Data: 6 Mar­zo 2022 Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Esodo 3:14, Gio­van­ni 3:16
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Dio è spes­so chi­ama­to YHWH nel­l’An­ti­co Tes­ta­men­to. Ques­to nome è così sacro per gli ebrei che non lo pro­nun­cia­no. È pro­prio ques­to Dio che ha crea­to anche la ter­ra. Voglia­mo rin­trac­cia­re colui che dice «Io sono quello che sono semp­re» (Esodo 3:14) e chie­de­re cosa signi­fi­ca ques­to esse­re per la mia esis­ten­za. I segu­aci di Gesù Cris­to posso­no par­te­cipa­re a ques­to esse­re, per­ché attra­ver­so le sue paro­le «Io sono» si col­le­ga dirett­amen­te lì. Attra­ver­so ques­to, mi è per­mes­so di esse­re in colui che dice: «Io sono».


Con il ser­mo­ne di oggi, qual­co­sa cam­bierà fon­da­men­tal­men­te. Come alcu­ni di voi han­no nota­to, io e mia mog­lie sti­amo aspett­an­do il nos­tro pri­mo figlio. Ques­to è un even­to mol­to gio­io­so per noi e così, nel bene e nel male, in futu­ro sarò uno di quei pas­to­ri che si rife­ris­co­no semp­re ai loro fig­li per esem­pi pra­ti­ci. Vor­rei scus­ar­mi qui per i prossi­mi 100 ser­mo­ni e spe­ro che mi per­don­e­re­te per questo.

Anche se la data di nas­ci­ta di nos­tro figlio non è pri­ma di metà giug­no, noi, o meglio mia mog­lie, sia­mo già com­ple­ta­men­te occu­pa­ti con i pre­pa­ra­ti­vi. Ci sono nuo­vi mobi­li da com­pra­re, ves­ti­ti da orga­niz­za­re e qual­che muro da dipin­g­e­re. Ma il com­pi­to più importan­te, più bel­lo ma anche più impeg­na­tivo per me è tro­va­re un nome per il nos­tro bam­bi­no. In pre­ce­den­za ho dovu­to tro­va­re i nomi per i nos­tri gat­ti con le mie sor­el­le, ma ques­ta è una sto­ria com­ple­ta­men­te diver­sa. Il nome rimar­rà con il bam­bi­no per il res­to del­la sua vita. Quin­di dov­reb­be suo­na­re bene, ma allo stes­so tem­po non esse­re trop­po 0815. Dov­reb­be esse­re un po» inso­li­to, ma sareb­be comun­que pra­ti­co se i non­ni pot­esse­ro pro­nun­ciar­lo sen­za erro­ri. All’i­ni­zio ave­va­mo mol­ti nomi diver­si, ma ora si sta len­ta­men­te restrin­gen­do. Noti­amo semp­re di più che due cose sono importan­ti per noi in un nome. Da un lato, il nome deve pia­cer­ci. In secon­do luo­go, dov­reb­be ave­re un buon signi­fi­ca­to. La mag­gi­or par­te dei nomi ha un signi­fi­ca­to e sareb­be bel­lo se si pot­esse dare al bam­bi­no qual­co­sa da port­are con sé.

Nella Bibbia, i nomi han­no un signi­fi­ca­to più pro­fon­do. Sì, dico­no qual­co­sa su una per­so­na, un luo­go o un ogget­to. Un nome non è solo un’e­ti­chet­ta, dice anche mol­to sul con­ten­uto. Ques­t’an­no ci occu­p­ia­mo del tema annua­le Crea­tio – Spe­ran­za e responsa­bi­li­tà. Fino­ra ci sia­mo occu­pa­ti mol­to del­la buo­na crea­zio­ne di Dio. Dio appa­re come Spi­ri­to San­to, Figlio e Pad­re. Nei due ser­mo­ni pre­ce­den­ti abbia­mo par­la­to del­lo Spi­ri­to San­to e di Gesù Cris­to. Oggi voglia­mo rivol­ger­ci al Pad­re. Sì, dov­reb­be riguar­da­re il Pad­re del­la crea­zio­ne, dov­reb­be riguar­da­re colui di cui si dice «In prin­ci­pio Dio creò i cie­li e la ter­ra». (Gene­si 1:1). Chie­diam­o­ci chi è ques­to Dio e cosa ha da dir­ci il suo nome ebraico.

1. il nome di Dio

Ogni nome ha la sua soli­da giu­sti­fi­ca­zio­ne nel pen­sie­ro ebraico. Dal momen­to che un nome non riguar­da solo l’in­di­riz­zo, nes­sun nome è scel­to a caso. Il nome del pri­mo uomo, per esem­pio, ha due signi­fi­ca­ti. Da un lato, Adam è il nome pro­prio tedes­co del pri­mo uomo, ma dal­l’al­t­ro Adam signi­fi­ca sem­pli­ce­men­te «uomo». Eva, inve­ce, signi­fi­ca «colei che dà la vita».

Nella crea­zio­ne, Dio è descritto con due paro­le ebraiche. Uno è Elo­him in Gene­si 1:1–2:3. D’al­tra par­te, in Gene­si 2:4–25 è YHWH in con­ne­s­sio­ne con Elo­him. Ent­ram­bi i nomi signi­fi­ca­no Dio, ma pon­go­no un’en­fa­si diver­sa. Elo­him è un plu­ra­le, ma è semp­re tra­dot­to come Dio al sin­go­la­re. Ques­to è chi­ama­to il plu­ra­lis maje­s­ta­tis. Ci sono diver­se teo­rie sul per­ché Dio sia scritto al plu­ra­le. Una tesi mol­to anti­ca, che per­so­nal­men­te mi pia­ce mol­to, sug­ge­ris­ce che in essa sono indi­ca­te le Tre Per­so­ne di Dio. Vale a dire, che Dio è com­pos­to da Pad­re, Figlio e Spi­ri­to San­to. YHWH, d’al­tra par­te, sta mol­to di più per il Pad­re e vie­ne tra­dot­to come SIGNORE in tedes­co. Ques­to è anche il nome di Dio mol­to più comu­ne nel­l’An­ti­co Tes­ta­men­to. Ricor­re più di 6700 vol­te, ment­re Elo­him è men­zio­na­to poco meno di 2500 volte.

Oggi vor­rei con­cen­trar­mi sul nome di Dio, YHWH. La par­ti­co­la­ri­tà di ques­to nome è che la sua pro­nun­cia ori­gi­na­le è oscu­ra. Ques­to per­ché il nome era così sacro per gli ebrei che non lo pro­nun­cia­va­no. Per­tan­to, oggi par­lia­mo spes­so di YHWH. Ques­to a sua vol­ta ha le sue ori­gi­ni nella scrit­tu­ra ebraica. Per mol­to tem­po, l’e­braico non cono­sce­va voca­li, solo le con­so­nan­ti erano scrit­te. Per i madre­li­n­gua, ques­to non ha import­an­za, poi­ché la for­ma gram­ma­ti­cale e la paro­la stes­sa nas­co­no nel con­tes­to. Per­tan­to, le voca­li sono sta­te eli­mi­na­te nella scrit­tu­ra ebraica. Ques­to ren­de anche il tes­to mol­to più bre­ve, il che fa rispar­mia­re una quan­ti­tà enor­me di tem­po e spa­zio quan­do tut­to deve esse­re scritto a mano.

A par­ti­re dal 7° seco­lo d.C., la sfi­da si pre­sen­tò per­ché semp­re più per­so­ne non ave­va­no più l’e­braico come lin­gua mad­re. C’era un grup­po di stu­dio­si ebrei, i Maso­reti, che si pre­se­ro la bri­ga di aggi­unge­re voca­li al tes­to ebraico in modo che fos­se anco­ra acces­si­bi­le alle gene­ra­zio­ni future. Ma sic­co­me non vole­va­no cam­bia­re la Paro­la di Dio, han­no scritto le voca­li con le con­so­nan­ti. E qui vie­ne il bel­lo quan­do si par­la del nome pro­prio di Dio, YHWH. Per­ché gli ebrei ave­va­no un gran­de ris­pet­to e, anche se si dice YHWH, leg­go­no Adon­aj, che signi­fi­ca mio Signo­re. Per­tan­to, mol­to è incer­to sul signi­fi­ca­to e sul­la pro­nun­cia del nome. La mag­gi­or par­te del­le pro­ve cir­cos­tan­zia­li sug­ge­ris­ce che fu pro­nun­cia­to come Yahweh.

Ques­to mi affa­sci­na estre­ma­men­te. Noi uma­ni vor­rem­mo sape­re tut­to fino all’ul­ti­mo det­taglio. Ma con la crea­zio­ne si arri­va ad un pun­to in cui non si va più indie­tro. Ad un cer­to pun­to sia­mo di nuo­vo a «in prin­ci­pio Dio creò…». Ini­zia con lui, ma non con lui. Per­ciò, meri­ta estre­mo ris­pet­to come crea­to­re del­la terra.

2. L’autorivelazione del Padre

Pur­trop­po, il signi­fi­ca­to del nome YHWH non può esse­re deter­mi­na­to esat­ta­men­te. Tut­ta­via, si può dire chi è ques­to Dio. Per­ché YHWH si è rivela­to. Il pri­mo libro del­la Bibbia descri­ve da una par­te l’i­ni­zio del mon­do e del­l’u­ma­ni­tà, e dal­l’al­tra la sto­ria di Dio con un popo­lo spe­ci­fi­co. Nel pro­ces­so, Dio ha scel­to il popo­lo d’Is­rae­le. Qual­che tem­po dopo ques­ta ele­zio­ne, ques­to popo­lo si sta­bilì in Egit­to. Affin­ché non diven­tas­se­ro un per­i­co­lo, il farao­ne d’E­git­to li fece lavora­re per lui come schia­vi. Il popo­lo dovet­te soffri­re così tan­to che Dio ebbe pie­tà di loro e man­dò Mosè a sal­var­li. Quan­do Mosè fu chi­ama­to per ques­to com­pi­to inim­ma­gi­na­bilm­en­te dif­fi­ci­le, chie­se a Dio cosa avreb­be dovu­to dire quan­do gli fu chies­to chi lo aves­se man­da­to. «Dio ris­po­se: «Io sono quello che sono semp­re». Bas­ta dire loro: «Io sono» mi ha man­da­to a voi». (Esodo 3:14 NLB). La Bibbia di Lute­ro tra­du­ce con «Sarò chi sarò». Ent­ram­bi sono nel­l’e­braico. Dio è semp­re lo stes­so, non cam­bia (Gia­co­mo 1:17).

Dio è l’e­pi­to­me del­l’es­se­re. È semp­re pre­sen­te nel vero sen­so del­la paro­la. L’es­se­re ha il suo ful­cro in lui. Al di fuo­ri di Dio non c’è nes­sun esse­re. Attra­ver­so la sua Paro­la, Dio ha chi­ama­to tut­to all’es­se­re, poi­ché ogni esse­re ha il suo pun­to di ancorag­gio nel­l’es­se­re di Dio. Ma quan­do si trat­ta di coglie­re Dio nella sua essen­za, biso­gna dire che il nos­tro coglie­re semp­re solo un aspet­to par­zia­le. Per­ché si può dire al Pad­re del­la Chie­sa Ago­s­ti­no che: «Se l’a­ve­te capi­to, all­o­ra non è Dio». (Ago­s­ti­no di Ippona).

Mol­te per­so­ne tro­va­no anco­ra dif­fi­ci­le, in ques­t’epo­ca illu­mi­na­ta, cre­de­re in un Dio, per non parl­a­re del fat­to che un Dio ha crea­to e sos­tiene amo­re­vol­men­te tut­to ques­to mon­do. Tom­ma­so d’A­qui­no, un teo­lo­go del Medioevo, ha svi­lupp­a­to varie pro­ve di Dio. Biso­gna dire subi­to che ques­ti non pro­va­no il Dio che si pre­sen­ta come «Io sono quello che sono semp­re». Ma sug­ge­ris­co­no che ci deve esse­re qual­co­sa al di fuo­ri del nos­tro tem­po e del nos­tro spazio.

Una di ques­te pro­ve è la pro­va del­la cau­sa­li­tà. Ques­to affer­ma che ci sono cau­se ed effet­ti ovun­que nel mon­do che sono col­le­ga­ti tra loro (pre­mes­sa). Ogni effet­to pre­sup­po­ne una cau­sa suf­fi­ci­en­te, che è deter­mi­nan­te per l’ef­fet­to (assio­ma). Un effet­to ha semp­re una cau­sa, ques­ta cau­sa può esse­re a sua vol­ta un effet­to di un’al­tra cau­sa. Ma ad un cer­to pun­to si pone la ques­tio­ne del­la cau­sa pri­ma. Ques­ta pri­ma cau­sa del­l’ef­fet­to è essa stes­sa non cau­sa­ta, quin­di non ha essa stes­sa una cau­sa (con­clu­sio­ne). In rela­zio­ne alla crea­zio­ne, ques­to signi­fi­ca che mol­te cose posso­no esse­re dedot­te l’u­na dal­l’al­tra, ma in prin­ci­pio c’era Dio. Il Pad­re del­la Crea­zio­ne, che è la pri­ma cau­sa atti­va. Egli è l’e­sis­ten­za che è la cau­sa del­l’e­sis­ten­za del­la ter­ra. Sì, ques­to «Io sono» affer­ma per se stes­so di esse­re anche il crea­to­re del cie­lo e del­la ter­ra. Inolt­re, non è sem­pli­ce­men­te uno dei tan­ti dei, ma è il Dio che esis­te. La sua qua­li­tà più pri­mor­dia­le è l’es­se­re. «Ques­to dice il Signo­re che ha crea­to i cie­li, che è Dio, che ha for­ma­to e fat­to la ter­ra. L’ha fon­da­ta lui. Non l’ha crea­to come un deser­to, ma per abitar­lo. «Io sono il Signo­re», dice, ’non c’è nes­sun alt­ro» ». (Isa­ia 45:18 NLB).

3. L» »Io sono» del Padre come punto di partenza del tuo essere

Come crea­tu­re di Dio, anche la nos­t­ra esis­ten­za come esse­ri uma­ni ha la sua base nel­l’es­se­re di Dio. Può esse­re per­ché lo è. Nell» »Io sono» e nel nome sta la con­ne­s­sio­ne tra Dio, il Pad­re del­la crea­zio­ne, e Gesù Cris­to, il Figlio. Per­ché Gesù signi­fi­ca YHWH sal­va, quin­di una con­ne­s­sio­ne è già evi­den­te nel nome. Ma si tro­va anche nella vita e nel­le azio­ni di Gesù Cris­to. Nel Nuo­vo Tes­ta­men­to, Gesù fa spes­so l’af­fer­ma­zio­ne «Io sono». Nel Van­ge­lo di Gio­van­ni lo col­le­ga con pane, por­ta, pas­to­re, via, vite, luce, veri­tà, resurre­zio­ne e vita. Rif­e­ren­do ques­ti ter­mi­ni a se stes­so, Jeus affer­ma e dimos­tra di esse­re Dio.

Dia­mo un’oc­chia­ta più da vici­no a due affer­ma­zio­ni «Io sono». «Io sono la luce del mon­do. Chi mi segue non deve vaga­re nel­le ten­eb­re, per­ché avrà la luce che con­du­ce alla vita». (Gio­van­ni 8:12 NLB). In Gene­si 1:3, Dio ha crea­to la luce per ques­to mon­do. Qui Gesù affer­ma di esse­re ques­ta luce in un sen­so mol­to più ampio. Pro­prio come la luce ci mos­tra la via e ci aiu­ta a tro­va­re la nos­t­ra stra­da, anche Gesù ci aiu­ta come luce. Ci mos­tra la via ver­so Dio. Dal­la sua vita pos­sia­mo vede­re come dob­bia­mo vive­re. Quan­do osser­via­mo la sua vita nella Bibbia, vedia­mo come le per­so­ne poteva­no veni­re a Dio attra­ver­so Gesù.

Ment­re ques­to pri­mo «io sono» può anco­ra risul­t­a­re piut­tosto astrat­to, il suc­ces­si­vo è mol­to più asso­lu­to nella sua affer­ma­zio­ne. «Io sono la via, la veri­tà e la vita. Nes­su­no vie­ne al Pad­re se non attra­ver­so di me» (Gio­van­ni 14:6 NLB). Dopo che Dio ebbe mera­vigli­osa­men­te crea­to la ter­ra, mise Ada­mo ed Eva nel giar­di­no del­l’E­den. Al cen­tro del giar­di­no ha pian­ta­to due albe­ri. L’al­be­ro del­la vita e quello del­la cono­scen­za del bene e del male. Ave­va­no il per­mes­so di usa­re tut­to quello che c’era nel giar­di­no, tran­ne che non poteva­no man­gia­re dal­l’al­be­ro del­la cono­scen­za del bene e del male. Ques­to albe­ro avreb­be per­mes­so loro di distin­gue­re tra il bene e il male. Dareb­be alle per­so­ne la pos­si­bi­li­tà di deci­de­re da sole cosa con­side­r­ano vero o fal­so. Per un po» è anda­ta bene, ma alla fine la curio­si­tà del­la gen­te ha avu­to la meglio. Così facen­do, han­no mostra­to di non fidar­si di Dio. Di con­se­guen­za, han­no dovu­to lascia­re il giar­di­no. Così il popo­lo per­se la sua posi­zio­ne nel giar­di­no, ma ciò che fu anco­ra più dra­sti­co, per­se l’ac­ces­so diret­to a Dio. Sì, Dio mise un ange­lo nel­l’E­den affin­ché il popo­lo non rag­gi­ung­es­se l’al­be­ro del­la vita. Con la loro ribel­lio­ne, il popo­lo non solo ha tagli­a­to la via diret­ta a Dio, ma anche la via del­la vita.

Così, quan­do Gesù dice che lui è la via, la veri­tà e la vita, ren­de chia­ro che lui può e vuo­le ripris­ti­na­re la rela­zio­ne con Dio che è anda­ta in pez­zi. Lui stes­so è la via sul­la qua­le pos­sia­mo cammi­na­re. Non dob­bia­mo cammi­na­re da soli, ma pos­sia­mo aggr­ap­p­ar­ci a lui. Sì, Gesù non solo ha la veri­tà, ma è in per­so­na. Gesù ti dà la vita dan­do la sua vita per mor­i­re per le tras­gres­sio­ni degli uomi­ni. Gesù Cris­to e Suo Pad­re YHWH sono inter­es­sa­ti a voi. Dio ti vuo­le così come sei. Non vuo­le le vost­re pres­ta­zio­ni reli­gio­se o ter­re­ne, ma voi.

Come rispon­de? Sei pron­to, for­se per la pri­ma vol­ta o di nuo­vo, a met­te­re con­s­ape­vol­men­te la tua vita nel­le sue mani e a fid­ar­ti di lui? Voglio pro­met­ter­vi che pote­te esser­lo, per­ché Dio è esse­re in persona.

Possibili domande per il piccolo gruppo

Leg­ge­re il tes­to bibli­co: Esodo 3:14; Gio­van­ni 14:6

  1. I nomi han­no un signi­fi­ca­to. Sai cosa signi­fi­ca il tuo nome? Le è sta­to per­mes­so di nomi­na­re qual­cu­no? A cosa hai prest­a­to attenzione?
  2. Quan­do pre­ga Dio, come si rivol­ge a Lui? Per­ché usa ques­to nome?
  3. Come capi­sci la dichia­ra­zio­ne di Dio in Esodo 3:14 «Io sono quello che sono semp­re».? Cosa dice di lui ques­ta auto­de­fi­ni­zio­ne di Dio?
  4. Rie­sci a capi­re la pro­va del­la cau­sa­li­tà di Tom­ma­so d’A­qui­no? Sie­te d’ac­cordo? Se no, dove ha un’o­pi­ni­one diversa?
  5. Qua­li del­le paro­le di Gesù «Io sono» cono­sci? In qua­le pun­to del­l’An­ti­co Tes­ta­men­to Gesù ripren­de ques­to e cosa signi­fi­ca ques­ta affer­ma­zio­ne di Gesù per te personalmente?
  6. Come rispon­di all’af­fer­ma­zio­ne di Gesù in Gio­van­ni 14:6? «Io sono la via, la veri­tà e la vita. Nes­su­no vie­ne al Pad­re se non attra­ver­so di me»?