Creatio – Speranza e responsabilità

Data: 2 Gen­naio 2022 | Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Isa­ia 43:19; Colos­se­si 1:15–19
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Dopo che Dio ha crea­to il mon­do, lo ha giudi­ca­to mol­to buo­no. Ques­to è soprat­tut­to per­ché le rela­zio­ni all’in­ter­no del­le sin­go­le spe­cie e olt­re sono per­fett­amen­te armo­niz­za­te. Quan­do l’uo­mo ha igno­ra­to l’u­ni­ca restri­zio­ne del suo vasto spa­zio vita­le, il mon­do è sta­to gett­a­to devas­tan­te­men­te fuo­ri equi­li­brio. In Gesù Cris­to, la nuo­va crea­zio­ne ini­zia con la meta del cie­lo che vie­ne sul­la ter­ra. Per i cris­tia­ni, ques­to signi­fi­ca spe­ran­za e responsa­bi­li­tà in egu­al misura.


Chi gua­d­a­gna distan­za vede meglio. È quello che è suc­ces­so all’as­tro­nau­ta tedes­co Alex­an­der Gerst. Nella Sta­zio­ne Spa­zia­le Inter­na­zio­na­le, ad un’alti­tu­di­ne di 400 km, ha otten­uto una visio­ne com­ple­ta­men­te nuo­va del­la nos­t­ra Ter­ra. Sopra­ffat­to dal­la sua bel­lez­za e dal­la sua evi­den­te fra­gi­li­tà, Gerst è diven­ta­to un atti­vis­ta per un approc­cio sos­teni­bi­le alla creazione.

Abbia­mo biso­g­no di ques­to cam­bio di pro­s­pet­ti­va per far­ci un’i­dea di come Dio vede il mon­do? Cor­ria­mo un rischio ques­t’an­no e cer­chi­amo di met­te­re a fuo­co l’o­bi­et­tivo per otte­ne­re un po» di più del­la pro­s­pet­ti­va crea­tivo-divina. L’o­bi­et­tivo non è quello di diven­ta­re atti­vis­ti ambi­en­ta­li ideo­lo­gi­ci, ma di diven­ta­re esse­ri uma­ni che com­pio­no la loro pri­ma mis­sio­ne in ques­to mondo.

La buona creazione

«In prin­ci­pio Dio creò i cie­li e la ter­ra» (Gene­si 1:1 NLB). La pri­ma cosa descrit­ta nella Bibbia è l’at­to crea­tivo di Dio del­la crea­zio­ne. Affa­scinan­te e ric­co di det­tag­li, Dio riem­pie un gior­no dopo l’al­t­ro di mira­co­li in dive­ni­re. Imma­gi­na­ti­va e fan­ta­sti­ca, la crea­zio­ne si dispie­ga attra­ver­so la sua paro­la. Per­ché crea effet­ti­va­men­te la dici­as­set­te­si­ma varie­tà di fale­na? Solo un pun­to del­l’a­la è diver­so dal sedi­ce­si­mo! Dio ne ave­va voglia. Tali varia­zio­ni crea­ti­ve ren­do­no vivi­da la pie­nez­za divina e la sua gioia nel gioco.

Ed era buo­no! Ques­ta linea risuo­na come un ritor­nel­lo attra­ver­so il Can­ti­co del­la Crea­zio­ne. Ques­ta esclama­zio­ne ci ren­de par­te­ci­pi dei sen­ti­men­ti di Dio duran­te la crea­zio­ne. La gio­io­sa sod­dis­fa­zio­ne quan­do qual­co­sa vie­ne fuo­ri dav­vero bene. Dopo il suo ulti­mo lavoro, il crea­to­re fa un pas­so indie­tro, come uno chef che guar­da con entus­i­as­mo il suo menu gour­met – e gli sfug­ge: Ed ecco, è MOLTO buono!

Duran­te i pri­mi cin­que gior­ni, Dio ha pro­nun­cia­to sei vol­te «buo­no». Alla fine del ses­to gior­no, la paro­la è usa­ta per la set­ti­ma vol­ta con un «Mol­to» empa­ti­co per descri­ve­re la crea­zio­ne di Dio. Nella cul­tu­ra ebraica, il nume­ro set­te sim­bo­leg­gia la per­fe­zio­ne e la com­ple­tez­za. Con ques­to «mol­to buo­no» lo scritto­re comu­ni­ca la per­fe­zio­ne e la per­fetta inter­con­ne­s­sio­ne del­la crea­zio­ne. È «mol­to buo­no» per­ché ogni sin­go­la crea­tu­ra è uni­ca per fun­zio­ne ed este­ti­ca, e per­ché le rela­zio­ni all’in­ter­no di ogni gene­re e olt­re sono per­fett­amen­te alli­nea­te. Le rela­zio­ni tra le ope­re crea­te tra­boc­ca­no di ben­es­se­re e ricchezza.

Ques­to è un pun­to essen­zia­le del pen­sie­ro ebraico: Non è solo l’og­get­to indi­vi­dua­le che è mol­to buo­no, ma la fine inter­con­ne­s­sio­ne, l’in­te­r­azio­ne amo­re­vo­le tra Dio e l’uo­mo, tra i ses­si, tra le nazio­ni e tra le per­so­ne e la creazione.

Una cattiva decisione

Ma qual è il pri­mo ordi­ne? «Sia­te fecon­di e mol­ti­pli­ca­te­vi, popola­te la ter­ra e pren­de­te­ne pos­ses­so. Domi­na sui pesci del mare, sug­li uccel­li del cie­lo e su tut­ti gli ani­ma­li del­la ter­ra.» (Gene­si 1:28 NLB). In Occupa­re e pre­va­le­re – Se si pren­de ques­to come un man­da­to per il domi­nio domi­nan­te, in pra­ti­ca una stra­da bre­ve por­ta allo sfrut­ta­men­to del mon­do crea­to. E con legit­ti­mi­tà divina! Mol­ti vedo­no qui la radi­ce del­la cri­si eco­lo­gi­ca nella sto­ria del­le idee. Il mon­do oggi è min­ac­cio­sa­men­te dis­trut­to e feb­brilm­en­te sur­ris­cal­d­a­to per­ché l’uo­mo lo sta sfrutt­an­do. E ques­to sen­za una cosci­en­za spor­ca. Dopo tut­to, il Crea­to­re ha volu­to così.

Il secon­do rac­con­to del­la crea­zio­ne dice: «Il Signo­re Dio por­tò l’uo­mo nel giar­di­no del­l’E­den. Dove­va col­ti­var­lo e con­ser­var­lo» (Gene­si 2:15 NLB). Si trat­ta di cura­re e pre­ser­va­re con devo­zio­ne la buo­na crea­zio­ne di Dio. La buo­na ammi­nis­tra­zio­ne ser­ve e pro­t­eg­ge il res­to del­la crea­zio­ne. L’uo­mo è sta­to crea­to a imma­gi­ne di Dio e come tale, anche il suo sti­le di lea­der­ship, quello di un buon pas­to­re, deve esse­re imitato.

Recen­te­men­te, la Tages­schau ha mostra­to un ser­vi­zio emo­zio­n­an­te sul­le mon­tagne di ves­ti­ti ad Accra, la capi­ta­le del Gha­na. Noi euro­pei com­pria­mo mas­se di ves­ti­ti nuo­vi e a buon mer­ca­to, spes­so pro­dot­ti dal lavoro mino­ri­le. Quan­do li pulia­mo, li dia­mo alla col­le­zio­ne di ves­ti­ti vec­chi. Poi ci sono per­so­ne che gua­d­a­g­na­no sol­di spe­den­do ques­ti ves­ti­ti in Afri­ca a ton­nell­a­te. Mol­to finis­ce nella spaz­z­a­tu­ra, il che pro­vo­ca una gran­de cri­si eco­lo­gi­ca. Le muc­che di Accra pas­co­la­no su ques­te mon­tagne di spazzatura.

Dov’è fini­to il «mol­to buo­no»? Lo sfrut­ta­men­to del­le per­so­ne e del­la ter­ra, la misog­i­n­ia, l’im­po­ver­i­men­to, la dis­tru­zi­o­ne del­l’am­bi­en­te, l’u­mi­lia­zio­ne, l’es­tin­zio­ne del­le spe­cie, ecc. sono pre­sen­ti su tut­ti i cana­li di informazione.

Per­ché? Dio pose l’uo­mo nel­l’e­nor­me giar­di­no del­l’E­den. Eden è for­se gran­de come la Svi­z­zera. Un giar­di­no pie­no di pos­si­bi­li­tà di svi­lup­po. Dio ha dato all’uo­mo un solo coman­da­men­to: «Tut­ta­via, coman­dò all’uo­mo: «Puoi man­gia­re qual­si­a­si frut­to nel giar­di­no, tran­ne il frut­to del­l’al­be­ro del­la cono­scen­za del bene e del male». Se man­gi il frut­to di quel­l’al­be­ro, devi asso­lu­t­amen­te mor­i­re».» (Gene­si 2:16f NLB). All’al­be­ro del­la cono­scen­za del bene e del male, l’uo­mo fu mes­so di fron­te alla doman­da: Ama­te Dio? La fidu­cia e la scel­ta sono tra i requi­si­ti fon­da­men­ta­li di una rela­zio­ne d’a­mo­re adul­ta. Per far­la bre­ve: L’uo­mo ha dif­fi­da­to di Dio e ha fat­to una scel­ta fata­le con con­se­guen­ze di vas­ta por­ta­ta e devas­tan­ti. La rot­tu­ra del­la comu­nio­ne tra gli esse­ri uma­ni e Dio è la ragio­ne decisi­va di tut­te le alt­re frat­tu­re del­la crea­zio­ne. In alt­re paro­le: È impos­si­bi­le per l’u­ma­ni­tà vio­la­re la sua rela­zio­ne con un alt­ro esse­re crea­to sen­za vio­la­re la sua rela­zio­ne con Dio. Quan­do si rom­pe una rela­zio­ne, anche le alt­re ven­go­no distrutte.

Vedia­mo anche ques­ta con­ne­s­sio­ne nei pro­f­e­ti: «Ascol­ta­te la paro­la del Signo­re, o Israe­li­ti! L’E­ter­no sta con­du­cen­do una bat­ta­glia lega­le con gli abitan­ti del pae­se. Ti rim­pro­ve­ra: Nella vos­tra ter­ra non c’è fedel­tà, non c’è com­pas­sio­ne e non c’è cono­scen­za di Dio. Voi bestemm­ia­te e men­ti­te, ucci­de­te, ruba­te e rom­pe­te il matri­mo­nio. Un atto san­gu­i­no­so segue un alt­ro. Ques­ta è la ragio­ne per cui non cre­sce nulla nel vos­tro pae­se. Tut­ta la ter­ra è in lut­to e tut­to ciò che vive in essa si amma­la. Anche gli ani­ma­li, gli uccel­li e i pesci peri­s­co­no» (Osea 4:1–3 NLB).

La ter­ra diven­ta un baro­me­tro del­la con­di­zio­ne spi­ri­tua­le dei suoi abitan­ti. Diven­ta chia­ro: Dio ha crea­to l’uo­mo come par­te di una rete fine­men­te tes­su­ta. Vive e tes­se il suo esse­re in dipen­den­za da Dio, dag­li altri esse­ri uma­ni e dal­l’am­bi­en­te. Dove l’uo­mo taglia ques­ta rete, tut­to degenera.

L’ingegnosa nuova creazione

«Poi­ché ecco, io cre­erò una cosa nuo­va, ora cre­sce, non la rico­no­sce­te?» (Isa­ia 43:19 LUT). Tut­ta la Bibbia, dal­l’in­ci­den­te nel­l’E­den all’A­po­ca­lis­se, par­la del pia­no di Dio per redi­me­re il mon­do e ripris­ti­na­re la pace ori­gi­na­le. Il per­no di ques­to è Gesù Cris­to. In essa Dio mos­tra come inten­de redi­me­re la sua crea­zio­ne con­c­e­pi­ta con amo­re e il cos­mo inte­ro (cfr. Gio­van­ni 3,16).

Anche Gesù è sta­to vitti­ma del­la vio­len­za uma­na e del­la poli­ti­ca di pote­re ego­is­ta. Quan­do muo­re sul­la cro­ce all’e­tà di 33 anni, acca­de qual­co­sa di spet­ta­co­la­re: l’in­ter­no del­la ter­ra è scos­so da un vio­len­to ter­re­mo­to. Il mon­do crea­to sen­te nel suo nucleo che la sua nuo­va crea­zio­ne ini­zia sul Gol­go­ta. Il suo cor­po di resurre­zio­ne è un pri­mo ass­ag­gio del­la nuo­va crea­zio­ne. La nuo­va crea­zio­ne non è solo spi­ri­tua­le e del­l’al­t­ro mon­do, ma anche mate­ria­le e di ques­to mondo.

Ques­to è anche il modo in cui Pao­lo lo descri­ve: «Cris­to è l’im­ma­gi­ne del Dio invi­si­bi­le, il pri­mo­ge­ni­to pri­ma di tut­ta la crea­zio­ne. Per­ché in lui sono sta­te crea­te tut­te le cose, quel­le che sono nei cie­li e quel­le che sono sul­la ter­ra, […] ed egli è pri­ma di tut­te le cose, e tut­te le cose con­sis­to­no in lui. […] Egli è il prin­ci­pio, il pri­mo­ge­ni­to dai mor­ti, per­ché sia il pri­mo in tut­te le cose. Per­ché è pia­ci­uto a Dio […] per mez­zo di lui tut­ti per fare l’es­pia­zio­ne a lui […] facen­do la pace attra­ver­so il suo san­gue sul­la cro­ce» (Colos­se­si 1:15–19 LUT).

Attra­ver­so Gesù tut­ti esse­re ricon­ci­lia­ti con Dio. Non è raro che gli evan­ge­li­ci in par­ti­co­la­re rid­ico­liz­zi­no l’im­peg­no per l’in­te­ra crea­zio­ne. In nes­sun caso vole­te esse­re mes­si nel­l’­an­go­lo di un’at­ti­vis­ta come Gre­ta Thun­berg. Il suo van­ge­lo può esse­re pre­sen­ta­to con poche pen­nell­a­te: Dio ci ama, ma sia­mo pec­ca­to­ri. Come risult­a­to, sia­mo sepa­ra­ti da Dio. Gesù è mor­to per paga­re la pena per i nos­tri pec­ca­ti. Tut­to quello che dob­bia­mo fare è cre­de­re che la mor­te di Gesù è suf­fi­ci­en­te e and­re­mo in paradiso.

Un tale van­ge­lo è mol­to cor­to e rif­let­te solo una fra­zio­ne del­la buo­na noti­zia. Ques­to pen­sie­ro diven­ta il ter­re­no fer­ti­le per una mals­a­na spi­ri­tua­li­tà di pass­ag­gio. Non ci si aspet­ta più una nuo­va crea­zio­ne, ma ci si con­cen­tra sul Rapi­men­to come una libe­ra­zio­ne reden­tri­ce da tut­to ciò che è fisi­co-ter­re­no. Colo­ro che cre­do­no in ques­to modo non si preoc­cu­p­a­no del­la crea­zio­ne. «Lascia sta­re. Più velo­ce­men­te pas­sa la ter­ra, meglio è!«Se Dio vuo­le comun­que dis­trug­ge­re l’uni­ver­so, per­ché dov­rem­mo preoc­cu­p­ar­ci del­l’im­pron­ta di carbonio?

Gesù ha por­tato un van­ge­lo mol­to più «den­so». La sua mor­te e la sua resurre­zio­ne porta­no a cose mol­to più gran­di. L’in­te­ra crea­zio­ne geme e anela alla reden­zio­ne (Roma­ni 8:22). La poten­za del­la resurre­zio­ne non è solo in gra­do di ricon­ci­lia­re gli esse­ri uma­ni con Dio, ma anche di ripris­ti­na­re le reti rela­zio­na­li di tut­ta la crea­zio­ne – cioè ver­so il pre­di­ca­to mol­to buo­no.

La spe­ran­za cris­tia­na per il futu­ro non è un’e­li­mi­na­zio­ne spi­ri­tua­le. Al con­tra­rio: I cris­tia­ni sper­ano e pre­ga­no che il reg­no di Dio ven­ga, sul­la ter­ra come in cie­lo. Ci aspet­ti­amo che Dio dispieghi il suo reg­no qui sul­la ter­ra. Pro­prio come Gesù nel suo nuo­vo cor­po era ugual­men­te cele­s­te rin­no­va­to e visi­bilm­en­te seg­na­to da cica­tri­ci, così anche la nuo­va crea­zio­ne del mon­do è da pen­sare: rin­no­vata per include­re tut­to ciò che è ven­uto pri­ma. La nos­t­ra ter­ra con tut­ta la sua sostan­za mate­ria­le è la mate­ria pri­ma del reg­no eter­no di Dio. La crea­zio­ne libe­ra­ta dal­la sua cadu­ci­tà (Roma­ni 8) tro­va il luo­go eter­no del suo esse­re ricon­ci­lia­ta non in cie­lo ma sul­la ter­ra! Dio ci dà uno sguar­do impres­sio­n­an­te del­la sua nuo­va crea­zio­ne in Apo­ca­lis­se 21: La Nuo­va Geru­sa­lem­me gal­leg­gia sul­la ter­ra! La nuo­va crea­zio­ne avvie­ne come un matri­mo­nio cos­mi­co in cui il cie­lo tro­va il suo pos­to sul­la terra.

 

Crea­tio – Spe­ran­za e Responsa­bi­li­tà è il nos­tro tema del­l’an­no. Le per­so­ne che sono unite a Cris­to e vivo­no la loro vita secon­do le sue nor­me sper­ano con fidu­cia nella loro nuo­va crea­zio­ne e in quella di tut­ta la ter­ra. Inolt­re, si assu­mo­no la responsa­bi­li­tà di dare un vol­to al Reg­no dei Cie­li in ques­to mon­do. All’u­ma­ni­tà è sta­to dato il com­pi­to di ser­vi­re e pro­t­eg­ge­re la crea­zio­ne. Se i cris­tia­ni devo­no adem­pie­re al loro ruo­lo di nuo­va uma­ni­tà in Cris­to, all­o­ra la cura degli altri e del­l’am­bi­en­te deve esse­re in cima alla loro lis­ta di priorità. 

 

 

Domande per i piccoli gruppi

Leg­ge­re il tes­to bibli­co: Colos­se­si 1:15–19; Osea 4:1–3

  1. A cosa si rife­ris­ce il «mol­to buo­no» pro­cla­ma­to con gioia dal Crea­to­re il ses­to gior­no secon­do il pen­sie­ro ebraico (Gene­si 1:31)?
  2. Dio ha mes­so l’uo­mo di fron­te alla doman­da se lo ama­va proi­b­en­dog­li di man­gia­re del­l’u­ni­co frut­to. Pro­va­te a descri­ve­re ques­ta connessione!
  3. Cosa dice il cor­po di resurre­zio­ne di Gesù sul­la nuo­va creazione?
  4. Come descri­ve­res­ti il van­ge­lo (buo­na noti­zia) del­la Bibbia in poche frasi?
  5. Crea­tio – Spe­ran­za e responsa­bi­li­tà: qual è la spe­ran­za dei cris­tia­ni? Qual è la loro responsabilità?