Data: 27 Agos­to 2023 | Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Gia­co­mo 2:17
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Spes­so pen­sia­mo che la fede abbia a che fare solo con un att­eg­gi­a­men­to inte­rio­re e con i nos­tri pen­sie­ri. Tut­ta­via, la Bibbia ci insegna che la fede ha anche mol­to a che fare con il modo in cui agi­a­mo e ci com­por­ti­amo. Il radi­ca­men­to del­la nos­t­ra fede si mani­fes­ta nel­le nost­re azio­ni. Non si trat­ta di azio­ni pie, ma di agi­re per fede. E ques­ta fede è semp­re radi­ca­ta nel nos­tro incon­tro con il Dio santo.


Vor­rei ini­zia­re il ser­mo­ne di oggi con una pic­co­la bar­zel­let­ta. Una cop­pia di anzia­ni è a let­to di not­te. Il mari­to è irre­quie­to, non rie­s­ce a dorm­ire e con­ti­nua a rigir­ar­si nel let­to. A un cer­to pun­to la mog­lie diven­ta trop­po app­ren­si­va e gli chie­de cosa c’è che non va. Lui ini­zia qua­si a bor­bot­ta­re: «Beh, ehm, non cre­di che sia ora di… beh, sai». La don­na non capis­ce bene: «Tesoro, cosa vuoi dire?». Lui rispon­de: «Dai, sai cosa inten­do. Ini­zia per S e finis­ce per X». La mog­lie, ora piut­tosto indi­gna­ta, dice: «Sen­ti, sono già le undi­ci e mez­za di sera. Anche tu dov­res­ti capi­re che è trop­po tar­di per chi­ama­re Spitex!». 

La fede di Abramo e Sara

Oggi ti par­lerò di una cop­pia di anzia­ni del­la Bibbia che era mol­to simi­le. Sti­amo par­lan­do di Abra­mo e Sara. Quan­do Abra­mo ha 75 anni, Dio gli pro­met­te di fare di lui una gran­de nazio­ne, di darg­li mol­ti dis­cen­den­ti e di dare a ques­ti dis­cen­den­ti una ter­ra gran­de e fer­ti­le. Ma Abra­mo e Sara erano già anzia­ni e non erano anco­ra rius­ci­ti a gener­a­re alcun figlio. Anche dopo la pro­mes­sa, la situa­zio­ne non cam­biò per mol­to tem­po. A un cer­to pun­to, i due ci pro­va­ro­no anche a modo loro: Abra­mo generò un figlio con la dome­sti­ca di Sara, Agar. Per far­la bre­ve, a par­te un bel po» di dram­ma, ques­ta azio­ne non por­tò a gran­di risul­ta­ti e, seb­be­ne Abra­mo aves­se un figlio, non era il com­pi­men­to del­la pro­mes­sa di Dio.

In Gene­si 18, pos­sia­mo leg­ge­re come la sto­ria dei due con­ti­nua dopo che Dio ha ripe­tu­to la sua pro­mes­sa più vol­te e ha fat­to un pat­to con Abra­mo. Dio appar­ve ad Abra­mo sot­to for­ma di tre uomi­ni. Abra­mo si accor­ge subi­to di chi è davan­ti a lui e si dà da fare per offri­re al Signo­re un ban­chet­to. Ment­re man­gi­a­va­no, si svol­se la seguen­te sce­na: «Poi dis­se: «Sicu­ra­men­te in ques­to peri­odo del­l’an­no ver­rò di nuo­vo da te e Sara, tua mog­lie, avrà un figlio». E Sara ascol­tò all’in­gresso del­la ten­da che era die­tro di lui. Abra­mo e Sara erano ormai anzia­ni, avan­ti con gli anni; Sara non era più come le don­ne. Sara rise den­tro di sé e dis­se: «Quan­do sarò invec­chia­ta, dov­rei for­se ave­re un figlio? ⟨nochHai voglia di ama­re? E Inolt­reIl mio padro­ne è vec­chio!» (Gene­si 18:10–12 ELB).

Pur­trop­po devo delu­de­re tut­ti colo­ro che pen­sa­va­no che Sarah rides­se per­ché non ave­va il ciclo. In real­tà non ave­va il ciclo, ma ride­va per­ché non anda­va­no a let­to insie­me da mol­to tem­po. Per­ché lo sot­to­li­neo? Dopo tut­to, può esse­re vis­to come un sem­pli­ce det­taglio. Per me non si trat­ta di un sem­pli­ce det­taglio, ma mos­tra la stret­ta con­ne­s­sio­ne tra fede e azio­ne. Abra­mo e Sara erano abbastan­za illu­mi­na­ti da sape­re come nas­co­no i bam­bi­ni. Non sareb­be sta­to asso­lu­t­amen­te logi­co fare ses­so se aves­se­ro cre­du­to che Dio avreb­be dato loro un figlio? Pro­ba­bilm­en­te avreb­be­ro det­to con gran­de con­vin­zio­ne di cre­de­re in Dio e di con­fi­da­re nella sua paro­la. Tut­ta­via, le loro azio­ni rivela­no spieta­ta­men­te che la loro fede non si è spin­ta mol­to lon­ta­no in quel momento.

Qui ci ren­dia­mo con­to di quan­to la fede e l’a­zio­ne sia­no strett­amen­te intreccia­te. Io e mio mari­to abbia­mo già pro­va­to innu­me­re­vo­li sport. Uno sport che ci pia­ce mol­to è l’ar­ram­pi­ca­ta. Seb­be­ne ci piac­cia mol­to, non riuscia­mo a tro­va­re il tem­po per pra­ti­car­lo e spes­so ci sono lung­he pau­se tra una visi­ta e l’al­tra al cen­tro di arram­pi­ca­ta. Ment­re mio mari­to è mol­to impa­vi­do in ques­to cam­po, per me è una sto­ria diver­sa. Sono semp­re un po» cau­ta sul­le prime pre­se fin­ché non mi ria­bi­tuo. Se oggi mi chie­des­si se mi fido di mio mari­to, ti direi chia­ra­men­te e con con­vin­zio­ne «Sì, asso­lu­t­amen­te! Mi fido cie­ca­men­te di lui!». Tut­ta­via, se sono aggrapp­a­ta a un muro a 12 metri da ter­ra e mi chie­di se mi fido di mio mari­to, è una cosa com­ple­ta­men­te diver­sa. All’im­prov­vi­so mi sen­to insi­cu­ra, tro­vo del­le scu­se sul per­ché non mi fido com­ple­ta­men­te di lui in quel momen­to e devo ammet­te­re a me stes­sa che pro­ba­bilm­en­te non mi fido cie­ca­men­te di lui. In ques­to momen­to, è neces­sa­ria una decis­io­ne con­s­ape­vo­le da par­te mia per fid­armi di mio mari­to, nono­stan­te la mia pau­ra. Ques­ta decis­io­ne si esprime mol­to chia­ra­men­te nel­le mie azio­ni. Dimos­tro la mia decis­io­ne di fid­armi quan­do lascio anda­re i bot­to­ni sul muro e mi lascio cade­re nella corda. È anche mol­to più faci­le dire a Dio nel­le nost­re can­zo­ni, nel­le nost­re preg­hie­re e nel­le con­ver­sa­zio­ni con gli altri in chie­sa che ci fidia­mo com­ple­ta­men­te di Dio e che abbia­mo una fede pro­fon­da­men­te radi­ca­ta. Ma pur­trop­po, il nos­tro com­por­ta­men­to spes­so rivela che la nos­t­ra fede è dav­vero più pic­co­la di un gra­nel­lo di senape.

Fede colloquiale vs. fede biblica

La ragio­ne di ques­ta dis­cre­pan­za tra i nos­tri dis­cor­si e le nost­re azio­ni, a mio avvi­so, non è tan­to dovu­ta alle nost­re cat­ti­ve inten­zio­ni quan­to alla nos­t­ra com­pren­sio­ne del con­cet­to di «fede». Quan­do par­lia­mo col­lo­quial­men­te di fede, inten­dia­mo qual­co­sa che sta a metà tra l’in­tui­zio­ne e la cono­scen­za. Cre­do che ci sia­no due gran­di idee sba­glia­te sul­la fede che pro­ba­bilm­en­te sono dovu­te alla com­pren­sio­ne cul­tu­ra­le e che con­tradd­ico­no la com­pren­sio­ne bibli­ca del­la fede. In pri­mo luo­go, pen­sia­mo alla fede come a qual­co­sa che avvie­ne nella nos­t­ra tes­ta e for­se nel nos­tro cuo­re. Par­lia­mo del­la fede come di un con­cet­to lega­to al nos­tro pen­sie­ro. È anco­ra in par­te lega­ta alle nost­re emo­zio­ni, ma non alle nost­re azio­ni. Nella Bibbia, tut­ta­via, vedia­mo una con­ce­zio­ne diver­sa del­la fede. In Gia­co­mo 2:17–22 leg­gi­a­mo: «Così anche la fede, se non ha ope­re, è mor­ta di per sé. Ma qual­cu­no dirà: «Tu hai la fede e io ho le ope­re. Most­ra­mi la tua fede sen­za ope­re e io ti mostrerò la fede dal­le mie ope­re! Tu cre­di che SoloUno è Dio? Hai ragio­ne; anche i demo­ni cre­do­no e tre­ma­no. Ma rico­no­scerai, uomo vani­to­so, che la fede sen­za le ope­re è inu­tile? Abra­mo, nos­tro pad­re, non fu for­se giu­sti­fi­ca­to dal­le ope­re quan­do pose Isac­co, suo figlio, sul­l’al­ta­re del sacri­fi­cio? Vedi che la fede ha lavor­a­to insie­me alle ope­re e che la fede è sta­ta resa per­fetta dal­le ope­re.» (Gia­co­mo 2:17–22 ELB).

 

Sono paro­le dure e Lute­ro avreb­be pre­fe­ri­to can­cel­lar­le dal­la Bibbia. Sap­pia­mo che è la fede a sal­v­ar­ci e non le azio­ni. Ques­to è cer­ta­men­te vero. Ma ques­to pas­so bibli­co ci mos­tra quan­to la fede e l’a­zio­ne sia­no strett­amen­te intreccia­te. La Bibbia dipin­ge un qua­dro mol­to più oli­sti­co del­la fede. Tro­vo mol­to bel­lo il modo in cui vie­ne descrit­ta qui in Gia­co­mo. Abra­mo è il gran­de model­lo di fede. Per­ché? Per­ché la sua fede radi­ca­ta si è rivela­ta nel modo in cui ha obbe­dito incon­di­zio­na­ta­men­te a Dio. Le sue azio­ni erano la pro­va visi­bi­le del­la sua fede. È importan­te per me men­zio­na­re anche l’im­port­an­za di ques­to aspet­to. Non voglio pre­di­ca­re un com­por­ta­men­to pio. Non è la fede che nas­ce dal­le azio­ni. È la fede che ci sfi­da all’a­zio­ne. Le azio­ni non pro­du­co­no la fede, ma la com­ple­t­a­no. È importan­te che io sot­to­lin­ei che non ti sto accu­san­do del nos­tro com­por­ta­men­to. Voglio sem­pli­ce­men­te accom­pagnar­ti in un viag­gio alla sco­per­ta di quan­to la fede sia più ampia. E sì, sono d’ac­cordo sul fat­to che alla fine è for­se più lega­ta alle nost­re azio­ni di quan­to spes­so ci ren­dia­mo con­to. Può esse­re sco­mo­do ren­der­si con­to che non sia­mo mol­to bra­vi a nas­con­de­re la nos­t­ra fede. Ma ques­ta è la sto­ria del­la Bibbia. Si trat­ta di per­so­ne il cui com­por­ta­men­to rivela la loro fede o spes­so anche la loro inc­re­du­li­tà. Sen­za ques­ta rivela­zio­ne, la fede rima­ne una bel­la idea, come mil­le alt­re bel­le idee filoso­fi­che. Sem­bra cru­de­le, ma a vol­te vor­rei che le affer­ma­zio­ni e le pro­mes­se del­la Bibbia aves­se­ro la stes­sa influ­en­za sul mio com­por­ta­men­to del­le pro­fe­zie del­la mia app meteo.

La secon­da idea sba­glia­ta sul­la fede è che si trat­ti di una pre­sun­zio­ne fidu­cio­sa. Sono con­vin­to che la fede sia più di una spe­ran­za o di una pre­sun­zio­ne. Per capir­lo, leg­gi­a­mo Ebrei 11:1–2″.Ma la fede è una rea­liz­za­zio­ne di ciò che si spe­ra, una con­vin­zio­ne di cose che non si vedo­no. Infat­ti, gra­zie ad essa gli anti­chi han­no otten­uto una tes­ti­mo­ni­anza» (Ebrei 11:1–2 ELB). A vol­te la paro­la «iposta­si», che qui vie­ne tra­dotta come «real­tà», vie­ne tra­dotta come fidu­cia. Se cre­dia­mo a mol­ti sag­gi teo­lo­gi del­la sto­ria, diven­ta subi­to chia­ro che sia­mo più vici­ni alla real­tà. Iposta­si signi­fi­ca fon­da­men­to o anche base del­l’e­sis­ten­za, essen­za, real­tà o attua­li­tà. Pen­so che tu sia d’ac­cordo con me sul fat­to che se la fede è una real­tà, un’at­tua­li­tà, è mol­to di più che spe­r­a­re in qual­co­sa. Anche la paro­la «esse­re con­vin­to» è mol­to più for­te di una sem­pli­ce fidu­cia. La paro­la può anche esse­re tra­dotta come «esse­re con­vin­to». Vie­ne altri­men­ti cita­ta nel con­tes­to in cui le pro­ve sono così chia­re che la col­pe­vo­lez­za o l’in­no­cen­za del­l’­ac­cu­sa­to posso­no esse­re chia­ra­men­te ipo­tiz­za­te in una con­tro­ver­sia lega­le. Ci ren­dia­mo con­to che la nos­t­ra fede non si basa su sup­po­si­zio­ni, ma su una real­tà? Non voglio ent­ra­re nel meri­to del­le pro­ve in sé, ma vor­rei sot­to­li­nea­re che da una pro­s­pet­ti­va pur­a­men­te sto­ri­ca, ci sono buo­ne pro­ve che Gesù sia sta­to cro­ci­fis­so e sia risor­to. Ci sono dav­vero otti­me ragio­ni per cre­de­re a ciò che dice la Bibbia. La Paro­la di Dio è il fon­da­men­to del­la nos­t­ra fede. E ques­ta fede non si basa affat­to su una fle­bi­le spe­ran­za, qua­si inge­nua. Vor­rei dir­ti che se cre­di a ciò che è scritto nella Bibbia, non si trat­ta di una scioc­ca fidu­cia, ma di una real­tà tangibile.

L’incontro con il Dio santo come radice della fede

Pri­ma di con­clude­re, vor­rei tornare ad Abra­mo e Sara. Come pro­mes­so, Sara par­torì un figlio un anno dopo. Ques­to figlio fu final­men­te l’a­dem­pi­men­to del­la pro­mes­sa di Dio. Anche se non vie­ne descritto nei det­tag­li, sono mol­to, mol­to sicu­ro che Abra­mo e Sara abbia­no con­c­e­pi­to ques­to bam­bi­no in modo natu­ra­le. La loro fede si era ris­ve­glia­ta e ave­va rice­vu­to un nuo­vo impul­so. Come è suc­ces­so? Fu l’in­con­tro con il Signo­re. Fu la paro­la del Dio San­to a ris­ve­glia­re una nuo­va fede in Abra­mo e Sara. Ques­to incon­tro non fu esat­ta­men­te pia­ce­vo­le per Sara, per­ché il Signo­re rivelò la sua inc­re­du­li­tà. In quel momen­to fu mes­sa a nudo. Eppu­re fu pro­prio ques­to incon­tro a raf­forz­a­re la sua fede. Le fece capi­re che le sue azio­ni erano la pro­va di una fede moren­te. Ma fu anche un cam­pa­nel­lo d’all­ar­me che le per­mi­se di pren­de­re una nuo­va decis­io­ne di aggr­ap­par­si alla pro­mes­sa di Dio. Le loro azio­ni, la loro obbe­dien­za, sono il com­pi­men­to del­la loro fede. Il risult­a­to è la glo­ri­fi­ca­zio­ne di Dio. Ques­ta è la dire­zio­ne del­l’a­zio­ne. La fede nas­ce dal­l’in­con­tro e le azio­ni seguo­no la fede. Se Dio ti incon­tra non è nel­le tue mani. Ma è nos­t­ra responsa­bi­li­tà cer­ca­re Dio con tut­to il cuo­re. D’al­tra par­te, abbia­mo il pri­vi­le­gio di ave­re acces­so alla Paro­la di Dio. Ogni vol­ta che voglia­mo, pos­sia­mo immer­ger­ci nella sua Parola.

 

 

 

 

 

 

 

 

Possibili domande per il piccolo gruppo 

Leg­gi il tes­to bibli­co: Gia­co­mo 2:17

  1. Qua­li pro­mes­se ci ha fat­to Dio nella sua Paro­la? Qua­li attri­bu­ti sono attri­bui­ti a Dio nella Bibbia?
  2. Ora pen­sa­te insie­me a come potreb­be mani­fest­ar­si nel­le nost­re azio­ni se cre­dia­mo dav­vero alle pro­mes­se e cre­dia­mo in un Dio come descritto nella Bibbia? (Esem­pio: Dio è il nos­tro for­ni­to­re. Ci com­por­ti­amo in ques­to modo o for­se il nos­tro com­por­ta­men­to a vol­te mos­tra più che alt­ro che ci con­side­ria­mo dei fornitori?)
  3. Ci sono aree del­la tua vita in cui devi pren­de­re una decis­io­ne e riaf­fer­ma­re la tua fidu­cia in Dio attra­ver­so le tue azioni?
  4. Come defi­ni­res­ti la «fede»? Che cosa signi­fi­ca per te la fede?
  5. Non pos­sia­mo forz­a­re l’in­con­tro con Dio, ma pos­sia­mo cer­ca­re di rag­gi­unger­lo. Dis­cu­te­te su come ques­to pos­sa avvenire.
  6. Dis­cu­ti su come con­ti­nu­are a immer­ger­ti nella Paro­la di Dio.