prio come gli ebrei ricord­a­no l’Es­odo dal­l’E­git­to duran­te la Pas­qua, i segu­aci di Gesù ricord­a­no la mor­te di Gesù Cris­to il Ven­er­dì Santo.


Gesù era un ebreo e coltivava le tradizioni

Ques­ta mat­ti­na voglio port­ar­ti con me a ques­ta tavo­la imban­di­ta. Oggi cele­bria­mo il Ven­er­dì San­to. Ricor­dia­mo che Gesù Cris­to fu cro­ci­fis­so e morì. Olt­re al Ven­er­dì San­to, ci sono mol­te alt­re fes­ti­vi­tà, come la Pas­qua, la Pen­te­cos­te e il Nata­le. Anche gli ebrei han­no mol­te fes­ti­vi­tà diver­se. Tut­ta­via, la Pas­qua ebraica è la fes­ta più importan­te. E duran­te la Pas­qua ebraica, il Ven­er­dì San­to e ques­ta gran­de fes­ta ebraica si unis­co­no. I fest­eg­gi­a­men­ti dura­no in tut­to set­te gior­ni. Ser­ve a ricorda­re l’es­odo dal­l’E­git­to. Gli israe­li­ti vis­se­ro in Egit­to per quat­tro­cen­to anni. Ini­zi­al­men­te vi giunse­ro volon­ta­ria­men­te, ma furo­no semp­re più schia­vi­z­za­ti e soffri­ro­no mol­to per ques­to. Tut­ta­via, Dio vide la sof­fe­ren­za e il dolo­re e li liberò da lì. Ma pri­ma di lascia­re l’E­git­to, cele­bra­ro­no la pri­ma Pas­qua. Dio diede loro il seguen­te coman­do: «Di» a tut­ta la comu­ni­tà d’Is­rae­le: «Il deci­mo gior­no di ques­to mese ognu­no deve sce­glie­re un agnel­lo per la sua fami­glia. […] Ci deve esse­re un agnel­lo di un annoävec­chio, mäesse­re un ani­ma­le maschio sen­za difet­ti - il tuo köPuoi pren­de­re una peco­ra o una capra. Con­ser­va gli ani­ma­li fino al 14° gior­no del pri­mo mese. Poi tut­ti quel­li che appar­ten­go­no alla comu­ni­tà d’Is­rae­le dov­ran­no macel­la­re il loro agnel­lo ver­so sera».» (Esodo 12:3–6 NLB).

Ques­ta fes­ta vie­ne cele­bra­ta dag­li ebrei ogni anno fino ad oggi e cade in marzo/aprile. Anche Gesù vol­le cele­bra­re ques­ta fes­ta con i suoi dis­ce­po­li per l’ul­ti­ma vol­ta. «Gesù dis­se: «Ho desi­de­ra­to mol­to di cele­bra­re ques­ta Pas­qua con voi pri­ma che ini­zi la mia sof­fe­ren­za».» (Luca 22:15 NLB). Gesù era un uomo e un insegnan­te ebreo. Un cosid­det­to rab­bi­no. Cono­sce­va bene le tra­di­zio­ni e ave­va intor­no a sé i suoi dis­ce­po­li, che ha plas­ma­to. Osser­va­va e cele­bra­va le fes­te reli­gio­se. La sera del Seder è l’i­ni­zio del­la Pas­qua ebraica. È la sera in cui la fami­glia si riu­nis­ce. Fon­da­men­tal­men­te, la fami­glia è un luo­go mol­to cen­tra­le nella tra­di­zio­ne ebraica. In ques­ta sera­ta, tut­ti sono riuni­ti intor­no a un tavo­lo, dai bam­bi­ni agli anzia­ni. La cele­bra­zio­ne del Seder ricorda ciò che Dio ha fat­to per gli israe­li­ti. «Il Signo­re gli dis­se: «Ho vis­to come il mio popo­lo è oppres­so in Egit­to. E ho udi­to le loro gri­da. So quan­to sof­f­ro­no. Io sono ven­uto a liber­ar­lo dal­la poten­za del ÄEgi­zia­ni e sal­var­li da ÄEgit­toücon­du­ce in un bel­lis­si­moöun pae­se aper­to, una ter­ra di lat­te e mie­le ümos­cassit […]» » (Esodo 3:7–8 NLB). Duran­te la cele­bra­zio­ne del Seder, la fami­glia si riu­nis­ce per ricorda­re l’Es­odo dal­l’E­git­to. Quan­do oggi ci riunia­mo a ques­ta tavo­la, dob­bia­mo ricorda­re che Dio è anco­ra oggi impeg­na­to in ques­ta atti­vi­tà di «usci­ta». Pren­de le per­so­ne da dove sono sta­te spez­za­te e le con­du­ce dove sono desti­na­te ad esse­re: in liber­tà. Ques­ta mat­ti­na voglio guid­ar­ti attra­ver­so ques­ta fes­ta. Ques­ta non è una Pas­qua ebraica, ma una Pas­qua mes­sia­ni­ca. Ciò signi­fi­ca che ci sono semp­re dei par­al­le­li con ciò che Gesù Cris­to ha fat­to il Ven­er­dì Santo.

Celebrazione del Seder

La cele­bra­zio­ne del Seder dura soli­ta­men­te diver­se ore. Per ques­to motivo oggi mi sof­fer­merò solo su alcu­ni aspet­ti. Accen­nerò bre­ve­men­te ad alcu­ne cose, ma ne tral­as­cerò volu­t­amen­te alt­re per­ché and­reb­be­ro olt­re lo sco­po di ques­to arti­co­lo. Le can­de­le ven­go­no acce­se all’i­ni­zio. Ho chies­to a una don­na di far­lo. Le can­de­le devo­no esse­re acce­se da una don­na per­ché la luce del mon­do è nata dal grem­bo di una don­na. Gesù Cris­to è ques­ta luce: «[…] Io sono la luce del mon­do. Colo­ro che mi seguo­no non devo­no vaga­re nel­le ten­eb­re, per­ché avran­no la luce che con­du­ce alla vita». (Gio­van­ni 8:12 NLB). In segui­to, il pad­re del­la casa assu­me la gui­da del­la celebrazione.

Il pri­mo cali­ce vie­ne uti­liz­za­to all’i­ni­zio. Vie­ne riem­pi­to con suc­co d’u­va o vino. Ci sono in tota­le quat­tro cali­ci che ven­go­no bevu­ti duran­te il Seder. Sono cali­ci di gioia. Die­tro ques­te quat­tro cop­pe si cela il ricordo di come Dio con­dus­se gli israe­li­ti fuo­ri dal­l’E­git­to. «Per­ciò di» ai fig­li d’Is­rae­le: «Io sono il SIGNORE e vi libe­rerò dai far­del­li d’E­git­to». usci­ta del piom­bo e ti libe­rerà dal­la loro schia­vi­tù sal­va­re e vuo­le che tu ris­cat­ta­re con un brac­cio teso e con gran­di giudi­zi. E io vi chi­amerò il mio popo­lo Accet­ta Io sarò il vos­tro Dio e sapre­te che io, il Signo­re, sono il vos­tro Dio, che vi fa usci­re dai pesi del­l’E­git­to». (Esodo 6:6–7 SLT). Le cop­pe sim­bo­leg­gi­a­no l’u­s­ci­ta, la sal­vez­za, la reden­zio­ne e l’ac­cet­ta­zio­ne. La cop­pa può esse­re bevu­ta sim­bo­li­ca­men­te in pie­di. È un seg­no di fret­ta pri­ma che gli israe­li­ti lasci­no l’E­git­to. La pri­ma cop­pa sim­bo­leg­gia l’u­s­ci­ta dal­la schia­vi­tù. Il pad­re del­la casa pro­nun­cia la seguen­te bene­di­zio­ne. «Bene­det­to sei tu, Signo­re nos­tro Dio, Re del­l’­uni­ver­so, che hai scel­to Israe­le tra tut­te le nazio­ni e che, attra­ver­so il tuo pat­to con Abra­mo, li hai mes­si da par­te e li hai chi­ama­ti ad esse­re tuoi tes­ti­mo­ni. Bene­det­to sei tu, Signo­re, che per mez­zo del tuo Figlio Gesù ci hai chi­ama­ti dal­le ten­eb­re alla luce e ci hai uniti ai cre­den­ti del tuo popo­lo Israe­le in un solo cor­po, in un solo uomo nuo­vo». A pro­po­si­to di ques­to cali­ce, vor­rei far­ti una doman­da. Come stai? Quan­to sei oppres­so? Cosa ti preoc­cu­pa? C’è una buo­na noti­zia per te. Dio è anco­ra un Dio che con­du­ce le per­so­ne fuo­ri dal­l’op­pres­sio­ne, indi­pen­den­te­men­te da come ques­ta si pre­sen­ta. Puoi rivol­ger­ti a Lui e Lui ti con­dur­rà fuori.

Segue il lavag­gio ritua­le del­le mani. Poi ent­ra­no in gio­co i pri­mi due ele­men­ti del piat­to del Seder: il Peter­li e l’ac­qua sala­ta. L’ac­qua sala­ta sim­bo­leg­gia le lacrime e il sudo­re che gli ebrei han­no ver­sa­to in schia­vi­tù. L’ac­qua sala­ta sim­bo­leg­gia anche il mon­do sepa­ra­to da Dio. Il prez­ze­mo­lo sim­bo­leg­gia la pian­ta del­l’is­so­po. Un maz­zo di ques­ta pian­ta veni­va intin­to nel san­gue del­l’agnel­lo e uti­liz­za­to per dipin­g­e­re gli sti­pi­ti del­le por­te. Chi­unque si trov­as­se in una casa con ques­to sim­bo­lo veni­va risparm­ia­to dal­l’an­ge­lo del­la mor­te: sal­va­va gli abitan­ti dal­la puni­zio­ne di Dio.

Un alt­ro ele­men­to si tro­va pro­prio al cen­tro. Ci sono tre matzos. Si trat­ta di pane azzi­mo sen­za lie­vi­to. Ques­to sim­bo­leg­gia la fre­ne­ti­ca par­ten­za dal­l’E­git­to. La pag­not­ta cen­tra­le vie­ne estrat­ta e spez­za­ta in due pez­zi di dimen­sio­ni diver­se. Il pez­zo più pic­co­lo vie­ne rimes­so a pos­to e quello più gran­de vie­ne avvol­to in un tovaglio­lo e mes­so da par­te per esse­re nas­cos­to in segui­to. I bam­bi­ni posso­no anda­re a cer­car­la più tar­di. Il fat­to che ci sia­no tre matzos è un rif­e­ri­men­to alla Tri­ni­tà di Dio: Pad­re, Figlio e Spi­ri­to San­to. Quello cen­tra­le rappre­sen­ta il Sal­va­to­re pro­mes­so, il Mes­sia. Gesù Cris­to è il Sal­va­to­re pro­mes­so e dà la sua vita sul­la croce.

Segue una doman­da da par­te del bam­bi­no più pic­co­lo. «Per­ché ques­ta not­te è diver­sa da tut­te le alt­re?». Segue la sto­ria del­l’Es­odo dal­l’E­git­to. Segue la secon­da cop­pa. Ques­ta sim­bo­leg­gia la sal­vez­za dal­le dif­fi­col­tà, dal­la schia­vi­tù. Anche in ques­to caso, il pad­re del­la casa pro­nun­cia una bene­di­zio­ne. «Bene­det­to sei tu, Signo­re nos­tro Dio, che hai sal­va­to il tuo popo­lo Israe­le dal­la schia­vi­tù, e che ci hai strapp­a­to dal­la schia­vi­tù del fal­li­men­to e del­la mor­te e ci hai dato una nuo­va vita eter­na».. Il res­to del­la maz­za cen­tra­le vie­ne ora immer­so nel­l’ac­qua sala­ta. Ques­to pro­ces­so è descritto anche per Gesù. Quan­do Gesù Cris­to cele­brò la fes­ta con i suoi segu­aci, annun­ciò che qual­cu­no lo avreb­be tra­di­to e ques­to è il seg­no. «Egli ris­po­se e dis­se: «Chi intin­ge la mano nella cop­pa con me, mi tra­dirà» ». (Matteo 26:23 LUT). A ques­to pun­to del pas­to, tut­ti intin­gono un pez­zo di maz­za cen­tra­le nel­l’ac­qua sala­ta e lo mangiano.

Altri due ele­men­ti del piat­to del Seder sono le erbe ama­re, che ricord­a­no l’a­ma­rez­za del­la schia­vi­tù, le per­cos­se e le sof­fe­ren­ze in Egit­to. Il secon­do è il cosid­det­to «cha­ro­set». Ricorda l’ar­gil­la mar­ro­ne del­l’E­git­to, con cui gli israe­li­ti dove­va­no fare i mat­to­ni. Le alt­re matzos ven­go­no ora spal­ma­te, con­di­te e man­gia­te con essa. A ques­to segue una gran­de cena. Anco­ra una vol­ta, due ele­men­ti sono incor­po­ra­ti in essa. L’os­so ricorda l’agnel­lo che fu sacri­fi­ca­to affin­ché l’an­ge­lo del­la mor­te pass­as­se davan­ti alla casa. Nes­sun osso di ques­to agnel­lo può esse­re rot­to. Ques­to è anche il caso di Gesù Cris­to. «Ma quan­do giunse­ro da Gesù, vide­ro che era già mor­to e non gli spez­za­ro­no le gam­be». (Gio­van­ni 19:33 NLB). Qui si man­gia anche un uovo. Ques­to sim­bo­leg­gia la fra­gi­li­tà del­la vita e del tem­pio. Sim­bo­leg­gia anche la spe­ran­za di una vita sen­za fine ed esprime il desi­de­rio del­la Nuo­va Geru­sa­lem­me. L’uo­vo vie­ne immer­so in acqua sala­ta pri­ma di esse­re man­gi­a­to per sim­bo­leg­gia­re che il nuo­vo non è anco­ra arrivato.

Ora è il tur­no dei bam­bi­ni. Ora posso­no anda­re a cer­ca­re il matzo nas­cos­to. Vie­ne poi spez­za­to e dis­tri­bui­to a tut­ti i pre­sen­ti. A ques­to pun­to Gesù Cris­to pren­de la paro­la. «Poi pre­se una pag­not­ta e, dopo aver reso gra­zie a Dio, la spez­zò in pez­zi e la por­se ai dis­ce­po­li, dicen­do: «Ques­to è il mio cor­po, che è dato per voi. Fate ques­to in memo­ria di me» ». (Luca 22:19 NLB). Sta dicen­do che lui è il com­pi­men­to di ciò che vie­ne cele­bra­to qui. Gesù Cris­to è l’agnel­lo che è sta­to sacri­fi­ca­to affin­ché la mor­te non pot­esse nuo­ce­re a colo­ro che cre­do­no in lui. «[…] poi­ché Cris­to, il nos­tro agnel­lo pas­qua­le, è sta­to sacri­fi­ca­to per noi». (1 Corin­zi 5:7 NLB). Egli è l’agnel­lo del­la Pas­qua. Ma Dio è mol­to più del­la libe­ra­zio­ne dal­l’op­pres­sio­ne e dal­la sof­fe­ren­za. Si trat­ta del­la libe­ra­zio­ne da un sen­so di col­pa opp­ri­men­te, del­la gua­ri­gio­ne da tut­to ciò che è rot­to nella crea­zio­ne di Dio. In defi­ni­ti­va, si trat­ta del­la ricon­ci­lia­zio­ne con Dio stes­so e del­la rela­ti­va spe­ran­za di una nuo­va vita eter­na con Dio.

Poi vie­ne la ter­za cop­pa. Ques­ta rappre­sen­ta la reden­zio­ne del popo­lo da par­te di Dio. Dio ris­cat­tò gli israe­li­ti dal­la schia­vi­tù. Con la sua mor­te sul­la cro­ce, Gesù Cris­to ha ris­cat­ta­to i suoi segu­aci da tut­to ciò che si frap­po­ne tra le per­so­ne e Dio. La Bibbia chi­ama ciò che si frap­po­ne al pec­ca­to. Gesù Cris­to sta ora reinter­pre­tan­do il secon­do ele­men­to del­la cele­bra­zio­ne del Seder. «Dopo il pas­to, pre­se un’al­tra cop­pa di vino e dis­se: «Ques­to vino è il seg­no del­la nuo­va alle­an­za, un’al­le­an­za sigil­la­ta con il san­gue che io ver­serò per voi» ». (Luca 22:20 NLB). Per gli ebrei di all­o­ra e di oggi, è chia­ro il signi­fi­ca­to del­la ter­za cop­pa. Vale a dire la reden­zio­ne. Gesù Cris­to la riven­dica per sé. Egli è l’agnel­lo che deve esse­re sacri­fi­ca­to affin­ché le per­so­ne poss­a­no esse­re ricon­ci­lia­te con Dio e libe­ra­te una vol­ta per tut­te. Egli è il Sal­va­to­re. L’ac­cet­ta­zio­ne di ques­to pat­to è volon­ta­ria. Chi­unque lo desi­de­ri può accet­tar­lo e spe­ri­men­ta­re la sal­vez­za, la libe­ra­zio­ne e la spe­ran­za attra­ver­so Gesù Cris­to. Infi­ne arri­va la quar­ta cop­pa. Ques­ta sim­bo­leg­gia che Dio accet­ta il popo­lo di Israe­le come suo. Gra­zie a ciò che ha fat­to Gesù Cris­to, Dio accet­ta tut­ti colo­ro che cre­do­no in lui come suoi fig­li. Ques­to li ren­de di sua proprietà.

Il Ven­er­dì San­to e la Pas­qua sono il seg­no che la Pas­qua ha tro­va­to il suo com­pi­men­to in Gesù Cris­to. Attra­ver­so di lui, le per­so­ne sono sta­te reden­te. Pro­prio come gli ebrei ricord­a­no l’es­odo dal­l’E­git­to duran­te la Pas­qua, i segu­aci di Gesù ricord­a­no la mor­te di Gesù Cris­to il Ven­er­dì San­to. Si trat­ta di un pro­me­mo­ria che ricorda che i segu­aci di Gesù Cris­to sono già sta­ti cond­ot­ti fuo­ri. Sono sta­ti reden­ti. Per­tan­to, anche la loro vita dov­reb­be esse­re carat­te­riz­za­ta dal vive­re in ques­ta libertà.

Possibili domande per il piccolo gruppo 

Leg­gi il tes­to bibli­co: Luca 22:7–22; Gene­si 6:6–7

  1. Com­p­ren­di il signi­fi­ca­to del­le quat­tro cop­pe di Esodo 6:6–7? Cosa potreb­be signi­fi­ca­re per te come segu­ace di Gesù?
  2. Qua­li sim­bo­li del­la cele­bra­zio­ne del Seder risuo­n­ano con te? Dove noti un par­al­le­lo tra lo sta­to del popo­lo di Israe­le e te stesso?
  3. Cosa signi­fi­ca quan­do Gesù rife­ris­ce a se stes­so la rot­tu­ra del­la mat­zah (pane) in Luca 22:19?
  4. Cosa dice Gesù Cris­to quan­do rife­ris­ce a se stes­so la ter­za cop­pa, che rappre­sen­ta la reden­zio­ne in Luca 22:20? Cosa signi­fi­ca ques­to per me?
  5. Il Ven­er­dì San­to ci ricorda ciò che ha fat­to Gesù Cris­to. Vivi la tua vita in ques­ta liber­tà, che sei una per­so­na nuo­va gra­zie a lui?