Il Natale sta arrivando – preparatevi!

Data: 15 Dicembre 2019 | Pre­di­ca­to­re:
Serie: | Tes­to bibli­co: Isa­ia 40:1–6,9–11
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Sug­ge­ri­men­to: Ques­to ser­mo­ne è sta­to tra­dot­to auto­ma­ti­ca­men­te. Si pre­ga di nota­re che non pos­sia­mo accet­ta­re alcu­na responsa­bi­li­tà per l’ac­cu­ra­tez­za del contenuto.

Gio­van­ni Bat­tis­ta chia­ris­ce che olt­re ai soli­ti pre­pa­ra­ti­vi nata­li­zi, ci sono alcu­ne alt­re cose che sono importan­ti in vis­ta del Signo­re che viene:

  • Come pre­cur­so­re di Gesù, egli invi­ta al pen­ti­men­to e alla conversione.
  • Egli pro­cla­ma il Sal­va­to­re e mos­tra che la via alla glo­ria di Dio pas­sa attra­ver­so di lui, Cris­to crocifisso.
  • Come evan­ge­lis­ta, non coc­co­la, ma par­la chia­ra­men­te e resis­te radi­cal­men­te a qual­si­a­si for­ma di pia ipocrisia.

L’Av­ven­to, ques­to peri­odo che pre­ce­de il Nata­le, è un peri­odo par­ti­co­lar­men­te fre­ne­ti­co per mol­te per­so­ne. C’è così tan­to da fare. Olt­re alle fac­cen­de quo­ti­dia­ne, ci sono tut­te le cose da pre­para­re. Beh, fin­ché sia­mo anco­ra in «Suc­co di vita» e han­no abbastan­za for­za, ques­ti com­pi­ti aggiun­ti­vi non sono un pro­ble­ma trop­po gran­de. Alcu­ni si ani­ma­no dav­vero in ques­to peri­odo e cre­do­no di poter fare a meno dei loro ela­bo­ra­ti pre­pa­ra­ti­vi nata­li­zi, dopo tut­to. «cor­so bibli­co» men­ti­re. Nel ver­set­to set­tim­ana­le del­la ter­za set­ti­ma­na di Avven­to, sia­mo chi­ama­ti a fare ques­to: «Pre­para­re la via del Signo­re«c’è scritto. Dice nero su bian­co che in ques­to peri­odo pri­ma di Nata­le non dob­bia­mo sta­re sedu­ti a gir­ar­ci i pol­li­ci, ma lavora­re. Dob­bia­mo pre­par­ar­ci per la gran­de fes­ta quan­do ver­rà Gesù. «Pre­pa­ra­te la via del Signo­re, per­ché, ecco, il Signo­re vie­ne con for­za». Così dice il pro­fe­ta in Isa­ia 40:3 e 10. Sì, l’Av­ven­to è un tem­po di pre­pa­ra­zio­ne! L’u­ni­ca ques­tio­ne è se il lavoro pre­pa­ra­to­rio che sti­amo affront­an­do in ques­ti gior­ni coin­ci­de con ciò che il pro­fe­ta inten­de. Isa­ia 40:1–6,9–11, il tes­to bibli­co di oggi, è un gran­de pas­so nel libro di ques­to pro­fe­ta, un pas­so desti­na­to a con­fort­are il popo­lo di Dio scos­so dal­la sof­fe­ren­za, dal giudi­zio e dal­la puni­zio­ne. «Con­so­la­te, con­so­la­te il mio popo­lo, dice il vos­tro Dio». Ques­to è l’i­ni­zio del pass­ag­gio. Ques­to è puro van­ge­lo. Ci sono tre cose che sono pro­mes­se al popo­lo qui: 1. la vos­tra schia­vi­tù è fini­ta, la vos­tra schia­vi­tù è fini­ta. 2. il tuo debi­to è con­do­na­to. 3. hai pre­so abbastan­za, hai rice­vu­to abbastan­za puni­zio­ni per ciò che hai fat­to di male.

E poi il pro­fe­ta par­la di ques­ta voce che chi­ama a pre­para­re la stra­da per la venu­ta del Signo­re: «C’è una voce che chi­ama: Nel deser­to pre­pa­ra­te la via al Signo­re, nella steppa fate un sen­tie­ro pia­no per il nos­tro Dio! Tut­te le val­li saran­no esal­ta­te, e tut­ti i mon­ti e le col­li­ne saran­no resi bas­si; e ciò che è irre­go­la­re sarà reso diritto, e ciò che è col­li­na­re sarà reso pia­no». (Isa­ia 40:3–4) Ques­to mi suo­na qua­si un po» come la pre­pa­ra­zio­ne di un sito di atterrag­gio: una pis­ta deve esse­re cos­trui­ta, una pis­ta di atterrag­gio su cui l’a­li­an­te spa­zia­le con l’al­to ospi­te, con il Signo­re dei signo­ri, il Re dei re può atter­ra­re in sicu­rez­za: Lon­ta­no dai villag­gi e dal­le cit­tà, lon­ta­no dal­le stra­de e dag­li impian­ti indus­tria­li, nel deser­to, nella steppa, il sito di atterrag­gio deve esse­re. Tut­to lì deve esse­re livel­la­to, livel­la­to, in modo che nulla vada stor­to, in modo che non ci sia un atterrag­gio di fortuna.
Il Dio viven­te vuo­le atter­ra­re con te con tut­ta la sua maes­tà e poten­za. Così dice il pro­fe­ta. Cer­to, la frase è un po» diver­sa: «La glo­ria del Signo­re sarà rivela­ta…» Così dice «La glo­ria del Signo­re sarà rivela­ta e ogni car­ne insie­me la vedrà…» (Isa­ia 40:5) E nel deci­mo ver­so di ques­to capi­to­lo si dice: «Ecco il Signo­re Dio! Egli vie­ne con for­za e il suo brac­cio gover­na». È un gran­de even­to quello che vie­ne annun­cia­to qui, un even­to uni­co per il qua­le il popo­lo di Dio deve esse­re pre­pa­ra­to. E for­se già sos­pet­ti­amo da ques­te descri­zio­ni del pro­fe­ta che i pre­pa­ra­ti­vi di Nata­le, come li sti­amo facen­do in ques­ti gior­ni, pro­ba­bilm­en­te non coin­ci­do­no del tut­to con ciò che il pro­fe­ta inten­de. «C’è una voce che chi­ama: Nel deser­to pre­pa­ra­te la via al Signo­re, nella steppa fate un sen­tie­ro pia­no per il nos­tro Dio!» Ques­to è ciò che Isa­ia, il pro­fe­ta, pre­di­ca diver­se cen­ti­na­ia di anni pri­ma del Natale.

E ora voglia­mo pas­sa­re al Nuo­vo Tes­ta­men­to – a Gio­van­ni il Bat­tis­ta. È con­side­ra­to il pre­cur­so­re di Gesù. Ques­to è il modo in cui vede se stes­so. E come pre­cur­so­re di Gesù, Gio­van­ni si iden­ti­fi­ca com­ple­ta­men­te con ques­ta voce di cui par­la Isa­ia. «Io sono quella voce«dice a colo­ro che ven­go­no a chie­de­re la sua iden­ti­tà. «Io sono la voce di un pre­di­ca­to­re nel deser­to: Pre­pa­ra­te la via del Signo­re, come dis­se il pro­fe­ta Isa­ia». (Gio­van­ni 1:23) Gio­van­ni il Bat­tis­ta è colui che deve apri­re la stra­da a ques­to Signo­re che Isa­ia ha annun­cia­to. E come fa a far­lo? Cos­truis­ce un’e­nor­me pis­ta da qual­che par­te nel deser­to dove l’a­li­an­te spa­zia­le con l’o­s­pi­te cele­s­te può atter­ra­re in sicu­rez­za? Tro­via­mo la ris­pos­ta in Luca 3:1–8a.

1. non costruisce una pista, ma predica gli autobus

«Ven­ne in tut­ta la regio­ne intor­no al Giord­a­no».Qui c’è scritto «e pre­dicò il bat­te­si­mo di rav­ve­di­men­to per la remis­sio­ne dei pec­ca­ti». (Luca 3:3) E ci sono altri pass­ag­gi nei tes­ti del Nuo­vo Tes­ta­men­to che lo con­fer­ma­no. Matteo 3:1–2, per esem­pio. C’è scritto: «In quel tem­po Gio­van­ni il Bat­tis­ta ven­ne a pre­di­ca­re nel deser­to di Giu­da, dicen­do: «Con­ver­ti­tevi, per­ché il reg­no dei cie­li è vici­no» ». No, John non sta cos­truen­do una pis­ta per il visi­ta­to­re dal cie­lo. Pre­di­ca il pen­ti­men­to. Egli chi­ama le per­so­ne al pen­ti­men­to. Per­ché? Mol­to sem­pli­ce­men­te, Gio­van­ni non sta sem­pli­ce­men­te pre­pa­ran­do la stra­da per il Signo­re in ques­to mon­do. Gli pre­pa­ra la stra­da nel cuo­re del­la gen­te. Ques­to Signo­re, di cui Isa­ia e altri pro­f­e­ti del­l’An­ti­co Tes­ta­men­to han­no par­la­to per seco­li, non vuo­le veni­re solo a noi uomi­ni. Vuo­le ent­ra­re nei nos­tri cuo­ri e far­vi la sua casa.

Dove ques­to non acca­de, dove Gesù vie­ne solo da noi, ma non tro­va casa nei nos­tri cuo­ri, il Nata­le rima­ne sen­za effet­to, il Nata­le dege­ne­ra in una bana­lis­si­ma fes­ta di com­p­le­an­no, che può anche port­are qual­che ora feli­ce, crea­re un’at­mos­fera sug­ges­ti­va, offri­re gran­di incon­tri e per­met­te­re cibo son­tuo­so, ma rima­ne sen­za effet­to dura­turo. Ed è così che mol­te per­so­ne vivo­no il Nata­le anno dopo anno. Dopo, ritorn­a­no alla loro vita quo­ti­dia­na e con­ti­nu­a­no a vive­re la loro vita come han­no semp­re fat­to: sen­za ques­to Signo­re di cui han­no cele­bra­to la venu­ta, sen­za Gesù, sen­za la sua glo­ria, sen­za la sua poten­za, sen­za il dono del­la sua gra­zia, sen­za la cono­scen­za del per­do­no. Il Nata­le rima­ne sen­za effet­to per­ché Gesù può anche esse­re ven­uto da loro, ma non tro­va pos­to nella loro vita. Si dice che Ange­lus Sile­si­us, un teo­lo­go e med­ico tedes­co, abbia det­to una vol­ta: «E se Cris­to nas­ces­se mil­le vol­te a Bet­lem­me e non in te, sares­ti anco­ra per­so per tut­ta l’e­ter­ni­tà». Sta dicen­do: si può cele­bra­re il Nata­le die­ci o ven­ti, qua­ran­ta, ses­san­ta, ottan­ta o anche cen­to vol­te e anco­ra man­ca­re la bene­di­zio­ne del­la Sua venu­ta. Il Signo­re Gesù non vuo­le solo atter­ra­re su ques­ta ter­ra. Avreb­be potu­to far­lo sen­za Gio­van­ni, il pre­cur­so­re. Vuo­le ent­ra­re nella vos­tra vita. Ecco per­ché Gio­van­ni pre­di­ca il pen­ti­men­to. Ecco per­ché invi­ta al pen­ti­men­to. Per­ché il pen­ti­men­to è il modo in cui noi uomi­ni apria­mo il nos­tro cuo­re al Signo­re Gesù. Ave­te sen­ti­to ques­ta chi­ama­ta al pen­ti­men­to? L’a­ve­te segui­to? Hai aper­to il tuo cuo­re al Signo­re Gesù? O la tieni anco­ra chi­usa? «Pre­pa­ra­te la via del Signo­re!». è l’ap­pel­lo che sov­ras­ta la ter­za set­ti­ma­na di Avven­to. Le per­so­ne del­l’Av­ven­to sono per­so­ne che fan­no ques­to. Essi apro­no la stra­da al Signo­re Gesù nei loro cuo­ri e poi – come Gio­van­ni – anche la stra­da nei cuo­ri dei loro simi­li. Come apri­pis­ta, John non cos­truis­ce una pis­ta, ma pre­di­ca gli autobus!

2. non parla di gloria, ma annuncia il Salvatore

Se con­fron­ti­amo la cita­zio­ne di Isa­ia in Luca 3 con il tes­to ori­gi­na­le in Isa­ia 40:4–5, tro­via­mo che in Luca il pas­so di Isa­ia è effet­ti­va­men­te cita­to «erro­n­ea­men­te». Isa­ia par­la del­la glo­ria da rive­la­re. Luca, tut­ta­via, par­la del Sal­va­to­re che tut­ti i popo­li vedran­no. È un errore? L’e­van­ge­lis­ta ha copi­ato male? No! Con ques­to cam­bia­men­to di tes­to non fa che chia­ri­re cosa signi­fi­ca la glo­ria di Dio come si rivela a noi uma­ni. Ora, non so cosa si asso­cia al ter­mi­ne glo­ria di Dio. Quan­do cer­chi­amo su Goog­le ques­to ter­mi­ne, ci imbat­ti­amo in imma­gi­ni di bel­lez­za inde­scri­vi­bi­le, di bril­lan­tez­za sple­nden­te, di luce mera­vigli­osa, di chia­rez­za pene­tran­te, di ric­chez­za incom­pa­ra­bi­le, ecc. Ques­ta è la glo­ria per noi: luce, luce, luce. Ques­ta è la glo­ria per noi: luce, sple­ndo­re, bel­lez­za, pie­nez­za… E noi tut­ti desi­de­ria­mo ques­ta glo­ria, vero? Chi di noi non vor­reb­be veder­la una vol­ta, ques­ta bel­lez­za inde­scri­vi­bi­le del­la glo­ria di Dio? Chi non vor­reb­be spe­ri­men­tar­lo, ques­to sple­ndo­re che ema­na da Dio? Ebbe­ne, se scor­ria­mo in bas­so nella gal­le­ria di imma­gi­ni su Glo­ry of God, ci imbat­ti­amo improv­vi­sa­men­te in ques­ta imma­gi­ne: una coro­na di spi­ne che ci ricorda la ter­ri­bi­le sof­fe­ren­za di Gesù. E ora vi chie­de­rete: non è esat­ta­men­te il con­tra­rio del­la glo­ria: un’im­ma­gi­ne di sof­fe­ren­za, di dolo­re, di disprez­zo e di mor­te. In ques­to si è mostra­ta la glo­ria di Dio tra noi esse­ri uma­ni, che ha man­da­to suo Figlio come Sal­va­to­re del mon­do, che lo ha dato in cro­ce per sal­v­ar­ci dal­la nos­t­ra per­di­zio­ne e per con­quis­t­ar­ci per il suo mon­do eter­no. Invi­an­do suo Figlio come Sal­va­to­re del mon­do, Dio ci ha rivela­to la sua mera­vigli­osa glo­ria. La glo­ria di Dio non è sem­pli­ce­men­te un ter­mi­ne usa­to per descri­ve­re la qua­li­tà del­la gran­dez­za, poten­za, bel­lez­za e pie­nez­za di Dio. La glo­ria di Dio è una per­so­na. Si chi­ama Gesù Cris­to. L’e­van­ge­lis­ta Gio­van­ni tes­ti­mo­nia nel suo Van­ge­lo: «Il Ver­bo si fece car­ne» – inten­de dire che Dio si è fat­to uomo attra­ver­so il suo Figlio Gesù – «il Ver­bo si fece car­ne e ven­ne ad abit­are in mez­zo a noi, e noi vedem­mo la sua glo­ria, una glo­ria come quella del Figlio uni­ge­ni­to dal Pad­re, pie­na di gra­zia e di veri­tà». (Gio­van­ni 1:14) Facen­do di suo Figlio il Sal­va­to­re del mon­do, Dio ci ha rivela­to la sua glo­ria. Gio­van­ni Bat­tis­ta fa il suo lavoro di pre­cur­so­re ren­den­do chia­ro a noi uomi­ni che il cammi­no ver­so la glo­ria di Dio pas­sa attra­ver­so Gesù, attra­ver­so Cris­to cro­ci­fis­so. Ques­to è ciò che vuo­le bru­cia­re nei nos­tri cuo­ri ques­ta mat­ti­na: Chi vuo­le vede­re la glo­ria di Dio non può evi­t­are Cris­to cro­ci­fis­so. O per dir­la al con­tra­rio: Chi­unque pas­si olt­re Cris­to cro­ci­fis­so non vedrà mai la glo­ria di Dio. Come pre­cur­so­re del Signo­re, Gio­van­ni non cos­truis­ce una pis­ta, ma pre­di­ca gli auto­bus. Non par­la di glo­ria, ma pro­cla­ma il Sal­va­to­re. E c’è qual­cos’al­t­ro che fa:

3. non coccola, ma parla chiaramente

Gio­van­ni ha ovvia­men­te mol­to suc­ces­so con il suo ser­mo­ne sul pen­ti­men­to. La gen­te va da lui a frot­te e vuo­le esse­re bat­tez­za­ta. Il nos­tro bra­no in Luca 3 par­la di una fol­la che uscì per esse­re bat­tez­za­ta da lui (ver­set­to 7). E i reso­con­ti negli altri van­ge­li lo con­fer­ma­no: «All­o­ra usci­ro­no a lui la cit­tà di Geru­sa­lem­me, tut­ta la Giudea e tut­ti i pae­si del Giord­a­no e furo­no bat­tez­za­ti da lui». (Matteo 3:5; cfr. Mar­co 1:5). La gen­te ascol­ta il suo mess­ag­gio. Seguo­no la sua chi­ama­ta. Ven­go­no in mas­sa e ven­go­no bat­tez­za­ti. Se il nos­tro ser­mo­ne aves­se un tale effet­to oggi, par­le­rem­mo di ris­ve­glio? John dov­reb­be gioire a ques­to pun­to. Dov­reb­be ringra­zia­re Dio per aver dato così tan­ti frut­ti. Dov­reb­be rice­ve­re tut­te ques­te per­so­ne con entus­i­as­mo. Ma la rea­zio­ne di John è ben diver­sa. L’ho let­to pri­ma nel 7° ver­set­to di Luca 3: «All­o­ra Gio­van­ni dis­se alla fol­la che usci­va per far­si bat­tez­za­re da lui: «Raz­za di vipe­re…» » Altri tra­du­co­no qui: «Voi, raz­za di vipe­ra…» (vec­chia Bibbia di Lute­ro), «tu bran­co di dia­vo­li…» (Spe­ran­za per tut­ti). Ques­te sono le prime paro­le che sen­ti­amo dal­la boc­ca del Bat­tis­ta nel Van­ge­lo di Luca. «Raz­za di vipe­re, chi vi ha dato la cer­tez­za di sfug­gi­re all’i­ra che ver­rà?» (Luca 3:7) John, sei fuo­ri di tes­ta? Ques­to non è il modo di trat­ta­re le per­so­ne che rispon­do­no al ser­mo­ne e si fan­no avan­ti per il bat­te­si­mo. Non si può che esse­re feli­ci per ques­te per­so­ne. Per­ché lo fa? Ebbe­ne, è un grup­po mol­to spe­cia­le di per­so­ne che rice­ve o res­pin­ge con ques­te dure paro­le. Secon­do il rac­con­to di Matteo, sono i faris­ei e i sad­du­cei (Matteo 3:7), le per­so­ne che sono così ter­ri­bilm­en­te orgo­gli­ose del­la loro pie­tà, che sono fer­ma­men­te con­vin­te che non ci sono per­so­ne miglio­ri di loro. Guard­a­no con il più pro­fon­do disprez­zo gli esat­to­ri del­le tas­se e i pec­ca­to­ri la cui vita è così lon­ta­na da ciò che Dio vuo­le. Sono le per­so­ne che fan­no tut­to bene e non han­no dav­vero biso­g­no di pen­ti­men­to – anzi, non san­no nem­meno cosa sia il pen­ti­men­to. Sono le per­so­ne model­lo che tut­ti posso­no pren­de­re come esem­pio. Ma per­ché si unis­co­no a colo­ro che vogli­o­no segui­re la chi­ama­ta del Bat­tis­ta e rice­ve­re il suo bat­te­si­mo? Pro­ba­bilm­en­te sem­pli­ce­men­te per­ché ris­pet­ta­no il minis­te­ro di John. Lo rico­no­sco­no come un mess­ag­ge­ro di Dio con pie­ni pote­ri e tut­ta­via non vogli­o­no sta­re in dis­par­te. Natur­al­men­te vogli­o­no esse­re lì quan­do vie­ne il reg­no che Gio­van­ni pro­cla­ma. Sono i pri­mi che han­no diritto a par­te­cipa­re al reg­no di Dio che vie­ne… Ecco per­ché sono dis­pos­ti a sot­to­por­si a ques­to rito del bat­te­si­mo, anche se non ne han­no ver­a­men­te biso­g­no. Ma Gio­van­ni vede attra­ver­so ques­te per­so­ne. Rico­no­sce la loro man­can­za di fede e chia­ris­ce loro: «Quello che sto cele­bran­do qui è mol­to più di un pio ritua­le. Il mio bat­te­si­mo è un atto che segna un pro­fon­do cam­bia­men­to inte­rio­re: Il cam­bia­men­to del cuo­re. Chi non attua ques­to cam­bia­men­to di cuo­re, chi non ne ha biso­g­no, è fuo­ri pos­to con me. No, John non fa le coc­co­le. Par­la chia­ra­men­te – anche se con ques­to scon­vol­ge pro­fon­da­men­te la gen­te. Non leg­gi­a­mo nulla su come ques­te per­so­ne se la sono spas­sa­ta. Ma pro­ba­bilm­en­te erano piut­tosto arrab­bia­ti per ques­to bat­tis­ta che era così sfac­cia­to con loro. Sì, anche ques­to fa par­te del minis­te­ro del pio­nie­re, che espo­ne la fal­si­tà, sma­sche­ra l’i­po­cri­sia e sepa­ra il gra­no dal­la pula.

Cari fratel­li e sor­el­le, cari amici, alcu­ni di noi sono impeg­na­ti in ques­ti gior­ni in tut­ti i tipi di pre­pa­ra­ti­vi nata­li­zi. In tut­ti i pre­pa­ra­ti­vi fes­ti­vi, non dimen­ti­chi­amo che alcu­ne alt­re cose sono importan­ti in vis­ta del­la venu­ta di nos­tro Signore:

- Che apria­mo i nos­tri cuo­ri e dia­mo al Signo­re Gesù spa­zio nella nos­t­ra vita. All­o­ra il Nata­le può ave­re un effet­to duraturo!
– Che cer­chi­amo la glo­ria di Dio non da qual­che par­te, non nel­le nost­re gran­di deco­ra­zio­ni fes­ti­ve, ma in Gesù cro­ci­fis­so. In lui e solo in lui incon­tre­re­mo il mera­vigli­oso sple­ndo­re del­l’a­mo­re di Dio.
– E che non tol­le­ria­mo più la pia fal­si­tà e l’i­po­cri­sia nella nos­t­ra vita, ma diven­ti­amo final­men­te ones­ti – davan­ti a Dio, davan­ti al nos­tro prossi­mo e anche davan­ti a noi stes­si. Il Signo­re del­la glo­ria non vie­ne dag­li ipo­cri­ti. Si muo­ve con i pec­ca­to­ri che san­no di aver biso­g­no di lui e che gli apro­no il loro cuore.

Dal pro­fon­do del mio cuo­re, augu­ro a tut­ti voi buo­ne fes­te che non sia­no sem­pli­ce­men­te fini­te il 26 dicembre, ma che port­i­no un gua­d­a­g­no per­so­na­le e ric­che bene­di­zio­ni che dureran­no fino al nuo­vo anno.