Gesù ha portato i nostri dolori sulla croce

Data: 6 Aprile 2025 | Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Matteo 6:25–34
Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Le preoc­cu­p­a­zio­ni han­no il poten­zia­le per tra­scin­ar­ci ver­so il bas­so e pri­v­ar­ci del­la nos­t­ra for­za. Ecco per­ché in ques­ta Set­ti­ma­na San­ta por­ti­amo con­s­ape­vol­men­te le nost­re preoc­cu­p­a­zio­ni a Gesù sul­la cro­ce. Egli si è fat­to cari­co del­le nost­re sof­fe­ren­ze sul­la cro­ce affin­ché fossi­mo libe­ri di ori­ent­ar­ci ver­so il reg­no di Dio. Gesù ci dà la for­za di port­are il reg­no di Dio in ques­to mondo.


Sono ormai due anni che lavoro nel set­to­re del­le ven­dite sul cam­po. È un lavoro mol­to vario. Spes­so pen­so che sia il lavoro miglio­re di tut­ta l’a­zi­en­da. Mi pia­ce la liber­tà che ho, non devo tene­re trac­cia del mio tem­po, pos­so pia­ni­fi­ca­re le mie gior­na­te lavo­ra­ti­ve in modo indi­pen­den­te e sono semp­re in giro. Pos­so anche port­are rega­li ai cli­enti o invi­tar­li a una bel­la cena, e non me ne per­do nean­che uno. Tut­ta­via, non c’è nes­sun alt­ro lavoro che sia così gra­ti­fi­can­te come quello del­l’ad­det­to alle ven­dite. In fin dei con­ti, è tut­ta una ques­tio­ne di ven­dite. Gli obi­et­ti­vi dei bonus sono spes­so a due cif­re. I pro­fit­ti di oggi diven­ta­no i pro­ble­mi di doma­ni. Ciò che è sta­to ven­du­to l’an­no scor­so è una noti­zia di ieri. Stress, preoc­cu­p­a­zio­ni per i bonus, preoc­cu­p­a­zio­ni per la soprav­vi­ven­za. La pau­ra di per­de­re un cli­ente importan­te, la preoc­cu­p­a­zio­ne che un’of­fer­ta o una gara d’app­alto non ven­ga accett­a­ta. Bas­ta un errore da par­te di un mon­ta­to­re e il cli­ente se ne va. Recla­mi, chi­usu­ra di filia­li, chi­usu­ra di azi­en­de, fusio­ni di azi­en­de o reces­sio­ne diven­ta­no fon­te di stress.

La vita è pie­na di preoc­cu­p­a­zio­ni, che spes­so ini­zia­no pres­to nella nos­t­ra vita. Ner­vo­sis­mo da esa­me, voti sco­la­s­ti­ci, idea­li di bel­lez­za e bat­ti­cuo­re sono solo l’i­ni­zio del­la lis­ta. Uno stu­dio sul­le ten­den­ze del 2023 in Ger­ma­nia rivela le preoc­cu­p­a­zio­ni dei gio­va­ni tra i 14 e i 29 anni. 65% dei gio­va­ni sono preoc­cu­pa­ti per l’in­fla­zio­ne, 54% sono preoc­cu­pa­ti per il caro casa e 48% sono preoc­cu­pa­ti per la pover­tà in età avanzata.

Anche il tes­to bibli­co di oggi, trat­to dal Dis­cor­so del­la Mon­tagna nel Van­ge­lo di Matteo, riguar­da la preoccupazione.

«Ti dico: non preoc­cu­p­ar­ti Preoc­cu­p­a­zio­ni su ciò che devi man­gia­re e bere per vive­re e su ciò di cui hai biso­g­no per ves­ti­re il tuo cor­po. La vita non è for­se più importan­te del cibo e il cor­po non è for­se più importan­te dei ves­ti­ti?» (Matteo 6:25 Nuo­vo Testamento).

Nella bre­ve sezio­ne di die­ci ver­set­ti che sti­amo esami­n­an­do oggi, il ter­mi­ne Cura sei volte.

«Guar­da gli uccel­li! Sono semi­na non, loro Rac­col­ta Non rac­col­go­no prov­vis­te, eppu­re il Pad­re vos­tro che è nei cie­li li nut­re. Non vali for­se mol­to più di loro?» (Matteo 6:26 Nuo­vo Testamento).

Per sot­to­li­nea­re la sua affer­ma­zio­ne di non preoc­cu­p­ar­si, Gesù usa gli uccel­li come esem­pio. Dio si pren­de cura degli uccel­li, anche se non si tro­va­no mai al volan­te di una semi­na­tri­ce o di una miet­it­reb­bia. Non semi­nano e han­no comun­que cibo da man­gia­re. Tut­ta­via, ques­to non signi­fi­ca che non sia­no indus­trio­si: sono spes­so impeg­na­ti a cos­trui­re i loro nidi o a for­ni­re cibo ai loro piccoli.

«Quan­ti di voi posso­no allun­ga­re la pro­pria vita anche di una sola ora preoc­cu­p­an­do­si??» (Matteo 6:27 Nuo­vo Testamento).

Ques­ta frase descri­ve chia­ra­men­te l’i­n­utili­tà del­le preoccupazioni.

«E per­ché ti preoc­cu­pi dei tuoi ves­ti­ti? Guar­da i gig­li del cam­po e impa­ra da loro! Cresco­no sen­za fati­ca­re, sen­za fila­re e tes­se­re. Eppu­re ti dico che nem­meno Salo­mo­ne, con tut­to il suo sple­ndo­re, era ves­ti­to bene come uno di loro. Quan­do Dio i fio­ri di cam­po che oggi sboc­cia­no e doma­ni ven­go­no gett­a­ti nel fuo­co, non si ves­tirà for­se così mera­vigli­osa­men­te? pren­der­si cura di te anco­ra di piùsei di poca fede?» (Matteo 6:28–30 Nuo­vo Testamento).

Gesù pas­sa dal­l’il­lus­tra­zio­ne degli uccel­li a quella dei magni­fi­ci fio­ri che cresco­no spon­ta­nea­men­te. I fio­ri han­no una vita anco­ra più bre­ve degli uccel­li e dopo una bre­ve vita posso­no esse­re gett­a­ti nel fuo­co. Gli albe­ri sono pochi nella vege­ta­zio­ne del Medio Ori­en­te e ci vuo­le mol­to tem­po per far­li cre­sce­re nel­le zone ari­de. Per ques­to motivo, l’er­ba sec­ca veni­va spes­so uti­liz­za­ta per cuci­na­re o cuo­ce­re. Bru­cia­re dei bel­lis­si­mi fio­ri è già di per sé un pec­ca­to, ma la prov­vi­den­za di Dio è mol­to gene­ro­sa. Gesù spie­gò ai dis­ce­po­li: «Voi vale­te mol­to di più degli uccel­li o dei fio­ri del cam­po, di cui Dio si pren­de cura». Voi che vive­te in eter­no ave­te un valo­re mol­to più gran­de, sicu­ra­men­te il Pad­re vedrà per voi. Il mess­ag­gio è che cibo e ves­ti­ti sono importan­ti, ma non biso­gna preoc­cu­p­ar­si, bensì con­fi­da­re nel fat­to che Dio ce li darà. Dome­ni­ca scor­sa, il pas­to­re Mat­thi­as ci ha spie­ga­to dal­la Bibbia che dov­rem­mo ama­re il nos­tro cor­po per­ché sia­mo un tem­pio di Dio in cui abita lo Spi­ri­to Santo.

Dio ti ha acqui­s­t­a­to come sua pro­prie­tà; ricorda il prez­zo che ha paga­to per ques­to! Per­tan­to, trat­ta il tuo cor­po in modo da ono­ra­re Dio! (1 Corin­zi 6:20 Nuo­vo Testamento).

Il cibo è importan­te, dob­bia­mo pren­der­ci cura del nos­tro cor­po, ma con­fi­dia­mo che Dio prov­ve­da a noi. Sì, dob­bia­mo man­gia­re e, soprat­tut­to, man­gia­re sano è importan­te, ma voglia­mo fid­ar­ci di Lui. La man­na si tro­va­va nel­l’­ar­ca del­l’al­le­an­za per ricorda­re agli israe­li­ti di ave­re fidu­cia in Dio come for­ni­to­re. Rico­no­scia­mo ques­ta idea anche nel prossi­mo ver­set­to del­la Bibbia:

«Quin­di non preoc­cu­p­ar­ti Preoc­cu­p­a­zio­ni! (Gre­co: merim­nao) Non chie­de­re: Cosa dob­bia­mo man­gia­re? Cosa dov­rem­mo bere? Cosa dov­rem­mo indos­sa­re?»(Matteo 6:31 Nuo­vo Testamento)

«Per­ché ques­te cose inter­essa­no i gen­ti­li, che non cono­sco­no Dio. Ma il Pad­re vos­tro che è nei cie­li sa che ave­te biso­g­no di tut­te ques­te cose» (Matteo 6:32 Nuo­vo Testamento).

Qui par­la il con­si­glie­re Gesù e con gran­de amo­re spie­ga loro che non devo­no preoc­cu­p­ar­si. Usa i Gen­ti­li come esem­pio di per­so­ne che non cono­sco­no Dio e devo­no preoc­cu­p­ar­si sen­za ques­ta iden­ti­tà di base. I segu­aci di Gesù non han­no nulla di cui preoc­cu­p­ar­si gra­zie alla loro iden­ti­tà di base. Sono fig­li rea­li e il re si pren­derà cura di loro.

«Cos­tu­mi cer­ca pri­ma il reg­no di Dio e la sua giu­s­ti­zia e tut­te ques­te cose ti saran­no aggi­unte.» (Matteo 6:33 LUT)

Cos­tu­mi gr. epi­ze­teo è anche tra­dot­to come suchet o seh­net. La paro­la gre­ca epi­ze­teo è tra­dot­to qui come «ansi­o­so». Non è la stes­sa paro­la usa­ta per indi­ca­re la preoc­cu­p­a­zio­ne (merim­nao). Ques­to con­fer­ma i ver­set­ti prin­ci­pa­li secon­do cui i segu­aci di Gesù non devo­no preoc­cu­p­ar­si di nulla, nem­meno del reg­no di Dio. Sem­pli­ce­men­te, Dove c’è Dio, c’è il reg­no di Dio, ed egli regna nel suo reg­no.. Inolt­re, Gesù ha otten­uto la vitto­ria, non c’è alt­ro da aggi­unge­re. Ma Dio ci ha inca­ri­ca­ti di port­are il reg­no di Dio nel mon­do. Gesù spie­ga ai segu­aci il loro L’i­den­ti­tà prin­ci­pa­le di un bam­bi­no rea­lecer­ca quin­di il reg­no del Pad­re. Lui sa di cosa hai biso­g­no sul­la ter­ra e te lo darà.

«Non preoc­cu­p­ar­ti del gior­no dopo! Il gior­no dopo si pren­derà cura di se stes­so. È suf­fi­ci­en­te che ogni gior­no por­ti con sé il pro­prio far­del­lo.» (Matteo 6:34 Nuo­vo Testamento).

Il tes­to dice che il gior­no dopo si pren­derà cura di sé. NON signi­fi­ca che biso­gna preoc­cu­p­ar­si solo di oggi. Il mess­ag­gio prin­ci­pa­le è di non preoc­cu­p­ar­si, ma va aggiunto che la mag­gi­or par­te dei gior­ni ci saran­no far­del­li da port­are. Dio non ci pro­met­te una vita sen­za difficoltà.

Vor­rei sot­to­li­nea­re l’im­port­an­za Dif­fe­ren­za tra non preoc­cu­p­ar­ti» e l’in­dif­fe­ren­za «Chi se ne fre­ga?» sot­to­li­nea­re. Non preoc­cu­p­ar­si rif­let­te la fidu­cia in Dio. L’in­dif­fe­ren­za è pas­si­vi­tà. Dio vuo­le che ci aiuti­amo e sos­tenia­mo l’un l’al­t­ro in un amo­re attivo. Un pro­ble­ma del tes­to di oggi è la lin­gua tede­s­ca. Preoc­cu­p­ar­si ha più di un signi­fi­ca­to. Ad esem­pio: «Non riusci­vo a dorm­ire a cau­sa del­le preoc­cu­p­a­zio­ni!» o con un signi­fi­ca­to com­ple­ta­men­te diver­so: «Mi occu­po di mio pad­re, che ha novan­t’an­ni.»(Ques­ta frase non è cer­ta­men­te tra­dotta cor­rett­amen­te in ing­le­se). È più faci­le in ing­le­se, dove si usa­no due paro­le diver­se. «Non riusci­vo a dorm­ire a cau­sa di preoc­cu­p­a­zio­ni» e «Mi pren­do cura di mio pad­re, che ha novan­t’an­ni».

Som­ma­rio:

Il tes­to bibli­co di oggi riguar­da non a diritton o fal­son Preoc­cu­p­a­zio­ni. Pur­trop­po il tito­lo del­la mia Bibbia reci­ta: «Di preoc­cu­p­a­zio­ni gius­te e sba­glia­te». Il tes­to non dice «cura­re il reg­no di Dio«per­ché il reg­no di Dio è già sta­to pre­so in cari­co. L’On­ni­po­ten­te, il Re dei re, regna e quan­do Dio regna, non abbia­mo nulla di cui preoccuparci.

Gesù ci insegna a met­te­re da par­te le preoc­cu­p­a­zio­ni e ci ricorda di ori­ent­ar­ci ver­so la liber­tà del reg­no dei cie­li. Se sia­mo ver­a­men­te libe­ri, all­o­ra abbia­mo la liber­tà di ori­ent­ar­ci secon­do le istru­zi­o­ni del Padre:

  1. Non c’è biso­g­no di preoc­cu­p­ar­si. Dio nut­re gli uccel­li, sicu­ra­men­te si pren­derà cura anche dei suoi fig­li. Quan­do viv­re­mo nel reg­no per­fet­to di Dio, non avre­mo più alcu­na preoccupazione.
  2. Le preoc­cu­p­a­zio­ni non porta­no pro­fit­to. La preoc­cu­p­a­zio­ne non può aggi­unge­re un gior­no alla nos­t­ra vita. Ci tra­sci­na, ci con­fon­de e ci dis­trae (Luca 21:34). La preoc­cu­p­a­zio­ne è spes­so para­liz­zan­te e per­sis­te se non c’è un’al­tra prospettiva.
  3. Una vita di liber­tà è fidu­cia in Dio con l’at­ten­zio­ne rivol­ta al reg­no di Dio. Le preoc­cu­p­a­zio­ni ci lega­no e ruba­no la nos­t­ra atten­zio­ne al reg­no dei cie­li. Se non sti­amo atten­ti, le preoc­cu­p­a­zio­ni diven­ta­no per­si­no più gran­di di Dio onnipotente.

Appli­ca­zio­ne:

Dio ci ha dato i sen­ti­men­ti, non dob­bia­mo negar­li. Pro­va­re qual­co­sa è posi­tivo, ci dimos­tra che il nos­tro cuo­re è anco­ra vivo. È nor­ma­le preoc­cu­p­ar­si, per­ché la vita quo­ti­dia­na por­ta con sé mol­te preoc­cu­p­a­zio­ni. Ma preoc­cu­p­ar­si in con­ti­nu­a­zio­ne non è neces­sa­rio, non è salu­t­a­re e por­ta a La pri­gio­nia del­le preoc­cu­p­a­zio­ni. Gesù vuo­le dar­ci la vera libertà. 

Invi­to a vive­re in libertà

Oggi è la Dome­ni­ca del­le Pal­meil gior­no in cui ricor­dia­mo l’in­gresso tri­on­fa­le di Gesù a Geru­sa­lem­me. Gesù ent­rò deli­be­ra­ta­men­te a Geru­sa­lem­me, ben sapen­do che sareb­be sta­to appe­so alla cro­ce alla fine del­la set­ti­ma­na. Ha pre­so la cro­ce per­ché noi pot­essi­mo fug­gi­re dal­la pri­gio­nia ver­so la libertà. 

«Anzi, ha sop­por­tato le nost­re sof­fe­ren­ze e ha pre­so su di sé i nos­tri dolo­ri.» (Isa­ia 53:4 ELB).

Quan­do affi­dia­mo le nost­re preoc­cu­p­a­zio­ni a Gesù, spe­ri­men­ti­amo una vera libertà.

Chi vuo­le esse­re libe­ro dal­le pro­prie preoccupazioni? 

Ques­ta set­ti­ma­na è la Set­ti­ma­na San­ta. In ques­to peri­odo ricor­dia­mo come Gesù sia anda­to sul­la cro­ce. Ricor­dia­mo che fu der­i­so, umi­li­a­to, spu­ta­to e fus­ti­ga­to e che alla fine morì di una del­le mor­ti più atro­ci. Egli è anda­to volon­ta­ria­men­te sul­la cro­ce la Dome­ni­ca del­le Pal­me per­ché ama me e te. È anche ques­to La Set­ti­ma­na San­ta, in cui por­ti­amo con­s­ape­vol­men­te le nost­re preoc­cu­p­a­zio­ni a Gesù sul­la cro­ce. Ho por­tato qui degli zai­ni per sim­bo­leg­gia­re le nost­re preoc­cu­p­a­zio­ni. Le depo­siti­amo sim­bo­li­ca­men­te sul­la cro­ce. A Pas­qua sap­pia­mo che Gesù non è più appe­so alla cro­ce, è risor­to e ha por­tato via tut­te le nost­re preoc­cu­p­a­zio­ni. Ques­ta set­ti­ma­na lo fac­cia­mo con­s­ape­vol­men­te e con­ti­nuia­mo a inte­grar­lo nella nos­t­ra vita quotidiana.

 

Possibili domande per il piccolo gruppo

Tes­to bibli­co: Matteo 6:25–34

  1. Cosa hai impa­ra­to da ques­to sermone?
  2. Hai già l’a­bi­tu­di­ne di con­di­vi­de­re le tue preoc­cu­p­a­zio­ni con Gesù?
  3. Ti è mai capi­ta­to di port­are con te le tue preoccupazioni?
  4. Per­ché non dov­rem­mo preoccuparci?
  5. Le preoc­cu­p­a­zio­ni potreb­be­ro ost­aco­la­re la tua vocazione?
  6. Qual è il momen­to miglio­re del­la tua gior­na­ta per port­are le tue preoc­cu­p­a­zio­ni a Gesù?
  7. Vuoi rac­con­ta­re al grup­po qual­co­sa che ti sta par­ti­co­lar­men­te a cuore?