Data: 8 agos­to 2021 Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Matteo 5:43–47
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Make Love, not War («Fate l’a­mo­re, non la guer­ra»). Ques­ta frase rias­su­me suc­c­in­ta­men­te l’a­mo­re per i nemici. Inve­ce del­la guer­ra, i segu­aci di Gesù devo­no rispon­de­re all’osti­li­tà con l’a­mo­re. Il Pad­re in cie­lo ser­ve come model­lo per uno sti­le di vita ecce­zio­na­le. Non è solo un model­lo, ma vuo­le tras­form­ar­ci in ques­to per­son­ag­gio attra­ver­so la metamorfosi.


 

Car­los Ortiz, il pas­to­re del­la chie­sa in più rapi­da cre­sci­ta di Bue­nos Aires, ha rac­con­ta­to una sto­ria in una con­fe­ren­za. Era sta­to pas­to­re per mol­ti anni e pre­di­ca­va ogni dome­ni­ca. Ques­ta dome­ni­ca, quan­do ha aper­to la sua Bibbia per pre­di­ca­re, non ha potu­to dire alt­ro che: «Ama­te­vi l’un l’al­t­ro!». Sua mog­lie pen­sa­va che stesse impazzen­do. È sta­to mol­to imba­raz­z­an­te. Dopo qual­che minu­to si alzò di nuo­vo e dis­se: «Ama­te­vi l’un l’al­t­ro!«E dopo un cer­to tem­po anco­ra: «Ama­te­vi l’un l’al­t­ro!Poi rima­se sedu­to». Col tem­po, un uomo tra le migli­a­ia di per­so­ne che par­te­ci­pa­va­no al ser­vi­zio ha comin­cia­to a parl­a­re con il suo vici­no. Chie­se all’uo­mo, che non cono­sce­va, se pote­va aiut­ar­lo in qual­che modo. E poi un alt­ro e un alt­ro anco­ra e infi­ne cen­ti­na­ia comin­cia­ro­no a comu­ni­ca­re con i vici­ni. Alla fine di quel ser­vi­zio, 28 disoc­cu­pa­ti han­no tro­va­to lavoro e mol­te madri sole han­no rice­vu­to aiuto per i loro fig­li. Se solo il pas­to­re aves­se fat­to un buon ser­mo­ne sul­l’a­mo­re, 28 per­so­ne sareb­be­ro tor­na­te a casa sen­za lavoro. La tra­ge­dia è: non sareb­be impor­tato a nes­su­no! Car­los Ortiz lo ha ripe­tu­to la dome­ni­ca suc­ces­si­va e la dome­ni­ca dopo. Dopo tre set­ti­ma­ne, 300 mem­bri han­no lascia­to la sua chie­sa. Car­los ha det­to: «È la cosa miglio­re che pot­esse capit­ar­ci.«Ques­te 300 per­so­ne non erano affat­to inter­es­sa­te alla vita cris­tia­na, ma solo alla buo­na predicazione.

A cosa sei inter­es­sa­to? Nella vita cris­tia­na o nel­le buo­ne pre­di­che? Il Dis­cor­so del­la Mon­tagna è inter­es­sa­to alla vita cris­tia­na; alle vir­tù e a un carat­te­re semp­re più simi­le all’es­em­pio di Dio.

Chi è un nemico?

«Ave­te sen­ti­to che la Leg­ge di Mosè dice: «Ama il tuo prossi­mo» e odia il tuo nemi­co. Ma io dico: ama­te i vos­tri nemici! Pre­ga per colo­ro che ti per­se­gui­ta­no!» (Matteo 5:43f NLB). Inva­no cer­che­re­mo nella Torah il coman­da­men­to di odia­re i nos­tri nemici. Ques­to coman­da­men­to non esis­te. È che l’af­fer­ma­zio­ne: «Ame­rai il tuo prossi­mo» è sta­to inter­pre­ta­to da alcu­ni rab­bi­ni come: «Tu devi solo ama il tuo prossi­mo». Per­tan­to, uno dei gran­di dibat­ti­ti tra i rab­bi­ni ruo­ta­va intor­no alla doman­da: «Chi è il mio vici­no?» Han­no anche affron­ta­to Gesù con ques­ta doman­da (Luca 10:29). Ques­ta fu l’oc­ca­sio­ne per la para­bo­la del Buon Sama­ri­ta­no. Un uomo è sta­to lascia­to feri­to sul lato del­la stra­da dopo un’­ag­gres­sio­ne. A tur­no, pas­s­aro­no un sacer­do­te ebreo, un ser­vi­to­re del tem­pio e un sama­ri­ta­no. I pri­mi due han­no dis­tol­to lo sguar­do e han­no cam­bia­to lato del­la stra­da. Il Sama­ri­ta­no intra­pre­se un’e­la­bora­ta ope­ra­zio­ne di soc­cor­so. I Sama­ri­ta­ni erano tra i più gran­di nemici dei Giudei in quel peri­odo. Alla fine, Gesù chie­se al grup­po: «Ora, qua­le del­le tre pen­sa­te sia sta­ta la prossi­ma per l’uo­mo che è sta­to attac­ca­to dai rapi­na­to­ri?» (Luca 10:36 NLB). Chi è il mio vici­no? Tut­ti! E – non pos­so deci­de­re dal­la mia otti­ca chi è il mio vici­no, ma il biso­g­no del­l’al­t­ro mi ren­de il suo vici­no. Quan­do vedo un biso­g­no e ne sono con­s­ape­vo­le, diven­to auto­ma­ti­ca­men­te il vici­no.

I nemici posso­no anche esse­re per­so­ne che han­no una per­so­na­li­tà com­ple­ta­men­te diver­sa e con cui si con­ti­nua a sfre­ga­re. A vol­te un con­cor­ren­te diven­ta anche un nemi­co per­ché ti ruba la sce­na. For­se il tuo nemi­co sie­de nel­lo stes­so con­siglio e cer­ca di port­are avan­ti un pro­get­to dia­me­tral­men­te diver­so dal tuo. Mio suo­ce­ro era un con­si­glie­re can­to­na­le dei Ver­di. Quan­do gli suc­ce­de­va una dis­av­ven­tura, dice­va scher­z­an­do: «Era l’SVP!«Per l’im­por­tato­re di auto­mo­bi­li, gli atti­vis­ti del cli­ma sono nemici. Un nemi­co è una per­so­na che ha biso­g­no del tuo aiuto, che tro­vi stra­no, che ha un’o­pi­ni­one com­ple­ta­men­te diver­sa, che vuo­le far­ti del male o che ti dà semp­re sui ner­vi. A vol­te le per­so­ne diven­ta­no nemi­che sen­za che noi lo voglia­mo. Fried­rich Schil­ler scri­ve: «Il più pio non può rima­ne­re in pace se il vici­no mal­va­gio non gli pia­ce.»

Come affrontiamo il nemico?

La meta­mor­fo­si con­sis­te nel diven­ta­re semp­re più simi­le al Pad­re in cie­lo. Come si com­por­ta Dio con le per­so­ne che non lo chie­do­no e addi­rit­tu­ra lo rifi­uta­no? Gesù ci dà la ris­pos­ta: «Così vi com­por­ta­te come veri fig­li del Pad­re vos­tro che è nei cie­li. Per­ché egli fa sor­ge­re il sole sui mal­va­gi e sui buo­ni, e man­da la piog­gia sui giu­s­ti e sug­li ingi­u­s­ti.» (Matteo 5:45 NLB). Dio fa sor­ge­re il sole sui suoi nemici e man­da la piog­gia. Egli prov­ve­de al loro ben­es­se­re – così come prov­ve­de al ben­es­se­re dei suoi segu­aci. Quin­di i cris­tia­ni non sono favo­ri­ti. Una medu­sa non distin­gue se pun­ge un cris­tia­no o un ateo. Anche nel caso del­le vitti­me di inci­den­ti stra­da­li, il tas­so non è infe­rio­re al soli­to tra le per­so­ne che cre­do­no in Gesù. Ques­to fat­to che Dio bene­di­ca gli ing­ra­ti ha semp­re irri­ta­to la gen­te. «Per­ché i mal­va­gi stan­no così bene?«Asaph chie­de (Sal­mo 73:3f; cfr. Gere­mia 12:1). Le cir­cos­tan­ze ester­ne sono in media le stesse per tut­te le per­so­ne. La ragio­ne di ques­to è che Dio non stu­dia con chi deve esse­re ami­che­vo­le e con chi no. Il Pad­re cele­s­te è buo­no nella sua natu­ra. Lui è l’a­mo­re. «Tut­to ciò che è buo­no e per­fet­to ci è dato dal­l’al­to, da Dio che ha crea­to tut­te le luci del cie­lo. A dif­fe­ren­za di loro, non cam­bia, né si alter­na tra luce e ten­eb­re» (Gia­co­mo 1:17 NLB). Più tar­di, quan­do Gesù sarà ven­uto di nuo­vo e il Giudi­zio Uni­ver­sa­le avrà avu­to luo­go, sarà diver­so. La Bibbia par­la di due sta­ti di paradi­so e infer­no. Il cie­lo è il luo­go in cui la bon­tà e la miser­i­cor­dia di Dio posso­no esse­re spe­ri­men­ta­te in ulti­ma con­se­guen­za e per­fe­zio­ne. All’in­fer­no, inve­ce, si spe­ri­men­ta come il sole e la piog­gia di Dio ven­ga­no a man­ca­re del tut­to. Deve esse­re terribile!

Che cosa ci gua­d­a­gna una per­so­na ad ono­ra­re Dio se poi pro­va la stes­sa sof­fe­ren­za? Un segu­ace di Gesù non è mai solo. Dio è semp­re con lui. «Anche se cammin­as­si nella val­le del­l’om­bra del­la mor­te, non tem­e­r­ei alcun male, per­ché tu sei con me, il tuo bas­tone e il tuo vin­cas­tro mi con­forta­no.» (Sal­mo 23:4 LUT).

Pre­ga­re per i «nemici»: Il pen­sie­ro ebraico com­pren­de l’a­mo­re come un’a­zio­ne con­cre­ta e non come un sen­ti­men­to. Cosa si aspet­ta Gesù dai suoi segu­aci quan­do spe­ri­men­ta­no l’op­po­si­zio­ne? Che non reagisca­no con l’o­dio, ma tras­formi­no i loro sen­ti­men­ti in preg­hie­ra. Ques­to è un modo di con­cre­tiz­za­re l’a­mo­re. L’o­bi­et­tivo del­la preg­hie­ra è che il nemi­co ces­si di esse­re un nemi­co. Solo Dio Onni­po­ten­te può rea­liz­za­re ciò. La preg­hie­ra è un’ar­ma poten­te. Ren­de insta­bi­le la «rela­zio­ne con il nemi­co» da un lato. La tra­di­zio­ne ebraica dice: Pre­ga per il nemi­co, affin­ché pos­sa ser­vi­re Dio. Chi è un gran­de? Colui che tras­for­ma qual­cu­no che lo odia in qual­cu­no che lo ama. Colo­ro che sono oppres­si e non opp­ri­mo­no, che sen­to­no i loro abu­si e non li resti­tuis­co­no, che agis­co­no per amo­re e si ralle­gra­no nella sof­fe­ren­za – di loro la Scrit­tu­ra dice: «Ma lascia che quel­li che ti ama­no cre­sca­no in for­za come il sole che sor­ge!» (Giudi­ci 5:31 NLB).

Cosa rende speciale la vita cristiana?

«Se ami solo chi ti ama, cosa c’è di così spe­cia­le? Anche gli esat­to­ri del­le tas­se che pren­do­no le tan­gen­ti lo fan­no. Se sei gen­ti­le solo con i tuoi amici, cosa ti ren­de diver­so dal­le alt­re per­so­ne? Anche quel­li che non cono­sco­no Dio lo fan­no» (Matteo 5:46f NLB). In un’al­tra occa­sio­ne Gesù spie­ga come un cris­tia­no può distin­guer­si dag­li altri: «Ama­te i vos­tri nemici! Fate del bene a loro! Presta­te loro dei sol­di! E non preoc­cu­p­a­tevi per­ché potreb­be­ro non resti­tuir­ve­lo. All­o­ra la vos­tra ricom­pen­sa in cie­lo sarà gran­de e vi com­port­er­ete ver­a­men­te come fig­li del­l’Al­tis­si­mo, per­ché Egli fa del bene anche agli ing­ra­ti e ai mal­va­gi.» (Luca 6:35 NLB). Salo­mo­ne, tra l’al­t­ro, pro­cla­ma­va già nel­l’An­ti­co Tes­ta­men­to l’a­mo­re per i nemici: «Se il tuo nemi­co ha fame, dag­li da man­gia­re. Se ha sete, dategli da bere. Così rac­co­glie­re­te car­bo­ni arden­ti sul­la sua tes­ta, e il Signo­re vi ricom­pen­serà.» (Pro­ver­bi 25:21f NLB).

«Imma­gi­na che ci sia la guer­ra e che nes­su­no ci vada.» Ques­to è sple­ndi­da­men­te det­to. Ma nel sen­so del tes­to del ser­mo­ne, ques­te tat­ti­che di evita­men­to non sono suf­fi­ci­en­ti. Ciò che è richies­to è la via del­l’a­mo­re. In ques­to sen­so vor­rei dire: «Fare l’a­mo­re, non la guer­ra».

Cor­rie ten Boom ha avu­to un’e­s­pe­ri­en­za impres­sio­n­an­te di ques­to. Dopo un ser­mo­ne in una chie­sa di Mona­co, si tro­vò fac­cia a fac­cia con il suo ex tor­men­ta­to­re del cam­po di con­cen­tra­men­to di Ravens­brück che l’a­ve­va tor­tu­ra­ta e umi­lia­ta. Dopo il ser­mo­ne, si avvicinò a lei e le dis­se: «Lei ha men­zio­na­to Ravens­brück nel suo ser­mo­ne». «Ero una guar­dia lì. Ma ques­to è fini­to», ha con­ti­nu­a­to. «Sono diven­ta­to cris­tia­no. So che Dio mi ha per­do­na­to per tut­te le cru­del­tà che ho fat­to lì. Ma voglio anche sen­tir­lo dal­la loro boc­ca. Puoi per­donar­mi?«Poi descri­ve la sua lot­ta inte­rio­re e come il ricordo di sua sor­el­la Bet­sie, mor­ta a Ravens­brück, si ris­ve­glia in lei. Con­ti­nua a scri­ve­re: «Il mess­ag­gio del per­do­no di Dio ha un pre­re­qui­si­to cru­cia­le: che noi per­do­nia­mo colo­ro che sono col­pe­vo­li di noi. «Se non per­do­na­te agli uomi­ni le loro col­pe», dice Gesù, «né il Pad­re del cie­lo per­do­nerà le vost­re tras­gres­sio­ni.«Lo sape­vo – non solo come coman­da­men­to di Dio, ma anche per espe­ri­en­za quo­ti­dia­na. Dal­la fine del­la guer­ra diri­ge­vo la casa per le vitti­me del regime nazis­ta a Bloe­mend­aal, ed era lì che pote­vo sen­tir­lo con le mie mani: Solo colo­ro che poteva­no per­do­na­re i loro ex nemici erano in gra­do di ritro­va­re la loro stra­da e rico­min­cia­re, non impor­ta in qua­le con­di­zio­ne fisi­ca si trov­as­se­ro. Quel­li che allat­ta­va­no la loro ama­rez­za riman­eva­no inva­li­di. Era tan­to sem­pli­ce quan­to ter­ri­bi­le. E io sta­vo lì con il mio cuo­re fred­do. Ma il per­do­no non è un sen­ti­men­to – sape­vo anche ques­to. Il per­do­no è un atto del­la volon­tà, e la volon­tà può agi­re sen­za tener con­to del­la tem­pe­ra­tura del cuo­re. «Gesù, aiut­ami», ho pre­ga­to dol­ce­men­te. «Pos­so alz­are la mano. Almeno ques­to pos­so far­lo. Devi fare il sen­ti­men­to.«In modo leg­no­so, mec­ca­ni­co, ho mes­so la mia mano nella mano tesa del­l’uo­mo. Ment­re lo face­vo, accad­de qual­co­sa di incre­di­bi­le. Il movi­men­to ha avu­to ori­gi­ne nella mia spal­la, è flui­to nel mio brac­cio ed è salt­a­to nella mano chi­usa. E poi ques­to calo­re cura­tivo sem­bra­va inon­da­re tut­to il mio esse­re. Mi sono venute le lacrime agli occhi. «Ti per­do­no, fratel­lo«Ho pian­to. «Con tut­to il cuo­re.«Per un lungo momen­to ci sia­mo tenuti per mano, l’ex diret­to­re e l’ex pri­gio­nie­ro. Non ave­vo mai spe­ri­men­ta­to l’a­mo­re di Dio così inten­sa­men­te come in quel momento.

Non ave­vo mai spe­ri­men­ta­to l’a­mo­re di Dio così inten­sa­men­te come in quel momen­to. Ques­to è inter­es­san­te. L’at­to d’a­mo­re dei Cor­ries ha atti­va­to l’a­mo­re di Dio. Ha scel­to di ama­re e l’a­mo­re era lì! «Ami­amo, per­ché egli ci ha ama­ti per pri­mo» (1 Gio­van­ni 4:19 LUT). Si trat­ta di esse­re plas­ma­ti dal­la natu­ra di Dio nei nos­tri cuo­ri in modo da poter ama­re anche i nos­tri nemici. Chi chie­de occhi aper­ti e l’a­mo­re di Dio lo spe­ri­men­terà: Chi sen­te ciò che vede, fa ciò che può.

 

 

Possibili domande per i piccoli gruppi

Leg­ge­re il tes­to bibli­co: Matteo 5:43–47

  1. Chi diven­ta il tuo vici­no attra­ver­so il suo biso­g­no? Chi è il tuo nemi­co? Chi eviti?
  2. In qua­le cos­tel­la­zio­ne potres­ti ren­de­re insta­bi­le la «rela­zio­ne nemi­ca» dal­la tua parte?
  3. Qua­li sono i modi con­cre­ti di ama­re una per­so­na? Cosa rac­co­man­da Gesù? Che cosa signi­fi­ca Solomon?
  4. Come ha vis­suto Gesù stes­so l’a­mo­re per i nemici?
  5. Hai spe­ri­men­ta­to come sei sta­to dota­to del­l’a­mo­re di Dio quan­do hai vin­to per amare?