Lavoro e fede | Il ritmo di Dio

Data: 21 settembre 2025 Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Gene­si 2:1–3
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Il saba­to è più di un sem­pli­ce gior­no di ripo­so: è un dono di Dio per ripo­sa­re, per pren­der­si una pau­sa dal­la vita quo­ti­dia­na e per espri­me­re la pro­pria fidu­cia in Lui. Dio stes­so si riposò dopo la crea­zio­ne e anche noi dov­rem­mo vive­re ques­to ripo­so come fon­te di for­za, ori­en­ta­men­to e seg­no di dipen­den­za da Dio. Sab­bath signi­fi­ca fare una pau­sa con­s­ape­vo­le, col­ti­va­re la comu­ni­tà e vive­re il lavoro come un cul­to, sen­za la pres­sio­ne di dover con­troll­a­re tut­to da soli. È una con­tro­cul­tu­ra che carat­te­riz­za il nos­tro modo di vive­re e lavora­re e crea spa­zio per la gioia, la rifles­sio­ne e le relazioni.


Oggi arri­via­mo alla con­clu­sio­ne del­la serie di ser­mo­ni «Lavoro e fede». Non si trat­ta del lavoro in sé, ma del ripo­so dal lavoro. Nella Bibbia, ques­to ripo­so è descritto come il saba­to. Il saba­to ser­ve al ripo­so del­l’uo­mo ed è un seg­no di fidu­cia in Dio.

Ieri ho sapu­to che oggi avrei ten­uto il ser­mo­ne. Ecco per­ché ques­to ser­mo­ne del saba­to è, da un lato, meno maturo di altri ser­mo­ni, ma dal­l’al­t­ro – come il saba­to stes­so – nas­ce da una gran­de fidu­cia nel­l’­ope­ra di Dio. Sab­bath signi­fi­ca: non pos­so fare tut­to da solo, ma tu, Dio, lavo­ri e rea­liz­zi tut­to. Vor­rei ini­zia­re facen­do­ti una doman­da: Quan­do è sta­ta l’ul­ti­ma vol­ta che ti sei ver­a­men­te ripo­sa­to? Quan­do hai mes­so da par­te il cel­lu­la­re, spen­to Net­flix, spen­to la musi­ca e ti sei sem­pli­ce­men­te sedu­to per «esse­re»?

Dio stesso si riposò

Nel pri­mo ser­mo­ne abbia­mo vis­to che Dio è l’au­to­re del lavoro. La digni­tà del lavoro sta nel fat­to che Dio stes­so ha lavor­a­to nella crea­zio­ne. Ecco per­ché il nos­tro lavoro diven­ta una for­ma di cul­to a Dio. Nella secon­da par­te del­la serie, abbia­mo affron­ta­to il tema del­la sepa­ra­zio­ne tra Dio e gli esse­ri uma­ni. Dio ha lavor­a­to dura­men­te per redi­mer­ci dal nos­tro pec­ca­to, dal nos­tro man­ca­re il ber­saglio. Nel­l’am­bi­to del lavoro, ques­to è par­ti­co­lar­men­te evi­den­te nella voglia di far­si un nome, che è una gran­de ten­ta­zio­ne di ado­ra­re il lavoro piut­tosto che Dio.

È pro­prio qui che entra in gio­co il saba­to. Dio stes­so si riposò dopo il com­ple­ta­men­to del­la crea­zio­ne: «Così fu com­pl­eta­ta la crea­zio­ne del cie­lo e del­la ter­ra, con tut­to ciò che vi appar­tiene. Il set­ti­mo gior­no Dio ter­minò la sua ope­ra e si riposò dal lavoro». (Gene­si 2:1–2 NLB). Il sostan­tivo «ripo­so» è «saba­to». Il saba­to è il set­ti­mo gior­no del­la set­ti­ma­na e rappre­sen­ta un momen­to di ripo­so fis­so. Per­ché Dio si riposò? Era for­se esaus­to dal suo lavoro di crea­zio­ne? No, cer­ta­men­te no. Ripo­sa­re signi­fi­ca semp­re lasciar­si inter­rom­pe­re. Dio si riposò dopo aver com­pl­eta­to tutto.

Il rit­mo di set­te gior­ni è pro­fon­da­men­te radi­ca­to in noi esse­ri uma­ni. Dopo la Rivo­lu­zi­o­ne Fran­ce­se, fu intro­dot­to un calen­da­rio rivo­lu­zi­o­na­rio che sim­bo­leg­gi­a­va la rin­un­cia alla mon­ar­chia, ai nobi­li e alla chie­sa. Inve­ce di una set­ti­ma­na di set­te gior­ni, fu intro­dot­ta una set­ti­ma­na di die­ci gior­ni, in cui solo il deci­mo gior­no era un gior­no di ripo­so. Ques­to por­tò a una mino­re pro­dut­ti­vi­tà, poi­ché le per­so­ne si esau­ri­va­no più rapi­da­men­te. Di con­se­guen­za, non pre­se pie­de e alla fine fu abolita.

Il saba­to, cioè il ripo­so, è importan­te anche per noi uma­ni: «E Dio bene­dis­se il set­ti­mo gior­no e lo dichiarò san­to, per­ché era il gior­no in cui si ripo­sa­va dal­la sua ope­ra di crea­zio­ne». (Gene­si 2:3 NLB). San­to in ques­to caso signi­fi­ca esse­re sepa­ra­ti dal res­to: l’at­ten­zio­ne è rivol­ta a Dio. Il Sab­bath agis­ce come un con­trasto alla voglia di far­si un nome. Se ci lascia­mo inter­rom­pe­re, non abbia­mo più il con­trol­lo del risult­a­to. Allo stes­so tem­po, è un con­trap­pe­so alle aspett­a­ti­ve socia­li: Sos­ten­en­do il gior­no di ripo­so, dimos­tro di non esse­re Dio. Il ripo­so, a sua vol­ta, agis­ce da cata­liz­za­to­re per il modo in cui affron­ti­amo il nos­tro lavoro. Cor­rie ten Boom, la com­bat­ten­te del­la resis­ten­za cris­tia­na duran­te la Secon­da Guer­ra Mon­dia­le, ha det­to giu­s­ta­men­te: «Se il dia­vo­lo non rie­s­ce a far­ti pec­ca­re, ti ter­rà occu­p­a­to». (Cor­rie ten Boom). Nella vita di tut­ti i gior­ni, la gior­na­ta ini­zia spes­so con il son­no, segui­to dal pas­to mat­tu­ti­no – se c’è – e poi dal lavoro, segui­to da una pau­sa. Il pro­ver­bio «Pri­ma il lavoro, poi il pia­ce­re» (auto­re sco­no­sci­uto) dimos­tra che spes­so vedia­mo pri­ma la per­for­mance. Il pen­sie­ro ebraico, inve­ce, è affa­scinan­te­men­te diver­so: la gior­na­ta ini­zia al tra­mon­to, ini­zia man­gi­an­do insie­me, poi si dor­me e dopo il ripo­so arri­va il lavoro.

Il saba­to è anche un seg­no per il popo­lo di Dio: «Coman­da agli Israe­li­ti: Osser­va i miei saba­ti [gior­ni di ripo­so], per­ché sono un seg­no del pat­to eter­no tra me e voi per tut­ti i tem­pi. Da ques­to cono­sce­re­te che io, il Signo­re, vi san­ti­fi­co». (Esodo 31:13 NLB). Il gior­no di ripo­so dimos­tra che il popo­lo d’Is­rae­le appar­tiene a Dio – san­to signi­fi­ca mes­so a parte.

Trova la pace

Un inter­es­san­te stu­dio del­la Loma Lin­da Uni­ver­si­ty, che ha esami­na­to deci­ne di migli­a­ia di Avven­tis­ti del Set­ti­mo Gior­no che osser­va­no rigo­ro­sa­men­te il saba­to, dimos­tra che vivo­no in media da set­te a die­ci anni in più: Vivo­no in media da set­te a die­ci anni in più. I moti­vi sono una die­ta sana, la con­s­ape­vo­lez­za del­la salu­te, una for­te rete socia­le e pra­ti­che spi­ri­tua­li come il saba­to. Il Sab­bath fun­ge da ele­men­to pro­tet­tivo: pren­der­si una pau­sa dal lavoro e dal­lo stress favo­ris­ce la salu­te men­ta­le, ment­re tras­cor­re­re del tem­po insie­me alla fami­glia, agli amici e alla comu­ni­tà raf­for­za i legami socia­li. Loma Lin­da, in Cali­for­nia, è l’u­ni­ca «Blue Zone» degli Sta­ti Uniti: ques­te «Blue Zone» sono regio­ni in cui le per­so­ne vivo­no in modo stra­or­di­na­ria­men­te lungo e sano.

Sab­bath signi­fi­ca ripo­so e pau­sa dal­la vita quo­ti­dia­na. Gesù Cris­to era fer­ma­men­te radi­ca­to nella fede ebraica e osser­va­va il saba­to, ma si scon­trò ripe­tu­tamen­te con i lea­der reli­gio­si per la sua inter­pre­ta­zio­ne. Egli dis­se: E con­tin­uò: «Il saba­to è sta­to fat­to per il bene del­l’uo­mo e non l’uo­mo per il saba­to. E per­ciò il Figlio del­l’uo­mo è il Signo­re del saba­to!». (Mar­co 2:27–28 NLB). Gesù sta­va attac­can­do le leg­gi del saba­to, ma non il saba­to come gior­no di ripo­so in sé. Si trat­ta del ripo­so, che è un dono di Dio alle per­so­ne, un dono che ci aiu­ta a con­cen­trar­ci su Dio.

Il saba­to è un’es­pres­sio­ne di fidu­cia in Dio: lasciar­si inter­rom­pe­re dimos­tra che tut­ta la tua vita deve esse­re incen­tra­ta su Dio. Il lavoro è una for­ma di cul­to, ma il ripo­so inter­me­dio dimos­tra se dav­vero ono­ria­mo Dio con esso. Il lavoro come cul­to include il gior­no di ripo­so: con­fi­dia­mo che vada bene, anche se non lo fac­cia­mo tut­ti i gior­ni. Il saba­to agis­ce anche come con­tro­cul­tu­ra: quan­do ci vie­ne chies­to come sti­amo, la nos­t­ra ris­pos­ta è spes­so: «Bene, solo tan­te cose da fare». Ci defi­nia­mo più per quello che fac­cia­mo che per quello che sia­mo. Tut­ta­via, più tem­po non è la solu­zi­o­ne: si riem­pie subi­to di nuo­vo. Il lavoro non dimi­nuis­ce se ci per­mett­i­amo di esse­re inter­rot­ti, ma non diven­ta nem­meno di più.

Il saba­to ebraico è pre­ce­du­to da un gior­no di pre­pa­ra­zio­ne. La pre­pa­ra­zio­ne è importan­te per poter cele­bra­re il saba­to in pace e con gioia. Come orga­niz­za­re il nos­tro gior­no di ripo­so? Le rego­le per­so­na­li posso­no esse­re uti­li, a secon­da del tipo di per­so­na, ma non si trat­ta di ader­i­re rigi­da­men­te alle rego­le. Una cosa che io non fac­cio nel mio gior­no di ripo­so può esse­re l’em­ble­ma di un gior­no di ripo­so per gli altri.

Alcu­ne idee e approc­ci: Non ini­zia­re a ripo­sa­re quan­do tut­to è fini­to: non riusci­rai mai a far­lo. Le cose che non van­no bene per il gior­no di ripo­so sono, ad esem­pio, il con­su­mo ecces­si­vo di media, il con­su­mo in gene­ra­le, i liti­gi o il «solo per un atti­mo…». – Cose che posso­no esse­re riman­da­te. Riem­pi inve­ce la gior­na­ta con cose che ti porta­no gioia e ti aiuta­no a esse­re fru­ga­le: buon cibo, buo­na com­pa­gnia, rifles­sio­ne sul­le cose bel­le del­la vita. Per le per­so­ne spo­sa­te, anche la ses­sua­li­tà fa par­te del gior­no del ripo­so. Come fami­glia e come cop­pia, cer­chi­amo di orga­niz­za­re con­s­ape­vol­men­te il nos­tro ven­er­dì, anche se sia­mo anco­ra all’i­ni­zio di ques­to per­cor­so. Io spen­go il cel­lu­la­re, non con­su­mi­amo media e cer­chi­amo di pas­sa­re mol­to tem­po insie­me come fami­glia. Leg­gi­a­mo insie­me la Bibbia, preg­hi­amo insie­me e cuci­n­ia­mo una bel­la cena che ci pia­ce tut­ti e quat­tro. Quella sera è anche la nos­t­ra sera­ta matri­mo­nia­le, in cui sia­mo solo noi due. Non è tut­to pre­sta­bi­li­to, ma ser­ve come linea gui­da per il nos­tro gior­no di ripo­so. E ora la doman­da per te: Come potres­ti orga­niz­za­re il tuo gior­no di riposo?

Possibili domande per il piccolo gruppo

Leg­gi il tes­to bibli­co: Gene­si 2:1–3; Mar­co 2:23–28

  1. Quan­do è sta­ta l’ul­ti­ma vol­ta che ti sei dav­vero cal­ma­to? Cosa ti ha aiuta­to o disturbato?
  2. In qua­li aree del­la tua vita tro­vi dif­fi­ci­le lasciar­ti inter­rom­pe­re e fid­ar­ti di Dio?
  3. Come puoi orga­niz­za­re la tua vita quo­ti­dia­na in modo che il lavoro diven­ti cul­to sen­za sovraccaricarti?
  4. Qua­li aspett­a­ti­ve socia­li o per­so­na­li ti impe­dis­co­no di fare pau­se di ripo­so regolari?
  5. Qua­li ritua­li o abi­tu­di­ni potreb­be­ro aiut­ar­ti a orga­niz­za­re con­s­ape­vol­men­te un gior­no di ripo­so settimanale?
  6. In che modo il saba­to può raf­forz­a­re i tuoi rap­por­ti con la fami­glia, gli amici o la chiesa?