Data: 12 Mar­zo 2023 Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Esodo 33–34
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Dopo l’in­con­tro al rove­to, Mosè vis­se con il desi­de­rio di vede­re la glo­ria di Dio anco­ra e anco­ra. Ci furo­no espe­ri­en­ze stra­or­di­na­rie nella sua vita, come quella sul Mon­te Sinai. Ma la cosa più importan­te per Mosè è che orga­niz­zò la sua vita quo­ti­dia­na in modo tale che i momen­ti di con­di­vi­sio­ne con Dio diven­tas­se­ro un’a­bi­tu­di­ne rego­la­re. Ques­ti incon­tri con l’Al­t­ro cam­bia­ro­no Mosè nel suo esse­re e nel suo agi­re. Una vita san­ta nas­ce dal­l’in­ti­mi­tà con Dio, che però dob­bia­mo sce­glie­re e cercare.


Mosè fu affa­sci­na­to dal­la san­ti­tà di Dio al ces­puglio di spi­ne. Da quel momen­to in poi, non vol­le alt­ro che vede­re la glo­ria di Dio. Si rese con­to di esse­re esis­ten­zi­al­men­te dipen­den­te da Dio in tut­to il suo esse­re e fare. Oggi dia­mo un’oc­chia­ta alla vita quo­ti­dia­na di Mosè e sco­pria­mo come si rif­ornì ogni gior­no del­la san­ti­tà di Dio fino a tras­met­ter­la alla sua vita.

Esperienze eccezionali

Cir­ca 50 gior­ni dopo l’es­odo dal­l’E­git­to, gli israe­li­ti rag­gi­unse­ro i pie­di del Mon­te Sinai. Sul Mon­te Sinai, Mosè ebbe diver­se espe­ri­en­ze impres­sio­n­an­ti con Dio. In ques­te occa­sio­ni, Mosè rice­vet­te da Dio una cos­ti­tu­zi­o­ne di alle­an­za e istru­zi­o­ni per tut­te le situa­zio­ni del­la vita. I fen­ome­ni che accom­pa­gna­no il Mon­te Sinai sot­to­li­ne­a­no la maes­to­si­tà, l’in­dis­po­ni­bi­li­tà e l’im­po­nen­za di Dio: tuo­ni, lam­pi, fiam­me di fuo­co, fumo e suo­no di trom­be. (Es 19:16ss). Il Dio di Israe­le è tut­t’al­t­ro che inno­cuo, anzi è san­to, esalt­a­to e misterioso.

Mosè dovet­te trac­cia­re una linea intor­no alla mon­tagna affin­ché il popo­lo man­ten­es­se la distan­za vita­le dal­la san­ti­tà di Dio (Es 19:12). Inolt­re, tut­to il popo­lo dove­va pre­par­ar­si con ritua­li di puri­fi­ca­zio­ne per l’in­con­tro con Dio. Anco­ra una vol­ta Yah­weh esprime che la sua san­ti­tà non sop­por­ta l’ina­de­gua­tez­za uma­na. Mosè udì la voce di Yah­weh, ma non gli fu per­mes­so di veder­Lo. Su richies­ta di Mosè, il Signo­re fece un’ec­ce­zio­ne e diede le seguen­ti istru­zi­o­ni: «Mett­i­ti qui su ques­ta roc­cia accan­to a me. Poi, quan­do pas­serò nella mia glo­ria, ti met­terò nella fen­dit­u­ra del­la roc­cia e ter­rò la mia mano pro­tet­ti­va su di te fin­ché non sarò pas­sa­to. Poi toglierò la mano e tu ti occup­er­ai di me. Ma nes­su­no potrà vede­re il mio vol­to»(Esodo33:21–23 NLB).

A ques­to pun­to è importan­te sot­to­li­nea­re che Mosè ha vis­suto un incon­tro impres­sio­n­an­te e sti­mo­lan­te con Dio che lo ha qua­si spiaz­z­a­to. Ques­te espe­ri­en­ze qua­si stra­bi­li­an­ti si veri­fi­ca­no di tan­to in tan­to, ma non sono un even­to quo­ti­dia­no. Gli ebrei cele­bra­no gli even­ti del Sinai con la fes­ta di Shavuot. Fu duran­te la cele­bra­zio­ne di tale fes­ta che avven­ne la Pen­te­cos­te. Anche lì appar­vero fen­ome­ni di fuo­co e ven­to. La Pen­te­cos­te è un incon­tro con la san­ti­tà di Dio. Lo Spi­ri­to San­to pren­de dimo­ra in un esse­re uma­no. Un esse­re uma­no diven­ta il tem­pio del­lo Spi­ri­to di Dio. È pro­prio ques­ta l’e­s­pe­ri­en­za che una per­so­na può fare nel momen­to in cui affi­da la sua vita a Gesù Cristo.

È signi­fi­ca­tivo che la con­segna del­le istru­zi­o­ni di Dio al popo­lo sia sta­ta accom­pa­gna­ta da ques­ta impres­sio­n­an­te rivela­zio­ne del­la Sua san­ti­tà. Nella seque­la di Gesù, ques­te due cose van­no asso­lu­t­amen­te di pari pas­so: lo stu­po­re per la san­ti­tà di Dio e il pren­de­re sul serio le istru­zi­o­ni di Dio. Se i nos­tri cuo­ri e i nos­tri model­li di pen­sie­ro non sono model­la­ti dal­la san­ti­tà di Dio, la Paro­la di Dio per­de auto­ri­tà e diven­ta sog­get­ta all’ar­bi­trio. L’uo­mo poi lo ridu­ce semp­re in modo che sia gius­to per lui e che lo aiuti nella sua idea di felicità.

Le istru­zi­o­ni che Mosè rice­vet­te da Dio sul Mon­te Sinai non riguar­da­va­no solo la vita cul­tua­le, ma anche quella poli­ti­ca, eco­no­mica e fami­lia­re. Al Sinai nac­que una nazio­ne. La san­ti­tà di Dio dov­reb­be irra­dia­re e plas­ma­re anche tut­ti gli ambi­ti del­la nos­t­ra vita. Chi ha rice­vu­to lo Spi­ri­to di Dio non può più distin­gue­re tra aree spi­ri­tua­li e aree mond­a­ne. Tut­to ciò che fac­cia­mo e sia­mo deve esse­re carat­te­riz­za­to dal­la Sua santità.

Quan­do Mosè tornò dal Sinai al suo popo­lo, ques­ti ave­va gett­a­to un vitel­lo d’o­ro dai loro gioiel­li, che ado­r­a­ro­no. La con­se­guen­za di ques­ta ido­la­tria e del cal­pesta­re la san­ti­tà di Dio fu fata­le.L’in­te­ra nazio­ne ris­chia­va di esse­re dis­trut­ta. Alla fine, 3000 uomi­ni perse­ro la vita. Solo gra­zie alle sup­pli­che e alle richies­te di per­do­no di Mosè, il Dio san­to cedet­te e decise di con­ti­nu­are a segui­re Mosè e il popo­lo (Es 33:14). La san­ti­tà di Dio richie­de ris­pet­to. Allon­tan­ar­si dal­le istru­zi­o­ni di Dio ha con­se­guen­ze disastrose.

Incontri quotidiani

Al di là del­lo stra­or­di­na­rio, sono soprat­tut­to gli incon­tri quo­ti­dia­ni ad esse­re decisi­vi per segui­re Gesù. A ques­to sco­po, è sta­ta isti­tui­ta l’isti­tu­zi­o­ne del Ten­da per riunio­ni. «Ogni vol­ta che gli Israe­li­ti si accam­pa­va­no, Mosè eri­ge­va una ten­da all’es­ter­no del­l’­ac­cam­pa­men­to, che chi­ama­va «Ten­da del­la Riunio­ne». […] Ogni vol­ta che Mosè si reca­va alla Ten­da di Riunio­ne, tut­ti gli Israe­li­ti si alza­va­no e si met­teva­no all’in­gresso del­le loro ten­de. Guar­da­va­no die­tro a Mosè fin­ché non ent­ra­va nella ten­da. Non appe­na Mosè ent­ra­va nella ten­da, la colon­na di nuvo­la si posa­va e si accam­pa­va davan­ti all’in­gresso ment­re il Signo­re par­la­va a Mosè. […] Il Signo­re par­lò a Mosè fac­cia a fac­cia, come chi par­la a un ami­co. Dopo­di­ché, Mosè tornò all’­ac­cam­pa­men­to […].» (Esodo 33:7–11 NLB).

Mosè incon­trò l’Al­t­ro più e più vol­te. Il suo sog­gior­no nel Ten­da per riunio­ni ha fat­to la dif­fe­ren­za! Lì Mosè rice­vet­te la for­za, la resis­ten­za, la pazi­en­za, la volon­tà di per­se­ver­a­re e l’in­corag­gi­a­men­to tan­to neces­sa­rio per la sua dif­fi­ci­le vita quo­ti­dia­na. Pos­sia­mo impara­re dal­l’e­s­pe­ri­en­za di Mosè nel Ten­da per riunio­ni trar­re con­clu­sio­ni importan­ti per le nost­re rela­zio­ni per­so­na­li con l’Altro.

Mosè pian­tò una ten­da «ogni vol­ta» fuo­ri dal­l’­ac­cam­pa­men­to, si leg­ge qui. Imma­gi­no come il mon­tag­gio del­la sua ten­da Ten­da per riunio­ni è diven­ta­to un buon ritua­le per Mosè ad ogni nuo­vo cam­peg­gio. Quin­di, se voglio che ques­ti incon­tri non ven­ga­no tras­cu­ra­ti, è meglio ren­der­li una par­te fis­sa del­la mia vita quo­ti­dia­na, cioè un ritua­le che ne fa par­te natur­al­men­te. Per­ché Mosè tro­va­va rego­lar­men­te il tem­po per ques­ti incon­tri? Come noi oggi, egli spe­ri­men­tò che le richies­te del popo­lo e l’e­nor­me com­pi­to lo con­su­ma­va­no qua­si. Mosè si oppo­se a ques­to sov­r­ac­ca­ri­co di impeg­ni cer­can­do un allen­ato­re con una buo­na pro­s­pet­ti­va ester­na. Fu suo suo­ce­ro Jit­ro ad aiut­ar­lo a rag­gi­unge­re un miglio­re equi­li­brio tra lavoro e vita pri­vata (Es 18:13). Anche i con­sig­li di un coach posso­no esse­re importan­ti per dare for­ma alla nos­t­ra vita spi­ri­tua­le. Aiu­ta a rif­let­te­re e a svi­luppa­re nuo­ve abitudini.

È uti­le anche ave­re un luo­go e un’o­ra fis­si.. Un pro­ver­bio dice: «Colo­ro che non pre­ga­no in momen­ti spe­ci­fi­ci non pre­ga­no nem­meno in momen­ti inde­ter­mi­na­ti.«Mol­to tem­po dopo Mosè, quan­do gli israe­li­ti si erano già da tem­po sta­bi­li­ti nella ter­ra di Cana­an, vis­se il re Davi­de. Le sue gior­na­te erano pie­ne di affa­ri gover­na­ti­vi. In diver­si pun­ti del­le sue poe­sie leg­gi­a­mo che ave­va i suoi Ten­da per riunio­ni di pri­ma mat­ti­na. «Ascol­ta la mia voce al mat­ti­no, o Eter­no»(Sal­mo 5:4 NLB). Nella quie­te del mat­ti­no è più faci­le cammi­na­re in sin­to­nia con Dio ris­pet­to a quan­do abbia­mo acce­so il nos­tro «moto­re».

Pur­trop­po, il tes­to bibli­co non ci dice come Mosè orga­niz­zò i tem­pi nella san­ti­tà di Dio. Almeno è descritto espli­ci­ta­men­te che Mosè mon­tò ogni vol­ta una ten­da fuo­ri dal­l’­ac­cam­pa­men­to. Chia­ra­men­te, ques­to assi­cur­ava che Mosè pren­des­se le distan­ze dal­la vita quo­ti­dia­na del­l’­ac­cam­pa­men­to quan­do si incon­tra­va con Dio. Pren­der­si una pau­sa dal­le atti­vi­tà quo­ti­dia­ne aiu­ta a spez­za­re la rou­ti­ne quo­ti­dia­na. La gran­de oppor­tu­ni­tà del mio time­out del­la prossi­ma estate in Cana­da è che mon­terò la mia ten­da del­l’in­con­tro fuo­ri dal cam­po e sarò accom­pa­gna­to da un allenatore.

Cambiamento graduale

«Quan­do Aron­ne e gli israe­li­ti vide­ro il baglio­re sul vol­to di Mosè, ebbe­ro pau­ra di avvicinar­si a lui…» (Es 34:30 NLB). Dopo l’in­con­tro con la glo­ria di Yah­weh, il vol­to di Mosè si illu­minò sen­za che lui se ne accor­ges­se. Il rif­les­so del Signo­re era così for­te che Mosè si coprì il vol­to con un pan­no per pro­t­eg­ge­re il popo­lo. Ques­to mi ricorda le stel­le fluo­re­s­cen­ti nella stan­za di un bam­bi­no che bril­lano di più nel­l’os­cu­ri­tà dopo esse­re sta­te illu­mi­na­te da una lampada.

Dio ci chi­ama con­ti­nu­a­men­te a diven­ta­re san­ti e a vive­re una vita san­ta. In tota­le, tro­via­mo ques­te paro­le come richi­amo diret­to nel­le Sacre Scrit­tu­re, cin­que vol­te nel­l’An­ti­co Tes­ta­men­to e tre vol­te nel Nuo­vo. L’im­ma­gi­ne del nos­tro tema annua­le dice: «Sare­te san­ti, per­ché io, il SIGNORE vos­tro Dio, sono san­to.» (Esodo 19:2 NLB). Ma come dov­reb­be fun­zio­na­re? Quin­di devo fare uno sfor­zo per diven­ta­re come Dio? No, per­ché la san­ti­tà di Dio si tras­met­te. Diven­ta­re san­ti signi­fi­ca inn­an­zi­tutto rico­no­sce­re e apprez­za­re la san­ti­tà di Dio. Per poter poi vive­re una vita il più pos­si­bi­le san­ta, cioè «sana», dov­rei pas­sa­re più tem­po pos­si­bi­le alla sua pre­sen­za. Pos­so sce­glie­re cosa mi deve plas­ma­re: Una serie TV, un libro, Insta­gram – o LUI. Nes­su­no mi tog­lie ques­ta par­te. Se scel­go con­s­ape­vol­men­te di pas­sa­re del tem­po alla Sua pre­sen­za, la Sua san­ti­tà e la Sua luce risple­ndo­no in me. Non pos­sia­mo esse­re san­ti da soli, abbia­mo biso­g­no del toc­co del San­to. Tut­ti i ten­ta­ti­vi di vive­re una vita san­ta fal­lis­co­no, solo rivol­ger­si al San­to di Dio stes­so può aiut­ar­ci. Colo­ro che vogli­o­no diven­ta­re san­ti con i pro­pri sfor­zi cado­no nel­l’i­po­cri­sia. Non ne vale la pena, per­ché l’i­po­cri­sia è ripug­nan­te. Esse­re san­ti, inve­ce, signi­fi­ca esse­re inte­gri, puri, com­ple­ti e san­ti. Chi, come cris­tia­no, è alla ricer­ca di una vita appa­gan­te non può evi­t­are la san­ti­tà di Dio, per­ché in essa si nas­con­de la più alta qua­li­tà del­la vita..

Pao­lo ripren­de l’e­s­pe­ri­en­za di Mosè quan­do dice: «Il velo è sta­to tol­to a tut­ti noi affin­ché pos­sia­mo vede­re la glo­ria del Signo­re come in uno spec­chio. E lo Spi­ri­to del Signo­re lavo­ra in noi affin­ché diven­ti­amo semp­re più simi­li a lui e rif­let­ti­amo semp­re più la sua glo­ria.» (2 Corin­zi 3:18 NLB). Il cammi­no ver­so l’es­se­re Cris­to – l’o­bi­et­tivo di una vita di seque­la di Cris­to – pas­sa attra­ver­so l’in­con­tro con il Signo­re. La sua san­ti­tà può spa­vent­ar­ci all’i­ni­zio, ma è ciò che ci ren­de integri.

 

La bene­di­zio­ne che il Signo­re impar­tì ad Aron­ne, il pri­mo sacer­do­te, esprime in modo vivi­do l’i­dea del­la san­ti­tà di Dio che si riper­cuo­te su di noi: «L’E­ter­no ti bene­di­ca e ti pro­t­eg­ga; l’E­ter­no fac­cia risple­nde­re il suo vol­to su di te. baglio­re L’E­ter­no alzi il suo sguar­do su di te e ti dia pace.» (Esodo 6:24–26 NLB). Guar­dan­do la sua glo­ria, diven­ti­amo san­ti, cioè inte­ri e com­ple­ti. La chi­ama­ta alla san­ti­tà è una chi­ama­ta alla pienezza.

 

Possibili domande per il piccolo gruppo 

Let­tu­ra del tes­to bibli­co: Esodo 33–34

  1. Hai avu­to espe­ri­en­ze stra­or­di­na­rie con la san­ti­tà di Dio? Com’è sta­ta la tua per­so­na­le espe­ri­en­za di Pentecoste?
  2. Cosa signi­fi­ca che la san­ti­tà di Dio vuo­le risple­nde­re in tut­ti gli ambi­ti del­la vita?
  3. Come si ges­tis­ce la cosa con il Ten­da per riunio­ni? Quan­do lo cer­chi? Dove si tro­va nella tua vita?
  4. C’è una per­so­na che ti fa da coach o a cui devi ren­de­re conto? 
  5. Come fai a pren­de­re le distan­ze dal­le tue atti­vi­tà quo­ti­dia­ne? Cosa è diven­ta­to importan­te per te? Qua­le decis­io­ne vuoi pren­de­re oggi?
  6. Cosa signi­fi­ca esse­re san­ti? Qual è il modo per arrivarci?