L’entusiasmo non protegge dai disaccordi

Data: 28 lug­lio 2024 Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: 1 Gio­van­ni 1:9; Esodo 32:1–6. 19–20
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Il popo­lo d’Is­rae­le fece con gioia un’al­le­an­za con Dio. Ma solo poche set­ti­ma­ne dopo, rin­un­cia­ro­no al loro Dio. Il loro entus­i­as­mo ini­zia­le non li ha pro­tet­ti da un dis­ac­cordo. Scam­bia­ro­no Dio con qual­co­sa di mol­to peg­gio­re. Anche i segu­aci di Gesù ris­chia­no di scam­bia­re una vita di abbond­an­za e liber­tà con una vita domi­na­ta da poche cose. Ma Dio ci per­do­na per ques­ti pas­si fal­si. Tut­ta­via, potrem­mo dover­ne sop­port­are le con­se­guen­ze: ecco quan­to Dio pren­de sul serio le nost­re decisioni.


L’entusiasmo non protegge dagli errori!

Dio fece un pat­to con Israe­le sul Mon­te Sinai (Esodo 24). Il popo­lo accet­tò ques­ta alle­an­za due vol­te e dis­se che l’av­reb­be ris­pett­a­ta. Dopo aver sti­pu­la­to l’al­le­an­za, Mosè salì sul mon­te insie­me ad altri set­tan­ta lea­der. Lì man­gi­a­ro­no alla pre­sen­za di Dio e lo vide­ro! Fu un momen­to mol­to inti­mo. Dopo un po», tut­ti sce­se­ro dal­la mon­tagna, tran­ne Mosè e il suo ser­vo Gio­suè che rima­se­ro indie­tro. Mosè incon­trò Dio lì per 40 gior­ni. «La glo­ria del Signo­re si posò sul mon­te Sinai e la nuvo­la lo coprì per sei gior­ni. Il set­ti­mo gior­no, il Signo­re chi­amò Mosè dal­la nuvo­la. La glo­ria del Signo­re fu vis­ta daüper gli israe­li­ti come un fuo­co arden­te sul­la cima del­la mon­tagna. Mosè ent­rò dirett­amen­te nella nube e salì ulte­rior­men­te sul mon­te. 40 gior­ni e 40 gior­ni.ärima­se sul­la mon­tagna». (Esodo 24:16–18 NLB). Duran­te il peri­odo in cui Mosè rima­se sul­la mon­tagna, nominò Aron­ne e Hur come suoi rappre­sen­tan­ti per gli Israe­li­ti. Vor­rei ricorda­re bre­ve­men­te quan­to segue: Il popo­lo vide la glo­ria di Dio sul­la cima del­la mon­tagna dal bas­so. Set­tan­ta uomi­ni di spic­co del popo­lo incon­tra­ro­no Dio sul mon­te. Il popo­lo ave­va stret­to un’al­le­an­za con Dio qua­si qua­ran­ta gior­ni pri­ma ed era cer­ta­men­te entus­i­as­ta. Ma non poteva­no sop­port­are la ten­sio­ne del­l’as­sen­za di Mosè. «Quan­do Mosè non sce­se dal­la mon­tagna per mol­to tem­po, il popo­lo andò insie­me da Aron­ne. «Avan­ti! Cre­aci un dio che ci gui­di», lo esort­aro­no. Non sap­pia­mo cosa sia suc­ces­so a ques­to Mosè che ci ha por­tato qui dal­l’E­git­to» ». (Esodo 32:1 NLB). C’è una gran­de dif­fe­ren­za tra il Dio di Israe­le, com­pre­so il nos­tro Dio, e le alt­re divi­ni­tà. Ques­ta dif­fe­ren­za si tro­va nella secon­da del­le die­ci parole/comandamenti. Vie­ne subi­to dopo l’is­tru­zi­o­ne che il popo­lo non deve ave­re altri dei e affer­ma che non si devo­no fare imma­gi­ni di Dio. Ecco come stan­no le cose: Non sap­pia­mo che aspet­to abbia Dio. Tut­ta­via, ques­to non era il caso del­l’am­bi­en­te in cui vive­va­no gli israe­li­ti. Gli Egi­zi e i popo­li che vive­va­no nel deser­to ave­va­no divi­ni­tà che poteva­no esse­re toc­ca­te. Erano fat­ti di mate­ria­li ter­re­ni. Poi­ché il popo­lo pro­ve­ni­va dal­l’E­git­to, cono­sce­va ques­te divi­ni­tà che poteva­no esse­re toc­ca­te e guar­da­te. Quin­di anche loro vole­va­no ave­re un dio simi­le. For­t­u­na­ta­men­te, i capi degli israe­li­ti erano sta­ti sul mon­te poco tem­po pri­ma e ave­va­no incont­ra­to Dio. Quin­di furo­no in gra­do di rima­ne­re fer­mi – pur­trop­po No. Non sap­pia­mo per­ché, ma Aron­ne cedet­te alle richies­te degli israe­li­ti. Aron­ne e Hur furo­no mes­si a capo degli Israe­li­ti da Mosè. Da ques­to momen­to in poi, Hur non vie­ne più men­zio­na­to. C’è una ragio­ne per ques­to nella tra­di­zio­ne ebraica non bibli­ca. C’è l’i­dea che Hur si sia rifi­uta­to di far­lo e sia sta­to quin­di ucciso dal popo­lo. Poi­ché Aron­ne vole­va sal­var­si la pel­le, alla fine accon­sen­tì a ques­to desi­de­rio del popolo.

Qui nas­ce una ten­sio­ne che ci riguar­da anco­ra oggi. Si trat­ta del rap­por­to tra l’e­s­pe­ri­en­za di Dio e la posi­zio­ne secon­do cui Dio è Dio e quin­di non deve mostrarsi/essere spe­ri­men­ta­to. Una posi­zio­ne affer­ma che Dio è un Dio spe­ri­men­ta­bi­le, rea­le e quin­di si mos­tra a me – se esis­te un Dio, all­o­ra un’e­s­pe­ri­en­za rea­le è indis­pensa­bi­le. L’al­tra posi­zio­ne affer­ma all’estre­mo che Dio non si mos­tra per­ché è Dio, ma è comun­que rea­le. Tut­ta­via, esis­te anche una via di mez­zo in ques­ta ten­sio­ne. Sì, Dio è Dio e non ha biso­g­no di mostrar­si. Ma ha volu­to mostrar­si in Gesù Cris­to. Tut­ta­via, rima­ne Dio anche quan­do non lo per­ce­pis­co. Pur­trop­po dob­bia­mo sop­port­are ques­ta ten­sio­ne. Ma in ques­ta sto­ria vedia­mo anche che l’in­con­tro con Dio non ci ren­de più saldi.

Un cattivo baratto

Alla fine Aron­ne accet­tò e dis­se agli israe­li­ti di rac­co­glie­re gli orec­chi­ni d’o­ro. «Aron­ne pre­se l’o­ro da loro, lo fuse e lo usò per fare un ido­lo a for­ma di vitel­lo. All­o­ra il popo­lo gri­dò: «Ques­to è il tuo Dio, Israe­le, che ti ha fat­to usci­re dal­l’E­git­to! Quan­do Aron­ne se ne accor­se, eres­se un alta­re davan­ti al vitel­lo e pro­clamòüned: «Doma­ni fest­eg­ge­re­mo una fes­ta perür il Signo­re!» Am näIl mat­ti­no seguen­te gli israe­li­ti si alz­aro­no in pie­diüper offri­re olo­causti e offer­te di pace. Poi si sedet­te­ro per man­gia­re e bere e cele­bra­ro­no un ban­chet­to son­tuo­so e stra­va­gan­te». (Esodo 32:4–6 NLB). Gli israe­li­ti ado­r­a­ro­no ques­to vitel­lo. Ma così facen­do, fece­ro un cat­tivo affa­re. Vole­va­no ado­ra­re Dio, ma vole­va­no anche ave­re una sua imma­gi­ne. Il sal­mis­ta fa una retro­s­pet­ti­va su ques­to cat­tivo bar­at­to. «Sul Mon­te Sinai, il popo­lo si fece un vitel­lo e si pro­strò a un ido­lo d’o­ro. Scam­bia­ro­no il loro Dio glo­rio­so con l’im­ma­gi­ne di un bue erbi­voro!». (Sal­mo 106:19–20 NLB). Imma­gi­na. Ave­va­no un pat­to con Dio che era più gran­de, più poten­te e anche più incom­pren­si­bi­le di qual­si­a­si cosa cono­sces­se­ro. Ma vole­va­no un vitel­lo. Lo sape­va­no e lo pos­se­de­va­no anche. Ques­ta è un’im­ma­gi­ne per noi uma­ni. Vor­rem­mo ave­re un dio, ma dob­bia­mo esse­re in gra­do di con­troll­ar­lo e ten­er­lo nel­le nost­re mani. Ma alla fine ques­to è un cat­tivo com­pro­mes­so. Per­ché solo qual­co­sa che è al di fuo­ri di noi è in gra­do di sos­tener­ci nei momen­ti difficili.

I segu­aci di Gesù dico­no che lui è la cosa più importan­te per loro. Ma spes­so fan­no uno scam­bio sba­gli­a­to. Inve­ce di una vita di liber­tà, si lascia­no governare dal­le cose. Inve­ce di una vita di abbond­an­za, si aggrap­pa­no a poche cose su ques­ta ter­ra. Gli israe­li­ti avreb­be­ro avu­to la pre­sen­za di Dio. Ma la scam­bia­ro­no con qual­co­sa che cono­sce­va­no. Vale a dire con­tro gli dei che cono­sce­va­no dal­l’E­git­to e dal loro ambi­en­te. Ques­to dimos­tra anco­ra una vol­ta ciò che vie­ne sot­to­li­nea­to nella cita­zio­ne che è già sta­ta cita­ta mol­to spes­so nel tema di ques­t’an­no. «Ci vol­le una not­te per far usci­re Israe­le dal­l’E­git­to. Ma ci sono volu­ti 40 anni per far usci­re l’E­git­to da Israe­le». (Cita­zio­ne sco­no­sci­u­ta). Lo stes­so vale per i segu­aci di Gesù Cris­to. Bas­ta un atti­mo per pas­sa­re dal­la vec­chia vita a una nuo­va con Gesù Cris­to. Ma spes­so ci vogli­o­no anni (se non fino alla mor­te) per far usci­re le vec­chie abi­tu­di­ni dal segu­ace di Gesù. Anche in segui­to, Israe­le fal­lis­ce ripe­tu­tamen­te su ques­to pun­to. Vale a dire che si for­mò un’im­ma­gi­ne di Dio. Quan­do Israe­le fu divi­so in due, i re del reg­no del nord si fece­ro ripe­tu­tamen­te un’im­ma­gi­ne di Dio. Ques­to fu il loro errore pre­fe­ri­to. Anche noi abbia­mo ques­te abi­tu­di­ni, che sem­bra sia dif­fi­ci­le rompere.

Dio perdona – le conseguenze possono rimanere

Quan­do Dio fece la sua alle­an­za con il popo­lo, gli israe­li­ti accet­ta­ro­no che segui­re e dis­ob­bed­ire alle loro azio­ni avreb­be avu­to del­le con­se­guen­ze. A ques­to pun­to, Mosè era anco­ra sul­la mon­tagna alla pre­sen­za di Dio. Dio lo mise al cor­ren­te di ciò che sta­va acca­den­do nella val­le. Mosè si dires­se ver­so la val­le con le tavo­le del­l’al­le­an­za, sul­le qua­li c’er­ano le die­ci paro­le. «Ment­re si avvicina­va­no all’­ac­cam­pa­men­to, Mosè vide il vitel­lo e la gen­te che vi dan­za­va intor­no. Infu­ria­to, get­tò le tavo­le di pie­tra a ter­ra e le fran­tumò ai pie­di del­la mon­tagna». (Esodo 32:19 NLB). Mosè era così arrab­bia­to che get­tò le tavo­le di pie­tra a ter­ra. Ques­to chia­ris­ce ed enfa­tiz­za ciò che è appe­na acca­du­to. Le tavo­le sim­bo­leg­gi­a­no l’al­le­an­za di Dio con gli israe­li­ti. Ma dopo poche set­ti­ma­ne, gli israe­li­ti infran­se­ro ques­to pat­to per­ché ave­va­no crea­to un’im­ma­gi­ne di Dio. Vio­la­ro­no il secon­do coman­da­men­to e ques­to ebbe del­le con­se­guen­ze. «Mosè pre­se il vitel­lo che ave­va­no fat­to, lo bru­ciò nel fuo­co e ridus­se le ceneri in pol­vere. Spar­se la pol­vere nel­l’ac­qua e la diede da bere al popo­lo». (Esodo 32:20 NLB). Il popo­lo dovet­te assis­te­re alla dis­tru­zi­o­ne del vitel­lo d’o­ro. Dovet­te­ro anche bere ques­t’ac­qua. Ne subi­ro­no quin­di le con­se­guen­ze nel pro­prio cor­po. All’i­ni­zio l’a­po­sta­sia era este­rio­re, ma beven­do l’ac­qua è un’im­ma­gi­ne del fat­to che anche il loro io inte­rio­re si è allon­tana­to dal­l’al­le­an­za con Dio. E ques­to ebbe anche con­se­guen­ze mor­ta­li. Mosè invi­tò colo­ro che erano rimasti fede­li a Dio a mar­cia­re attra­ver­so l’ac­cam­pa­men­to e a ven­dicar­si di colo­ro che ave­va­no pre­so par­te al vitel­lo (Esodo 32:26–29). Tre­mi­la uomi­ni mor­i­ro­no duran­te ques­to processo.

I segu­aci di Gesù Cris­to dico­no che è la cosa più importan­te del­la loro vita. Orga­niz­za­no la loro vita in base a lui. Se non vivo­no secon­do le sue istru­zi­o­ni, ciò com­por­ta del­le con­se­guen­ze. Ma c’è semp­re la pos­si­bi­li­tà di per­do­na­re. «Ma se gli con­fes­sia­mo i nos­tri pec­ca­ti, egli è fede­le e gius­to da per­donar­ci e puri­fi­c­ar­ci da ogni male». (1 Gio­van­ni 1:9 NLB). Per pec­ca­to si inten­de un’a­zio­ne che non cor­rispon­de alle istru­zi­o­ni di Dio. Ogni azio­ne che fac­cio o non fac­cio ha del­le con­se­guen­ze. Non tut­te le azio­ni sono in con­trad­di­zio­ne con le ordi­nan­ze di Dio, ma han­no del­le con­se­guen­ze. Lo sco­po del­le ordi­nan­ze di Dio sul­la vita è quello di offrir­ci una vita in abbond­an­za e liber­tà. Dio vuo­le pro­t­eg­ger­ci da con­se­guen­ze dif­fi­ci­li. Dio ci per­do­na in Gesù Cris­to, ma potrei dover bere l’ac­qua ama­ra. Ques­to non per­ché Dio sia mal­va­gio, ma per­ché Dio pren­de sul serio la mia decis­io­ne! In qua­le pun­to del­la tua vita hai bar­at­ta­to Dio con qual­cos’al­t­ro? Oggi ti inviti­amo a inver­ti­re ques­to bar­at­to: potreb­be esse­re un per­cor­so più lungo. Ma ini­zia rico­no­scen­do che hai fat­to un cat­tivo scam­bio e chie­den­do per­do­no a Dio.

Possibili domande per il piccolo gruppo

Leg­gi il tes­to bibli­co: Esodo 32:1–6. 19–20

  1. Cosa pen­si del­la ten­sio­ne tra «Dio è Dio indi­pen­den­te­men­te dal fat­to che si mos­tri» e «Dio è Dio solo quan­do si mos­tra»? Come ti com­por­ti con le per­so­ne che la vedo­no diver­sa­men­te? Cosa c’è di sba­gli­a­to nella loro posizione?
  2. Dove rischi di crea­re un’im­ma­gi­ne di Dio in modo che diven­ti più tan­gi­bi­le per te?
  3. Cosa sus­ci­ta in te la frase «Ci vuo­le solo un momen­to per dare la tua vita a Gesù Cris­to, ma una vita inte­ra per cam­bia­re le tue vec­chie abitudini»?
  4. Dove hai scam­bia­to Dio con qual­co­sa di nega­tivo nella tua vita? Per­ché tro­vi dif­fi­ci­le annull­a­re ques­to scambio?
  5. Dove ti capi­ta di sop­port­are le con­se­guen­ze di un’a­zio­ne? Cosa fa scat­ta­re in te l’af­fer­ma­zio­ne «per­ché Dio pren­de sul serio le nost­re decisioni!»?